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Il passaggio da crudo a cotto evita il passaggio a putrido e cucinare il cibo significa riconoscere la
cultura umana. La forma più simbolica di cottura è quella fatta a fuoco violento (alla griglia, brace,
tipica dei toscani) in quanto il fuoco stesso rappresenta la prima scoperta/capacità degli uomini.
Esistono però anche possibili differenti trasformazioni degli elementi naturali che portano ad una
cultura definita del miscuglio (es. Mayonese: uovo, sale, olio).
Il cuoco non trasforma più ma valorizza le cose singole e cerca di esaltarle: questa rappresenta
un’altra idea importante di naturalità il cui obiettivo è quello di esplorare la struttura dei sapori,
giocare sulle differenze di profumi, sottolineare i valori culturali insiti nelle cose, ricercare il
naturale attraverso il massimo della raffinatezza, mantenere intatta l’identità delle cose, eccetera.
Lezione 14
Dall’occhio al tatto/gusto – Dal lontano al vicino
Chi studia i trend tende purtroppo ad eccedere nel presentarci le cose secondo una successione
temporale, non considerando il fatto che in realtà il passaggio da un trend ad un altro è molto
complicato, delicato e le varie tendenze tendono spesso anche a sovrapporsi.
L’occhio ha cominciato col passare del tempo a cedere il passo al tatto e al gusto, e nel campo
dell’abbigliamento, ad esempio, più che le cose leggibili da lontano (scritte di firme, marchi e nomi)
si è inserita la ricerca di cose interessanti da toccare, di fibre che abbiano una dimensione tattile.
Dall’epoca del lontano si passa all’epoca del vicino e spariscono molte cose centrate sulla
leggibilità a distanza, oltre al fatto che entrano in crisi le firme perché importanti ora sono le qualità
sensibili delle cose. Se guardiamo ad esempio all’ambito alimentare, non troviamo più una cucina
che punta sugli aspetti visivi, ma una cucina che cerca di fornire delle sensazioni che si possano
provare.
Entrano in crisi le relazioni a distanza a favore di quelle centrate sulla vicinanza ed importanti per
ottenere questo risultato sono le app localizzate in grado di tenere in collegamento persone che si
trovano in una stessa area geografica limitata (persone quindi che si possono fisicamente
incontrare).
Il ritorno al tatto raggiunge il suo massimo livello con il trionfo degli smartphone.
L’industria della moda interessa meno alle persone perché solamente prima era una cosa legata alla
visibilità da parte degli altri. Anche il modo di cucinare dei grandi chef è cambiato perché prima era
improntato maggiormente sul lato visuale. Quindi:
Prima epoca di economia dell’occhio: apparire agli altri come la persona giusta;
-
Oggi la relazione precede il consumo, anzi la relazione diventa un supporto sostanziale
- del consumo perché viene creata in termini di passione condivisa e di motivazione reciproca.
Esempio di ricerca
Sono state individuate 10 diverse tendenze (nuclei generazionali) ciascuna delle quali ha un legame
con l’età delle diverse persone anche se a pari età possono essere indicate più tendenze. Questi sono
stili di vita delle persone di tendenza per cui tutte le persone “normali” non rientrano in questa
ricerca. I Posh tweens: bambini e preadolescenti, spesso figli unici iper –protetti. Seguono la moda,
1. fanno riferimento ai marchi, si fanno influenzare moltissimo dalle pubblicità e dai mezzi di
comunicazione, presentano un forte bisogno di costruire la propria identità. I bambini hanno
bisogno di storie (indicazione e suggerimento per i pubblicitari).
Gli Expo teens: adolescenti che hanno bisogno di affermare la loro identità esibendola.
2. Pochi rapporti con i genitori, molto più con i coetanei e con i mondi dei media. Sono
consumatori estensivi, grazie ai prodotti low-cost.
I Linker people: ventenni urbani, vivono in un mondo pieno di stimoli di cui vogliono
3. appropriarsi, rielaborandoli in modo creativo. La loro vita è impostata sul fatto di essere
perennemente connessi. Gli strumenti che usano e il tipo di relazioni che hanno con gli altri
sono abbastanza indipendenti dalla realtà fisica in cui si trovano. È perfetto per loro un
marketing con i caratteri del tribale e del virale.
Gli Unique Sons: figli di papà, mantenuti dai genitori ma con alta possibilità di spesa,
4. cercano avidamente il successo personale e talvolta riescono a creare piccole attività
imprenditoriali di successo. I prodotti devono essere esclusivi.
Le Sense Girls: ragazze trentenni con una spiccata raffinatezza estetica e sensoriale. Perfetto
5. per loro il marketing sensoriale. Hanno bisogno d’esprimersi in corrispondenti scelte di
consumo, oggetti raffinati e armoniosi con cui entrano profondamente in relazione.
I Mind Builders: tipicamente maschi, appassionati dalla lettura e dalla tecnologia, creativi,
6. aperti a un costante cambiamento. Interessati a tutte le situazioni di scambio di conoscenze e
di culture, spesso sono on the road. Fortemente attratti dagli oggetti intelligenti, sono anche
interessati alle nuove forme di alimentazione (es. Eataly).
Le Singular Woman: donne oltre i 35 anni, sempre più sicure di sé e consapevoli della
7. propria forza/capacità, il cui immaginario è stato magari influenzato dai modelli di Sex on
the city. Donne sempre più audaci e spregiudicate.
