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Idea razionalista: (Wundt?) mente entra in gioco e il corpo non funziona (di chi è questa teoria?)

Mead riconosce a cosa si riferisce la parola, risiede nell'esperienza dell'individuo a prescindere dall'uso del linguaggio. Il gesto vocale è gesto e comportamento, è una parte della comunicazione sociale ed è nel corpo e nei suoi movimenti (comunicazione non verbale) che serve soprattutto per vivere. L'uomo usa il corpo come mezzo per costruire forme di comunicazione. Nel corpo difatti accade il processo comunicativo: per mezzo del gesto verbale si trasmette le emozioni, la coscienza e la consapevolezza senza volontà. Il linguaggio per Mead è una forma di comportamento. Tutti gli stimoli che dà il corpo (arrossare, impallidire, espressioni come ridere o piangere) possiamo averli anche senza rendercene conto. Sotto questo punto di vista il linguaggio serve per essere percepito dagli altri. Anche il tono della voce ha un ruolo.

Importante nel processo comunicativo, i concetti mutano in base al tono con cui si comunica e non si può non decidere di sentire. Le orecchie, infatti, sono l'unico organo che non si spegne mai: gli occhi si chiudono -> non si vede, le mani si ritraggono -> quindi non sentiamo al tatto, mentre le orecchie sono sempre attive. Quindi anche il concetto è legato al corpo. La costruzione dell'oggetto sociale come organizzazione interiore dell'esperienza dell'individuo: quando si vede un'immagine di cui ho esperienza, non vedo solo un concetto fine a sé stesso ma l'esperienza è già contenuta nell'oggetto -> oggetto della consapevolezza. Gli animali non riescono ad avere questo passaggio. Oggetto sociale: è un gesto, abbinato alle immagini che evochiamo basandoci sulla nostra esperienza.

Frase testo -> Il risveglio dell'intelligenza sociale del bambino si evidenzia non tanto attraverso le sue risposte

pronte ai gesti degli altri, perché queste sono attestate già molto prima. È la sicurezza interiore della propria prontezza a adattarsi agli atteggiamenti degli altri che traspare dai suoi occhi e appare nei suoi stessi atteggiamenti corporei.

L'oggetto, quindi, non appare sempre chiaro e ben definito. Intelligenza sociale: è data dalla capacità di collegare le esperienze con ciò che ci accade. Più oggetti sociali ho, più è ampia la mia capacità di interagire con gli altri.

Organizzazione del sé: processo che si avvia nella persona di organizzazione e sviluppo della struttura del sé. Si esprime come tratti (carattere/personalità) della personalità. Nel bambino ci deve essere la capacità di organizzazione, così il processo inizierà ad avvenire anche in maniera consapevole.

Lo sviluppo sociale del sé:

Il sé è l'organismo

Si sviluppa meglio attraverso

L'esperienza sociale è il risultato delle relazioni dell'individuo. Il sé non è relazionabile con l'intelligenza. Gli animali non hanno questa capacità (parlo, vesto il mio cane). Situazione condivisa. Lettura pensiero Mead pag.20 -> se come oggetto di sé stesso, il sé è un riflessivo che può essere soggetto e oggetto, definito conscio (esperienza del sé). Produciamo in continuazione oggetti sociali, il sé è un ulteriore livello, ho consapevolezza della costruzione di questi oggetti e in linea generale sentiamo che fanno parte di noi. Noi sentiamo noi stessi -> facciamo di noi l'oggetto da sentire così da poter riconoscere le situazioni che ci accadono. Mead per farci capire quando l'individuo sente sé stesso solo se messo in un contesto sociale. Il fatto di avere a che fare con altri individui che hanno formato il mio sé con i vissuti insieme, diventa oggetto della mia esperienza.

gli oggetti sociali dentro di noi hanno anche persone con cui interagiamo e abbiamo interagito. Abbiamo quindi grazie a questo un'esperienza riflessiva (dal contesto sociale ho il mio sé info e coscienza di me come soggetto). Il mio sé lo creo in base a come gli altri fanno uso di me, cosa gli altri ci comunicano di noi attraverso i loro atteggiamenti nei nostri confronti. La conoscenza di sé Mead la considera come una struttura sociale. Nel sentire noi e l'altro mandiamo avanti l'aspetto della conversazione (comprendo ciò che dico e ciò che dice il mio interlocutore). Il gioco organizzato nello sviluppo del sé: Parte dell'attività: attiva, sento il sé, attività pensare, chiamata io. L'altra parte dell'oggetto dell'attività dell'io, chiamata me. L'altro sta dentro di noi come altro generalizzato: idea che mi sono fatta di questa persona (socializzazione).secondaria). Concetto di ruolo: rapporto con un'altra persona, perché per noi in quel momento è nella mia vita (genitori, colleghi, professori ecc.). Noi entriamo ed usciamo dai ruoli in base al periodo di vita. I bambini non hanno l'idea di ruolo, forse all'asilo iniziano ad avere esperienza di ruolo (maestre, amici). Il concetto di ruolo nei bambini è importante perché elaborano l'esperienza sociale dei ruoli attraverso il gioco. La seconda fase dello sviluppo del sé: quando i ruoli sono organizzati "game" ho i ruoli collegati tra loro: gioco di squadra dove ogni ruolo è dato grazie all'azione di un altro bambino. I ruoli sono interconnessi. Il bambino attraverso la 1 e 2 fase ha capacità organizzativa della sua esperienza sociale, come la società è articolata, di come gli altri entrano ed escono dai ruoli personali (lato interno ed esterno dell'individuo). Goffman 18-10 -> la

Definizione della situazione

La definizione della situazione nell'interazione sociale:

Informazioni: produzione e gestione di informazioni da parte dei partecipanti, sia consapevoli che inconsapevoli.

