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Origini del neo-istituzionalismo
Si contrappone al neo-realismo intorno agli anni '70; le origini affondano in una tradizione opposta, in quella kantiana dell'idealismo (domina negli anni '20 e '30). Le teorie funzionaliste (Mitrany) e neo-funzionaliste (Hass) hanno molto in comune con il neo-istituzionalismo; la teoria di riferimento è quella dell'integrazione:
- Il panorama politico ed economico è diventato complesso dopo la seconda guerra mondiale, c'è maggiore interdipendenza e il grande sviluppo economico intensifica i canali di comunicazione; c'è una diversificazione profonda della società in organi e istituzioni.
- La politica, in una condizione sociale così complessa e diversificata, finisce per creare un panorama sociale anche a livello internazionale diverso.
- Partono dall'esempio della CECA, che nasce come cooperazione settoriale e tecnica su una materia di sensibilità politica, ma si...
dell'OPEC fu critica per i Paesi occidentali e provoca una crisi petrolifera; parte la riflessione su temi ambientalisti, in merito a risorse energetiche. La crisi energetica dimostra che Paesi molto deboli sul piano militare, culturale, delle ricchezze riescono a mettere in scacco le grandi potenze del sistema internazionale, compresi gli USA. Può servire ancora una teoria realista? Per i neo-istituzionalisti no: non sostengono che la loro teoria non è valida, lo era in una determinata epoca e in determinati settori ma in una situazione complessa in cui ci sono interdipendenza economica e politica importanti non spiega bene. Inoltre, il neo-realismo negli anni '70 diventa una teoria deduttiva perché più rigoroso sul piano scientifico rispetto al realismo; il neo-istituzionalismo risponde a questa sfida sullo stesso piano, contrapponendo alla visione realista una teoria altrettanto rigorosa rispetto al realismo. Il neo-istituzionalismo vuole dimostrare
che le istituzioni internazionali contano partendo da assunti e spiegazioni scientifiche come fa il neo-realismo; quindi il dibattito si svolge sullo stesso piano. Il neo-istituzionalismo, in particolare Keohane non accetta la critica al realismo e questo scientismo si applica ad un certo tipo di istituzioni internazionali, cioè le organizzazioni internazionali. I due temi centrali del neo-istituzionalismo sono la teoria dell'interdipendenza di Keohane e il libro "Regimi internazionali" (1974) di Krasner.ASSUNTI: SIMILITUDINI CON IL REALISMO
➢ L'anarchia internazionale è riconosciuta, le istituzioni possono mitigarla ma l'anarchia rimane a maggior ragione se hanno intenzione di studiare l'esistente
➢ Condividono la visione stato-centrica: lo Stato è attore decisivo
➢ Condividono la razionalità strumentale degli Stati e degli attori internazionali in generale
➢ Condividono l'assunto delle referenze esogene: sono teorie che
imputano delle preferenze agli Stati (tipico della teoria della scelta razionale, che prevede di studiare e formalizzare le interazioni tra individui immaginando che siano razionali e che abbiano preferenze date; il risultato delle loro interazioni lo ricaviamo dall'incrocio di strategie diverse) mentre il costruttivismo critica questa idea perché le preferenze non vengono prima dell'interazione ma nascono dall'interazione stessa (lo Stato mette a punto le preferenze e il loro ordine di priorità in un contesto di interazione, non si affacciano sul panorama internazionale con un set di preferenze già dato). Per questo il neo-istituzionalismo usa abbondantemente la teoria dei giochi, che parte dalla razionalità degli attori e dalle preferenze esogene (in parte lo fa anche il neo-realismo per indagare le relazioni tra le due superpotenze in ambito nucleare), in particolare negli anni '70 e '80. PROGRAMMA DI RICERCA: DIFFERENZE RISPETTO ALREALISMO – Sensibilità verso le novità e visione più ottimistica del progresso umano; dobbiamo ammettere che la realtà internazionale diventa qualcosa di diverso e merita degli strumenti e un trattamento teorico diverso rispetto al passato. La teoria realista spiega bene la politica internazionale dell'Ottocento, ma coglie oggi solo in modo parziale la realtà internazionale; rimane un filo di realismo perché l'evoluzione del sistema internazionale è progressiva, migliora le condizioni umane e la politica internazionale, ma vogliono dimostrare che le nuove condizioni finiscono per cambiare la natura della politica internazionale e quindi le teorie di relazioni internazionali