I Deluxe Men: bisogna distinguere i ricchi tradizionali, che ora dominano in paesi come la
8. Russia o la Cina, dai nuovi atteggiamenti di una classe medio-alta che ha sviluppato nuovi
modelli di consumo. Per questi soggetti, età tipica 35-60 anni, non valgono più i valori
ostentativi, lasciati a favore di valori d’eccellenza legata ai servizi per il corpo, la cura, la
cultura. I classici consumi del lusso cedono quindi a favore della ricerca di tempo, serenità,
qualità della vita. Un lusso perbene che è una forma di neo-sobrietà. Quanto ai veri Deluxe
Men, chiedono ancora componenti di lusso ostentativo, e si deve quindi lavorare per un
“lusso senza veli, apparente e contemporaneo”.
I Normal breakers: 40-50 anni o più, hanno mantenuto la propria inquietudine creativa ed
9. energia critica, sviluppando una visione etica dei consumi quotidiani. Amano molto la
tecnologia e sanno usarla bene in quanto hanno più esperienza.
I Pleasure Growers: i Boomers che mantengono modelli giovanili, filtrati dall’esperienza e
10. dalla maturità, anche durante la terza età. Stile di consumo nuovo e rigenerato, informale,
energetico. Sono legati ai modelli su cui si sono formati: quella della cultura più visionaria,
dal pop al post-human. Cercano di sfrondare l’esistenza da tutto ciò che è superfluo, alla
ricerca di una crescita interiore e di una visione emozionale e sensoriale. Classici brand
americani come Ralph Lauren e Dockers lavorano da anni in questa direzione, lanciando
prodotti dall’eleganza classica ma informale. Vogliono trasformare ogni atto di consumo in
un’esperienza di vita con significati profondi. Centrale per loro l’autenticità, rifiutano
marche legate al consumo a tutti i costi.
Lezione 15
Gli studi sulle tendenze sono sì orientati al futuro ma noi usiamo tale espressione per riferirci
solitamente al presente: noi percepiamo delle cose che sono presenti nel mondo attuale ma che in
qualche modo anticipano il futuro. Gli studi di tendenza in effetti offrono ai loro clienti delle
previsioni anche se il futuro non ci giunge da solo in quanto esso rappresenta un fare, un
trasformare ed è quindi il risultato di una azione sociale molto complessa. In molti casi l’azienda
che commissiona la ricerca non è solo un soggetto che vuole sapere ma anzi è un soggetto che vuole
soprattutto sapere per fare in quanto le previsioni tendono normalmente ad auto-avverarsi.
I veri cambiamenti nelle tendenze richiedono però tempi abbastanza lunghi e se noi ragioniamo in
termini di virtualità dobbiamo riferirci ad un agire pragmatico (cose da fare): il cambiamento finale
vero e proprio avviene attraverso tutta una serie di cambiamenti intermedi allo stesso modo
fondamentali. Importante è qui il concetto di valore per differenza, concetto che deriva da Saussure
secondo il quale noi non dobbiamo considerare le trasformazioni delle cose da un punto di vista
oggettivo, perché le persone non percepiscono gli oggetti nella loro forma e nelle loro
caratteristiche ma anzi tendono maggiormente a dar senso alle differenze (Es. Muller: yogurt in
confezioni con colore scuro scarto rispetto all’uso dominante).
Si parla anche di meccanismo dell’alternanza (un anno provare un prodotto, l’anno dopo un altro e
così via per giungere poi a delle considerazioni finali) in quanto il desiderio è il risultato di un
confronto e la questione riguarda non il prevedere il futuro ma cercare di dirigerlo nella direzione +
giusta tenendo conto anche dei nostri interessi.
La moda: il caso Vogue
Vogue all’inizio non era una rivista esclusivamente di moda.
Il fondatore aveva definito tale rivista come una pubblicazione che doveva trattare il lato
cerimoniale della vita; c’erano articoli sì di moda e di abbigliamento ma anche rubriche dedicate a
libri, teatro, arte, musica, e a tutte le cose che una persona doveva sapere per entrare in società e
fare una bella figura. Vogue era una rivista su come si appartiene ad un determinato ambiente
sociale e l’idea era che non ci sono scelte individuali bensì solo delle regole pre-stabilite che devono
essere seguite (la sociologia di Veblen è espressa molto bene qui).
Sulle copertine di Vogue non c’erano mai fotografie ma solo disegni e opere di grandi artisti come
Picasso, Dalì, Léger, Matisse eccetera. Non si trattava in questi casi di presentare il modo in cui
erano fatti i vestiti ma lo stile stesso dell’abbigliamento. Questa era una rivista con illustrazioni
grafiche.
Idea dei cartamodelli che venivano venduti a caro prezzo il cui obiettivo era quello di afferrare il
tipo di gusto secondo il quale il vestito era stato creato in quanto le riviste avevano lo scopo di
comunicare uno stile, un mondo ed un modo di essere. La fotografia su Vogue entra poi in scena
attraverso dei fotografi-pittori: “noi non facciamo vedere le cose ma dipingiamo un mondo vissuto
interiore”.
Adolf De Meyer
Noi non parliamo di vestiti quotidiani ma solamente di vestiti speciali adatti per momenti speciali;
noi non fotografiamo donne reali in momenti reali ma costruiamo dei sogni perché la moda porta i
soggetti fuori dalla realtà. No fotografie in contesti reali ma solo in contesti scenografici-teatrali
(studio).
E. Steichen
Subentra a de Meyer quando questi lascia Vogue, è poi anche fotografo di Vanity Fair