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Già 2’000 anni fa, Quintiliano un oratore romano e maestro di retorica, nell’istitutia
oratoria dedica una parte chiamata “actio”quell’arte che era considerata molto
importante.
Non conta solo quello che dico, ma conta di più come lo dico.
Per parlare in pubblico bisogna dotarsi di una serie di strumenti utili per l’arte e si
tratta di integrarli insieme in un giusto equilibrio, bisogna essere precisi. Per fare
questo bisogna partire dagli elementi:
CARISMA magnetismo, capacità di attirare le persone a sé, di farsi seguire.
Persone che risultano particolarmente apprezzate per una loro qualità e per
questo sono seguite, ascoltate.
Qualcuno nasce avvantaggiato, per risultare carismatici contano degli aspetti
per il quale uno può essere già dotato per natura.
Ognuno nasce con un suo proprio carisma: carisma era la purezza, la grazia
data dal battesimo.
La misura del suo carisma molto spesso non la sanno, alcuni di noi hanno certe
doti ma non le sfrutta. Non si è mai preoccupato di coltivarle.
Ognuno dovrebbe andare alla ricerca del suo carisma e migliorarlo. Per iniziare
a sviluppare il proprio carisma bisogna iniziare ad accettare noi stessi così come
siamo. Se ho delle lacune in altri aspetti del mio carattere, nel modo in cui ci si
relaziona con gli altri si può iniziare a cambiare: bisogna provarci e crederci.
Solo avendo fiducia e credere in noi stessi si può riuscire a parlare in pubblico. È
una questione di coraggio, bisogna avere il coraggio di osare.
Se non ci crederai tu per primo, non ce la farai maiè questo il primo passo.
C=COMUNICAZIONE: la comunicazione è composta da tre elementiLOGOS,
razionalità; il logos non è tutto. Più importante è il PATOS, la capacità di
commuovere, la passione, è toccare le corde del cuore.
La logica ci fa dire “perché faccio o non faccio questo?”, ci facciamo guidare dal
cuore, dalla passione.
Il terzo elemento è l’ETOS congruenza fra ciò che diciamo e come lo diciamo.
A=ASCOLTO: bisogna ascoltare il doppio, nella società di oggi uno cerca di
sovrastare l’altro senza lasciarlo finire. Un soggetto carismatico riesce.
R=RAPPORTO: riuscire a mettersi davvero nei panni degli altri, questa è la
dote di chi vuol essere carismatico davvero. Non dire cosa faresti tu al suo
posto.
I=IMMAGINE: la prima impressione è quella che conta, non ci sarà mai una
seconda occasione per fare una bella prima impressione.
S=SIMPATIA: persone positive. Dopo che stai con questa persona hai più
energia, ti danno carica positiva. I cinesi affermano che chi non sa sorridere,
non dovrebbe aprire un negozio. Bisogna essere positivi e cercare una soluzione
ai problemi.
M=MOTIVAZIONE: capacità di motivare gli altri, una squadra motivata sarà
sempre più forte del talento che ha. Bisogna fare fatica per raggiungere dei
risultati.
A=ATTEGGIAMENTO: atteggiamento mentale. Con il nostro carattere si forma
il nostro destino, bisogna sempre agire come se quello che stiamo facendo fosse
rivolto ad uno scopo più alto, più importante. Se hai un problema, qualcosa che
ti dà fastidio, diceva Epiteto, non è quella cosa che ti fa male, ma è il modo in
cui tu la vedi, in cui tu la percepisci. Cambia il modo di vedere la tua vita e
cambierai la tua esistenza. È un cambiamento che deve partire da dentro
(inside out).
Tutto questo centra perché riguarda l’aspetto più importante
dell’oratore, ossia la formazione della sua personalità, la sua capacità
di tirar fuori la sua personalità ed esibirla al pubblico che lo ascolta.
Chiunque può pensare di avere un suo carisma, una dote da sviluppare parlando in
pubblico. Chi è presente inizia già a farsi un’idea di chi ha davanti già da quando entra
in sala.
Per parlare in pubblico sarebbe, appunto, sviluppare questo carisma. Qualcuno può
avere delle doti che possono dargli una posizione di vantaggio, ma ciò non è decisivo
in quanto sono qualità che uno può sviluppare.
Ognuno di noi individualmente deve guardarsi dentro e deve capire quali sono le
qualità che abbiamo e quali sono i problemi, alcune si possono acquisire; basta
crederci.
Per parlare in pubblico con efficacia il punto di partenza è noi stessi, bisogna aver
coraggio di provare.
Abitudine ed esperienza.
Il miglioramento è alla portata di tutti.
Tra le regole del carisma abbiamo:
comunicazione
ascolto
relazione/rapporto=entrare in empatia con gli altri, chi parla dovrebbe
preoccuparsi dell’effetto che vi conseguirà sul pubblico. Se si entra nella testa
degli altri, cambierà anche il modo di esprimersi, di rapportarsi. Gli altri, in
genere, ti staranno ad ascoltare quando tu dirai loro qualcosa di utile.
immagine=bisognerebbe cercare di trovare quel giusto modo di porsi,
dall’atteggiamento appena inizia a parlare.
simpatia=è qualcosa che non si può spiegare con una ricetta.
motivazione=è la benzina di ogni cosa. Senza motivazione anche i risultati
saranno più modesti. Per imparare occorre farlo con passione, pensando oltre al
significato delle cose.
atteggiamento mentale di chi deve affrontare le cose in modo positivo, non
negativo.
