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Il ruolo dell'habitus nella socializzazione
C’èperché il soggetto è già stato pre-socializzato ad acquisire quell’habitus (è già stato preparato).un nesso tra campi e habitus: la mia provenienza sociale già mi pre-orienta verso certi campi (ilfiglio di un notaio e di un avvocato è difficile che vada a fare l’infermiere o l’agricoltore, allo stesso tempo chiviene da sud e ha un forte accento non viene assunto per certi ruoli al nord, per non fare brutta figura c’è—>. Non c’è quindi tanto bisogno di tempouna condizione oggettiva di dominio) —> per far si chese habitus di classe èl’habitus di classe sia socializzato e si trasformi in un habitus di campo,docile ad essere piegato alle logiche dell’habitus di campo (es. nei colloqui guardano la compatibilità.con il campo, guardano il tipo di habitus che abbiamo)In base a quello che ha descritto Bourdieu quindi, il cambiamento sembraMolto difficile da attuare all'interno di questo edificio teorico, ma in realtà il cambiamento c'è: la società si trasforma e le logiche all'interno di ogni campo cambiano. La distinzione di Bourdieu è che è un fanatico del cambiamento e nel testo 'La riproduzione' il dibattito sociologico era molto incentrato sul tema del mutamento sociale. Lui fa notare che non c'è un grande mutamento, ma una grande riproduzione, una stasi. Però deve dare anche conto del cambiamento, che è innegabile, e di come funziona.
La prima cosa da capire è che, per Bourdieu, i campi sono autonomi l'uno rispetto all'altro: ad esempio, l'autonomia del campo politico. Succede una crisi al di fuori da questo campo che interroga però il sistema politico, ma per dare voce alla crisi bisogna tradurre l'istanza in una serie di linguaggi politici.
Esiste un mondo esterno al campo che irrita, ma tuttavia questo stimolo può essere tradotto in una serie di linguaggi politici.
>deve essere tradotto con il lessico del campo specifico (c'è uno scambio con l'ambiente ma il sistema è chiuso perché fa delle cose che sono sue proprie - es. fiamma che scotta, sono le terminazioni nervose che. I campi traducono il dolore nel lessico del cervello e ci fanno sentire che ci stiamo bruciando e che fa male) hanno tutti una logica che è loro propria. L'autonomia è relativa perché il mondo esterno comunque
Queste irritazioni irritano e comportano quindi delle alterazioni, che poi devono essere tradotte. che lasciano intravedere / scoprono in parte delle possibilità d'azione, che possono essere percorsi ed utilizzati da soggetti che sono dei sentieri, interni al campo e che hanno habitus strutturati in modo tale da osservare e percorrere questi
Le irritazioni aprono delle possibilità di cambiamento, ma per attuare questi percorsi servono degli attori
Sociali strutturati, cioè con un habitus in grado di attuare e leggere queste possibilità di cambiamento. Il cambiamento, quindi, è già da sempre iscritto nel campo e bisogna che ci sia qualcuno in grado di portarlo alla luce.
Bourdieu fa l'esempio del campo artistico/letterario, dove studia le vite degli artisti: perché noi siamo portati a pensare che l'artista sia uno che si fa da sé, con un talento innato, e che sia in grado di sfuggire alle logiche sociali. Il realtà il suo è quello di studiare, attraverso i concetti scientifici della sociologia delle pratiche, la vita degli artisti per far vedere che l'artista è socialmente determinato e che anche la produzione artistica sconta alla base un'influenza, una determinazione, che è sociale. C'è anche nell'arte un condizionamento sociale, un habitus del potere e campo letterario regole cambiamento del campo.
Al dica due saggi: 'Campo' e 'L'arte'. Nel primo studia Flaubert con 'Madame Bovary' come figura artistica. Bourdieu ricostruisce il campo letterario come era articolato nella Francia del 19° secolo: campo letterario dualizzato, c'era l'arte letteraria borghese e la bohème. La prima era scritta e prodotta da artisti borghesi per i borghesi (il teatro con commedie e rappresentazioni leggere), quindi questi artisti producevano delle commedie tagliate e definite sulle esigenze della borghesia. Questo perché sono i borghesi che decretano il successo delle opere e gli danno così i soldi per mantenersi. I bohème, invece, sono degli scrittori che si vestivano in maniera trasandata, da poveracci, e per questo venivano comparati agli zingari. La classe di artisti bohémien scriveva per il popolo: produzione letteraria rivolta alle classi subalterne a cui però non interessava nulla.
