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COME VALUTARE L’ETNOGRAFIA
Van Maanen risponde dicendo che la tentazione di giungere a conclusioni affrettate è rovina del lavoro
dell’etnografo.
Bontà dell’etnografia andrebbe secondo Hess sempre valutata in relazione a:
- CONOSCENZA APPROFONDITA DELL’AUTORE SU OGGETTO DI STUDIO
- CAPACITA’ DI ATTRIBUIRE AD UN DIBATTITO TEORICO
- PRESENZA DI DATI INATTESI O CONTROINTUITIVI
ESTETICA ORGANIZZATIVA
IL DIAVOLO VESTE PRADA
Inizio: quando una persona entra nell’organizzazione cambia il proprio stile di vita anche al di fuori
dell’ambito lavorativo. Chi cerca lavoro spesso cerca ambiente lavorativo simile al proprio stile di vita.
COLLOQUIO CON MIRANDA
Importanza data da Miranda a rapida capacità di apprendimento della possibile nuova assunta. Conoscenze
sono in continuo rinnovamento e quindi occorre che membri organizzazione imparino cose nuove.
Organizzazioni sono più interessate a quello che può imparare rispetto a quello che sanno.
DOMANDE
1. Che importanza riveste la comunicazione organizzativa?
- Molto importante ma spesso IMPLICITA, dettata da COMPORTAMENTI STANDARDIZZATI che
vanno al di là della parola.
- Determina il funzionamento dell’organizzazione trasmette la GERARCHIA, i ruoli e la CULTURA
DELL’ORGANIZZAZIONE.
2. Come avvengono le comunicazioni?
- Rapida, non si possono chiedere spiegazioni, molte COSE DATE PER SCONTATE, CODICE STRETTO
presente nell’organizzazione. Verbale e non verbale comunicazione avviene anche attraverso il
CORPO E GESTI. Scorrono parallelamente e si accompagnano a vicenda.
- Comunicazione parlata più tra membri dello stesso livello e minore tra direttrice e sottoposti più
concisa e ristretta e per capirla occorre conoscere i codici all’interno dell’organizzazione. Spesso
molti elementi dati per scontati ed è COMUNICAZIONE MIMETICA.
- Oltre al linguaggio presenza rilevanza dei COMPORTAMENTI E RITUALI DATI PER SCONTATI.
- La comunicazione enfatizza la GERARCHIA presente all’interno dell’organizzazione (non solo
linguaggio ma anche gesti es: cappotto e borsa buttati sulla scrivania dell’assistente)
3. Che importanza ha l’estetica?
- FORTE RILEVANZA e modo per rappresentare l’organizzazione sia dentro che al di fuori dell’azienda
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- Occorre ADATTARSI all’estetica dell’organizzazione per essere ben visti ed accettati, fin da subito
anche se non imposto viene fatto capire alla nuova arrivata che deve adattarsi (es: scarpe e stile di
vita legato al fisico ed alla dieta)
- Modo per AVERE SUCCESSO nell’organizzazione.
- Elemento chiave dell’organizzazione
4. Cosa lega estetica e comunicazione organizzativa?
- Attraverso l’estetica (es: abbigliamento) comunichi l’APPARTENENZA ad una organizzazione e
l’essenza della stessa cioè le sue caratteristiche, valori, principi, credenze (e viceversa)
- Presenza e rilevanza del CORPO che è coinvolto nelle comunicazioni sia verbali che non.
Conoscenza attraverso il corpo.
LA COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA: FLUSSI, PROCESSI E PRATICHE
APPROCCIO MODERNISTA
Comunicazione intesa come interazione, come pratica discorsiva, modo in cui si legge nell’approccio
SIMBOLICO LA COMUNICAZIONE, ma non è sempre stato così. Se si pensa a MODELLO CATENA DI
MONTAGGIO era modello basato su principio che meno comunicazione c’è meglio è.
Nell’approccio modernista la comunicazione è vista in termini di:
1. FLUSSI E PASSAGGI DI INFORMAZIONE
2. FATTORE STRATEGICO
3. ELEMENTO REGOLATORE DEI PROCESSI ORGANIZZATIVI attraverso comunicazione
l’organizzazione dice come gestire i processi interni.