La cosa che bisogna capire è che l’importanza del successo in pubblico non è saper
parlare con paroloni difficili, frasi costruite a tavolino. Se un soggetto legge è destinato
ad un risultato modesto, la lettura è noiosa perché leggi un testo scritto per essere
letto.
L’importante è la capacità di variazione dei suoni, conta la chimica verbale in quanto
deve avere un senso. Non è solo questo ciò che conta; il maggiore successo di un
intervento dipende da quella comunicazione che riesce a trasmettere con tutto il resto
(comunicazione non verbale), non con le parole.
La voce è quella che veicola i pensieri, non è un particolare che può esserci o non
esserci. Conta lo sguardo, si guarda chi si ha davanti. Quando parli con qualcuno,
quante volte sei in grado di guardarlo in faccia?
Quando pensiamo cosa dire, spesso abbiamo bisogno di una grande concentrazione e
se guardiamo lo sguardo di chi abbiamo davanti può essere difficile.
Guardare l’interlocutore che si ha davanti è importantissimo, gli occhi sono lo specchio
dell’anima; si possono dire cose con gli occhi che le parole non dicono.
Si può cogliere, inoltre, il feedback da parte di chi vi sta ascoltando.
Oltre allo sguardo abbiamo anche la postura, la gestualità.
La chimica del successo è data dalla comunicazione verbale e dalla comunicazione
non verbale (che può produrre più effetti di quella verbale.
Il 93% dell’intervento dipende dalla comunicazione non verbale.
Per il 55% dipende da come noi siamo in grado di tenere il nostro ruolo, la nostra
figura.
Imparare a parlare in pubblico serve sia per noi che parliamo in pubblico sia per
quando siamo il pubblico.
Il controllo dello stress ed il superamento della paura in pubblico:
Chi si ritrova a parlare in pubblico inizia a sentire delle sensazioni negative. Un po’ di
stress non è così negativo (eustress=che fa bene), è quella giusta dose di pressione
che è importante avere in tutte le cose che fate perché è con quella che terremo
accese le valvole del motore tutte insieme. È tutta una questione di quantità: se è
troppa ti può far venire un blackout, è quella cosa che davanti al pubblico che poi
rinunci o dici le cose malissimo e ti convinci che non sei portato; invece, è tutta una
questione di superare la paura.
Bisogna crederci fino in fondo, vuol dire andare al microfono con quell’idea di voler
affermare quello che si pensa con forza, fiducia. Credendo che quello che dite è il
vostro pensiero e vorreste che anche gli altri la pensano così. Bisogna partire con un
pensiero positivo.
Si tratta solo di superare questa barriera la prima volta, dopodiché potrà solo
migliorare. Il punto di partenza per tutte le situazioni di panico è la respirazione.
La respirazione lava via i pensieri cattivi, ha effetti benefici dappertutto; riuscire a
respirare profondamente rallenta i battiti cardiaci e permette di parlare senza ansia.
Bisogna tirare fuori la voce, anche quando vi è il microfono. Chi parla in pubblico la
voce dovrebbe farla uscire.
Consigli:
-respirazione;
-visitare il luogo dove si andrà a parlare=vi abituerà mentalmente ad essere pronti nel
momento in cui succederà davvero;
-portare un amico/amica che dà sostegno e guardare per avere un incoraggiamento
(ancora esterna). Un’ancora interna può essere pensare all’altra volta in cui vi siete
ritrovati in una situazione simile o anche peggiore che è andata bene, come me la
sono cavata quella volta là, me la caverò anche oggi.
Se c’è tensione vale per 1 minuto nel quale potresti avere confusione; impara i primi
20 secondi a memoria del tuo discorso al fine che il tuo inizio ci sarà e romperai il
ghiaccio, dopo dovrebbe essere più facile.
Le risorse della PNL (programmazione neuro linguistica):
La PNL è una disciplina americana sorta anni fa ed oggi utilizzata per molti scopi,
alcuni dei suoi precetti su come si sviluppa quel processo che uno può avere, secondo
questi precetti noi tutti siamo dei visivi, auditivi o cinestesici= quando noi
trasmettiamo un messaggio o lo riceviamo, siamo portati a vedere le cose che
pensiamo. Quando ascolta gli altri percepisce ciò che gli altri dicono sotto forma di
immagine.
Il visivo spesso lo si riconosce dall’uso di certe espressioni, il visivo quando parla
spesso guarda in alto.
L’auditivo è una persona che presta molta attenzione alle voci che ascolta, spesso ha
un dialogo con una sua voce interiore, apprezza, quindi, molto il suono della voce che
ha davanti e cerca di adoperarla; è più lento a parlare del visivo, guarda di lato a chi
davanti quando non tiene lo sguardo diretto e lo fa per apprezzare meglio ciò che
sente con il suo udito.
Il cinestesico quando parla guarda per terra, ha bisogno di un altro approccio e le sue
sono sensazioni di altri sensi, non udito o vista. Ha delle espressioni che richiamano la
fisicità del parlare.
Sapere o non sapere che tutti noi possiamo avere dei canali diversi è utile perché se
uno ci pensa aiuta ad arrivare al bersaglio al 100%.
Bisognerebbe esprimersi con il linguaggio VAC (visivo, auditivo, cinestesico). Se
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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