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La memoria implicita non è colpita dall’età (Prova del completamento di parole che, non fa riferimento direttamente alla

memoria ma al linguaggio e spiega come una somma di lettere, possa portare ad una parola se questa è influenzata da un

item studiato in precedenza)

Questo è un vero e proprio esempio di priming che si divide in:

o Priming percettivo (completamento di parole) – influenzato dall’età.

o Priming concettuale (associazione di parole) + influenzato dall’età.

- Memoria autobiografica

Riguarda episodi di carattere generale, associati alla vita personale del soggetto.

Di solito sono episodi acquisiti quando la memoria era più efficiente. Si ricorda con facilità episodi tra i 10 e i 30.

Anche perché nell’età adulta ci sono eventi più significativi di sviluppo sociale che ne favoriscono la codifica.

Le prestazioni non sembrano subire modificazioni significative.

Spesso però avviene un Misinformation Effect che si evidenzia come, durante il recupero dei ricordi, la presentazione di

un’informazione forviante interferisca in modo drastico sul ricordo e sui dettagli dell’evento stesso, producendo distorsioni.

Gli anziani, hanno più falsi ricordi dei giovani.

- Memoria prospettica

o Basata sul tempo

o Basata sugli eventi

Nella memoria prospettica si crea il paradosso dell’età in memoria prospettica, cioè che le prestazioni dell’anziano

migliorano quando l’attività che si sta compiendo ha una certa rilevanza sociale o i contenuti che si stanno lavorando sono

emotivamente salienti.

L’abilità d comprensione del testo da un punto di vista cognitivo è il risultato di un insieme di processi e livelli di elaborazione.

La comprensione del testo costituisce un esempio di abilità linguistica, per la quale, c’è da aspettarsi un buon mantenimento

nell’anziano, ma dato che costituisce anche un caso di cognizione complessa si assisterebbe anche ad un deterioramento.

Borella e De Beni hanno affrontato prove di comprensione in cui è richiesto o non è richiesto ricordare il testo.

- Nella comprensione per sé, il testo restava a disposizione del partecipante.

Assistiamo ad un mantenimento della comprensione.

- Sulla memoria per il testo, il testo appunto veniva tolto.

Assistiamo ad una caduta drastica nel punteggio.

Le carenze degli anziani riguardo la memoria episodica hanno abbassato drasticamente il punteggio.

Un altro fattore che condiziona la comprensione del testo viene dalla complessità dello stesso o dal genere letterario.

Il ricordo può essere visto come un insieme di operazioni o processi mentali.

Le differenze in base all’età sono attribuite all’inefficienza di uno o più processi.

- La codifica

o L’informazione viene elaborata

o Vengono create associazioni

o Organizzazione tramite item

o Integrazione con le nostre conoscenze

- Il recupero

o Ricerca dei suggerimenti

o Monitora l’output di memoria

Questi processi richiedono risorse cognitive molto costose.

Metacognizione

La metacognizione si riferisce ai processi che riflettono l’attività cognitiva e ai processi che la controllano.

Nell’anziano è stata studiata la metacognizione soprattutto nell’ambito della memoria (METAMEMORIA).

De Beni e Cornoldi hanno osservato che la conoscenza metacognitiva e processi di controllo possono non essere del tutto adeguati.

Gli anziani, infatti hanno una visione pessimistica riguardo le loro capacità mnemistiche, che portano gli anziani ad attivare strategie

inadeguate.

Teoria dei livelli di elaborazione

Proposta da Craik e Lockhart, ipotizza che il mantenimento a lungo termine della traccia mnemistica sia in funzione della profondità

dell’elaborazione. Più è profondo il livello di elaborazione, più stabile sarà la traccia.

1- Strutturale ed estremamente superficiale

2- Strutturale e meno superficiale

3- Profonda

L’elaborazione più profonda è quella che garantisce un miglior ricordo, ma richiede il supporto anche dell’elaborazione meno

profonda.

Aspetti percettivi e cognitivi non possono essere considerati separati.

- I cambiamenti legati all’età nel funzionamento sensoriale possono spiegare i cambiamenti cognitivi nell’invecchiamento.

- La minor disponibilità di risorse nell’invecchiamento causerebbe il declino.

- Il declino delle funzioni sensoriali, può causare cambiamenti nella quantità di risorse.

Teoria dell’elaborazione autoiniziata

Craik avanza anche l’ipotesi dell’elaborazione autoiniziata nella fase di codifica e di recupero, che medierebbe gli effetti dell’età sulla

memoria e sulla cognizione.

I processi autoiniziati sono necessari a trovare il modo di memorizzare e recuperare delle informazioni e comprendono attività di

codifica finalizzate a facilitare il recupero.

Più il supporto ambientale è alto, meno si ha bisogno di questi processi.

Teoria dei processi automatici e controllati

Jennings e Jacoby suggerirono una diminuzione nell’invecchiamento nella prestazione cognitiva in compiti di memoria legata a un

deficit specifico di processi controllati.

Infatti gli anziani usano in misura minore i processi controllati.

L’esistenza di processi di recupero automatici e controllati determinano indipendentemente o contiguamente le prestazioni in ogni

prova di memoria.

