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La quarta parete
Lo spazio scenico è visto come se fosse un cubo, con 4 lati e nel momento in cui in gioco è il lato che separa il pubblico dall'attore questa quarta parete e nel momento di massimo realismo, massimo naturalismo si dice che l'attore debba recitare come se avesse questa parete che lo divide dal pubblico, cioè non bisogna considerare il pubblico, bisogna far finta che non esista a dire che si sta mettendo in scena un qualcosa di reale, che vuole contraddire le regole della finzione cioè se io immagino che il pubblico non esista, significa che in qualche misura voglio abolire le regole della finzione e succedeva proprio che venivano posti degli oggetti scenici ad esempio sedie e divani proprio di schiena al pubblico, se l'azione lo necessitava si recitava anche dando la schiena al pubblico cosa che non era mai successa prima d'ora, perché l'idea era proprio quella di favorire il pubblico, quindi se
tu favorisci il pubblico significa che lo dai per esistente e confermi l'illusione teatrale. Questo per dire che quindi lungo tutto il '700 e anche parte del '800 si ha a teatro questo realismo dell'oggetto scenico, del costume scenico cosa che andrà ad essere contradetta nel '900 quando ancora una volta si ritornerà a voler sottolineare proprio la finzione teatrale, anche interrogando il pubblico ci saranno casi dove verrà coinvolto il pubblico nell'azione scenica, proprio a dire ecco che siamo in uno spazio di finzione, l'attore potrà anche indossare nuovamente la maschera che non era più in uso, e nel '900 ci sono delle esperienze attoriali che convocano l'uso della maschera e la maschera che cos'è? E' un oggetto scenico potente che sottolinea l'illusione, io indossandola confermo di essere in uno spazio altro rispetto allo spazio quotidiano, perché nel quotidiano non la metto.confermo di essere in uno spazio altro che infatti è condiviso dal rito, dall' elemento sacro, durante i riti si indossa la maschera. Chiaramente la maschera dava anche delle possibilità sceniche ulteriori all'attore, pensiamo a cosa significa recitare in quello spazio teatrale che abbiamo visto, abbiamo visto il teatro di Epidauro che cos'è, che cosa significa essere appena essere intravisti appena appena intravisti dal pubblico la voce deve essere potente amplificata al massimo, la maschera segna il teatro è l'elemento che ci dice e conferma la finzione non a caso, nel suo de spectaculis del II secolo d.C. Tertulliano lancia un lungo anatema contro la maschera la quale oggetto diabolico perché oggetto di finzione, oggetto che rientra nella categoria del falso in realtà la maschera scompare nel teatro del mondo medievale la maschera non esiste e questo non ha solo una ragione drammaturgica, cioè la maschera per il teatroCristiano non viene considerato per ragioni attinenti al teatro, ma come si vede dal ragionamento di Tertulliano, il problema è che la maschera, come tutto il teatro in generale, va abolito, va criticato, perché portatore della cultura pagana.
La realtà è questa, non altro, la realtà è politica, è culturale.
La macchineria
Un altro elemento della messinscena, anche qui dobbiamo rifarci allo scritto, cosa significa ai testi alle opere e vedere laddove queste macchine potevano intervenire e se menzionate come apparivano e che funzioni avevano dentro questo spettacolo, sia la tragedia che la commedia non ignorano l'effetto speciale comunque sia questo certamente è un teatro di lobos, ma l'obiettivo anche con l'uso delle maschere in minima parte, deve arrivare al pubblico anche perché l'obiettivo di questo teatro greco è quello di fare presa sul pubblico da un punto di vista catarchico, le prime notizie della
tecnologia teatrale le abbiamo dagli anni 30 del V secolo a.C., la più nota come macchina è quella del volo e che cos'è? È una specie di gru, con cinghie e funi impiegata per far arrivare sulla scena o allontanare personaggi in volo, specialmente divinità. I personaggi che volano sono le divinità, si discute un po' sull'impiego quindi la macchina del volo è certa, più discutibile è l'impiego di una specie di carrello che usciva dalla zona del retroscena e arrivava sulla zona del proscenio, questa macchina è la cosiddetta eccuclema, il verbo è un verbo greco eccuclein che significa proprio spostare in avanti con un carrello, anche qui noi non abbiamo raffigurazioni, non abbiamo descrizioni ma abbiamo un uso di questo verbo e viene usato in alcuni passi di commedie di Aristofane, quindi Aristofane che usa questo verbo e quindi ci fa pensare che se lo usa avesse in qualche misura presupposto o intendesse.usare questo carrello in scena, che faceva avanzare i personaggi in modo rapido dal retroscena al proscenio, il proscenio è la zona più vicina al pubblico, è la parte più prospicente alla scena, questo è un uso incerto perché è testimoniato solo da Aristofane e ci è dato solo dal utilizzo di quel verbo che ci rimanda ad un oggetto particolare che è quel carrello. Per quanto riguarda la macchina del volo sappiamo