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POSTE CCN GESTIONE TIPICA POSTE CCN DA GESTIONE TIPICA NON CORRENTE

Clienti ordinari Crediti da vendita di immobili

Crediti IVA da gestione tipica corrente Crediti IVA da gestione non corrente

Rimanenze Debito IVA da gestione non corrente

Debito IVA da gestione tipica corrente Fornitori di impianti( crediti/debiti).

Fornitori (mp,semilavorati, etc.)

7) dopo aver presentato i diversi criteri di analisi della gestione, si illustri il modo in cui essi

possono essere recepiti nella riclassificazione del conto economico, presentando e

commentando i principali schemi di riclassificazione alternativi.

Il concetto di gestione, secondo l’accezione zappiana, esclude innanzitutto gli interventi sui mezzi propri

che si sostanziano in conferimenti in denaro o in natura da parte dei soci, come pure le operazioni di

distribuzione degli utili ai soci o di rimborso del capitale eventualmente anche nella forma di acquisto di

azioni proprie. Altre operazioni che possono essere considerate estranee alla gestione sono le operazioni

di rivalutazione fuori esercizio, che determinano saldi di rivalutazione di valore positivi o negativi, i quali

sono anch’essi prodotti dalla gestione, ma non sono rilevati con la tecnica di valutazione di esercizio.

Ciò premesso, la gestione e le altre operazioni possono essere articolate secondo i criteri qui descritti:

- per natura delle operazioni svolte: sulla base di questo criteri odi articolazione, le operazioni

di gestione sono distinte da quelle di rilevazione e di organizzazione e nell’ambito delle

operazioni di gestione si individuano le operazioni di acquisto, di trasformazione fisico

tecnica, di commercializzazione e di ricerca e sviluppo. Inoltre, la stesso criterio di

suddivisione, permette di distinguere nell’insieme delle operazioni aziendali, le operazioni di

gestione dalla operazioni istituzionali, che esulano dall’orbita discrezionale delle direzione.

- per oggetto delle operazioni svolte: questo criterio di analisi permette di evidenziare la

gestione tipica o caratteristica, quella patrimoniale, quella finanziaria e quella tributaria.

Questo criterio risulta indipendente rispetto a quello precedente, dal momento che

operazioni di acquisto, di vendita, etc. possono avere per oggetto ora la gestione tipica, ora la

gestione patrimoniale.

La gestione tipica contempla tutte le operazioni che consentono di ricondurre la singole

impresa, o una combinazione particolare di essa, a una certa categoria di imprese, definita

sulla base dell’affinità dei processi economici svolti dalle imprese che vi appartengono. In

questo senso una certa operazione di acquisto, di trasformazione, etc. non rientra nella

gestione tipica in sé e per sé, ma è riconducibile ora alla gestione tipica, ora ad altri rami della

gestione, secondo che sulla base di essa sia o meno possibile ricondurre l’impresa a una certa

categoria di imprese caratterizzate da processi economici affini.

La gestione patrimoniale, secondo Masini, “si compone di operazioni di investimento e

disinvestimento in beni da reddito o da rivalutazione, ossia in beni non impiegati nella

gestione caratteristica”.

Per quanto riguarda la gestione finanziaria, secondo alcuni autori, essa include le operazioni

di provvista, di rimborso e di remunerazione dei mezzi di terzi acquistati a titolo di capitale di

prestito. Non sembra inoltre significativamente riconducibile alla gestione finanziaria

l’insieme delle decisioni di investimento, dal momento che esse appaiono sostanzialmente

come operazioni di gestione tipica o di gestione patrimoniale,sia pure distinte dalle

operazioni di acquisto, trasformazione, etc.

La gestione tributaria consiste nella definizione o nell’attuazione delle politiche finalizzate a

contenere il prelievo fiscale senza peraltro violare la normativa vigente.

- per appartenenza o per estraneità delle operazioni alla gestione corrente ovvero alla

categoria delle operazioni correnti: l’espressione gestione corrente è entrata a far parte della

letteratura italiana come traduzione del corrispettivo termine francese ed inglese. Essa era

stata originariamente riferita all’”insieme delle caratteristiche operazioni di esercizio”,

escludendo quindi nella sua accezione originaria, le sole operazioni di disinvestimento che

sovente contribuiscono al reddito di esercizio attraverso la generazione di plusvalenze e

minusvalenze. Successivamente la medesima definizione è stata riferita da altri Autori alle

sole “attività ripetitive di acquisto – produzione – vendita attraverso le quali l’impresa realizza

giorno dopo giorno la sua funzione economica”. In altri schemi di analisi, il concetto di

gestione corrente è stato inoltre distinto da quello di gestione tipica o caratteristica, rispetto

al quale sono stati a loro volta enucleati, in un rapporto di specie a genere, i concetti di

“gestione corrente economica caratteristica”, “gestione corrente patrimoniale”, “gestione

corrente finanziaria”.

Occorre precisare che il concetto di operazione corrente si fonda sul :

 nesso di competenza: con riferimento alle operazioni che nel loro insieme trovano

espressione nella rappresentazione del reddito e della sua destinazione,

 nesso di casualità: per le operazioni di gestione monetaria che prendono origine

dalle operazioni di gestione economica e dalla destinazione degli utili .

