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ITALIA
Le donne sono consapevoli del loro ruolo sociale.
Il femminismo viene rappresentato in due correnti da due singole personalità:
Ana Kuliscioff (lavoro è mezzo per emancipare la donna e il voto per rivendicare i diritti)
Annamaria Mozzoni (l’emancipazione unisce le donne contro l’egoismo maschile)
1899 Bissolati pubblica un articolo “il movimento femminista è conservatore; il socialismo è la soluzione” su
Avanti (giornale del partito socialista).
1902 legge Carcano (partito socialista): legge per il lavoro, maternità (fino a un mese dopo il parto) etc.
Il riconoscimento dei diritti delle donne però è un’arma a doppio taglio: le donne sono incerte della loro
stessa posizione (ad esempio non fanno i lavori pericolosi).
1910 nascono le casse di maternità.
Sulla legge Carcano si dividono le due esponenti: la Mozzoni è ostile perché la legge tutela le donne in
quanto procreatrici; la Kuliscioff afferma che bisogna combattere per i diritti.
Entrambe fecero comunque un grande lavoro nel partito per il diritto al voto anche se Giolitti si oppose
esplicitamente dicendo che la donna non aveva l’intelletto per scegliere.
FASCISMO
Espelle le donne dal mercato del lavoro.
Vittoria de Grazie è una studiosa che esamina i comportamenti del femminismo, “resilienza” (affrontare e
superare un evento traumatico) attraverso chiavi di lettura che sembrano poco coerenti, ad esempio
l’aborto come opposizione alle politiche nataliste del fascismo, come strategia di resistenza. Il modello fa-
scista della donna è madre di figli soldati per la patria. Ma il fascismo mobiliterà anche le donne durante la
guerra come maestre, combattenti e lavoratrici.
Dopo la seconda guerra mondiale si apre una nuova fase rispetto a quella emancipazionista, con “il secondo
sesso” di Simone de Beauvoir arriva la seconda ondata del femminismo. Ricordiamo però che già negli anni
20 Virginia Woolf scrisse “Giorno e notte”, libro che parla della sua vita all’interno del movimento femmini-
sta (Mary è la protagonista). Virginia è una donna colta della classe medio-alta. Nel 1929 scrive “Una stana
tutta per sé” (allusione alla sorella di Shakespeare) e nel 1938 “Le tre ghinee”. Il femminismo degli anni 70
prenderà spunto da questi libri.
“Una stanza tutta per sé” racconta la censura, le non possibilità del soggetto donna che invece sono sempre
state a disposizione dell’uomo. Riemerge il tema dell’ordine simbolico patriarcale che si fonda sull’interio-
rità mentale della donna e sulla dipendenza economica di essa. Virginia fa una digressione sulle donne
dell’800 che scrivono della propria soggettività e del femminismo. Raccontarsi è autocoscienza ed è la
chiave del femminismo del 900. Un altro elemento importante nel libro è il rapporto con la madre: le donne
non hanno una tradizione che le rende forti tanto da poter scrivere di sé stesse, alle spalle hanno solo le
madri (madri sia intese come biologiche che come madri del femminismo).
“Le tre ghinee” è la somma di cui la protagonista dispone per prendere delle iniziative contro la guerra. In
questo libro la Woolf affronta la differenza femminile come risorsa e ricchezza.
1° ghinea va all’istituto superiore delle donne per l’istruzione che formi alla pace, non come la cultura ma-
schile che ha prodotto guerre. INVENTARE la cultura ex novo.
2° ghinea va all’associazione per le libere professioni perché le donne portino il loro punto di vista.
3° ghinea va all’associazione maschile pacifista per la lotta contro la guerra e contro il regime totalitario.
La donna combatte diversamente dall’uomo, combatte nella sfera privata modo per uscire dalla subordi-
nazione. Secondo la Woolf per prevenire la guerra bisogna inventarsi nuovi metodi e nuove parole.
Nel 1931 Virginia scrive “Orlando”, un libro fantasy dove ritroviamo il tema dell’identità per relazionarsi ai
sessi che sarà un tema fondamentale per le femministe postmoderne.
“Il secondo sesso”, ricostruzioni di genealogie. Va letto come precursore del concetto d categoria di genere:
“Donne non si nasce ma si diventa” Binomio natura/cultura. Natura: è punto di partenza per rivendica-
zione; corrente esistenzialista. Cultura: concetto di genere, costruzione. La rivendicazione biologia non
serve perché fa della donna altro dall’altro.
09/10
Periodo della pratica, dei gesti eclatanti.
FRANCIA
https://it.wikipedia.org/wiki/Monique_Wittig
Donne si misero sotto l’arco di Trionfo con uno striscione “Metà degli uomini sono donne”. Vennero arre-
state e portate in questura ma poche ore dopo vennero rilasciate. Raggiunsero così il loro obiettivo: farsi
intervistare dalla stampa e avere l’attenzione dei media.
Nel 1971 le donne dell’intellighenzia francese si autodenunciano per aborto con il manifesto delle 343.
L’elenco delle firmatarie sarà pubblicato in un settimanale. Obiettivo: depenalizzare l’aborto ed entrare
nella vita pubblica, opinione pubblica. La lotta per la depenalizzazione dell’aborto è unificante per tutte le
tendenze del femminismo.
