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GIORNALISMO DELL’ITALIA POST-UNITARIA
CORNICE LEGISLATIVA E MERCATO EDITORIALE
L’unificazione portò all’estensione a tutta la penisola dei principi liberali che avevano ispirato lo
Statuto. In nuovo ordinamento estendendo la Piemontese a tutti gli stati d’Italia, estendeva anche la
libertà di stampa.
Erano previsti provvedimenti in caso di abusi/reati illeciti. Veniva offesa qualsiasi offesa o istigazione
a commettere reati contro: il sovrano,la famiglia regnante, tutti i capi di potenze estere e corpi
diplomatici, la religione cattolica e tutti gli altri culti, istigazione contro il diritto di proprietà e il buon
costume.
Si riconosceva ad ogni cittadino la facoltà di espressione e si sanciva ovunque l’abolizione della
censura preventiva (a favore della censura recessiva).
● Il sequestro preventivo: normalmente si poteva sequestrare il giornale solo dopo la
condanna avvenuta successivamente alla sentenza del tribunale , avveniva che spesso si
sequestravano i giornali prima della sentenza in tribunale e ciò era un abuso. Il sequestro
preventivo finì per considerarsi come strumento nelle mani dei prefetti e spesso si frequentava
preventivamente anche senza possedere una causa.
● Responsabilità dei reati: spesso venivano comunque accusati o condannati autori di
articoli o direttori sfruttando lo strumento e la nozione ambigua di complicità. Anche questo
era un abuso che sfruttava un punto debole della legge.
Dal 1860 in poi questi due punti furono sfruttati molto dai prefetti. Ciò avvenne soprattutto nel 1871
quando ci fu La legge delle Guarantige (suscitati dai moti popolari conseguenti alla Comune
parigina). Mantennero intatti i diritti di libertà di stampa (la Destra storica era liberare e per questo
non abolirono nè costrinsero mai questi diritti). La parte progressista (la Sinistra storica che fino al
1876 rimase all’opposizione) si batté per una puntuale osservanza per questi diritti riconosciuti,si
battè dunque per rendere la libertà di stampa nella prassi oltre che nella teoria. Le disposizioni della
libertà di stampa si radicarono nello Stato appena nato e finì dunque per diventare uno work in
progress ovvero una continua conquista sul piano dell’applicazione della legge dello Statuto.
MERCATO EDITORIALE
Non ci sono molte variazioni rispetto ai tassi pre unitari.
Tassi di analfabetismo:
● 1861 era del 74,7%.
● 1871 era sceso al 68,8%
Il panorama era particolarmente disomogeneo, in Piemonte e in Lombardia gli analfabeti erano meno
della metà e raggiungevano circa il 42%, nelle regioni meridionali invece raggiungevano tassi
dell’80%.
Coloro che compravano i giornali erano gli stessi che erano incorporati nella vita civile e dunque che
potevano votare. Il diritto di voto: nel 1861 solo il 2% della popolazione (418.000 persone) aveva
diritto al voto.
Per la maggior parte della popolazione italiana il quotidiano era un bene di lusso. Da ciò si può
comprendere la ristrettezza del mercato italiano anche nel periodo post unitario.
Tiratura complessiva di 400.000 che erano coperte quasi da un solo giornale in Francia (Le petit
journal circa 300.000 copie).
Le difficoltà di comunicazione e gli alti costi di questa distribuzione continuarono a diffondere la
distribuzione di un mercato nazionale della stampa. Questo mercato era molto spesso diviso in regioni
e città. Non c’era dunque un mercato Nazionale e da qui la forte regionalizzazione e localismo della
stampa italiana negli anni post unitari.si deve raggiungere gli inizi del 900 per giungere a una
diffusione maggiore dei quotidiano italiani. Nonostante il mercato fosse così dispendioso, il numero di
giornali era altissimo in confronto ai loro elettori 1873 vi era un giornale ogni 24.000 abitanti e questa
media collocava l’Italia subito dopo la Francia e l’Inghilterra nonostante in questi due Paesi ci fossero
maggiori lettori. I giornali italiani prendono spunto dai giornali francesi ed inglesi ma per quanto
riguarda il contenuto si differenziano notevolmente a causa del panorama italiano di quel periodo.
Il mercato del giornalismo era molto fragile ed estrema frammentarietà della stampa italiana, ciò era
un indice di arretratezza e non di sviluppo. Era anche un’espressione del recente passato del Paese.
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Mancava un giornale che avesse l’aspirazione a vendere, con solo alcune realtà del centro-nord
(Torino e Milano). Le strutture delle imprese giornalistiche erano altrettanto precarie e fragili, esse
rimasero molto spesso di tipo artigianale ed in alcuni casi famigliare. Questa arretratezza riguardava
oltre all’organizzazione anche gli aspetti tecnologici, infatti non vi furono passi avanti rispetto agli
anni precedenti. Questa situazione muterà lentamente nei primi anni 80. Per quanto riguarda le
caratteristiche salienti del giornalismo post unitario bisogna distinguere due fasi : la prima fase va dal
1860 al 1880, la seconda fase va dal 1880-82 fino alla crisi di fine secolo, la terza fase va dall’Italia
giolittiana all’Italia del dopoguerra.
