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BOLOGNA
A Bologna c’erano i produttori di zucchero.
Viene fondato nel 1885, “Il Resto di carlino”, spostandosi più a destra raccogliendo le opinioni della
borghesia e attira con sé gli agricoltori bolognesi. Il direttore Zamorali era un avvocato. Riceve un
aiuto generoso da parte dei ceti agrari. Su questo giornale troviamo le firme come quelle di Pascoli e
D’Annunzio. Raggiunge una tiratura di 20 mila copie.
MILANO
A Milano, nel 1876, nasce “Il Corriere della sera”, un organo politico rappresentante quelli di centro
destra perché erano più avanzati sotto il punto di vista economico, il suo pubblico è quello dell alta
borghesia. Nei primi anni fa 10.000 copie, riesce a vendere tanto perché molti giornali andarono in
fallimento.
Vi erano dei ceti che si stavano sviluppando, come l’industria tessile. Questi ceti manifatturieri
vogliono prendere il corriere della sera come giornali di riferimento. Nel marzo 85 Crespi, cotoniere,
viene in soccorso sostituendo il vecchio comitato finanziatore e gli promette di trasformare il giornale
in una vera e propria macchina da soldi, una macchina editoriale produttiva. Il corriere della sera
divenne più produttivo del cotonificio di Crespi. Spese di corrispondenza, telegrafo. Da 20 mila a
50.000 copie, fino ad arrivare alle 90 mila copie alla fine dell’800. Nel 1895 la sede si trasferì in un
moderno stabilimento e ospitava oltre 120 dipendenti. Nel’84 si aggiunsero a Crespi, De Angeli e
Pirelli: tutti e tre industriali.
A Milano nella metà degli anni 80 il Secolo è ancora il giornale più moderno grazie alla regolarità dei
servizi quotidiani, alla vivacità della cronaca. Tutto ciò costava molto e continua ad essere finanziato
dal suo editore di libri, nessun industriale. La pubblicità occupava tutta la quarta pagina e iniziò ad
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occupare anche altre pagine. Il direttore utilizza molti gli abbonati puntando sulle cucine economiche,
consolato operaio, case degli operai. 100 mila copie e agli inizi del 900 vendeva 115 mila copie al
giorno. Questo giornale arricchisce in modo culturale. Il secolo puntò sulle firme culturali dei
rappresentanti della cultura di fine secolo che si occupavano di economia come Antonio De Viti. Il
secolo fu una voce importante per l’opposizione politica, si batté per un progresso di statuti liberali e
per il suffragio universale maschile.
Il secolo era contro una politica coloniale per motivi di carattere etico perché era un giornale pacifista,
per motivi economici perché riteneva che le colonie erano inutili per l’economia della nazione. Questo
giornale subisce l’assalto del corriere della sera. Nel 1892 nasce il partito socialista e produce il primo
organo moderno di un partito “L’avanti”. Quindi il secolo è soffocato da questi due giornali.
Il gazzettino di Venezia segna una grande novità: nell’1887 fu fondato da Telamini e si occupa non solo
della città ma parte dei ceti rurali dell’entroterra veneto. Questo giornale sfonda nelle province, lo fa
sulla base di un programma politico, non era un giornale laico, mostrava una forte sensibilità alla
società, rinnovamento delle questioni politiche e soprattutto per le terre irredenti (Friuli e Trentino).
Ha come principale obiettivo, anche diplomaticamente, riportare le terre irredenti sotto il regno
d’Italia. Costava molto poco, 3 lire. ROMA
A Roma nascono due giornali fondamentali:
● Il Messaggero che nasce nell’78. Nasce come giornale democratico radicale e prende come
modello il secolo. Viene fondato da Luigi Cesana (milanese di 27 anni) e Baldassar. Ha 4
pagine venduto a 5 centesimi. Nei primi due anni si afferma molto e raggiunge 35 mila copie,
grazie all’attenzione della cronaca cittadina. Dal 1880 diventerà il secondo giornale più
venduto dell’Italia centrale
● La Tribuna nasce nell’83. Nasce come organo politico legato a 120 deputati che costituivano
un gruppo a sinistra di Depretis, fu fondato da Zanardelli. Sopravvive poco come giornale
politico e decidono di venderlo al principe Colonna di Farra. Egli trasforma la tribuna in un
giornale di cronaca e non ha una connotazione politica. Viene diretto da Muzzatto e lanciò un
supplemento per il quotidiano illustrato, chiamato la tribuna illustrata. La tribuna fu il
giornale più venduto nel centro Italia. Questo giornale vive un momento di crisi nel 93 per le
banche ma dal 94 al 96 il giornale pone le basi rafforzando delle strutture e riuscì ad arrivare a
160 mila copie: la tribuna sfrutta l’argomento delle imprese coloniali.
A favore di questo nuovo assetto, giocò un ruolo importante l’inizio delle imprese coloniali
italiani: accendono un dibattito nel paese sulla politica coloniale, dibattito che coinvolge un
grosso numero di cittadini nel paese. La stampa si sente pronta a valorizzare la curiosità
dell’opinione pubblica. Le imprese coloniali sono fattore di ampliamento dei giornali. Inizia ad
apparire gli inviati speciali per scrivere racconti in cui prevalevano le suggestioni di colori, i
sentimenti personali, autobiografie, considerazioni sociologiche.