Teoria motivazionale

Per l’anziano è importante saper gestire i propri stati emotivi.

- Esperimento. Prove identiche

Ai partecipati al primo test si dice che la prova è di memoria.

Ai partecipanti del secondo test si dice che la prova portava a nuovi apprendimenti.

Emergeva che nel primo test risultati più bassi che nel secondo.

L’anziano si sente minacciato dallo stereotipo della sua memoria deficitaria e l’ansia lo porta a commettere errori.

Teoria della prospettiva temporale

Gli anziani hanno una prospettiva temporale limitata che li spinge ad avere emozioni soddisfacenti.

La memoria degli anziani risulta più selettiva e li porta ad avere un ottimismo mnestico che fa ricordare loro episodi positivi.

Capitolo 7

Meccanismi cognitivi di base

L’approccio locale, cerca di identificare quali componenti dell’elaborazione delle informazioni siano danneggiate

dall’invecchiamento.

Nell’ambito della memoria, cerca di identificare se l’invecchiamento colpisca in modo selettivo un processo, piuttosto che un

sistema di memoria.

Il metodo utilizzato è quello sperimentale nel quale si confronta la prestazione dei giovani e degli anziani.

Si cerca, in modo analitico, di individuare i sistemi cognitivi influenzati dall’età.

Si avvalora sempre di più la teoria che il decadimento cognitivo sia causato da un deficit generale piuttosto che da un deficit

specifico.

Nell’approccio globale-macro modelli integrativi in cui si ipotizza un numero limitato di meccanismi.

Il metodo utilizzato è quello della correlazione, cioè le differenze individuali dipendenti dall’età e dai cambiamenti con l’età.

L’invecchiamento è il risultato di una modificazione nelle risorse mentali a disposizione per elaborare le informazioni.

Con l’avanzare dell’età, diminuirebbero tali risorse e questo spiegherebbe le differenze di prestazione cognitiva in prove di memoria.

La risorsa mentale è considerata come:

- La velocità di elaborazione

- Capacità di memoria di lavoro

- Capacità attentive/inibizione.

Velocità di elaborazione

La velocità con cui si elaborano le informazioni ha un ruolo preponderante nell’invecchiamento.

Hale ha mostrato come il tempo richiesto alla mente per lavorare sia rappresentato da una funzione U.

La velocità di elaborazione è testata attraverso:

- Prove di velocità percettiva

- Prove sui tempi di reazione semplici

- Prove su tempi di reazione complessi

Importante ruolo che la velocita ha nel mediare gli effetti dell’età.

Salthouse [1996] propone due meccanismi che potrebbero spiegare la relazione tra velocità e cognizione:

- Il meccanismo del tempo limitato

- Il meccanismo di simultaneità

Le prime operazioni cognitive richieste dal compito vengono eseguite troppo lentamente, non lasciando quindi altro tempo

sufficiente per eseguire le successive operazioni.

Un processamento lento, però, riduce sia la quantità di informazioni a disposizione, sia la profondità con cui le informazioni vengono

elaborate.

Per quanto riguarda i compiti di memoria di lavoro, le informazioni necessarie per completare il ciclo di trattamento

dell‘informazione non rimarrebbero invece sufficientemente attivate.

Attenzione e inibizione

Rogers [2000] fornisce una classica distinzione fra tipi diversi di attenzione e ne illustra la diversa sensibilità all'invecchiamento

- Fissarsi sull'informazione appropriata (attenzione selettiva)

- Concentra su una determinata attività (attenzione focalizzata)

- Quando si mantiene a lungo la concentrazione su di essa (attenzione mantenuta).

- Prestare attenzione concomitante temente a due cose diverse (attenzione divisa)

- Spostare rapidamente l’attenzione da una attività/informazione a un’altra («switching» o spostamento dell'attenzione)

Gli anziani hanno maggiori difficoltà nel controllo e nell’attenzione perché la capacità inibitoria è deficitaria.

L'inibizione è l'abilità di mantenere l'attenzione su stimoli specifici, resistendo all'interferenza provocata da distrattori endogeni o

esogeni.

All'aumentare dell'età compare un crescente deficit inibitorio.

L’inibizione è generalmente vista come un meccanismo attentivo implicato in attività sia semplici (prove percettive) sia complesse

(memoria di lavoro).

Una scarsa inibizione può danneggiare, quindi, la prestazione cognitiva

-permettendo a informazioni irrilevanti di consumare la capacità di immagazzinamento.

-consentendo che le risorse cognitive siano utilizzate per materiali irrilevanti.

La prestazione cognitiva degli anziani sarebbe influenzata da una maggiore difficoltà a selezionare le rappresentazioni appropriate

per i fini dell'attività da svolgere e a inibire le rappresentazioni percettive

Meccanismi inibitori inefficienti causerebbero infatti l’entrata di una grande quantità di informazioni nella memoria

di lavoro, saturando la sua capacità limitata a causa della presenza di troppe informazioni

Haslier e Zaclts [ibidem] attribuiscono al controllo inibitorio tre funzioni

1- (funzione di accesso) rappresentazioni non pertinenti entrino nella memoria di lavoro

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
13 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FabioC di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Vecchini Aurora.