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ORALITÀ E SCRITTURA

Walter J. Ong

Differenze di fondo sono state scoperte tra i modi della conoscenza e dell'espressione verbale nelle culture ad oralità primaria (culture senza scrittura) e quelli delle culture profondamente influenzate dall'uso della stessa. Molti dei tratti per noi ovvi del pensiero e dell'espressione letteraria, filosofica e scientifica, nonché della comunicazione orale tra alfabetizzati, non sono dell'uomo in quanto tale, ma derivano dalle risorse che la tecnologia della scrittura mette a disposizione della coscienza umana. Argomento di quest'opera è la differenza tra oralità e scrittura; prima di tutto del pensiero e della sua verbalizzazione in una cultura orale, e poi successivamente del pensiero e dell'espressione scritta in rapporto con la oralità. È utile accostarsi all'oralità e alla scrittura in modo sincronico, mettendo a confronto le culture orali e quelle

chirografiche( basate sulla scrittura). Per capire i rapporti fra oralità e scrittura, non basta una veloce indagine di psicologia storica o una immediata analisi fenomenologica; occorre riuscire a pensare con ampiezza, un pensiero colto e scrupoloso, occorre un'espressione accurata, poiché non si tratta solo di lavorare con una problematica profonda e complessa, ma anche di superare i nostri stessi pregiudizi. Concentrare l'attenzione sui rapporti tra oralità e scrittura. Con la scrittura ebbe inizio l'alfabetizzazione, ma, a uno stadio successivo, questa implica la stampa. Il libro di Ong, tratta dunque, non solo della scrittura, ma anche della stampa, e accenna fugacemente all'elaborazione elettronica della parola e del pensiero, come nella radio, nella televisione e via satellite. Solo ora, nell'era elettronica, ci rendiamo conto delle differenze esistenti fra oralità e scrittura. L'era elettronica è anche un'era di

‘oralità di ritorno’, quella del telefono, della radio, della televisione, la cui esistenza dipende dalla scrittura e dalla stampa.

IL’oralità del linguaggio verbale

La mente alfabetizzata e il passato orale

Il mondo della cultura negli ultimi decenni ha cominciato a rendersi conto del carattere orale della lingua e di alcune implicazioni insite nella differenza tra oralità e scrittura.

Saussure, padre della linguistica moderna, richiamò l’attenzione sulla priorità del discorso orale, che sorregge tutta la comunicazione verbale, a considerare la scrittura come la forma base del linguaggio. La scrittura, egli osserva, è caratterizzata al tempo stesso da “utilità difetti e pericoli”. Egli la riteneva una specie di complemento del discorso orale, e non pensava che potesse trasformare la verbalizzazione stessa. A partire da Saussure, la linguistica ha fatto grandi passi avanti nel campo della fonologia. Henry Sweet,

aveva già affermato precedentemente che le parole non sono costituite da lettere, ma da unità funzionali di suono o fonemi. Ma la linguistica moderna, si è fino a pochissimo tempo fa occupata solo incidentalmente delle differenze tra oralità primaria (culture che non conoscono la scrittura) e la scrittura stessa. Recentemente, la linguistica applicata e la sociolinguistica si sono sempre più occupate del confronto tra le dinamiche dell'oralizzazione scritta. L'interesse più vivo nei confronti della differenza tra strutture mentali ed espressione verbale dell'oralità e della scrittura scaturì non dalla linguistica descrittiva o culturale, ma dal campo degli studi letterali, soprattutto dal lavoro di Milman Parry sui testi dell'Iliade e dell'Odissea, ampliato successivamente da Havelock e da altri. Prima di esaminare le scoperte di Parry, bisogna considerare il motivo per cui gli studiosi sono ridivenuti sensibili al

Il carattere orale della lingua. Sembrerebbe del tutto ovvio che essa fosse un fenomeno orale, poiché, sebbene gli esseri umani comunichino in molti modi diversi, servendosi tutti i loro sensi, del tatto, del gusto, dell'odorato, e soprattutto della vista e dell'udito, e sebbene alcuni tipi di comunicazione non verbale, come la gestualità, siano immensamente ricchi, fondamentale è tuttavia la lingua, il suono articolato. Non solo la comunicazione, ma il pensiero stesso è collegato al suono in modo tutto speciale. Ovunque esistano esseri umani, essi hanno un linguaggio, e sempre si tratta di lingua parlata e udita, ossia che esiste nel mondo del suono. In realtà, il linguaggio ha un carattere così profondamente orale che di tutte le varie migliaia di lingue, solo circa 106 sono state affidate alla scrittura in modo adeguato a produrre letteratura. Fra le circa 3000 lingue parlate oggi esistenti, solo approssimativamente 78 hanno una letteratura.

Gli orali che si svilupparono durante le decine di migliaia di anni precedenti l'invenzione della scrittura non avevano alcuna connessione con la scrittura. Abbiamo il termine "letteratura", che significa essenzialmente "cose scritte", e comprende una certa quantità di materiale scritto, come la letteratura inglese e la letteratura per l'infanzia, mentre non esiste un termine o un concetto analogo che si riferisca a un'eredità puramente orale, come i racconti orali tradizionali, i proverbi, le preghiere, le espressioni formulaiche (espressioni fisse) o altre produzioni orali. Con il termine "oralità primaria", si intende quelle di una cultura del tutto ignara della scrittura e della stampa. Essa è "primaria" per contrasto con l'"oralità secondaria" o di ritorno dell'attuale cultura tecnologica avanzata, in cui una nuova oralità è incoraggiata dal telefono, dalla radio,

Dalla televisione e da altri mezzi elettronici la cui assistenza e il cui funzionamento dipendono dalla scrittura e dalla stampa. E' difficile che oggi esista una cultura orale primaria in senso stretto, poiché tutti sanno dell'esistenza della scrittura e hanno esperienza dei suoi effetti. Non è facile avere un'idea precisa di che cosa sia una tradizione esclusivamente orale, ad oralità primaria. La scrittura fa sì che le 'parole' appaiono simili a cose, che i destinatari decodificano; possiamo vedere e toccare tali 'parole' scritte nei testi, nei libri. La tradizione orale non ha di questi residui o depositi. Di conseguenza, si è cominciato ad usare, sebbene ora un po' meno, concetti mostruosi come quello di 'letteratura orale', usata come variante della letteratura scritta, che nulla a che fare con la scrittura. Le parole si trascinano dietro per sempre le loro etimologie, e gli elementi che in origine

costituiscono un termine, spesso, anche se non sempre, indugiano in qualche maniera nei suoi significati successivi, forseoscuratamene, ma sempre in modo potente e irriducibile. Sebbene le parol
Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
27 pagine
37 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e teoria dell'oralità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Garbuglia Andrea.