1.COMUNICAZIONE COME INFORMAZIONE
Teorie moderniste hanno spesso fine normativo, partendo dal presupposto che sia compito dei manager
scoprire modelli organizzativi validi e stabili nel tempo. Per questo motivo prime TEORIE SU
ORGANIZZAZIONE dicono COME ORGANIZZAZIONE DOVREBBE GESTIRE LE COMUNICAZIONI. Una cosa è
descrivere attraverso studi come vengono gestite le comunicazione e altra è elaborare modelli che
organizzazioni devono implementare (approccio descrittivo vs normativo).
INFORMAZIONI DEVONO ESSERE:
- NON ABIGUE
- RAGGIUNGERE IN TEMPI PIANIFICATI GLI ATTORI INTERESSATI
- FACILITARE PRESA DECISIONI
- RENDERE EFFICACE LA DISTRIBUZIONE DELLE CONOSCENZE E DELLE LINEE DI SVILUPPO
DELL’ORGANIZZAZIONE
Questo approccio mette in risalto elementi giusti per avere una COMUNICAZIONE EFFICACE ma
come tipico degli approccio modernisti ma NON TIENE CONTO DELLA MANIFESTAZIONE
QUOTIDIANA nelle organizzazioni. Idealmente sarebbe che l’informazione abbia queste
caratteristiche ma spesso esistono elementi organizzativi che fanno si che comunicazione non
avvenga esattamente in questo modo.
2.COMUNICAZIONE COME FATTORE STRATEGICO
Comunicazione influenza rapporti interni ed esterni ad organizzazione, e si posiziona nell’ambiente
costruendo la sua IMMAGINE ED IDENTITA’ ORGANIZZATIVA. Questo approccio mette accento su
DISCORSO DELLA COMUNICAZIONE COME VARIABILE MANIPOLABILE dall’organizzazione stessa per
costruire la propria immagine organizzativa e comunicare valori dentro e fuori l’azienda. 9
3.COMUNICAZIONE COME FEEDBACK
Processo regolato da feedback, teorie vicine alla cibernetica ed APPROCCI SISTEMICI anni 60.
Comunicazione avviene tra cerchi della comunicazione che è fondamentale perché è proprio quello che
regge il sistema stesso. Grazie a questi processi si attua continuo scambio di informazioni tra
organizzazioni ed il loro esterno.
Processo che rende possibile SCAMBIO INFORMAZIONI e possibilità che sistema ha di auto regolarsi, non si
è sempre costretti a giungere alla fine del processo ma posso rendermi conto che c’è qualcosa che non
avevo considerato costituendo informazione utile per riconsiderare l’intero processo ed autoregolare
l’intero sistema.
Comunicazione è processo che RISOLVE PROBLEMI DI INTEGRAZIONE TRA INTERNO ED ESTERNO.
Questi TRE APPROCCI della teoria modernista hanno ELEMENTI IN COMUNE:
- COMUNICAZIONE RIMANDA ALL’INFORMAZIONE.
- INFORMAZIONE è OGGETTIVA e sarà sufficiente stabilirne le modalità di gestione e allocazione per
ottenere i risultati pianificati.
- Informazione è INDIPENDETE dalle modalità attraverso cui viene trasmessa, dai tempi e dai luoghi
in cui viene comunicata dagli interessati.
COMUNICAZIONE IN PRATICA
L’approccio della COMUNICAZIONE IN PRATICA dà un punto di vista pratio l’unità-base su cui si costruisce
la comunicazione sono le INTERAZIONI QUOTIDIANE TRA I PARTECIPANTI dell’organizzazione.
Comunicazione è quindi qualcosa di COLLETTIVO e che però non è detto che porti sempre a risultati
auspicati.
