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MISURE DI RISCHIO E RAPPORTO CAUSALE
Associazione: grado di dipendenza statistica tra due o più eventi. Due eventi sono associati se si
verificano insieme più frequentemente di quanto ci si aspetterebbe per quanto si verificherebbe
per effetto della sola associazione casuale (determinata dal caso)
es: se attraverso fuori dalla strisce probabilmente aumenta il rischio di essere investito.
RAPPORTO CAUSALE (rapporto causa effetto) investimento fuori le strisce con la velocità forte.
RAPPORTO CASUALE investimento sulle strisce con controllo e velocità moderata.
L’associazione tra eventi, di per se, non determina relazione causale tra gli stessi (rapporto causa
effetto)
PEDONE – CONDUCENTE – MORTE = sono un associazione
secondo il regolamento della strada il caso non esiste nella medicina invece si
Associazione causale od etiologica (rapporto causa effetto).
Associazione secondaria (indiretta determinata da un fattore causale in comune ad entrambi gli
eventi).
Associazione non causale o spuria (determinata da una circostanza esterna –fattore di
confondimento- o da distorsioni della metodologia adottata).
es: dei fumatori per raggiungere il tabaccaio alcuni passano in un percorso con esposizioni a
polveri sottili e gli altri no.
Anche il metodo di rivelazione delle informazioni influenza o modifica il fine di rilevazione.
ASSOCIAZIONE CAUSALE DIRETTA
fattori causali:
- necessario: : un determinato effetto è sempre preceduto da un particolare evento
causale
- sufficiente: un determinato effetto è inevitabilmente prodotto da un evento causale
(questo solo fattore è sufficiente che la malattia si verifichi).
NON NECESSARIO NE SUFFICIENTE
Fattori predisponenti, creano condizioni che aumentano la sucettibilità del soggetto all’istaurarsi
dell’effetto
Fattori precipitanti, facilitano il definitivo instaurarsi dell’evento in un soggetto già suscettibile
Fattori rinforzanti tendono a perpetuare od aggravare nel tempo l’evento (es. esposizione
protratta a fattori causali).
Sequenza temporale: il presunto fattore di rischio deve essere precedente; L’insorgenza
dell’evento (malattia).
Plausibilità biologica: plausibilità logica e scientifica che l’esposizione al fattore in studio possa
causare la malattia.
Forza o Grado: associazione statistica tra fattore di rischio e malattia; Rischio di malattia
maggiore tra gli esposti rispetto ai non esposti.
Consistenza: presenza del rapporto di associazione in diverse condizioni ed in diversi studi
effettuati in differenti realtà geografiche.
Metanalisi: tecnica epidemiologica in grado di combinare i risultati di diversi studi condotti
in condizioni simili od uguali.
Relazione dose risposta: aumento dell’effetto all’aumentare dell’esposizione.
Reversibilità dell’effetto dopo un periodo di latenza allorché si effettuino interventi volti alla
rimozione del fattore causale
Assenza di fattori di confondimento: non vi siano fattori di rischio della malattia associati
direttamente all’esposizione al fattore in studio.
Es: associazione diretta fumo di tabacco e tumore del polmone sussistono:
Sequenza temporale, plausibilità biologica, forza, consistenza, relazione dose risposta
Confondimento: per comprare le sigarette passo in area inquinata da cancerogeni volatili
se cambia il fattore di rischio cambia anche la causa epidemiologica .
fattori di confondi mento: elementi di qualsiasi studio moderno (qualsiasi analisi studio
epidemiologica moderna). Fattore che interviene nello studio che apparentemente si presenta
come fattore di rischio ma non lo è. Ce ne sono molti, tra cui anche la genetica di popolazione.
RISCHIO RELATIVO
In una coorte di soggetti è possibile riconoscere quattro categorie di soggetti.
soggetti malati Non malati totale
Esposti A B A+B
Non esposti C D C+D
L’Incidenza cumulativa della malattia tra gli esposti è: A / (A + B) viene anche definita come
Rischio Assoluto di Malattia tra gli esposti.
è anche possibile considerare l’incidenza cumulativa tra i non esposti: C / (C + D)
Il Rischio Relativo RR è definito come il rapporto tra l’incidenza nella popolazione esposta e
l’incidenza nella popolazione non esposta.
A A+ B
/
RR=
C B
/C+ incidenza della popolazione esposta / incidenza della popolazione non
esposta.
RR è indice della Forza o Grado dell’associazione tra fattore di rischio e malattia il valore è tanto
maggiore quanto più elevato è il grado di associazione tra fattore di rischio ed insorgenza di
malattia.
RR = 1 se il fattore considerato non ha alcun effetto sull’insorgenza di malattia (nessun effetto)
RR < 1 se il fattore considerato ha un effetto protettivo sull’insorgenza della malattia
RR > 1 effetto agente causale è significativo (tutti i soggetti esposti sono malati, più malati nei
soggetti esposti)
RR > 2 fattore di rischio devastante
RISCHIO ATTRIBUIBILE INDIVIDUALE (RA)
Quantità supplementare di rischio attribuibile al fattore di rischio rispetto all’incidenza nei non
esposti al fattore di rischio. Quota di malati che eviterebbero di ammalarsi se fosse stato rimosso il
fattore di rischio.
