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La teoria funzionalista ha contribuito a creare una nuova sensibilità i nell’analisi del rapporto tra

audience e offerta comunicativa, riferendosi per la prima volta ad un audience attiva​ . La teoria è infatti

basata sull’assunto che le azioni e i fenomeni sociali sono funzionalmente interdipendenti e che il

comportamento è spiegato in termini di soddisfazione di certi bisogni. Gli individui in base a determinati

bisogni, si rivolgono ai media per trovare una gratificazione e acquistano quindi un ruolo attivo.

4.3 “Infanzia” dell’approccio degli usi e delle gratificazioni (funzioni semplici e complesse):

Nella fase iniziale dell’approccio degli usi e delle gratificazioni (anni ‘40), definita come quella

dell’​ infanzia​ , venne posta enfasi sull’individuazione degli atteggiamenti degli individui nei confronti dei

media e sulla natura del rapporto attivato.Le ricerche cercavano non solo di descrivere l’effetto dei

media, ma anche le molteplici motivazioni che accompagnavano la scelta del consumo mediale.

In particolare nella fase dell’infanzia l’interesse era concentrato esclusivamente sull’individuazione del

nesso tra le gratificazioni tratte dagli individui e il contenuto dei media.

Il consumo dei media da parte degli individui può essere ricondotto a 2 categorie di funzioni (Klapper):

● Funzioni Semplici ​

○ Offerta di relax → Capacità dei media di offrire occasioni di rilassamento ed

evasione

○ Stimolazione dell’immaginazione​ → Contributo offerto dai media nella costruzione

di giochi, fantasie e proiezioni. Si tratta in generale della capacità dell’audience di

interpretare e rielaborare i contenuti dei media a seconda dei bisogni individuali.

○ Interazione sostitutiva​ → Personaggi e storie descritte dai media riempiono

l’eventuale silenzio degli spettatori, creando una sorta di interazione virtuale.

○ Offerta di un terreno comune​ → I media forniscono un terreno comune per i contatti

sociali tramite l’offerta di argomenti di conversazione.

● Funzioni Complesse ​

○ Distensione emotiva → Risponde al bisogno di molti individui di ottenere un

alleggerimento delle emozioni (si realizza in modi diversi).

○ Scuola di vita​ → Capacità da parte dei media (in particolare di cinema e TV) di offrire

modelli, stili di vita e di comportamento ai quali potersi adeguare (ruolo educativo).

Le funzioni semplici e complesse si occupano di dare visibilità alle gratificazioni ottenute dai soggetti in

seguito al consumo mediale. Mettono in relazione il contenuto mediale e le gratificazioni individuali.

4.4 “Maturità” dell’approccio degli usi e delle gratificazioni (classi/bisogni di consumo mediale):

La fase della maturità​ si occupa principalmente di “mettere ordine” nel vasto materiale prodotto nella

fase dell'infanzia. Questo viene fatto individuando i tratti comuni nei molteplici approcci adottati:

1. Approccio metodologico, fondato su domande aperte per registrare le dichiarazioni degli

intervistati in merito alle funzioni dei media.

2. Approccio esclusivamente qualitativo, che ignora qualsiasi riferimento alla distribuzione di

frequenza delle classi di gratificazione nella popolazione.

3. Nessuna attenzione ai nessi tra le gratificazioni cercate e le origini sociali e psicologiche del

bisogno che deve essere soddisfatto.

4. Nessun tentativo di individuare la complessa rete di relazioni tra le funzioni dei diversi media.

Per prevenire una sistematizzazione degli elementi di conoscenza acquisiti, si sono registrati diversi

tentativi di costruzione di classi di bisogni​ che spingono gli individui al consumo mediale:

● Tipologia a 4 categorie (McQuail, Blumer e Brown - 1972):

1. Evasione → fuga dalla quotidianità, relax

2. Relazioni interpersonali → interazione sostitutiva, compagnia

3. Identità personale → rinforzo valoriale, esplorazione della realtà

4. Controllo → sorveglianza dell’ambiente

● Tipologia a 5 categorie (Katz, Gurevitch e Haas - 1973):

1. Bisogni cognitivi → acquisizione di elementi conoscitivi

2. Bisogni affettivi-estetici → rafforzamento dell’esperienza emotiva

3. Bisogni integrativi a livello della personalità → rassicurazione, status, credibilità

4. Bisogni integrativi a livello sociale → rafforzamento dei rapporti interpersonali

5. Bisogni di evasione → allentamento della tensione

I soggetti quindi, in presenza di un determinato bisogno, si rivolgeranno al mezzo e al prodotto ritenuto

più adatto a soddisfarlo → la presenza di bisogni diversi è correlata a mezzi diversi.

es. Per informarmi (bisogno cognitivo) mi rivolgo al giornale, televisione, radio o internet.

Ogni mezzo di comunicazione sembra infatti offrire una combinazione unica di:

● Contenuti caratteristici (perlomeno percepiti in tal modo)

● Attributi tipici (rappresentazione simbolica/iconica, in diretta/differita)

● Tipiche situazioni di esposizione (a casa/fuori casa, da soli/con altri)

La diversità dei vari media è funzionale alla “divisione del lavoro” nella gratificazione dei bisogni.