Perché i poveri non consumavano arte. Quindi i bohème non hanno soldi e sono disperati. -> C'è un polo dominante che sono gli artisti borghesi, che sono dominati dalla borghesia stessa, e un polo dominato che sono i bohémien, quindi i due campi letterari non sono autonomi, ma che odiano la borghesia. Come vediamo agganciati alle due classi. Arriva poi Flaubert, figlio di una famiglia molto benestante di medici, sviluppa un odio nei confronti della borghesia, è un reietto (borghese alienato), ma detesta anche il proletariato. Non gli piacciono né gli artisti bohémien, né quelli borghesi, perché li giudica entrambi schiavi delle classi e degli ignoranti. Per Flaubert l'arte non deve soddisfare, ma nemmeno cercare di soddisfare, né il gusto borghese né il gusto proletario: l'arte non ha nessuno fine, 'l'arte è fine a se stessa', ha come scopo l'arte.
l'arte di Flaubert è portatore di una poetica che si chiama "l'arte" e vuole scrivere un romanzo che non ha nessuna trama, nessuna storia, ma che parla solo del parlato: uso della sintassi come arte fine a sé. Questo è il cambiamento del campo: nessuna delle due precedenti arte è arte, la mia lo è perché è "arte per l'arte". Questa visione, per Bourdieu, era presente possibile nel campo, perché la duplicazione aveva aperto questa posizione, ma ci voleva un soggetto che fosse costituito in maniera tale da intravederlo. Flaubert è perfetto perché è sia dentro che fuori dalla borghesia: borghese alienato. Lui vuole essere accettato, ma anche dare contro alla borghesia. Scrive quindi un romanzo borghese che ammicca alle pruderie borghesi. Romanzo che scocca la borghesia. C'è una condizione sociale che permette a Flaubert questo cambiamento. Questo perché laLa scelta dell'arte per l'arte non si rivolge a un pubblico, ma solo alla cerchia degli artisti, che sono in grado di capire l'arte stessa. Chi sceglie ciò è però destinato ad avere un riconoscimento differito nel tempo, perché non è il pubblico già adatto ad accogliere il prodotto artistico, ma il pubblico va costruito. L'arte vuol dire innovazione e quindi non è un genere consolidato: la massa non può capire e apprezzare, perché non ha ancora gli schemi percettivi per capire. Solo dopo un po' si crea il pubblico in grado di apprezzare quella proposta estetica e che ne fa l'oggetto del proprio consumo culturale. Prima che si consolidino i codici ci vuole un po', perché bisogna che il pubblico diventi tale, bisogna educarlo. 27/11/19
Riassunto: Ci siamo concentrati sul concetto di campo, cioè i mondi sociali che definisco
La realtà in cui viviamo: delle relazioni tra posizioni riempite da persone e queste posizioni stanno in relazione tra di loro. Gli individui all'interno dei campi giocano per accaparrarsi la posta in gioco, ciò verso cui noi abbiamo interesse. Bourdieu usa il termine gioco perché quando uno dice che sta giocando, sembra che stia facendo qualcosa di poco serio. Quindi il gioco sembra contrapporsi alle pratiche serie. Ma in realtà se uno ci pensa, il senso comune ci dà degli indizi che nel gioco non ci sia questa aurea di leggerezza, perché se uno non gioca seriamente lo si invita a lasciare il campo. Il gioco quindi presuppone un impegno. Tuttavia è vero che il gioco è un'esperienza distinta dalla vita reale e si distingue perché nel gioco è possibile mettere in metafora, costruire una similitudine della propria realtà. Nel gioco si può esprimere una realtà che è vera, ma che se nonè detta attraverso il linguaggio del gioco, non risulterebbe credibile, perderebbe lo statuto stesso direaltà (es. se noi giochiamo a pin pong e a fianco c’è la ragazza che piace ad entrambi, in gioco c’è molto dipiù della partita, ma l’interesse della ragazza. Nel momento in cui però io esprimo la realtà del gioco questanon è più vera, se si sta nel gioco la realtà diventa più reale dalla realtà stessa). Nel gioco si esprimetacitamente una realtà che è vera/reale, ma che deve rimanere tacita. Nei capi si gioca nel senso che siesprime una realtà tacita. Affannandosi attorno alla posta in gioco, in realtà, i soggetti mettono in piedi laloro esistenza, danno valore alla loro esistenza stessa; infatti bisogna essere interessati alla posta in gioco, ènecessario che ci sia un interesse per la posta in gioco. L’interesse non è quello di avere
Scopi materiali, maper Bourdieu è più complesso, significa percepire delle differenze. Questo perché se noi siamo interessati percepiamo le differenze e le sfumature che ci sono. Una persona non interessata, invece, (es. musica rock) pensa che sia tutto uguale e non percepisce le differenze. Chi non è interessato, infatti, si dice essere indifferente. Vedremo che l'interesse -> capacità di acquisire un capitale simbolico. Quindi chi è interessato alla posta in gioco nel campo, percepisce le differenze, non è indifferente ed è spinto a giocare. Ci può essere anche un interesse a mostrarsi disinteressati, perché magari si acquista un maggiore vantaggio (mercanteggiamento negativo - es. dei vescovi che si mostrano disinteressati al denaro per acquisire prestigio). Poi abbiamo visto il tema dell'illusione, della doxa. Bisogna essere illusi e collusi, perché tutti quanti insieme, inseriti nel gioco.
Si da valore e si condivide una credenza della posta in gioco. Il cambiamento all'interno di un campo avviene perché il campo è disturbato.