Differenza tra l’incidenza rilevata negli esposti e l’incidenza rilevata nei non esposti
RA = A / (A + B) – C / (C + D)
RISCHIO ATTRIBUIBILE NEGLI ESPOSTI (RAE)
Proporzione di malati nella popolazione esposta che potrebbe teoricamente essere evitata
rimuovendo il fattore di rischio.
RAE = (A / (A + B) - C / (C + D)) (RA) / A / (A + B)
RISCHIO ATTRIBUIBILE DI POPOLAZIONE (RAP)
Proporzione di soggetti rispetto alla popolazione che non si ammalerebbe se fosse rimosso il
fattore di rischio nella popolazione.
Prodotto di RA e prevalenza del fattore di rischio nella popolazione o differenza tra
incidenza totale nella popolazione ed incidenza nella popolazione non a rischio
RAP = RA X P
Rischio attribuibile individuale x incidenza della
popolazione
Rischio Attribuibile di Popolazione (RAP)
Prodotto di RA e prevalenza del fattore di rischio nella popolazione o differenza tra incidenza totale
nella popolazione ed incidenza nella popolazione non a rischio
RAP = RA x P
Odds Ratio: rapporto crociato
Per arrivare alla proporzione bisogna conoscere il rischio relativo e ragionare in termini matematici.
Se si ha difficoltà a calcolare il rischio relativo perché la malattia è rara, è possibile calcolare il
rischio attraverso il calcolo del rapporto crociato, cioè l’Odds Ratio. L’ OR valuta i malati e non
malati ricercando l’esposizione o meno ai fattori di rischio (questo è detto studio trasversale sui
pazienti malati). È un rapporto crociato perche :
soggetti malati Non malati
Esposti A B
Non esposti C D
OR = (A / B) / (C / D) = (A x D) / (B x C)
[ RR = A / (A + B) / C / (C + D) ]
Se A+B non si calcolano in RR perché A è molto piccolo si approssima calcolano con
approssimazione che nasce dal fatto che il numero dei soggetti malati non esposti sono pochi.
va utilizzato solo negli studi longitudinali nel tempo quando la malattia è rara, negli studi di
prevalenza caso controllo; in malattia in cui l’evidenza clinica non è massiccia e c’è un grande
divario quantitativo tra i soggetti malati e non malati.
il calcolo dell’RR è più difficile ma più preciso nei piccoli studi, in caso di malati numerosi se sono
pochi si utilizza l’Odd Ratio.
Studi caso- controllo: studi longitudinali coorte e gruppo controllo soggetti non esposti o
condizioni differenti studio incerto su malati, più persone sono malate più non è significativo per il
controllo.
casi: soggetti malati,
controlli: per definizione non malati ma persone prese random per la valutazione su persone
normali.
vado a cercare se sono esposti al fattore di rischio nei soggetti malati per poi confrontare.
Deriva Statistica e Limite di confidenza
La statistica non fornisce certezze ma realtà molto vicine al numericamente giusto
la deriva statistica è tanto più grande quanto è incapace chi esegue: ERRORE in eccesso o in
difetto del 5%.
Si considera significativo un RR od una OR che, nell’intervallo di confidenza del 95%, mantiene
comunque un valore di ratio superiore ad 1
Se viceversa, nella variazione statistica dell’intervallo di confidenza, gli indici di rischio RR od OR
assumono valori che scendono al di sotto di 1 si deve ritenere che il fattore di rischio non influenzi
significativamente l’insorgere della malattia, cioè l’aumento del rischio degli esposti potrebbe
essere solo apparente ed indotto dalla deriva statistica introdotta nella analisi dei dati.
ottengo sempre un rischio relativo del fattore di rischio preso in considerazione è efficace. Essere
esposti aumenta il rischio relativo.
intervallo di confidenza: per avere un orientamento che mi da la validità della mia statistica
mai errori superiori al 5%
RR al di sotto del 1 non influenza l’insorgenza della malattia.
9 elaborazioni vengono con rischio relativo >1 ed il rischio non ha influenzato. (intervallo di
confidenza del 95%).
Fattori di rischio multipli ed interazione
In molte malattie croniche, più fattori di rischio contribuiscono alla insorgenza della malattia.
Nelle indagini epidemiologiche è dunque necessario valutare simultaneamente più fattori di
rischio, è dunque necessario ricorrere a complesse analisi matematiche multivariate.
vanno valutati in RR singolarmente in un associazione con i veri rischi.
- se non si influenzano tra loro si possono valutare singolarmente.
- se sono presenti entrambi i fattori di rischio si sommano SE INDIPENDENTI TRA LORO
ma la presenza in contemporanea potenzia il rischio quindi non è una semplice somma (dei rischi
relativi) ma somma dei due fattori più un valore K (sinergismo tra i due agenti che determinano la
malattia)
Sinergismo positivo: due o più fattori di rischio agiscono potenziando la rispettiva azione
ottenendo un’incidenza di malattia superiore alla somma delle singole incidenze determinate da
ciascun fattore di rischio.
Sinergismo negativo: due o più fattori di rischio agiscono contemporaneamente, ma la
combinazione degli effetti è inferiore alla somma delle singole incidenze determinate da ciascun
fattore di rischio. (numero inferiore perché i fattori si contrastano a vicenda).
Screening
l’obbiettivo della medicina del futuro è avere malati 0 quindi nessuna spesa di risorse per curare i
malati.
Prevenzione primaria: rimozione di fattori di rischio noti (pura utopia non sempre possibile)
Prevenzione secondaria: fattori di rischio no