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Monitoraggio significa visite, dati, elaborazione dei dati.
Inquadramento dei dati sul carcere. In questo momento nelle
carceri italiane si prevede una capienza di 50613 posti. Rispetto a
questo dato si trovavano più detenuti con un sovraffollamento di
persone. Questi dati sono più interessanti se consideriamo la
Lombardia che ha un affollamento maggiore.
Partire dai numeri è importante per capire come le pratiche si
scontrano con la realtà. Se i numeri raddoppia non raddoppiano i
giudici e i poliziotti. Il sistema per l’espletamento delle pratiche
subisce un rallentamento. L’amministrazione non risponde in
maniera efficace.
Uno dei temi interessanti è vedere come la popolazione detenuta si
configura con i reati commessi e la provenienza. Le percentuali di
stranieri sono superiori al 50%.
Perché gli interventi sono inefficaci? Questi rallentamenti bloccano
le uscite e accesso al percorso di rieducazione che influiscono
anche sulla recidiva.
Il primo elemento è un mutamento sociale che non viene tradotto in
temi rapidi in normativo e il secondo è che le norme non sono
efficaci e il terzo sono i meccanismi latenti del diritto penale.
Nelle carceri si vive di consuetudini e la presenza delle istituzioni è
scarsa e i detenuti si nutrono con le proprie idee.
Lezione 10 (03/05/18):
Una responsabilità disciplinare è una responsabilità che viene
prevista dalla legge. È la legge che dice quali comportamenti deve
tenere il magistrato, facendo un elenco di comportamenti e
sanzioni.
La responsabilità dei magistrati è proprio tipizzata, riguarda sia la
vita privata del magistrato che no. Ciò è disciplinato dal decreto del
2006.
Responsabilità deontologica, un codice che gli avvocati si sono dati
per capire come esercitare la propria professione. Il codice forense
vincola tutti gli avvocati che devono essere iscritti all’albo. Per i
magistrati vincola solo la legge ma la maggior parte fanno parte di
una associazione non obbligatoria, ma dato che il 90% ne fa parte,
l’associazione ha costruito un codice di comportamento che di fatto
vale per la maggior parte dei magistrati italiani.
Oggi analizziamo le norme che un gruppo, una corporazione si è
data per esercitare meglio la professione e come i diritti vengono in
questione nel momento in cui si deve decidere e come questo
schema è molto più complesso in quanto nel giudicare vengono in
gioco convinzioni politiche e riflessioni che il magistrato fa.
La deontologia quindi cerca non solo di imporre al giudice cosa fare
ma di dare un indirizzo su come costruire un momento di tutela dei
diritti fondamentali di tutte le parti in gioco.
Oltre a questo ci sono diritti che diventano in conflitto perché la
società cambia. Nel momento in cui le differenze culturali
aumentano i diritti sono più difficili da tutelare e quindi il giudice
deve dirimere tali conflitti e questa complessità è più legata alle
convinzioni del giudice stesso.
Oggi ci fermiamo sulla deontologia, sulla tutela dei diritti e la
complessità di giudicare.
Il giudice deve essere imparziale e deve prendere una posizione di
distanza in modo da prendere una decisione. Ma questo confligge
con il fatto che è una persona.
Il giudice deve essere anche indipendente da qualsiasi altro potere,
ma anche da qualsiasi pressione esterna che può subire.
Questi concetti sono proprio tutelati dalla Costituzione. La
magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente, art.
104. Il fatto che né l’imputato né l’ordinamento scelgano il giudice
tutela la parzialità. È scelto prima. Art. 25 della costituzione.
L’art. 24 della costituzione tutela la difesa, che viene tutelata se gli
avocati svolgono il loro ruolo.
Il codice deontologico si basa sul principio di indipendenza e
autonomia dell’art. 104 e il principio di imparzialità dell’art. 25.
Ci sono altre cose che il giudice deve fare, quando ha un imputato
davanti, cosa deve fare? Deve avere una capacità di ascolto per
poter arrivare ad un giudizio ma anche ascoltare gli esperti e i
testimoni. Questa capacità è più evidenziata dal codice ontologico
dell’associazione dei magistrati e anche nel momento in cui il
processo è più complesso a causa delle differenze culturali.
Altro aspetto è quello di non porsi al di sopra del processo, questo
gli impedirebbe di costruire un processo che tuteli i diritti delle
parti. Il giudice è un interprete della società e del tempo e per poter
operare deve interpretare la costituzione in maniera lucida. Si mette
a servizio della collettività.
Altra cosa importante è il confronto con tutti i soggetti del processo.
La possibilità di ascoltare l’imputato è legata da un a posizione che
il giudice deve avere. Il codice deontologico incarna un’idea di
giudice che utilizzando gli strumenti forniti dal diritto positivo arriva
ad una decisione senza creare diritto.
La maggior parte di quello che è il diritto è creato dai giudici.
Ecco perché la deontologia dei diritti diviene essenziale, perché
spesso si trova a essere l’ultimo a decidere sulle questioni.
Il codice deontologico è innovativo in quanto anticipa problematiche
che i giudici non stavano fondando.
