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TEORIE SUL FUNZIONAMENTO DELLA PERSUASIONE
Per persuasione si intende il raggiungimento intenzionale di un effetto, ossia di
un cambio di atteggiamento, che può essere di due tipi:
di intensificazione → aumenta il grado di intensità di un atteggiamento
– di inversione → modifica la polarità di un atteggiamento
–
Sulla possibilità che questo cambiamento avvenga sono state formulate
diverse teorie.
1. la teoria razionalista → basta che il persuasore fornisca informazioni e
dimostrazioni chiare, ragionevoli e credibili, perché queste diventino
sufficienti per fare mutare l'atteggiamento del destinatario.
2. la teoria dell'apprendimento: il “condizionamento classico” → allo
stesso modo del cane di Pavlov (associazione di un segnale neutrale con
uno stimolo significativo), il consumatore riceve degli stimoli che
provocano in lui un certo comportamento. L'apprendimento o il
comportamento umano derivano da riflessi condizionati indotti
dall'educatore o dall'ambiente in cui la persona vive (teoria
behaviourista). Allo scopo di condizionare gli individui si usa
la ripetizione dello stimolo
▪ l'associazione agli stimoli premi o castighi.
▪
3. la teoria dell'apprendimento: le prospettive recenti →
l'apprendimento del messaggio è l'elemento determinante del cambio di
atteggiamento. La probabilità di persuasione è direttamente
proporzionale al grado di ricezione (il messaggio è esposto, ascoltato e
capito) e di accettazione del messaggio.
4. la teoria funzionalista → alla base dell'atteggiamento umano ci sono
quattro funzioni:
funzione strumentale: noi sviluppiamo atteggiamenti
▪ positivi verso ciò che ci dà soddisfazione e negativi verso
ciò che non ce la dà
funzione autodifensiva: sviluppiamo atteggiamenti
▪ contrari a tutto ciò che ci obbliga ad accettare una
diminuzione della nostra autostima
funzione di valore espressivo: sviluppare atteggiamenti
▪ che migliorano la nostra immagine
funzione di conoscenza: atteggiamenti positivi verso la
▪ coerenza e la certezza.
Il persuasore deve fare in modo di suggerire che un
atteggiamento diverso lo soddisferà di più.
5. la teoria della coerenza e della dissonanza cognitiva → basata sul
concetto che ogni individuo si costruisce una propria organizzazione
cognitiva, fatta di opinioni e atteggiamenti, entro la quale si sente sicuro
e in equilibrio. Nel momento in cui una nuova informazione viene a
disturbare questa organizzazione, l'individuo prova un senso di fastidio.
6. le teorie sul funzionamento della pubblicità → il DAGMAR di Colley,
che si ricollega all'AIDA.
Colley e il DAGMAR
Tre punti fondamentali:
1. non bisogna confondere gli obiettivi di comunicazione che riguardano:
la conoscenza → la capacità che il messaggio dovrebbe avere di
◦ far sì che il consumatore prenda coscienza del prodotto e delle
sue caratteristiche
la comprensione → la possibilità per il consumatore di
◦ decodificare il contenuto del messaggio, la sua promessa, la sua
reason why
la convinzione → la capacità dle messaggio di far condividere al
◦ consumatore le proprie convinzioni
l'azione → come nell'AIDA, ma specificando che questo gradino è
◦ responsabilità del marketing
2. il risultato finale dello sforzo creativo non è merito o demerito della sola
comunicazione pubblicitaria: insieme ad essa cooperano le 8P del
marketing (Prodotto, packaging, price, personal selling, promotion,
pubblicità, placement, publicity)
3. il controllo dell'efficacia di una campagna pubblicitaria si può fare solo:
stabilendo un obiettivo misurabile in termini di comunicazione
◦ misurando la situazione prima della campagna
◦ misurando la situazione dopo la campagna
◦ il resto è perdita di tempo.
◦
Lavidge e Steiner e la “Hierarchy of effects”
Affermano che il funzionamento della pubblicità è condizionato dal passaggio
della mente del consumatore attraverso tre fasi gerarchicamente ordinate:
fase cognitiva
– conoscenza
– comprensione
–
fase affettiva
– gradimento
– preferenza
– convinzione
–
fase conativa
– acquisto
–
Gli stadi vengono percorsi in questa esatta successione, ma il passaggio da uno
stadio all'altro non richiede lo stesso tempo.
King e il valore aggiunto
La persuasione è facilitata non solo da spinte razionali, ma anche da
atteggiamenti di simpatia, fiducia, familiarità verso la marca, che non hanno a
che vedere con gli effettivi giudizi dati dal consumatore al prodotto. In altre
parole, il consumatore tende ad acquistare il prodotto non per quello che pensa
delle sue prestazioni ma per quello che sente nei confronti della sua
personalità.
A parità di giudizio sul prodotto, fra due marche identiche, il consumatore
sceglierà quella che ha saputo costruirsi un'immagine più positiva.
Fishbein e la teoria dell'atteggiamento e dell'attesa-valore
Il comportamento di un individuo nei confronti di un oggetto è dettato dal suo
atteggiamento verso l'oggetto stesso e questo atteggiamento è a sua volta
determinato dalle attese che egli ha che quell'oggetto corrisponda o meno a
certe determinate caratteristiche e dal valore più o meno positivo o negativo
che egli dà alle caratteristiche stesse.
