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Il piano di Sisto V a Roma
Intorno alla fine del 500 ci fu un altro periodo in cui Roma torna ad essere un punto di riferimento internazionale sotto il papato di Sisto V, il cui nome personale era Felice Peretti. Felice Peretti era originario di una famiglia modesta. Inizialmente prete, diventò poi vescovo, cardinale e infine papa (dal 1585 al 1590) quando ormai era molto, molto anziano; era uno dei papi più anziani del collegio. Nonostante fosse molto anziano e regni molto poco (5 anni: 1585 – 1590), si mostrò un papa dal pugno di ferro. Fu l’ultimo grande papa del 500. Era un periodo in cui la chiesa si stava difendendo dal grande attacco portato dai riformatori un po’ in tutta Europa. È in questo clima di difesa della chiesa cattolica che questo papa, più di ogni altro, affidò la propria immagine alla costruzione di grandi edifici; edifici di una maestosità, di una scala maggiore dei suoi predecessori. Dietro a tutte queste.Opere c'era un'idea politica, l'idea che attraverso l'architettura si riesca a costruire l'immagine del papa, ma anche un interesse personale. Quindi, da prima di essere papa, fu committente di alcune opere di architettura molto importanti. Per queste opere si affidò ad un architetto, Domenico Fontana, che non aveva nulla a che vedere con Michelangelo che era molto più geniale e originale, ma era l'architetto più importante all'epoca ed era quello che incarnava maggiormente una serie di tendenze dell'architettura di quel tempo.
Santa Maria Maggiore, la cappella del Presepe
La prima opera che commissionò, quando non era ancora papa, a Domenico Fontana, fu la propria cappella funebre all'interno di una chiesa molto importante a Roma che è Santa Maria Maggiore. La struttura della chiesa è ancora paleocristiana. Si tratta, infatti, di una grande basilica con delle colonne del IV sec. che reggono un soffitto.
cassettonato. All'interno della navata, leggermente spostato sulla destra ma comunque in una posizione dominante, c'è la cappella.
Essa in realtà è sotterranea quindi vediamo solo la copertura con i parapetti. Questa cappella non è importante solo per il suo aspetto esterno ma perché contiene le reliquie del vero presepe, ovvero i resti della mangiatoia e del pagliericcio dove, tecnicamente, è nato Cristo. Una reliquia quindi di enorme importanza e sacralità. Per questa reliquia c'era già una cappella fatta costruire due secoli prima da Arnolfo di Cambio sul fianco della basilica. Domenico Fontana riuscì, con una serie di macchine di sua invenzione, a prendere la vecchia cappella, "staccarla" dal fianco della basilica per portarla all'interno della nuova cappella costruita per il futuro papa. Fontana si affermò, non tanto come architetto per le sue forme estetiche,
ma come ingegnere eccezionalmente abile. È prima un'opera di ingegneria che di architettura.
Più significati su scala urbana che vennero avviati sono sostanzialmente 3. Acqua Felice, Fontana del Mosè.
Uno dei primi progetti che venne avviato riguardava il problema di trasporto dell'acqua. Ormai la città stava crescendo e quindi c'era il problema di come portare l'acqua ad un maggior numero di persone. Bisognava quindi predisporre delle strutture per garantire dei punti di distribuzione dell'acqua in ogni quartiere. Venne quindi costruito un grande acquedotto, il primo nuovo grande acquedotto costruito da Sisto V. Sino a quel tempo, gran parte degli acquedotti romani non erano più in funzione, erano andati in rovina. A partire dal rinascimento, alcuni di essi furono ripristinati. L'acquedotto costruito da Sisto V fu il primo acquedotto moderna della città che chiamò "Acqua Felice", termine inaugurante ma anche nome di battesimo. Questo acquedotto sboccava in città, terminando con una Figura 6: Piazza San Bernardo.