Un ulteriore elemento riguarda le circostanze ambientali e sociali​ che spingono il soggetto a rivolgersi

ai media per ottenere una gratificazione (relazione tra fattori sociali e bisogni soddisfatti dai media):

1. La situazione sociale crea conflitti e tensioni

→ allentamento tramite il consumo mediale

2. La situazione sociale crea consapevolezza circa l’esistenza di problemi

→ acquisizione di informazioni tramite il consumo mediale.

3. La situazione sociale crea rare opportunità di soddisfazione concreta di determinati bisogni

→ soddisfazione, in modo vicario, tramite il consumo mediale.

4. La situazione sociale fa emergere determinati valori

→ affermati e rinforzati dal consumo mediale

5. La situazione sociale crea aspettative e familiarità rispetto a certi materiali mediali

→ costantemente monitorati dagli individui per sostenere la propria appartenenza ai gruppi

Il consumo mediale, quindi, è sempre posto in relazione con il contesto sociale entro il quale sono

sviluppati i bisogni che spingono gli individui all’esposizione.

Si tratta della primo tentativo di collocare l’esperienza mediale all’interno di un quadro costruito su

coordinate sociali, economiche e culturali. ​

L’audience è interpretata come talmente attiva da disporre di alternative funzionali​ , vale a dire che può

scegliere tra diverse fonti quella ritenuta più adatta a soddisfare il bisogno presente.

L’individuo, durante la selezione, valuta i costi delle varie alternative funzionali e sceglie la più corretta.

Per costi​ si intende l’impegno richiesto al soggetto per la soddisfazione del bisogno (es. per navigare su

Internet è necessario il possesso di un computer ed alcune conoscenze sul suo utilizzo).

Questo comporta che l’autonomia realmente presente nel momento della scelta, da parte degli individui,

dipende da un sistema articolato di variabili (sesso, età, livello culturale, ecc.).

4.5 Un rovesciamento di prospettiva:

Assunzioni​ dell’approccio degli usi e delle gratificazioni (Rubin):

1. Il comportamento mediale (selezione e uso) è finalizzato ad un obiettivo ed intenzionalmente

motivato. Questo comportamento è funzionale → conseguenze per gli individui e la società.

2. Gli individui attivano la selezione e l’uso dei mezzi di comunicazione → attori comunicativi

3. Molti fattori sociali e psicologici guidano e filtrano il comportamento mediale → le nostre

predisposizioni, l’ambiente e le nostre relazioni interpersonali modificano le nostre aspettative

circa i media e il loro contenuto.

4. I media competono con altre forme di comunicazione (= alternative funzionali) per la

soddisfazione dei bisogni.

5. Normalmente gli individui sono influenzati più dalle persone che dai media.

L’approccio degli usi e delle gratificazioni ha comportato un rovesciamento di prospettiva​ in:

1. L’audience è considerata come attiva (il consumo mediale è considerato finalizzato)

2. L’iniziativa di connettere le gratificazioni e l’offerta mediale è nelle mani del destinatario.

3. Il sistema dei media compete con altre fonti nella soddisfazione dei bisogni.

4. Molti degli obiettivi connessi all’esposizione dei media possono essere conosciuti attraverso i

dati forniti dagli stessi soggetti (self-report).

5. I giudizi di valore circa il significato culturale dei mezzi di comunicazione di massa dovrebbero

essere sospesi finchè gli orientamenti dell’audience non possano essere indagati

autonomamente.

Il punto più rilevante individuato dagli autori sembra essere quello della restituita centralità all’audience

all’interno del processo comunicativo.

L’aver riconosciuto che uno stesso prodotto può soddisfare bisogni diversi degli individui significa aver

abbandonato qualsiasi idea circa l’esistenza di una sola valutazione valida per tutti.

Questo rovesciamento epocale segnerà tutti gli studi a seguire. ​

Tuttavia, nonostante questi riconoscimenti, non si possono non sottolineare alcune ingenuità​ di ordine

concettuale e metodologico presenti nell’approccio:

● L’assunto che considera l’esposizione mediale come una scelta finalizzata dal membro

dell’audience può essere discutibile. Viene ignorata completamente quella forma di consumo

rituale​ dei media, che comprende la semplice accensione di un apparecchio mediale senza la

specifica ricerca di soddisfare un bisogno (il consumo rituale è estraneo a questo approccio).

● Un altro problema è rappresentato dalle “alternative funzionali”. Sé è teoricamente vero che i

media competono liberamente con gli altri soggetti per la soddisfazione dei bisogni individuali,

non lo è altrettanto sul piano della realtà. Le alternative possono essere a volte scarse o nulle.

5. Teoria critica e teoria culturologica, ovvero l’industria culturale come oggetto di studio

5.1 Una contrapposizione storica (teoria critica vs. ricerca amministrativa):

Nella ricerca delle teorie delle comunicazioni di massa vi è una tradizionale contrapposizione tra ricerca

critica e ricerca amministrativa. Secondo le definizioni di Newbold, Boyd-Barrett e Van Den Bulk:

● La ricerca amministrativa​ ha come principale obiettivo quello di soddisfare i bisogni delle

organizzazioni mediali e dei suoi dirigenti. E’ tipicamente focalizzata sui media e tiene poco

conto del contesto sociale e storico all’interno dei quali sono presenti.

​ ​

● La ricerca critica esamina i media all’intern

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
33 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SumioZ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Esposito Elena.