In quasi tutti gli ambienti organizzativi la comunicazione non è solo MEZZO PER LAVORARE ma un LAVORO
VERO E PROPRIO. Comunicazione come pratica discorsiva significa guardare al LINGUAGGIO COME FARE E
SAPER FARE. TECNOLOGIA ORGANIZZATIVA
Tecnologia vista come un MEZZO FINALIZZATO AL RAGGIUNGIMENTO DI OBIETTIVI. Nell’ambito delle
teorie organizzative la tecnologia si definisce in base a:
- OGGETTI E ARTEFATTI FISICI ATTREZZATURE
- ATTIVITA’ E PROCESSI METODI DI PRODUZIONE
- CONOSCENZE NECESSARIE A SVILUPPARE ED ATTIVARE GLI IMPIANTI KNOW-HOW
APPROCCI SOCIO-TECNICI
Primi TEORICI che hanno specificato importanza tecnologia nelle organizzazioni sono Trist e Banforth nel
1951 e sviluppano l’APPROCCIO SOCIO-TECNICO. Due differenti variabili come TECNICA E SOCIALE
concorrono in pari misura a DEFINIRE UN SISTEMA PRODUTTIVO. Tecnologia va conciliata con le variabili
sociali, una non è più importante dell’altra perché modelli devono tenere in conto entrambe parimenti. A
seconda del tipo di tecnologia che organizzazioni necessita per accompagnare lato sociale possiamo avere
anche DIVERSI TIPI DI MODELLI ORGANIZZATIVI. 10
TECNOLOGIA COME TIPOLOGIA
Woodward (donna) nel 1965 cercò di TIPOLOGIZZARE la struttura organizzativa in base alla COMPLESSITA’
TECNICA DEL PROCESSO DI PRODUZIONE. Significa che se dobbiamo produrre piccole quantità di un
determinato prodotto a noi serve una STRUTTURA ORGANICISTICA.
Piccole quantità=struttura organicistica
Grandi quantità=struttura meccanicistica
Processo continuo=struttura organicistica
TECNOLOGIA COME DETERMINANTE
L’incrocio tra VARIABILITA’ E ANALIZZABILITA’ dei compiti delle diverse unità di un’organizzazione
determinata quattro possibilità di tecnologie:
- TECNOLOGIE DI ROUTINE – var + anal
- TECNOLOGIE ARTIGIANALI + var + anal
- TECNOLOGIE INGEGNERISTICHE –var – anal
- TECNOLOGIE DI NON ROUTINIZZAZIONE O NON STANDARDIZZATE +var – anal
Non esiste quindi unico modello valido sempre come dice la teoria organizzativa. Ci si rende conto
che sono possibili DIVERSI MODELLI ORGANIZZATIVI.
ORGANIZZAZIONI COME AMBIENTI TECNOLOGICAMENTE DENSI 1979
A idea di organizzazioni come modelli socio tecnici si affianca anche una tipologia nuova cioè quella degli
AMBIENTI TECNOLOGICAMENTE DENSI. Nasce settore dello studio delle scienze della tecnologia.
Idea diversa da quelle precedenti perché parlare di organizzazioni in questo senso significa sostituire il
concetto di sistema di carattere più ecologico, ambienti tecnologicamente densi vorrebbe sottolineare
come TECNOLOGIE NELLE ORGANIZZAZIONI NON SOLO ELEMENTO ALTRO RISPETTO AL LAVORO MA IL
LAVORO VERO E PROPRIO. Permettono il collegamento a distanza tra centri operativi (mentre operatore
guarda un monitor parla contemporaneamente e quello che sta seduto di schiena ascolta e lo trasforma in
informazione utile per il suo pezzo di lavoro).
ESEMPI DI AMBIENTI TECNOLOGICAMENTE DENSI
- MERCATI FINANZIARI elemento d’interesse anche della tecnologia. Legato a sguardo sul lavoro
quotidiano degli operatori finanziari.
- OSPEDALI
- LABORATORI
ESEMPIO
Infermiera deve fare l’anestesia ma deve usare un ago per la prima volta ma non funziona, non è capace di
usarlo ed è senza guanti.
Episodio significativo per RUOLO TECNOLOGIA NELLE ORGANIZZAZIONI perché ci fa capire come
TECNOLOGIE NECESSITINO DI ESPERIENZA PRATICA. Uso di un ago nuovo la mette in difficoltà. Imparare
un lavoro significa imparare ad usare determinate tecnologie invece che altre. Non impariamo solo
attraverso conoscenza razionale e logica ma anche attraverso l’esperienza ed il corpo.
Approccio pone attenzione su:
- UMANI E TECNOLOGIE DEVONO LAVORARE INSIEME ED ANDARE D’ACCORDO
- Non è relazione solo strumentale perché LAVORO RICHIEDE CHE UMANI E TECNOLOGIE LAVORINO
CONGIUNTAMENTE
- Si assottiglia quindi l