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MODELLI DELLA SCELTA DI VOTO

- Scelta razionale (homo economicus) le persone votano in base a criteri di tipo economico. Questo tipo di scelta

è stata ipotizzata come una scelta perfettamente razionale, idea che l’elettore valuta chi votare in base al proprio

interesse personale economico. La decisione in realtà viene presa in condizioni di incertezza, non si sa

esattamente cosa i diversi partiti otterranno in termini economici, ma secondo questo modello gli elettori

valutano le opportunità di ottenere un vantaggio economico dalla scelta di voto. Questo calcolo avviene secondo

la teoria dell’utilità attesa soggettiva:

Valori o utilità attribuiti ai possibili esiti della decisione

o Probabilità soggettiva che ognuno degli esiti si possa effettivamente verificare

o

In questo modo l’elettore calcola la massima utilità attesa soggettiva in termini di voto. Il calcolo si basa sulla sommatoria

del prodotto delle utilità per le probabilità. Si presuppone che l’utilità derivi da interessi economici ed individuali.

Di fatto la scelta di voto non avviene in questo modo perché si basa su criteri arbitrali.

- Scelta psicologica (Homo psicologicus) percezione dell’elettore è importante, quanto la categoria pesa

sull’identità sociale. Voto come espressione dell’appartenenza ad una categoria sociale). È anche un voto basato

sui valori, quanto i partiti esprimono e rappresentano le mie convinzioni, atteggiamenti. Voto basato sul

candidato. Voto influenzato dal frame, quindi secondo le prospettive in cui valutiamo le cose che ci propongono

i partiti (teoria del prospetto)

Homo economicus e homo psicologicus – aspetti critici

Homo economicus Homo psicologicus

Razionalità Si presuppone che l’elettore abbia La razionalità delle persone è limitata

razionalità completa e decida in modo anche dal grado di interesse che si ha

perfettamente razionale. La scelta è in relazione a tutte le cose che si

orientata a massimizzare i profitti e presentano. Si valutano le offerte

minimizzare le perdite politiche non in modo così razionale.

Si effettua quindi un’elaborazione

euristica basata su esperienze

precedenti, ecc. Le persone spesso

non cercano un beneficio assoluto ma

di solito si danno un obiettivo minimo

e scelgono l’opzione che garantisce il

raggiungimento di questo minimo.

Nelle decisioni si tende a prendere

una scelta soddisfacente.

Interesse Idea che le scelte siano basate su un Gli elettori possono avere obiettivi e

criterio egoistico e diano peso solo al interessi di vario tipo, non solo

loro interesse personale e si economici. L’obiettivo non è sempre

interessino solo ad una dimensione quello di avere un’utilità personale,

economica. Dalle ricerche di ma gli elettori possono votare con

psicologia politica è emerso che non è diverse motivazioni (egoistiche o

necessariamente così altruistiche). Ci può essere un voto

strumentale o un voto espressivo

(soprattutto nelle elezioni di secondo

e terzo livello, in questi caso gli

elettori votano per qualcuno che non

esprime i loro interessi ma lo fanno

per dare un segnale).

UN MODELLO INTEGRATIVO DELLA SCELTA DI VOTO

Proposto da Rokkan, creare uno schema bidimensionale in cui ipotizzava che esistessero due dimensioni in cui mettere i

vari fattori:

- Dimensione orizzontale: vicinanza o lontananza dal momento del voto.

- Dimensione verticale: fattori macro (sociologici, caratteristiche strutturale e sistema politico), fattori micro (legati

al singolo elettore). Sulla base di questo schema Rokkan ha cercato di collocare i vari fattori.

Una dimensione sinistra/destra psicologicamente è molto importante, poter semplificare lo spazio politico lungo una

dimensione, è molto importante. La negazione di questa dimensione libera i partiti dall’impegno di coerenza, negare

questi riferimenti facilita il fatto che un partito possa cambiare politica frequentemente perché questa non è agganciata

a dei valori di riferimento importanti. Quando l’offerta politica si sgancia da valori di riferimento, l’elettore da un lato è

confuso ma dall’altro libera di fa l’offerta politica dal fare una politica coerente.

Peso dei fattori nella scelta di voto al referendum costituzionale del 2016 mette in dubbio l’euristica. Il fattore più

importante era il giudizio sull’economia e sul governo che di fatto non doveva essere il fattore più importante nel giudicare

la proposta di referendum. Di fatto il voto non è stato sul contenuto, ma su Renzi. Renzi ha abbinato il suo governo al

risultato del referendum.

Elezioni politiche del 2018 fattori macro-distanti. Il sistema dei partiti

I risultati tra 2013 e 2018 sono cambiati.