molto di più, è attestata in modo più solido, in modo più abbondante e costante lo ritroviamo in gran parte delle tragedie lungo un periodo piuttosto consistente, ad esempio sappiamo che viene usata già prima di Euripide, già in testi, in tragedie che precedono quelle di Euripide di sicuro prima dell'Amedea che risale al 431 a.C., è attestata però c'è un riferimento nell'Amedea che ci testimonia è Euripide stesso a dire chiaramente chequesta macchina del volo era già stata usata, probabilmente anche nel Prometeo incatenato, quindi probabilmente già Eschilo la usa. Che cos'è? Qual è il suo impiego? Ha un impiego molto preciso, più che altro per l'apparizione di divinità che vengono calate dall'alto, in particolare nella tragedia, nel finale quindi nell'epilogo cioè nel momento in cui l'azione deve risolversi, nel momento in cui il nodo della vicenda deve sciogliersi che sia più o meno a lieto fine o meno e si scioglie grazie all'intervento divino non a caso ancora oggi noi usiamo l'espressione "deus ex machina" quando diciamo questo richiamiamo questa espressione che deriva da qui, e significa quella persona in quella situazione è stata risolutiva cioè arrivata al dunque a risolvere questa situazione e anche in ambito latino questa macchina del volo viene usata "ex machina" significa un dio che esce dalla macchina "ex" significa da.moto da luogocioè è la macchina era questa gru li tutta da vedere quindi l'ambito è quellodell'immaginazione questa macchina il pubblico la vedeva ancora per dire cheil teatro greco è tutto mentale, cioè accetto l'effetto e l'effetto scenico però iovedo questo povero attore che viene calato quasi comico dall'alto arriva inscena, non era celata la macchina non sempre, era una sollecitazione alla vista eper il pubblico andava bene così si accetta il patto di finzione e tutti sanno checos'è l'impiego della macchina del volo che significa a livello drammaturgico unacerta cosa, quindi l'azione va ad essere risolta con l'intervento della divinità.Questo ci dice che l'impiego di oggetti scenici, macchine per la scena non èavulso ovvero estraneo dalla drammaturgia cioè io uso queste macchine chepartecipano al racconto, se no che deus ex machina è niente, il
deus ex machina è un personaggio che risolve l'azione e la porta a compimento con una macchina teatrale, la scena tecnica quella che è detta scenotecnica qui ha un impiego drammaturgico significa di azione, la macchina del volo serve a realizzare un movimento fisico, che è irreale ma che scenicamente è d'effetto ma anche a livello drammaturgico, il pubblico si impressiona ma al tempo stesso l'azione va a concludersi perché la divinità scende sulla scena grazie solo a questa macchina, la divinità in ambito greco entra in scena solo tramite la macchina del volo perché viene dall'alto non da altre parti della scena, l'uso della macchina del volo era così diffuso e così ben compreso e anche accettato e capito dal pubblico che esistevano anche alcune parodie, ovvero ci sono delle parodie comiche sull'uso della macchina del volo, la prima nota è quella di Aristofane che in una sua opera che siIntitola pace 421 a.C. cosa fa Aristofane? In questa commedia mette in scena un contadino, quindi questo è già interessante perché i personaggi non sono aristocratici come quelli dellatragedia ma sono dei contadini. Trigeo, questo contadino che è il protagonista, quindi è inedito, la commedia mette in scena personaggi non aristocratici ed è un tema. Il protagonista, per varie vicende, all'inizio dell'azione sale al cielo, quindi non è una divinità ma un contadino. Non scende sulla scena ma sale verso il cielo, quindi è tutto rovesciato, sale verso l'olimpo e non sale su un pegaso, su un elemento alto, ma su una specie di enorme insetto. È il basso che va verso l'alto, viene quindi impiegata una macchina del volo rovesciata, il movimento è rovesciato e il protagonista non è la divinità ma un contadino. Lui sale verso l'olimpo per liberare la pace tenuta prigioniera e portarla sulla terra.
Perché c'è molto bisogno e le commedie di Aristofane attengono alla realtà, all'attualità quindi la guerra e questo accade nel prologo della commedia, l'amaca del volo viene richiamata anche più volte da Aristofane e la parodia è proprio in questo che viene usata al contrario con un significato anche comico. Aristofane richiamando in causa più volte l'amaca del volo, in questo prologo fa un discorso meta teatrale e cosa significa, significa che si fa un discorso su quell'arte che si sta usando, meta teatrale significa fare una riflessione sul teatro e dichiararlo qui Aristofane fa una riflessione sull'amaca del volo parodiandola, ti svelo un elemento costitutivo del processo teatrale e faccio una riflessione anche strizzando l'occhiolino al pubblico e questo implica che il pubblico conosca le cose, Aristofane fa questo discorso sulla macchina del volo, sapendo che il pubblico conosce il significato dell'amaca del volo, l'ha vista.
più volte e di solito sa che è attribuita spesso alladivinità e lui può giocare al contrario