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C).
Tuttavia, il carattere ambiguo del concetto richiede che l’area centrale dello s.s. sia solo vagamente definita
nei suoi confini. Inoltre, data la natura controversa del concetto diversi attori identificheranno differenti
posizioni o punti dell’area centrale del triangolo come ‘vero’ s.s.
Inoltre, contigue a tali posizioni ci sono anche posizioni che non sono considerate rientrare nel concetto di
s.s. nemmeno dai loro proponenti e sono quindi al di fuori dell’area tratteggiata.
Tra posizioni interne al confine dello s.s. ed esterne ad esse tuttavia non c’è una distinzione netta, ma una
differenziazione graduale. La stessa esatta posizione del confine è arbitraria.
Verso il vertice A ci sono interpretazioni dello s.s. che danno priorità alla crescita economica come
obiettivo, identificano opportunità economiche nell’ambiente e riconoscono anche che la crescita richieda
anche la considerazione di questioni di equità.
Verso il vertice B, ci sono versioni dello sviluppo sostenibile motivate in ultima analisi dal bisogno di
proteggere l’ambiente ma che riconoscono che soddisfare bisogni umani e garantire la crescita economica
sono obiettivi strumentali necessari all’obiettivo primario.
Oltre il confine ci sono i ‘deep Green’ posizioni che rigettano lo s.s. come un compromesso troppo grande
per la tutela ambiente e adottano un approccio bio-centrico.
Verso il vertice C si trovano versioni dello s.s. che danno priorità alle questioni di equità, motivazione
principale è il perseguimento di qualche forma di giustizia sociale, ma si riconosce l’importanza a tal fine
sia della crescita economica che della protezione ambiente.
Anche spostandosi dai uno dei vertici triangolo verso il centro e verso gli altri vertici è possibile individuare
altrettante posizioni.
Spostandosi sempre più lontano da C, il tema dell’equità sociale è enfatizzato sempre meno e gli obiettivi
dello s.s. sono individuati nel perseguimento di sinergie e trade-off tra la crescita economica e la
protezione ambiente.
Allontanandosi da A si trovano posizioni che enfatizzano il link tra equità e protezione ambientale e la
necessità di limitare la crescita economica.
Allontanandosi da B viene progressivamente de-enfatizzata l’importanza delle considerazioni ambientali.
Questo è il terreno della politica più tradizionale dove i temi principali sono l’equilibrio tra crescita e
equità, e le questioni ambientali ricoprono un ruolo fortemente marginale.
Lo schema di Connelly è utile perché:
Permette di mappare e ‘localizzare’ le diverse interpretazioni del concetto di sviluppo sostenibile.
- Applicabile anche a livello micro a diverse (e talvolta conflittuali) prospettive articolate dagli attori
- coinvolti nell’implementazione a livello di autorità locali di uno strumento di policy come Agenda
21.
Sviluppo Sostenibile vs Modernizzazione Ecologica
Spesso lo s.s. viene contrapposto alla M.E. scuola di pensiero nata negli anni 80 nella sociologia
ambiente tedesca. 24
Anche programma prescrittivo di politiche di ristrutturazione "verde" del sistema industriale che comporta
l'internalizzazione della cura dell'ambiente nel meccanismo economico, l'ecologizzazione dell'economia
dove i meccanismi di mercato (anche se sostenuti da leve fiscali e incentivi) non sono efficaci la tutela
dell'ambiente rischia di non essere presa in considerazione.
Differenze principali tra i due:
- Valori normativi
- Processo democratico
- Approccio istituzionale
- Meccanismi di implementazione
- Approccio al rischio
Sviluppo sostenibile e le città
Nella sociologia urbana raramente attenzione al rapporto tra città e ambiente.
La sociologia ambiente d’altro canto non si occupa in particolare delle tematiche della città. Più spesso
attenzione a questioni di scala planetaria (es. cambiamenti climatici), oppure temi non urbani (es. i parchi).
Cause:
- La provenienza disciplinare dei sociologi ambiente: più spesso la sociologia rurale.
- Le occasioni di ricerca offerte ai sociologi ambiente: raramente riguardano gli spazi urbani.
- Inoltre nell’apparato concettuale della sociologia non si è ancora giunti ad un sufficiente
consolidamento delle categorie che consentono una convergenza più significativa tra studi urbani
e approccio orientato alla sostenibilità.
- Le analisi sociologiche risentono di idee di senso comune:
a. Identificazione del concetto di ambiente con ciò che appare verde, naturale in contrapposizione
a ciò che è artificiale. La città sempre intesa come spazio artificiale per eccellenza.
b. Equiparare del tutto il tema della sostenibilità a quello dell’ambiente.
L’importanza della dimensione locale dello sviluppo sostenibile
S.S. come concetto che da un lato ha una portata globale, planetaria, legata alla consapevolezza di una
stretta interdipendenza tra le diverse popolazioni del pianeta, ma dall’altro anche importanza del livello
locale per affrontare efficacemente le problematiche dello S.S.
Per tre ragioni:
1. Epistemologiche: il livello locale è per eccellenza il luogo di comprensione della realtà per individui
e gruppi sociali, i quali possono toccare con mano sia gli aspetti negativi che quelli positivi.