Aura colonialista che fece la fortuna di molti giornali: Roma e Napoli furono più assidue le
campagne coloniali. La buona parte dei ceti agrari o quelli che fabbricavano armi erano a
favore delle colonie. Tra questi giornali, la tribuna si estinse negli anni 80 perché fece molti
articoli sull’Africa Orientale. Nella tribuna non si distingue bene tra l’obiettivo politico delle
colonie e usare le colonie per vendere. NAPOLI
A Napoli la pressione per l’espansione coloniale era molto forte. Nell’82 era stata fondata a Napoli la
società africana che rappresentava commerciati, imprenditori e volevano l’espansione per vendere.
Negli anni 8’0 la classe politica meridionale ha abbandonato la nostalgia dei Borboni e ha
riabbracciato le opportunità delle offerte dello stato liberale. Quindi sono diventati dei paladini del
nuovo stato, sostenendo prima di tutto l’Italia.
Il giornale che si fece portavoce di ciò fu il Mattino, fondato da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao.
Loro furono tra i più importanti giornalisti dell’epoca. Successivamente si separarono e iniziarono a
lavorare separatamente. Scarfoglio aveva esperienze da Roma. Nel 1888 si trasferisce a Napoli ed
entra nel corriere del mattino di cui era proprietario un camorrista della sinistra storica.
Successivamente ne cambia il nome (corriere di Napoli) e ne cambia anche forma e contenuti: da
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sinistra si sposta a destra. Si concentrano gli interessi su Scarfoglio e quindi fonde un giornale tutto
suo: Il Mattino. Fu il primo giornale a legarsi alla politica meridionale, fu un esponente della destra,
una nuova destra autoritaria, aggressiva. Ha una visione del mondo diversa dalla destra storica. È
importante il legame tra politica estera e politica interna. In questi anni il mattino diventa portavoce
tra queste due politiche: il colonialismo non era solo nuovi territori ma voleva formare un “blocco di
coscienze e di volontà”: sopra delle correnti politiche e delle classi sociali. Visione del colonialismo dal
punto di vista di una destra napoletana. Il colonialismo avrebbe messo fine alle questioni sociali. La
nazione è un corpo unico e questa conquista è della nazione. Il tema del meridionalismo: le colonie
“sostituivano” i meridionali perché il nord stava soffocando il sud (settentrionali> meridionali>
coloniali). Lui è contro dalla politica giudaica. Iniziò a parlare di ebrei, cosa strana perché non davano
problemi ed erano considerati cittadini italiani perché la religione non etichettava nessuno. Scarfoglio
era un giornalista con la penna facile e si compiaceva molto delle frasi ad effetto, sintassi molto
sapiente. Inizia a scrivere anche degli slogan. Lui produsse materiale retorico a linguaggio di tutti. La
ex moglie Matilde Serao, D'annunzio e molti altri presero esempio da Scarfoglio.
Il colonialismo poteva servire a raccogliere attorno alla nazione avrebbe potuto raccogliere nuove
forze.
Il mattino divenne il nuovo portavoce del nuovo conservatorismo, era imperialista, favorevole alle
imprese coloniali, aggressivo in politica estera, antisocialista, terrorizzato dal movimento sindacale e
dal punto di vista culturale era anti illuminista
Scarfoglio uomo esponente della Destra reazionaria conservatrice del futuro presidente del consiglio
Salandra. In virtù del suo legame con Salandra ‘Il Mattino’ divenne il maggior portavoce del nuovo
conservatorismo italiano (della seconda generazione, che aveva perso i legami con i valori del
risorgimento forgiati dalla Destra Storica). Era un conservatorismo autoritario in politica estera,
aggressivo in politica estera e dunque favorevole alle Colonie. Antilluminista. Il giornale fece leva sulle
imprese coloniale per vendere e diffondersi di più (con una differenza rispetto alla Tribuna che non
aveva l’obiettivo di formare l’opinione pubblica). Visione del colonialismo dal punto di vista di una
Destra con una visione meridionale e caratterizzata dal localismo. Secondo Scarfoglio il colonialismo
avrebbe costituito una valvola di sfogo dal punto di vista delle tensioni sociali. Invece di risolvere i
problemi interni allo Stato italiano si vedeva nelle colonie un potenzialità di risoluzione di questi
problemi sociali. Secondo scarfoglio il colonialismo avrebbe potuto essere un vantaggio contro le
degenerazioni parlamentari e poteva dunque servire a raccogliere intorno alla Nazione (obiettivo fuori
dal confine nazionale) forze disunite. Il colonialismo aveva visto una funzione nazionalista, prima
dello sviluppo del nazionalismo in italia. Il colonialismo non aveva solo motivazioni di tipo geo
politiche (espansionistiche) ed economiche ma anche politiche poiché poteva formare un ‘blocco di
coscienze e volontà’ e dunque un modo per fondare una nazione. Il colonialismo costituiva anche una
rivalsa dei ceti meridionali nei confronti del Nord, che fino a quel momento aveva sfruttato il
Meridione. Scarfoglio mette in luce un l’antisemitismo e l’antigiudaismo. Iniziò a parlare della
presenza degli ebrei nello Stato italiano collegandolo al Nord d’Italia, specialmente a Milano. La
presenza degli ebrei era molto alta a Roma e nelle città meridionali. A Milano erano molti i casi di
rappresentanti della finanza ebraici. Scarfoglio era un personaggio incontenibile con una vela
anarchica e ribelle che si compiaceva molto della frase ad effetto, di una sintassi molto sapiente e un
grande costruttore di immagini e slogan. Grazie a questa capacità viene immesso nel discorso politico
italiano un materiale non solo di contenuto ma anche di un registro retorico (immagini, slogan) e di
lessico enzimatico. Scarfoglio fu un mo