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DELL’ARTE.
Teatro che non può essere in collisione con il potere.
Per quanto riguarda il tetro degli attori bisogna qui toglierci il preconcetto popolare di una società
oppositiva al potere (Dario Fo); tutto ciò sarebbe stato impossibile è un’epoca in cui il sospetto è
sufficiente a punire, pensiamo a Galileo.
Le compagne dei comici del’arte rientrano all’interno di un’organizzazione sociale precisa che
risponde all’autorità del tempo. Questo non togli che nel corso della loro vicenda gli attori devono
difendere la leicità delle loro azioni. Questo implica che gli attori vogliono e capiscono cha la
possibilità della loro sopravvivenza è legata al loro allineamento alle regole sociali del tempo.
Devono in tutta la loro storia far capo a quel retaggio di illegalità che arriva dalle posizioni di
Lattanzio e Sant Agotino, ma la loro difesa non sarà mai l’orgogliosa rivendicazione di una
diversità. La loro difesa sarà sempre il contrario, la dichiarazione e la prova di una loro armonia con
la società, faranno sempre di tutto per difendersi dalle accuse che tendevano ad emarginarli e
faranno di tutto per essere sempre considerati degli ottimo cristiani, persone dai costumi impeccabili
e fedeli sudditi dei propri signori.
Il fenomeno della commedia dal’arte quindi sarà sempre un fenomeno di identificazione con la
società del tempo e non di opposizione.
Il professionismo di questi recitanti che si affiancano agli altri lavoratori professionali è un
professionismo che richiede la tutela e la protezione di cui godono i mestieri che sono gestiti da
associazioni. La vita della commedia dell’arte che ha questi elementi difficili per inserirsi nella
società è però una vita tutta subordinata al tentativo di inserirsi nella società.
Il fatto stesso di non essere attori autonomi ma di essere riuniti in compagnie ne indica una forma di
organizzazione sociale. Infatti il primo documento importante che noi abbiamo e che sancisce
l’esistenza di un organismo e che corrisponde a quello che successivamente saranno le regole
confermate della compagnia dei comici dell’arte, è un documento di tipo notarile (1545). Questo
documento vede un gruppo di persone uomini e donne che con un notaio di Padova siglano un
contratto che appare un contratto molto maturo, ma che in realtà è un contratto che ripete il format
dei contratti delle società artigiane. Questo documento ci testimonia come le compagnie dell’arte si
costituiscono come il modello delle compagnie di arti e mestieri. Quindi un gruppo si riunisce per
costituire un’aziendina e che si riunisce per avere più forza e le regole sono quelle delle normali
compagnie dell’arte e dei mestieri. Si prevede un certo numero di persone e una serie di diritti,
doveri e scopi che corrispondono esattamente agli arti e ai mestieri. Si nomina un capo e ci si
impegna da obbedirli, ci si impegna a recitare sotto la guida del capo comico, ci si impegna alla sua
itineranza e inoltre abbiamo la clausola che quando uno dei comici non potrà più lavorare verrà
comunque assistito dalla compagnia; quindi chiaramente sono le formule dell’industrie si
differenzia il prodotto.
Questa compagnia che rispetta a pieno le regole sociale dell’organizzazione produttiva è un
esempio, ma che sicuramente non è il primo e lo testimonia la naturalezza di questo documento che
ci comunica che si fonda su una pratica orami condivisa e assodata.
Non molto tempo dopo queste società professionali intrattengono dei rapporti di dipendenza
costruttiva e produttiva con il potere non più e ne meno delle altre società professionali. Abbiamo
le prove che altre compagnie hanno rapporto con il potere, potere che ben presto si accorge di
quanto questa professionalità spettacolarità possa far gioco nella auto rappresentazione e in quel
campo delle arti più alte che cominciano a diventare elemento di aspirazione signorile (le corti si
organizzano alzando il livello culturale, come già si servivano di pittori, architetti, ballerini, musici).
Le corti si comini caino quindi a servire di queste nuove professionalità che possono essere utili a
uno degli elementi sul quale si basa la corte che è il prestigio. Quindi bel lontani da essere elementi
oppositori del potere questi componenti delle compagnie cercheranno il più possibile di affiancarsi
alla cura delle corti editarne vita, benessere, fame anche perché il lavoro dei comici dell’arte è
molto delicato. È infatti un lavoro molto insidioso tanto il mestiere delle armi perché si fonda al
contrario dei mestieri stanziali che danno credito a chi li pratica si fonda su gli spostamenti.
Si basa quindi sul viaggio, è un tipo di professionismo a doppia faccia più degli altri, si fonda sulla
necessaria protezione dei signori che sostituiscono in gran parte l’inserimento sociale di questi
attori, sarà il signore quindi a garantire per i comici, ma essendo evidente che questa protezione non
può essere sufficiente al sostentamento economico della compagnia, la compagnia stessa esercita la
sua professionalità nei modi che sono più redditizi cioè spostandosi e muovendosi.
Un professione che si fonda su un consenso del potere, che però non è sufficiente a dar da vivere.