2. Operative: a livello locale si producono gli interventi e i comportamenti concreti, sia sostenibili che
non.
3. Politiche: le amministrazioni locali sono abbastanza vicine ai problemi per comprenderne
specificità e urgenza così come gli attori sociali sono abbastanza radicati e strutturati da poter
giocare un ruolo di partner attivo.
Particolare attenzione ai contesti locali urbani Le città sono gli agglomerati sociali meno sostenibili in
quanto eterotrofi, paragonabili a organismi non in grado di sintetizzare autonomamente il proprio
nutrimento e quindi dipendenti da altri organismi. La città è un sistema che non può fare a meno di
dipendere da un più vasto territorio dal quale trae risorse ambientali e su cui scarica i propri rifiuti.
Nelle città si produce la maggior parte dei rifiuti e si consuma la maggior quota di energia.
L’impronta ecologica della città è inevitabilmente elevata. 25
La città è (in)sostenibile? Città compatta vs diffusa
Alcuni danno una risposta positiva a questa domanda: crisi ambientale è secondo loro sinonimo di
dimensione urbana in espansione.
Tuttavia, come sottolinea Mela le città sono di fatto il contesto di vita di buona parte dell’umanità e
sarebbe illusorio pensare ad un ritorno ad un insediamento fondato su piccoli centri.
Il dibattito sulla sostenibilità urbana si focalizza più che sull’alternativa città-campagna, sulle specifiche
caratteristiche dei sistemi urbani, ed in particolare sulla distinzione tra carattere compatto o diffuso.
Negli USA sin dal XIX secolo l’urbanizzazione ha assunto caratteri di minor densità, in Europa le aree
metropolitane hanno cominciato ad svilupparsi in forme più diffuse solo verso anni 80/90. Anche nei paesi
emergenti la forte crescita metropolitana si associa ad una tendenza alla sub urbanizzazione sempre più
spinta.
Il modello della città compatta appare come un sistema fortemente artificiale. Ma in realtà dal punto di
vista ambientale presenta forti vantaggi, es. la concentrazione della popolazione può contenere il consumo
di suolo per abitante, riduce le esigenze di mobilità quotidiana, e consente ad una quota maggiore di
popolazione di essere servita dai mezzi pubblici.
Inoltre produce economie di scala e di agglomerazione che rendono più agevole e meno costosa
l’organizzazione di servizi quali la raccolta differenziata, la distribuzione acqua e i servizi fognari.
Tali servizi sono più difficilmente ottenibile in condizioni di bassa densità, oppure implicano costi tali che
esclude dalla loro fruizione una parte importante della popolazione: questo è evidente nelle zone
suburbane nelle metropoli del sud del mondo.
Al contrario, la città diffusa non solo ha bisogno di maggior spazio urbanizzato per insediarvi la
popolazione, ma richiede una sempre più capillare diramazione della rete stradale e la presenza di grandi
infrastrutture di servizio, es. centri commerciali, parcheggi etc.
Ogni abitante dell’area a urbanizzazione diffusa tenderà ad occupare una maggiore estensione del suolo di
quanto necessiti ad un abitante di città compatte.
Nel valutare la sostenibilità di un insediamento urbano bisogna però considerare non solo la dimensione
ambientale della sostenibilità, ma la dimensione sociale.
Tra città diffusa e città compatta non è facile stabilire quale tra i due modelli favorisca l’equità sociale e una
più equilibrata distribuzione e uso delle risorse.
In generale si può osservare che la dispersione insediativa si è finora associata a stili di vita maggiormente
individualizzati in cui le differenze di condizione sociale più difficilmente possono trovare un correttivo
nella disponibilità di servizi e spazi pubblici. Es. il sistema del verde. Una risorsa privata si sostituisce in
questi casi ad un bene pubblico, rendendo più acuta la differenza tra chi può permettersi tale bene e chi ne
è escluso.
Alternative alla città diffusa
Tre modelli sono stati proposti:
1. Il primo modello è basato sull’idea di una possibile ri-compattazione della città.
Per ottenere il ricompattamento della città dovrebbero essere messe in atto politiche che
contemperano il ricorso a restrizioni nell’uso suolo extraurbano con progetti attivi di
rivitalizzazione delle parti di città più degradate e con il riuso di aree ex-industriali per progetti che
prevedano un’attenta miscela tra usi residenziali e di servizio
Limiti di questo modello: la compattezza del nucleo cittadino non è sufficiente ad aumentare il
grado di sostenibilità se non si accompagna ad un complesso di politiche atte ad accrescere la
qualità ambientale e sociale della città.
Sul piano ambientale: interventi per il potenziamento del sistema dei trasporti pubblici e agli
spostamenti pedonali o in bici; le politiche per il verde urbano, per la riduzione degli sprechi
energetici, per il miglioramento della qualità aria e acqua, per la riduzione, differenziazione e
riciclaggio rifiuti. 26
Sul piano sociale: devono essere garantite condizioni di vivibilità della città in modo da limitare la
spinta alla ricerca di abitazioni nella città diffusa. Per esempio con la disponibilità di moduli abitativi
adatti alle diverse esigenze social