Fontana del Mosè (D.grande fontana monumentale, costruita a spese del Fontana, 1587)papa da Domenico Fontana. Fu la prima grande fontanamonumentale. Venne costruita con un arco di trionfo e concepita come un grande fondalescenografico infatti venne costruita come se fosse la facciata di un edificio. La struttura è quella diun arco romano ma al posto dei fornici, dei passaggi sotto l'arco, ci sono delle nicchie all'internodelle quali ci sono delle statue che buttano l'acqua dentro ad una vasca posta davanti ad esse.Questa fontana viene chiamata "Fontana del Mosè" perché la statua principale è quella del Mosè. Rete stradale Il secondo intervento grandioso avviato dal papa fu una nuova rete di strade. Roma, nell'antichità,era stata una città enorme ma nel corso del Medioevo si era molto rimpicciolita. C'era quindi dasempre una forte discrasia tra il tessuto edilizio, e quindi anche la rete stradale.che si era sviluppato nel Medioevo con i grandi edifici e le grandi piazze che erano dislocate nelle zone più periferiche della città perché costruite all'epoca di Costantino quando l'impero era molto grande e quindi quando il tessuto edilizio non si era ancora ridotto. Quindi, paradossalmente, erano i luoghi più importanti della città che però non si trovavano al centro della città ma in periferia. Una situazione eccezionale in Europa infatti, in qualsiasi altra città d'Europa le chiese e i monumenti più importanti erano nel centro. A Roma invece no: le due chiese più importanti, San Giovanni in Laterano e la reggia del sovrano della città, erano agli antipodi e difficilmente raggiungibili perché una era in aperta campagna, l'altra era dall'altra parte del fiume che, all'epoca, aveva solo due ponti, entrambi di difficile accesso. Sisto IV non costruì marettificò delle strade preesistenti allargandole e immaginando una sorta di gerarchia tra le varie strade (quelle arancioni erano gli assi principali). Le strade principali non vennero scelte a caso ma sono quelle che collegano direttamente le piazze costruite di fronte alle grandi basiliche pontificie e ad alcuni monumenti romani illustri, presentati come fulcri della città. Tra questi, a partire dal basso, abbiamo il Colosseo con una strada che collegava direttamente lo stesso con la basilica di San Giovanni in Laterano. Originariamente il progetto doveva essere ancora più grandioso perché questa strada doveva continuare fino al Vaticano (?) ma poi il papa morì. San Giovanni in Laterano era poi collegato alla piazza di Santa Maria Maggiore che, a sua volta, era collegata da una strada con la basilica di Santa Croce in Gerusalemme che proseguiva fino a Trinità dei Monti. Una rete di strade quindi che individua come fulcri della città queste.chiese.Gli obelischi
Il terzo intervento, quello che ancora oggi è il più visibile e che già a quel tempo era il più famoso di tutti, era l'erezione, in alcune piazze, di alcuni monumenti urbani di grande impatto, di impatto allora ma anche oggi. In tutte le piazze venne costruito lo stesso monumento che, in realtà, non venne costruito ma ripristinati; erano lì da 2000 anni ma erano tutti caduti e spezzati. I monumenti di cui stiamo parlando sono i grandi obelischi.
Gli obelischi erano delle strutture, dei monoliti in granito, di dimensioni e peso impressionanti, basta pensare che il più alto, che è quello del Laterano, è alto una trentina di metri. Essi provenivano dall'Egitto e già dal tempo dei romani erano considerati l'emblema dell'eternità. Quando i romani con Cesare erano arrivati in Egitto e lo avevano conquistato (circa 2000 anni fa), si trovarono davanti questi monumenti molto
più antichi di quanto Cesare lo sia per noi infatti, alcuni di questi obelischi hanno ¾ mila anni. I romani erano rimasti estremamente affascinati da questi obelischi a tal punto che decisero di portarne una trentina/quarantina a Roma attraverso delle tecniche ancora oggi inspiegabili e interi. Inizialmente erano usati soprattutto all'interno dei circhi, dislocati in diversi punti della città. Successivamente, nel corso del Medioevo, erano quasi tutti crollati. Utilizzandoli come un monumento eloquente, Sisto V riuscì a rimetterli in opera sovrastandoli tutti da una croce a testimonianza, simbolo del nuovo potere del papa che si imponeva sulle rovine del passato. In tutte le principali piazze (San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore, il Vaticano e piazza del Popolo) Domenico Fontana riuscì a mettere in opera alcuni obelischi romani, diventando così celeberrimo in tutta Europa. Attraverso queste opere Domenico Fontana si consacrò.comearchitetto famoso, non solo perché effettivamente fu un grande architetto e un grande ingegnerema perché ormai era un professionista molto più vicino a noi di quanto lo erano i suoi predecessori;fece delle cose che i suoi predecessori, anche lo stesso Michelangelo, non avrebbero mai pensato.L'impresa di spostare il primo obelisco (quello del Vaticano) e rimetterlo in opera, colpì così tanto isuoi contemporanei a tal punto che decise di dedicare a questa impresa opera, un "pamphlet",15 Marzo 2019ovvero un'operetta autocelebrativa; promuove la sua immagine di architetto. In quest'operetta,intitolata "Della trasportazione dell'obelisco Vaticano e delle fabriche di Sisto V", spiega come hafatto a recuperare l'obelisco. In realtà il testo scritto è molto modesto, è prevalentemente delletavole in cui mostra l'impresa, tecnicamente all'avanguardia.