LA STAMPA DEL PRIMO PERIODO
dal 1860 al 1880
Stampa italiana espressione di alcuni determinati gruppi politici ristretti nati dal 1848 in poi durante
il decennio di preparazione nel Piemonte Sabaudo, e dalle reti di relazioni personali intessuta tra i vari
esponenti politici periferici e il potere centrale. Ne desumiamo che gran parte del giornalismo post
unitario fino agli anni 80 è una forma di attività e milizia politica. Da una parte ci sono giornali che
sono espressione di una componente politica diventando una sorta di organo politico superiore dal
quale si può dedurre il programma politico e i valori. Però non sempre questa attività di milizia
politica è di alto tenore infatti spesso questi gruppi sono espressione di derive personalistiche, riflessi
di gruppi clientelari messaggi riferiti a persone specifiche. Questa grande quantità di fogli sono
espressione di gruppi politici che fanno propaganda al proprio partito e per questo non davano
particolare attenzione alle tirature. Non è dunque importante vendere ma essere portavoce ed
espressione di un gruppo. Nei grandi centri emerse una linea editoriale più elastica che aveva come
modello quello di Cavour le associazioni promotrice di giornali fatte in maggioranza da uomini politici
affiancate da imprenditori (uomini della finanza, dell’aristocrazia terriera, ecc..). Le redazioni dei
giornali dopo l’unità si irrobustirono, anche nei giornali poco tradizionali, inizialmente queste
redazioni comunque non furono composte da giornalisti veri e propri. In questi primi vent’anni sono
rari i casi di giornalisti puri, erano piuttosto piccoli intellettuali, ex insegnati e letterati di tutti i tipi. Si
trattava di categorie che rappresentavano altro, erano tutti legati a filo doppio ad un gruppo politico.
Sono state studiate le loro biografie ed è emerso di un profilo generale che metteva in luce uomini con
un passato di lotte durante il risorgimento, nel 1870 a Roma cessano la loro attività politica pura,
esaurendo molto l’impegno primitivo. Sono tutti uomini che hanno una sommaria conoscenza della
penisola italiana, quasi tutti erano poco attrezzati dal punto di vista della dottrina politica (erano più
letterati e amanti della poesia), possedevano una formazione culturale abbastanza convenzionale ed
avevano scarsi ed occasionali rapporti con i rapporti di altre regioni men che meno li avevano con gli
ambienti politico culturali stranieri. Dal punto di vista formale e linguistico i giornali italiani erano
molto acerbi (dal punto di vista editoriale), i quotidiani si distinguevano in due:
1. Quotidiani cittadini con grandi formati in genere su quattro colonne, inizialmente di circa
quattro pagine, molto austeri con titolazioni estremamente sobrie se non esistenti, la maggior
parte di loro erano privi di illustrazioni e pubblicità, spesso c’era una cartina. La struttura
dell’impaginazione era molto primitiva, era più strutturata la pagine iniziale mentre l’ultima
era invece molto caotica. Poche erano le notizie fresche, queste notizie arrivavano quasi tutte
dalla stefani (nonostante fosse una buona agenzia, le notizie dovevano poi essere approfondite
dai giornali stessi e ciò non avveniva subito ma successivamente avveniva una lavorazione). La
Stefani faticò ad adottarsi di notizionisti all'estero, e in questi anni giungono ancora delle
corrispondenze via posta con 5-6 giorni di ritardo. Le notizie erano quasi tutte molto vecchie.
Piano piano i giornali più importanti iniziarono ad adottarsi di inviati all’estero. Non esisteva
la cronaca nera, esistono poco la cronaca, ed esiste poco anche la cronaca locale (notizie di
politiche locali). Molto scarsa era l’attenzione per le notizie economiche e finanziarie. C’erano
notizie di borsa senza commenti. Scarsa anche l’attenzione sui temi locali. Linguaggio in
genere molto lontano dallo stile giornalistico che si formò nei decenni successivi, era un
linguaggio molto vicino al comizio, molto gonfio e vuoto (la sostanza all’interno di ciò che
viene scritto era molto esigua). Ciò era dato dal fatto che non esisteva una scuola giornalistica,
coloro che scrivevano lo facevano spontaneamente. Quasi tutti i giornali più importanti urbani
avevano la famosa appendice, riservata alle cronache musicali e teatrali e iniziò anche l’uso,
2 alla francese, del romanzo di appendice a puntate (modo per fidelizzare i lettori ai giornali).
Questo uso del romanzo di appendice fu adottato dai giornali che avevano l’obiettivo di
vendere. Quasi sempre erano articoli su spettacoli teatrali cittadini più importanti.
2. Quotidiani provinciali avevano un formato più piccolo rispetto ai giornali urbani e
mantennero l’uso delle due colonne per pagine esattamente come tutti i giornali preunitari. Le
caratteristiche negative erano più accentuate dei giornali urbani.
Come nel giornalismo del tempo c’era la distinzione tra la stampa evasiva e la stampa politica così
anche nei giornali c’era una distinzione tra la funzione politica del foglio (collocate nel primo e nel
secondo foglio), e la funzione evasiva che si collocava nelle successive pagine. Mancava la funzione del
giornale moderno ciò di informare e di organizzare inchieste. Non esisteva neanche una lavorazione
lavorata. Da ciò si può ricavare una forma arretratezza del giornalismo del tempo. Nonostante l’Italia
adottasse i modelli di giornali francesi e inglesi, era molto lontana dal loro contenuto. I giornali
francesi e inglese erano giornali di parte e quasi tutti nascevano per vendere. Non avevano una
circolazione limitata ai gruppi politici o lobby ma avevano una circolazione aperta a tutti i lettori. Ciò
grazie a due fattori:
1. P