Quindi è un mestiere che corrisponde a due diverse logiche quella signorile della protezione e
quella mercantile /professionale della attività che da reddito. Queste due attività si praticano
sull’insidia del viaggio, quindi deve rispondere a molte maggiori condizioni di quanto non siano
quelle di un mestiere adeguale.
Il meccanismo che determina le grandi compagnie è un meccanismo che da una parte favorisce la
loro nascita all’insegna della firma signorile, la compagnia diventa un elemento distintivo del
signore che le da vita e la protegge; l’incentivo per la formazione è quindi un incentivo signorile. A
poco a poco diventa un tale elemento di prestigio che i vari signorino ambiscono formare una
compagnia avremo così le compagnie del duca di Mantova (più), del duca di Parma, ecc.
Dall’altra parte hanno la necessità di sopravvivere tutto l’anno perché il signore paga bene in denari,
ma comunque insufficienti, paga anche in protezione che è un forte elemento di vantaggio per i
professionisti è quasi una condizione indispensabile per la sopravvivenza all’esterno dello stato del
signore. In quanto se all’interno i comici sono protetti dalla garanzia del signore all’esterno devono
rispondere ad altri potenti e ad altre regole. In questo entra in gioca l’organizzazione della politica
internazionale la quale politica si regge su conoscenze e garanzie di buone relazioni. Quindi la
protezione di un signore della compagnia diventi un lasciapassare per la compagnia stessa che
determina la loro non etichettature come elemento estraneo del paese in cui arrivano.
La compagnia del duca di Mantova di presenterà nelle varie regioni sotto la protezione del signore
che è in eccellenti rapporti con gli altri signori.
Questa protezione si spende nel garantirsi di non essere attaccati come clandestini, prostitute, spie
(che poi erano veramente ma in maniera sotterranea) garantisce quindi di occupare degli spazi nei
quali esercitare la propria professione del doppio livello signorile e di mercatura teatrale.
La compagnia del duca di Mantova che nasce qui, foraggiata dal duca spesso e ampiamente regalata
nelle rappresentazione nel palazzo ha anche la possibilità di esercitare il suo mestiere presso delle
aree in cui può accedere il pubblico normale e questa condizione si allarga anche alle altre città che
i comici dell’arte visitano grazie alla protezione signorile.
Dalla metà del 500 si vedrà quindi l’organizzazione di un sistema spettacolare che vedrà da un
parte le grandi manifestazioni cerimoniali del teatro di corte e dall’altra la costituzione di una serie
di luoghi fissi e più facilmente controllabile per la rappresentazione del teatro dei comici. I quali
comici passeranno con naturalezza da un livello all’altro, dal livello della piena appartenenza dei
piaceri della corte al livello della marcatura teatrale. La quale mercatura teatrale risponderà a delle
precise regole di domanda e di offerta. Le compagnie si formano per imput signorile che comunque
può essere usato anche nel mercato, questo perché in questo momento quello che era sempre stato il
piacere di assistere a prestazioni non prettamente recitative diventa un elemento di distinzione
sociale preciso. I comici possono adempiere a due grandi richieste o alla vita di corte o dalla’altro
rispondono ad una società allargata e ricca da potersi permettere un’imitazione degli elementi
caratterizzanti della vita signorile. Anche questo è un meccanismo pressoché eterno dove le classi
più basse imitano i modi di vivere delle classi superiori. Comincia quindi ad esserci una classe
intermedia che culturalmente comincia ad aspirare a una promozione che non sia esclusivamente
finanziaria, avocando a se gli elementi distintivi della vita del signore e dall’altra abbastanza in
grado da permettersele (tutto più elegante e ad aspirare a creare nella propria casa una piccola
modellizzazione delle reggia, comincia la committenza e quindi alla nascita della borghesia). I
comici dell’arte possono sopravvivere proprio da questo doppio serbatoio sociale.
Andare a teatro diventa auspicabile e possibile tanto più l’andare a vedere quei comici che sere
prima hanno recitato davanti ai signori; la capacità professionale dei comici diventa elementi
attrattivo e insieme l’idea di un’affinità di via della classe dei signori.
La commedia dell’arte è comunque episodica e eccezionale di per se, vengono e se ne vanno. Non è
detto che una compagnia arrivi in città, anche perché le compagnie sono poche e molto richieste, è
molto complesso organizzare una compagnia, nonché anche molto rischioso. È infatti sottoposto ad
una serie infinita di incertezze. All’epoca le donne una su due moriva di parto durante i viaggi
(appiedate).la garanzia di avere una buona presenza di comici dell’arte non è garantito. Ma è
proprio grazie a questa enorme di difficoltà che noi possiamo ricostruire la vita della compagnia.
Anche il signore deve essere un componente del teatro e deve sapere chi è bravo e in cosa. La
costituzione di una compagnia è complessa e lunga (compagnia dei gelosi) sono dei professionisti
che devono sapersi muovere, recitare, danzare, tirare di scherma; quindi non è facile prendergli da
qualsiasi ambiente sociale. Non s