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ORALITÀ’ RUOLO PRIMARIO E SCRITTURA RUOLO SECONDARIO.

Se non possiamo utilizzare nessun termine di riferimento alla scrittura: Ong dimostra come si arriva alla

definizione di oralità: ci ricorda il termine Rapsodo​ , (la parola significa tessere dei discorsi).

I rapsodi erano i cantori che raccontavano storie come l’iliade e l’odissea , mettevano insieme parti di discorsi per

creare una storia i cantori dei poemi epici riproducevano il poema ogni volta in maniera diversa, in una

situazione differente​ ; creavano da un materiale prefabbricato, da una storia di cui conoscevano certi pezzi, da

dalle componenti già date una composizione che di volta in volta era differente.

DISCUSSIONE:

● Nei poemi omerici non c’è il senso della coscienza, gli individui sembrano privi di coscienza, non hanno

un’idea di sé e quando viene chiesto da cosa vengono mossi rispondono che sono mossi dalle idee,

come se la loro azione non dipendesse da loro I POEMI OMERICI NON HANNO COSCIENZA.

● Nell’oralità noi ci lasciamo trascinare, ma se noi lo mettiamo per iscritto noi possiamo notare quanti

errori, quanti imperfezioni di linguaggio ci possano essere. Una delle differenze tra oralità e scrittura è

proprio questa il fatto che nell’oralità noi possiamo lasciarci trascinare, cosa che nella scrittura non

accade. Nell’oralità molte cose passano inosservate, ma proprio perché funziona così: i suoni

pronunciati scompaiono.

Capitolo 2:

Ong fa una digressione storia dimostrando che c’è voluto parecchio tempo, e che comunque ci si è accorti di

questa cultura solo nella modernità, si inizia a vedere nel 17esimo secolo.

Per esempio Vico, fu uno dei primi a capire che omero non era mai esistito, fu data molta attenzione verso i

racconti popolari, nel romanticismo tedesco, come le favole, i proverbi, le parabole e ci si accorge che tutta

questa cultura orale primaria c’è sempre stata ma si è diffusa in maniera nota nel momento in cui è stata messa

per iscritto, come ad esempio i fratelli Grimm.

La scoperta della cultura orale primaria risale alla prima modernità, 1600-1700, si cominciano ad intravedere

questi aspetti, c’è chi intuisce che omero non è mai esistito, che il risultato dei poemi omerici sia frutto di un’altra

cultura diversa da quella precedente c’è chi in pieno romanticismo fa un lavoro importante di una traduzione

orale, la stampa delle favole da parte dei fratelli Grimm. Bisogna aspettare il 1900 per arrivare ad una scienza

della cultura orale primaria.

Il problema della questione omerica è il fatto che ci siano già state molte intuizioni precedenti sul fatto che fosse

stato qualcosa di diverso rispetto alla nostra cultura.

Ong riproduce in poche pagine un lungo dibattito mostrando soprattutto la difficoltà che si è incontrato nello

sbarazzarsi dei pregiudizi che nascono nel momento in cui si confonde l’oralità con la scrittura, e il fatto che

l’oralità fosse considerata come una letteratura, attraverso intuizioni che andavano e tornavano, e piano piano si

arrivati a dire che si trattasse di una cosa differente dalla scrittura e oralità, ma bisognava capire cosa fosse e in

cosa consistesse questa oralità.

Ong si occupa della questione omerica, attraverso anche la scoperta di Milman Parry che scrisse la sua tesi di

dottorato sulla questione omerica. Quest’ultimo non comincia da zero ma parte da delle intuizioni precedenti e né

da una forma più organica e a lui faranno riferimento diversi autori nell’ambito della scoperta dell’oralità.

Il libro che stiamo leggendo è esso stesso il risultato di tanti studi che si sono basati anche su questa scoperta.

In cosa consiste la questione omerica e la scoperta di Milman Parry.

La​ questione omerica​ nasceva durante l’epoca greca-classica, intorno a chi era Omero e se ci fosse qualcuno:

già nell’antichità era stato messo in discussione il fatto che questi poemi fossero il risultato di un autore, messo in

discussione la presenza e l’esistenza o meno di Omero. L’idea che questi poemi fossero un risultato di un

intreccio, come se fossero tessuti assieme come pezzi di discorso, che esistevano già come pezzi

preconfezionati e che dovevano essere intrecciati in un tessuto.

Chi fa questo? Il Rapsodo​ che è il professionista che canta storia e che incanta il pubblico raccontando storia:

ma non deve raccontare sempre la stessa storia, ma deve farlo in una misura attraente, si poteva partire da un

episodio qualsiasi e si doveva affidare solo a sé stesso, affidarsi solo alla sua memoria per far avvenire la sua

performance che consisteva nel fatto di mettere insieme i pezzi preconfezionati, cambiare la composizione di

volta in volta in modo tale da stupire il pubblico.

Questi poemi non hanno un autore, ma l’autore è il popolo.

In cosa consiste la scoperta di Milman Parry? Si parte dal fatto che omero non sia mai esistito, che questa

letteratura non è una letteratura con un riferimento, ma popolare e dunque alla domanda di chi l’abbia prodotta la

risposta sarebbe: non so, perché è una composizione di tanti autori.