Il codice deontologico prevede una serie di conflitti.
L’art. 1 parla dei valori e principi fondamentali come la dignità e la
correttezza.
Con l’art. 2 il magistrato deve tenere un comportamento dignitoso
nei confronti altrui. Per essere imparziale, bisogna essere liberi da
pressioni esterne ma anche essere una persona rispettosa della
personalità altrui, davanti ad un imputato il giudice deve rispettare
la personalità.
Ha anche un dovere di aggiornamento e di garantire che il sistema
giustizia sia efficiente ed efficace. Il sistema italiano è inefficiente
per la giustizia civile e che il giudice si ponga l’obiettivo
dell’efficienza è fondamentale in un sistema come quello italiano
dove le cause hanno tempi lunghissimi.
Nei contatti con la stampa il magistrato non pubblicizza il processo
e non deve cercare media e canali. Spesso è l’interesse
dell’avvocato a pubblicizzare il processo mettendo il giudice sotto
pressione.
Abbiamo una serie di norme che riguardano un riferimento agli
articoli 104 e 25 anche se non esplicitamente menzionati come
l’indipendenza del magistrato e l’imparzialità.
I magistrati si trovano a confrontarsi con esperienze culturali
diverse dalla loro e deve scegliere come tutelare diritti fondamentali
del nostro ordinamento.
Il magistrato deve organizzare la propria attività affinché il cittadino
possa beneficiare del servizio e deve rispettare la dignità dei
protagonisti del processo e costruire il processo secondo il principio
dell’ascolto.
Il codice deontologico prevede un giudice coinvolto nella società e
nei suoi cambiamenti ma allo stesso tempo che mantiene i principi
della costituzione.
Se si devono rispettare tali principi bisogna anche essere distanti
ma se devo anche mettermi al servizio della società, devo far venir
fuori il mio lato giuridico ma anche la capacità di ascolto e questi
due aspetti sono difficili da tenere in considerazione in quanto la
società muta.
Nella maggior parte degli ordinamenti anglosassoni, il fatto che il
giudice non sia un soggetto razionale è appurato dai magistrati ma
anche dalla letteratura scientifica. In tali processi ci sono emozioni
che influenzato l’attività del decidere basti pensare al disgusto. Il
disgusto è un elemento con cui il giudice deve mettersi a confronto.
Ogni giudice sa che deve far conto con il fatto che le emozioni
arrivano a entrare nel processo.
Nel giudicare vengono delle emozioni e sentimenti.
Dal pov di complessità data dall’aumento delle differenze, i giudici
sono protagonisti di tutela di diritti e rileva in questioni di
immigrazione.
L’aumento di immigrazione pone il giudice davanti a conflitti più
intensi e spesso il giudice si trova impreparato in quanto non
conosce l’entroterra della cultura.
Un caso fondamentale riguarda le decisioni relative alla tutela dei
diritti fondamentali come la mutilazione genitale femminile.
Altro caso che coinvolge diritti diversi è il caso di un istituto di
diritto islamico col pronunciarsi sempre di più, la khafala.
È un istituto giuridico che consiste nell’idea che l’adozione è una
forma di superbia, è il sostituirsi a quello che vuole la natura. La
cassazione prevede un istituto di mezzo attraverso una ratifica
davanti alle corti. Questa questione appare molto una violazione
delle norme, un modo per far entrare i minori senza controlli che
richiede l’adozione internazionale.
Nella sentenza di cassazione, i giudici hanno preso alla lettera il
codice deontologica attuando il principio di ascolto, hanno parlato
anche con interpreti marocchini e poi alla luce della conoscenza
hanno giudicato i casi italiani.
Questa interpretazione è molto forte che non tutti i giudici sono
pronti a fare.
Nel caso di mutilazione il giudice ha obbligo di tutelare i diritti
fondamentali ma dall’altra il codice deontologico gli impone di
costruire un processo affinché la pena sia adeguata.
Il nostro ordinamento anche se non prevede il giudice come
creatore lascia grandi margini e si possono avere sentenze diverse,
magari si tratta di un processo con media o senza, o cui il giudice fa
intervenire testimoni o magari si tratta di minori e un video
esplicito.
Lezione 11 (10/05/18):
Femminicidio. Nel codice penale italiano non viene fatta distinzione
sul genere della vittima e quindi è un termine da utilizzare in Italia.
Col termine si intende omicidio di donna perché è quella donna.
Colei che ha detto no e ha avuto il coraggio di ribellarsi e separarsi.
Femminicidio è un termine nuovo quindi.
Tipi di violenza, la parte lesa può sostenere da sola l’accusa, purché
non si contraddica.
L’ONU crea un vero e proprio cataloga, violenza fisica e psicologica.
La seconda è quell’impedire alla donna la sua estrinsecazione
normale, di mortificarla, imporre le corna e tradimenti. Ci sono
uomini che ritengono di andare indenni per il fatto di sbandierare e
far subire alla donna la loro doppia vita.
Un’altra forma di violenza è quella economica, è la caratteristica di
molte famiglie di etnie diverse dalle nostre, lei non deve lavorare
ma se lavora deve con