A seguito di questo manifesto nasce il manifesto dei medici, in cui nomi illustri approvano la campagna
femminista. La stampa inizierà così a dare più attenzione alle donne e a pubblicare libri sul femminismo.
ITALIA
Luisa Passerini scrive sulla seconda ondata del femminismo e sul rapporto con i movimenti del 68.
A dir la verità i collettivi femminili anticipano quelli studenteschi (1966 Demau)
La resistenza taciuta delle donne rappresenta un tassello importante, crea delle aspettative sull’uguaglianza
reale anche per il ritorno a casa del dopoguerra (la seconda guerra è stata comunque molto più partecipata
rispetto alla prima).
Inizia una nuova consapevolezza femminile anche per il boom economico e le sue conseguenze sociali.
1959 “Le italiane si confessano” libro sulla dipendenza della donna e sulle delusioni. Questo libro farà scal-
pore e diventerà proibito. Era la prova del fatto che la donna non era soddisfatta del ruolo moglie madre,
della targhetta eterna minorenne, cura e comprensione. Questa targhetta era imposta perché non c’era
l’alternativa.
Negli anni 60 e 70 le donne protagoniste sono le eredi delle lotte per la parità (suffragismo). Entrano nella
scena politica per sconvolgere le regole del comportamento sociale (il diritto di voto non aveva cambiato
nulla). La lotta delle donne per la soggettività individuale e per il riconoscimento dell’identità femminile si
distacca da quella studentesca.
Problema della DOPPIA MILITANZA:
UDI (unione delle donne italiane) si impegna a favore dell’emancipazione della donna e si trova all’interno
del partito comunista ma solo perché il partito vuole raggiungere degli scopi. Le donne rivendicano così
l’autonomia dai partiti. Il Demau verrà formato dalle donne rese autonome.
Negli anni 70 i gruppi femminili italiani attraversano due fasi. Il centro di riflessione è comunque la diffe-
renza sessuale che stabilisce un collegamento anche con altri femminismi, soprattutto con quello francese.
1) Primi anni 70 (1976) crisi del sistema dei partiti: si apre uno spazio ai movimenti sociali e le donne
vengono incoraggiate.
2) Si chiudono gli spazi politici ai movimenti sociali e non c’è più dialettica.
Gruppi significativi:
- Demau che nasce dopo l’uscita delle donne dall’UDI. Il manifesto pone come luogo di disugua-
glianza la famiglia. L’obiettivo è disintegrare l’istituzione familiare per avere autonomia ideologica e
libertà dal modello maschile.
- Nel 1969 documento “piattaforma di proposta politica….” dei movimenti studenteschi femminili.
Parla della condizione di sfruttamento femminile (donna sottoproletaria) e mette gli uomini di sini-
stra dalla parte dei colpevoli a causa della loro indifferenza.
- Nel 1969 a Roma il movimento di liberazione della donna (centro di riflessione del corpo della
donna). Obiettivi: aborto, contraccettivi, no istruzione differenziata per sessi, creazione di asili nido
per poter lavorare e la traduzione di tutto ciò in norme giuridiche.
- Nel 1970 “Manifesto di rivolta femminile” viene affisso a Roma e a Milano. Prodotto da Carla Lonzi
(scrittura autocoscienziale), questo manifesto rappresenta il primo passo per l’elaborazione teorica
dello sfruttamento della donna. La donna non va definita in rapporto all’uomo altrimenti si annulla
la liberazione. La differenza tra uomo e donna è alla base dell’umanità. Il manifesto è separatista
sul piano pubblico e privato.
- ANABASI Milano 1970 su modello USA (perché alcune fondatrici fanno un viaggio in USA e portano
in Italia la pratica dell’autocoscienza). Nel 1972 “Donna è bello” una raccolta di scritto proveniente
da USA e altri documenti di gruppi italiani. È una guida all’autocoscienza.
- Cerchio spezzato “Non c’è rivoluzione senza liberazione della donna”; evidenziano le discrimina-
zioni nella sinistra studentesca. Esortazione ad organizzarsi autonomamente; la liberazione passa
attraverso la presa di coscienza della propria condizione.
- Lotta femminista Padova 1971 “La coscienza di Sfruttata” libro impianto marxista (sfruttamento
capitale e sociale). Da qui si inizia a richiedere il salario per il lavoro domestico. Il collettivo romano
di lotta femminista nel 1971 chiama le donne in piazza per manifestare per l’aborto. Da qui si arriva
alla manifestazione dell’8 marzo 1972 a campo dei fiori: le donne chiedono i diritti femminili nella
rivendicazione della specificità del proprio sesso.
I temi: la sessualità (donna è riproduttiva), autocoscienza, ricerca dell’identità sessuale.
Es. L’eunuco femmina corpo e sessualità negati alla donna e plasmati a seconda del volere e del piacere
dell’uomo. L’eunuco perché? Si capisce nel sottotitolo, per la castrazione socioculturale della donna.
10/10
Prime concezioni del politico con i gruppi di autocoscienza. Qui si parla della propria esperienza; l’idea di
ritrovarsi è già atto politico anche se questi gruppi rifiutano i partiti, la democrazia e la partecipazione di-
retta.
Carla Lonzi: secondo l’uomo, elgi è il soggetto che parla per tutti gli esseri umani e guida la donna ad essere
degna di lui e “deve accettare l’universalità dell’uomo”. La Lonzi afferma che l’uomo mente perché solo at-
traverso l’atto libero la donna