Nell’analisi dei poemi omerici si era scoperto la misura dell’esametro, la struttura metrica rigida e vincola il

linguaggio, le parole devono essere limitate a tale misura.

È sia un vantaggio e uno svantaggio, da una parte una parola non può essere inserita perché non rispetta i

parametri e dunque dobbiamo cambiare parola e adattarla alla struttura del metro e un vantaggio perché è

sempre lo stesso, sorta di modello che io ripeto tutte le volte uguale, è come un ritornello e musicalmente si

presta ad essere memorizzato facilmente.

Mi permette di avere e produrre dei pezzi preconfezionati dove io son perfettamente dove devo inserire le parti,

dunque è un ritmo, ritornello sempre le stesse battute, lunghe e brevi.

La struttura notata ha due caratteristiche:

● è rigida → il poema deve adattare gli aggettivi (epiteti) e per ogni singolo sostantivo ha tante scelte di

epiteti, omero considerato un genio in questo perché utilizza molti aggettivi fino a descrivere ogni

singolo dettaglio.

● è “monotona” → si lascia facilmente memorizzare e si può utilizzare per intrecciare assieme dei pezzi

preconfezionati definiti formule​ .

Cos’è la formula? Descrive la realtà con parole preconfezionate. Il poema è un insieme di cliché (formule).

Perry ipotizza che il lavoro del Rapsodo consisteva nel partire dal materiale prefabbricato ma per poi cambiare

nella sua esposizione, di volta in volta: combinazione tra ridondanza e varietà (esecuzione orale)

Quando siano stati scritti si sia scelta una versione, che non si sa come sia avvenuto, possiamo immaginare che

la scrittura non accettando tante versioni abbia obbligato a scegliere una versione piuttosto che un altro.

Non concepiamo il compito del rapsodo perché era una vera è proprio performance, che partiva da materiale

fisso per poi variare nell’esposizione.

Non si parla di letteratura ma erano dei veri e proprio racconti da cui si potevano attingere numerose

informazioni, che si trovavano nella narrazione e venne definita proprio UN’ENCICLOPEDIA ORALE.

I poemi omerici non diventano solo degli spettacoli, ma nei poemi omerici la società ha condensato il

proprio sapere e diventano miniere di informazioni perché sono informazioni enciclopediche che

riguardano tutto il mondo.

Come si fa a ricordarlo? BISOGNA RIPETERE.

L’oralità viene dimenticata facilmente quindi devo costruire una narrazione che sia facilmente ripetibile, in modo

diverso ma ripetendo sempre gli stessi contenuti (sono ripetitivi ma lasciano spazio nell’esecuzione orale alla

creatività).

Oltre che a divertire servono ad informare. Dunque la società riproduce un sapere senza avere nessun materiale

fisico, lo riproduce nell’unico modo che una società di questo tipo può utilizzare → ripetendo.

(la ripetizione non è ridondante, non si ripetono sempre le stesse cose)

Si capovolge l’idea di originalità, noi nella società moderna siamo abituati ad associare l’originalità a qualcosa di

diverso, qui di originale non c’è niente, l’unica originalità è la capacità del rapsodo, del cantore.

La stampa esige originalità mentre l’utilizzo di quegli strumenti per noi non sarebbe accettato.

Oggi tutti hanno assimilato le ipotesi di Perry: è stato criticato in alcuni punti, ma chi ha provato a demolire questa

tesi non è riuscito: dunque noi li accettiamo e sono difficili da mettere in discussione.

→ Omero non è mai esistito,​ i poemi omerici sono un prodotto culturale, non hanno un singolo autore.

Nella struttura dei poemi noi troviamo le tracce dell’oralità primaria: esametro, cliché, epiteti, formule, materiali

prefabbricati che testimonia una società differente dalla nostra e il suo cambiamento.

DISCUSSIONE: ​ ​

● La scrittura è predatoria perché la scrittura fissa e congeda le parole, rispetto all’oralità, la

scrittura si appropria della parola orale e perde la sua libertà.

● I media cambiano le nostre strutture cognitive nel momento in cui noi interiorizziamo il medium. Cosa

vuol dire interiorizzare il medium? Il medium bisogna che diventi un vero medium di comunicazione.

● Possiamo trovare una similitudine con quello che avviene adesso? Il teatro. Non è la stessa cosa

perché partendo dal presupposto che la comunicazione orale, l’esecuzione orale è sempre differente, la

performance sarà sempre diversa di volta in volta, ma non è la stessa cosa perché non variano di tanto

adesso, rispetto a quella modalità.

Capitolo 3:

Argomento del capitolo è la​ psicodinamica​ .

La prima osservazione che fa Ong, che può sembrare piuttosto ovvia, per noi oggi è normale se non conosciamo

la parola di un significato la cerchiamo su un dizionario, cerchiamo in un luogo come se fosse una cosa.

Nella società primaria questo non può accadere, non la cercherebbe con gli occhi, ma la cercherebbe dentro di

sé, attraverso la memoria e se non la trova dentro di sé non può capire il significato di quella parola perché un

soggetto che fa parte di questa tipologia di società non può trovarla da nessuna altra parte.

Noi possiamo ricordare e dimenticare attraverso supporti esterni, mentre la memoria fa solo riferimento

all’interiorità della persona nei soggetti di tale società primaria.

La società primaria ha come medium di riferimento il suo

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
11 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SumioZ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Esposito Elena.