devono dotarsi di nuovi strumenti che ammettano le istituzioni internazionali. – L'effetto dell'anarchia non è per forza lo stato di natura, la cooperazione internazionale è compatibile con l'anarchia internazionale (per iinternazionali possono anche svolgere un ruolo di mediazione e risoluzione dei conflitti tra gli Stati. Attraverso il dialogo e la negoziazione, le istituzioni possono aiutare a trovare soluzioni pacifiche e a evitare l'escalation dei conflitti. Inoltre, le istituzioni internazionali possono promuovere la cooperazione economica tra gli Stati. Attraverso accordi commerciali e norme comuni, le istituzioni possono facilitare gli scambi commerciali e promuovere lo sviluppo economico. Le istituzioni internazionali possono anche svolgere un ruolo nel promuovere i diritti umani e la giustizia sociale. Attraverso la creazione di norme e standard internazionali, le istituzioni possono contribuire a proteggere i diritti fondamentali delle persone e a promuovere l'uguaglianza e la giustizia. In conclusione, sebbene il realismo sostenga che la cooperazione internazionale sia limitata, le istituzioni internazionali possono svolgere un ruolo significativo nel favorire la cooperazione tra gli Stati. Attraverso la facilitazione del dialogo, la mediazione dei conflitti, la promozione della cooperazione economica e la difesa dei diritti umani, le istituzioni possono contribuire a creare un ambiente internazionale più stabile e cooperativo.(come per gli autori della scuola inglese) creano credibilità degli impegni e sanzione: la sicurezza è primaria, quindi bisogna badare innanzitutto a quella. Se non ci sono garanzie e un attore non mantiene i suoi impegni difficilmente può esserci cooperazione; in condizioni di anarchia, l'unico sostituto che può mitigare questo aspetto è l'organizzazione internazionale, che può prendere delle scelte che possono ledere l'economia di un Paese (es. Fondo Monetario Internazionale). Gli accordi sono più credibili perché presi in una sede istituzionale e perché questa organizzazione prevede sanzioni. Le istituzioni tendono a stabilizzare le aspettative (tipico anche del realismo eterodosso), tendendo a rendere meno incerta l'anarchia internazionale. Inoltre permetto la "reiterazione del gioco": se ci sono dei giochi che in termini di interazione strategica portano a risultati non cooperativi, la teoriadei giochidimostra che reiterando il gioco si tende a far cooperare gli attori in condizioni in cui le preferenze degli Statisi incrociano in modo particolare e in cui entrambi gli Stati hanno la strategia della non cooperazione. I dueattori che continuano a ripetere il gioco del dilemma del prigioniero tendono alla fine a cooperare; leistituzioni permettono la reiterazione, quindi ci si aspetta che faccia uscire le interazioni nel sistemainternazionale dal gioco singolo (in cui uno ha una scelta a seconda della propria strategia e lì finisce ilgioco). Le istituzioni internazionali possono contribuire dando la possibilità agli attori di reiterareinsistentemente il gioco; in una situazione in cui per il realista si finisce inevitabilmente per non cooperare,la reiterazione per i neo-istituzionalisti porta alla cooperazione. Le istituzioni internazionali riducono leprobabilità-opportunità di tradire gli accordi e aumentano le aspettative che questi venganorispettati; tuttoquesto è fondato su studi empirici che hanno cercato di dimostrare come in alcuni negoziati, trattati o eventi in cui la cooperazione ha avuto successo le istituzioni abbiano avuto questo ruolo. Quindi le istituzioni internazionali sono un correttivo dell'anarchia istituzionale in modo diverso da quello inteso dal realismo eterodosso: - limitano l'arbitrio degli Stati, che rischiano sanzioni - facilitano la risoluzione di problemi di natura collettiva (es. produzione di beni pubblici perché facilitano l'incrocio degli interessi) - per gli istituzionalisti più tardi più le istituzioni si infittiscono più queste svolgono un ruolo quasi sostitutivo di un governo mondiale, privo di monopolio della forza, ma le funzioni amministrative minime di uno Stato possono essere replicate a livello internazionale dalle istituzioni. QUANDO LE ISTITUZIONI CONTANO Questi autori non pretendono che le loro teorie siano validesempre e ovunque; ci dicono che ancora oggi ci sono settori in cui la teoria realista spiega meglio la politica internazionale (es. settore degli armamenti). La condizione intermedia di interessi misti, cioè la condizione dell