Se l'attesa è alta e il valore dato alle caratteristiche attese è alto, il
comportamento sarà favorevole verso l'oggetto.
Il messaggio pubblicitario deve quindi orientare l'attesa delle caratteristiche del
prodotto e di incrementare il valore positivo.
Dichter, Martineu e le motivazioni
Si enfatizza il ruolo delle immagini e i simboli associati al prodotto dalla
fantasia del consumatore, che possono giocare nello spingere all'acquisto del
prodotto stesso e suggerisce di affiancare a questi simboli alle informazioni di
ordine più razionale.
Tutto il processo di elaborazione e ricezione mentale di svolge in gran parte a
livello inconscio difficilmente controllabile dalle ricerche.
Krugman e la teoria del basso coinvolgimento
Un basso coinvolgimento del consumatore nella pubblicità spiega la difficoltà di
quest'ultima a essere veramente efficace.
Sono stati schematizzati i differenti percorsi che compie la comunicazione
pubblicitaria nel momento in cui si trova di fronte a un coinvolgimento alto o
basso da parte del pubblico.
In situazioni di basso coinvolgimento, è solo l'atto di acquisto a fare arrivare il
messaggio pubblicitario alla coscienza.
Teoria del Low involment consumer behaviour → la maggior parte degli
acquisti sono compiuti senza che vi sia un vero coinvolgimento e quindi un vero
ragionamento, minando così l'immagine del “consumatore razionale”.
La grid FCB o di Vaughn
ALTO COINVOLGIMENTO
Quadrante 1 Quadrante 2
Alta rilevanza Alta rilevanza
Decisione razionale decisione emotiva
Es Utilitaria Es Vacanze
APPROC APPROC
CIO CIO
Quadrante 3 Quadrante 4
RAZION EMOTIVO
ALE Bassa rilevanza Bassa rilevanza
Decisione razionale decisione emotiva
Es. detersivo es. caramelle
BASSO COINVOLGIMENTO
La grid di Rossiter-Percy o GRP
Non si distingue tra approccio emotivo/razionale ma si distinguono le diverse
motivazioni che spingono il consumatore a interessarsi al prodotto:
motivi funzionali → quel prodotto mi serve per risolvere un problema
– pratico
motivi trasformazionali → quel prodotto mi permette di migliorare la mia
– gratificazione personale
Funzionale Trasformazionale
Alto Quadrante 1 Quadrante 2
coinvolgim
ento elettrodomestici, assicurazioni vacanze, auto
Basso Quadrante 3 Quadrante 4
coinvolgim
ento detersivi, medicinali leggeri dolci, birra
Bonnange e i sei modelli
Il modello Lavidge-Steiner è troppo rigido; per questo sono nati alcuni modelli
che pongono in diversa successione i vari stadi e Bannange propone di disporli
in tutti e sei i modi diversi possibili, tutti validi, tutti con una loro
corrispondenza nei comportamenti di acquisto e nelle strategie di
comunicazione pubblicitaria, tutti con una loro collocazione sulla grid GRP:
learn-do-feel → motivazione funzionale a basso coinvolgimento
– (detersivo) in cui domina la comunicazione stimolo risposta
feel-learn-do → motivazione trasformazionale ad alto coinvolgimento per
– beni di lusso
learn-feel-do → abituale schema del consumatore razionale previsto
– dall'AIDA e dai modelli americani valido soprattutto per la motivazione
funzionale ad alto coinvolgimento (assicurazioni)
feel-do-learn → schema dell'acquisto di impulso, che prevede una
– motivazione trasformazionale a basso coinvolgimento
do-learn-feel → base delle iniziative promozionali legate a prodotti del
– quadrante dal basso coinvolgimento di tipo funzionale
do-feel-learn → risultato dei comportamenti abitudinari della parte bassa
– della griglia GRP trasformazionale
Funzionale Trasformazionale
Alto Learn Feel
coinvolgim feel learn
ento do do
Basso Learn Feel Do
coinvolgim Do do
ento do feel
learn learn
feel learn
feel
La teoria del Two sided message
Presentare in un messaggio la nostra tesi e con peso decisamente minore
anche quella avversa era molto più efficace che presentare solo la nostra tesi.
Però questo era molto meno valido quando il pubblico aveva un livello culturale
basso. I messaggi pubblicitari two-sided incrementerebbero l'autorevolezza e la
credibilità dell'emittente.
Fabris e le Quattro I, Quattro C
Griglia quattro i, quattro c → riassunto dei vari modelli che hanno
accompagnato le teorie sul funzionamento della pubblicità.
Le variabili che entrano in gioco nel processo operato dalla pubblicità che si
dispongono in maniera non sequenziale e la cui successione è più di tipo logico
intuitivo che sperimentale sono:
1. impatto → che corrisponde all'attenzione
2. interesse
3. informazione → intesa in senso molto lato
4. identificazione → risultato del pathos
1. comprensione
2. credibilità
3. coerenza → fra i vari elementi del messaggio, ad esempio fra brand
personaly e tono di voce
4. convinzione → nel senso di una avvenuta persuasione del destinatario.
Petty, Cacioppo e l'ELM
Elaboration Likelihood Model (modello della probabilità di elaborazione)→
all'interno di un contest