Informazioni e anticipazioni mentali: le info vengono ricercate in ciò che è percepibile ai sensi della distanza (vista, udito, olfatto). E generate in anticipazioni mentali che orientino i partecipanti ad aspettative di comportamento e alla definizione della situazione che gli altri potrebbero presentare (il mio accento è un'informazione inconsapevole che do all'interlocutore).

Cos'è una situazione: si crea quando 2 individui di fronte (faccia a faccia) estranei, vedono a vicenda elementi di informazioni volontarie ed involontarie, (turista che chiede informazioni su Firenze sente l'accento straniero e pensa non sia di qui, chiederà a qualcun altro). Gli elementi informativi sono sempre di due tipi: elementi consapevoli ed inconsapevoli.

La percezione ci serve per capire come funziona l'interazione. Con l'esperienza pregressa abbiamo un elemento informativo (il fatto che abbia l'erre moscia mi fa pensare che possa essere francese). Quelle volontarie si trasmettono anche nell'atteggiamento, nell'abbigliamento. (ciò che so che gli altri vedono e percepiscono di me). Per Goffman sono quindi anticipazioni mentali, aspettative di comportamento. Info sullo status economico, sulle capacità ecc. -> Se incontro un amico, già so cose di lui come lui sa cose di me, abbiamo continuità e conferma di ciò che diamo per scontato. Si entra in una cornice caratterizzata dalla continuità (più o meno informali). La percezione fisica anche è un elemento di continuità. Se abbiamo invece un estraneo le info che cerco prima sono le cose percepibili ai sensi (odori, elementi visibili ed uditive) estetiche e poi caratteristiche più intime (carattere).

ecc.).-> Se vedo un estraneo evoco un’esperienza pregressa per collegare l’estraneo a qualcuno di simileche ho già conosciuto. Può essere un problema di categorie sociali. Le interazioni di Goffman sonosempre su binari (anche non definiti), l’interazione non è la semplice interazione, c’è una strutturaattorno on elementi di idea ed esperienze in cui si mette in gioco il sé.Identità effettiva, identità virtuale: identità a pelle, nel primo momento in cui trovo l’estraneo, è larisposta allo stimolo iniziale ma non ho ancora le prove per arrivare all’identità effettiva. Se non cifosse un'esperienza pregressa di fronte ad un esterno ci sarebbero degli stereotipi. Da esperienzeanteriori si può trovare solo un determinato tipo di persone in base al luogo dove ci si trova. Ladocumentazione che offre è la dimostrazione di chi sono (abiti, segni religiosi ecc.) da

Questo punto di vista si può dire che l'identità è definita anche in relazione ad oggetti, non è solo una qualità interiore. L'identità è data da associazioni di ciò che già conosciamo. Identità personale: si costruisce con le interazioni esterne con gli altri, non è su questo ambito interiore. (abbiamo anche l'identità sociale-> Goffman su stigma) I canali comunicativi: 1) la comunicazione consapevole 2) aspetti non controllabili di A colti da B. Ognuno è portatore di possibilità di interpretazione differenti gli uni dagli altri (in base alle nostre esperienze) oltre a quelle più generiche socialmente diffuse. Gli esseri umani mentre percepiscono interpretano (sulla base delle esperienze pregresse sociali). I livelli informativi nell'interazione: qualunque elemento può essere interpretato come informazione dell'individuo di rinforzo a quello che

vogliamo comunicare esplicitamente (anche se a volte possono mostrare il contrario). Il sé nell'interazione: che corrisponde o meno a quello che vogliamo comunicare al nostro interlocutore rispetto a quello che l'interlocutore percepisce davvero. La comunicazione è sempre asimmetrica: so delle impressioni che gli altri fanno su di me (consapevole ed inconsapevole, quindi due canali informativi) ma io so solo in parte l'impressione che faccio agli altri (solo quella consapevole, un solo canale informativo) -> Mead. In questo modo ci sono molti più elementi comunicativi quindi più dinamicità involontaria. In generale nessuno dei due partecipanti hanno un predominio, ma sono sovra e sotto ordinati gli uni agli altri. Questa asimmetria rende possibili le forme comunicative che si basano su possibilità non trasparenti (finzione -> mostro un certo sé e cerco di imbrogliare chi interagisce con me). Seduzione: presento meglio.

alcune cose anziché altre, si vede anche nella recitazione (a differenza degli animali).

Come possono due persone condividere una situazione: attività cooperativa, due persone che interagiscono, attraverso l’autod

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
9 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Auross di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Bontempi Marco.