Nell’ambito del calcolo economico finalizzato alla configurazione dell’esercizio, l’aggettivo

“corrente” può per certi versi essere associato al concetto di “componente di reddito di

competenza” , con la differenza che , mentre il principio di competenza trova impiego

nell’ambito della determinazione del reddito di esercizio, l’aggettivo “corrente” e in

particolare il concetto di “operazione corrente” sono estesi anche a operazioni non

direttamente riconducibili alla dinamica reddituale, quali la destinazione dell’utile e le

operazioni di incasso e pagamento correlate a operazioni dell’esercizio in corso o di altri

esercizi.

 Inoltre si può dedurre che il concetto di gestione corrente dalle operazioni di gestione

economica

Non è assimilabile al concetto di gestione reddituale, dal momento che non tutte le

operazioni che trovano espressione nel reddito di esercizio costituiscono operazioni correnti

(come op. di disinvestimento che generano plusvalenze o minusvalenze ricondotte alla

gestione reddituale).

Per concludere le operazioni di rivalutazione devono essere considerate separatamente dalla

operazioni sui mezzi propri, perché ad esse non corrispondono movimento di risorse

finanziarie; mentre per le operazioni di trasferimento delle quote di debiti a medio – lungo

termine tra le passività correnti, esse sono assimilate alle variazioni finanziarie derivanti

dall’accensione o dal rimborso di un mutuo, e come tali sono operazioni di gestione non

corrente.

- per appartenenza delle operazioni alla gestione economica o alla gestione monetaria:

un’ultima distinzione si può tracciare tra la gestione economica e la gestione monetaria,

quest’ultima “presiede al compimento delle entrate e delle uscite monetaria”, mentre la

prima comprende la gestione “economico – produttiva, intesa in senso stretto” e la gestione

finanziaria. Questa distinzione tra gestione economica e monetaria è “trasversale” rispetto a

tutte le altre, perché, ad esempio, possono esservi operazioni di gestione economica o

monetaria tanto nella gestione tipica quanto nella gestione patrimoniale, non solo nella

gestione corrente, ma anche nella gestione non corrente.

8) Dopo aver illustrato la formula dell’USCITA VARIABILE UNITARIA, si descriva e si illustri la

rappresentazione grafica delle uscite variabili totali e dei costi variabili totali, specificando le

cause all’origine della differenza tra l’inclinazione delle due rette.

L’uscita variabile unitaria è definibile come: il movimento di cassa negativo che posso associare ad ogni

unità di vendita aggiuntiva. FORMULA : UVU= AVU * (1- t/360)

Dove AVU= acquisto variabile unitario, la cui formula è :

AVU= CVu + (1+ Δ RIMANENZE/Q)

Con riguardo al grafico tra COSTI VARIABILI TOTALI ED USCITE VARIABILI TOTALI, è opportuno partire,

per la sua descrizione, dalla definizione delle formule relative alle uscite totali ed ai costi totali:

C.TOT= Costi Fissi TOT + (CVu * Q)

U. TOT. = Uscite Fisse TOT + fornitori iniziali + (CVu * Q)

Ciò che rende la retta delle uscite variabili totali meno inclinata rispetto alla retta dei costi variabili totali è

la mancanza degli ammortamenti, questi ultimi, infatti, non sono considerate uscite e dunque non sono

computati nella formula. Oltre a questo elemento il coefficiente angolare della retta delle uscite totali è

minore rispetto a quello dei costi totali, ecco perché questa diversità nell’inclinazione.

9) Dopo aver presentato la struttura e l’articolazione del CCN e la dinamica del CCN, se ne illustri il

ruolo nell’ambito dell’analisi dei flussi di cassa.

La nozione di CCN più nota, si riferisce all’analisi di bilancio, che esprime tale grandezza in termini di

differenza tra attività e passività a breve termine, intendendo con ciò, gli elementi attivi e passivi destinati

al realizzo o all’estinzione entro 12 mesi. Questo modo di intendere il circolante, denominato Netto, è

conseguenza di un’analisi che vuole mettere in luce la composizione del patrimonio aziendale, accertando

il grado d liquidità degli elementi dell’attivo ed il grado di esigibilità degli elementi del passivo.

La composizione del CCN ricomprende nelle voci dell’attivo a breve: CREDITI VERSO CLIENTI (AL LORDO DI

EVENTUALI VOCI SCONTATE IN BANCA ED ANTICIFACTORING), MAGAZZINO PRODOTTI FINITI, MP E

SEMILAVORATI, ANTICIPI A FORNITORI. Nelle voci del passivo a breve sono compresi: DEBITI VS

FORNITORI,DEBITI VERSO DIPENDENTI E LAVORATORI TERZI per saldi da corrispondere (TRANNE TFR),

DEBITI TRIBUTARI DI NATURA RICORRENTE (IVA, INPS, ETC.).

La dinamica del CCN influenza in diversi modi la pianificazione aziendale; gli impieghi di esercizio ad essa

correlati assumono infatti spesso un ruolo fondamentale nella previsione e nella definizione delle variabili

sia economiche sia finanziarie.

Gli aspetti sui quali l’azione del circolante deve essere esaminata sono in genere correlati all’orizzonte

temporale preso in considerazione. Nel brevissimo periodo è l’ottica finanziaria a prevalere, in termini sia

di informazione che di impieghi di risorse. Quando l’orizzonte temporale assunto è di breve periodo (cioè

esteso ad un anno), il ruolo del circolante assume rilevanza ben più ampia nei processi di

programmazione, poich&eacu

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Publisher
A.A. 2015-2016
39 pagine
10 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher filippo1908 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia e determinazioni quantitative di azienda e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Russo Paolo.