Fattori macro-distanti: età, istruzione, professione

Fattori micro-distanti: orientamento ideologico, populismo (misurato tramite una serie di affermazioni come domande

sul contrasto tra élite e popolo, domande su leader forte o no), europeismo, multiculturalismo (M5S tema degli immigrati

non è tema chiave. Idea che il populismo abbia come basi l’incertezza economica del mondo del lavoro (non basta per

spiegare il populismo del M5S) e incertezza legata alla presenza degli immigrati (questo spiega il populismo della Lega)

Fattori macro-prossimi: condizione economica e personale, percezione andamento economia, temi politici

Fattori micro-prossimi: interesse per la campagna, giudizio sui leader, momento della decisione di voto

Distinzione tra fattori macro (sociologici, legati alle caratteristiche strutturali e al sistema a livello politico), fattori micro

(psicologici, legati al singolo elettore e alle sue motivazioni). I fattori micro distanti sono quelli abbastanza stabili che

possono misurarsi, in prossimità di un’elezione tendono ad essere stabili. I fattori micro prossimi sono quelli che tendono

maggiormente a variare in prossimità dell’elezione.

SCELTA DI VOTO E SENNO DI POI

È molto utile capire come avvengono le scelte di voto, ma spesso queste analisi vengono fatte dopo la scelta di voto. Vedi

fenomeno del “senno di poi” è un’euristica? Quindi è un processo di semplificazione del ragionamento che ci aiuta a

semplificare la realtà? Il modo in cui l’elettore interpreta i risultati elettorali è un’euristica (spiega le cose in maniera

semplice e soddisfacente per l’elettore), oppure no? Senno di poi: tentativo di rileggere la realtà in un modo specifico, a

volte diverso rispetto a quello che la realtà è. Quanto gli elettori tendono a travisare questa realtà? A leggere in maniera

diversa la realtà oggettiva? Questi elettori più ricorrono all’euristica e più possono essere indirizzati, perché tendono a

una realtà che piace a loro.

Vedi articolo sul ppt “Elezioni 2018: incertezza, populismo e voglia di astensionismo”; due giorni dopo: "7 motivi per

cui in Italia ha vinto il populismo”. Sapere com’è andata a finire annulla ogni incertezza.

Il senno di poi è la tendenza a posteriori a ritenere un esito più prevedibile dopo che si è verificato; si tratta di valutare

retrospettivamente qualcosa che è già successo.

- Come si manifesta il senno di poi negli elettori?

- Da cosa dipende?

- Dove porta? Origini del senno di poi: bisogno di controllo Con il

senno di poi cerchiamo di tenere sotto controllo la realtà,

le radici sono 3 elementi del nostro funzionamento

cognitivo:

• Conservatorismo-economia cognitiva: tendiamo

a usare meno risorse possibili e quindi a processare meno

informazioni possibili. Fatichiamo a gestire

contemporaneamente credenze diverse (oggettiva

difficoltà a livello di elaborazione).

• Ricerca di certezza/padronanza: necessità di

avere sotto controllo la realtà, perché siamo propensi a

ritenere il mondo giusto e controllabile.

• Ricerca di autostima: tendiamo a sovrastimare la nostra capacità di previsione degli esiti.

Livello del senno di poi Quando ci troviamo di fronte a un risultato elettorale tendiamo a ritenere il risultato come

prevedibile e questo errore cognitivo può essere misurato anche in modi diversi, che vanno ad interessare diversi aspetti

di questa euristica.

1° livello avere un ricordo sbagliato dell’opinione iniziale: distorsione mnemonica (si chiede alle persone di fare una

previsione, poi dopo l’avvenimento si richiede alle persone la percentuale di probabilità di ciò che è stato previsto alla

luce dei risultati).

2° livello percezione di inevitabilità: “era inevitabile che finisse così”; “viste le forze in campo, non poteva che finire in

questo modo”.

3° livello percezione di prevedibilità: “il risultato era prevedibile”; “sapevo che sarebbe finita così”, ecc. la nostra

capacità di vedere nel futuro tende ad essere sovrastimata.

Conseguenze del senno di poi: controllo illusorio →

- Ci focalizziamo sulle cause di un esito più accessibili MIOPIA

- L’esito conferma quello che pensiamo di noi stessi e del nostro gruppo OVERCONFIDENCE

In ambito elettorale se c’è una retorica clamorosa questo ha delle conseguenze rilevanti. Il senno di poi in ambito

elettorale è stato studiato in contesti sperimentali, ma mai su campioni ampi e rappresentativi. Dal 2006 ITANES ha

rilevato un indicatore del senno di poi degli elettori (prevedibilità restrospettiva) riguardo agli esiti elettorali. Che cosa

possono dirci i dati raccolti finora sulla tendenza degli elettori a ricorrere a questa euristica? Quali sono le motivazioni alla

base del senno di poi? Qual è il suo legame con il voto? Qual è il suo effetto su giudizi e comportamento politico?

Vedi in che modo il fatto di dire che il risultato era più o meno prevedibile influenza vari fattori (età, genere, istruzione,

voto, soddisfazione, rabbia). Le caratteristiche individuali non hanno un grande impatto, anche se il grado di istruzione è

un elemento interessante à quelli più istruiti ricorrono più spesso a questa euristica (strano?).

Inoltre soddisfazione à quanto più sei soddisfatto dell’esito, quanto più ritieni quell’esito prevedibile (al crescere della

soddisfazione, cresce la prevedibilità).

Prevedibilità in funzione del voto del 2006: centro destra; centro sinistra (vinto dal centro-sx). prevedibilità in funzione

del voto del 2013: simile alla situazione precedente (i più soddisfatti erano gli elettori dei M

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
46 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher beatrice.M96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Catellani Patrizia.