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La Scala VALIAB: una valutazione del livello di attività della vita quotidiana

La Scala VALIAB ci dà una valutazione del livello di attività della vita quotidiana. Presenta 7 dimensioni di vita quotidiana in cui l'operatore può valutare il livello di abilità dell'utente per poi predisporre dei trattamenti di riabilitazione per i soggetti con disabilità intellettive gravi. Gli item sono raggruppati in 7 ambiti, per un totale di 46 item. È una scala tarata su 432 soggetti con ritardo mentale.

I 7 ambiti o fattori della scala sono item che fanno riferimento:

  1. Alle abilità scolastiche (11 item), aventi come contenuti la capacità di scrittura, lettura, abilità di calcolo
  2. Alle abilità motorie (9 item) che indagano la capacità del soggetto di muoversi, alzarsi, abbassarsi, di compiere movimenti complessi come salire le scale
  3. Alle abilità di tolleranza nei confronti dell'ambiente (4 item), relativi alla capacità di sopportare

aspetti ambientali come temperatura, luce, rumore. Questo è un aspetto interessante, in quanto, ad esempio nelle disabilità intellettive i rumori non sono tollerati dai soggetti.

4) Alle abilità di comunicazione non verbale (4 item)

5) Alle abilità lavorative (6 item)

6) Alle abilità di orientamento nell'ambiente (4 item), questi item sono relativi alla capacità di riconoscere ambienti, luoghi, persone familiari.

7) Alle abilità di autonomia personale (8 item), relativi alla capacità necessarie per svolgere in modo autonomo attività quotidiane (vestirsi, lavarsi, accendere o spegnere fiammiferi).

Alla fine di tutto ciò, otterremo una sintesi dei punti di forza o debolezza dell'individuo.

La valutazione delle abilità nella VALIAB avviene su una scala a 5 punti:

1) Non in grado di svolgere una delle precedenti abilità indagate

2) Parzialmente in grado

3) È in grado, ma lo fa pochissime volte

4)

È in grado, ma lo fa solo qualche volta

È in grado di eseguire l’attività richiesta e lo fa ogni volta che è necessario.

Si distinguono 2 tipi di valutazione:

  1. Valutazione normativa, questo tipo di valutazione si basa su una norma, su un punteggio di riferimento e in base al punteggio del pz cerchiamo di ricondurci alla media del campione normativo. Quindi, si confronta la valutazione raccolta a quelle del campione normativo (attraverso l’utilizzo di tabelle di normalizzazione dei punteggi).
  2. Valutazione criteriale, cioè l’utilizzo di un criterio. Questa valutazione nasce dal rapporto fra la somma dei punteggi ottenuti in tutti gli item e il totale degli item. Da questo rapporto ottengo delle fasce:
    • Se ottengo punteggi tra 1-2: le abilità funzionali non caratterizzano la persona con disabilità intellettiva, cioè la persona non possiede questa abilità o le possiede parzialmente.
    • Se ottengo punteggi tra 2-3:

Le abilità esaminate sono presenti ma meno frequenti di quanto necessario. In questo caso possono essere proposti degli interventi/progetti.

Se ottengo punteggi tra 4-5: le abilità funzionali sono molto presenti, di fatto sono i punti di forza della persona.

Domande possibili esame, riguardo la VALIAB: presupposti (cioè la sua utilità, il fatto di essere stata pensata per l'ambito italiano, per valutare le abilità in ambiti di vita quotidiana; gli obiettivi, quindi quello di redigere un profilo di punti di forza e debolezza nel funzionamento della persona e di predisporre dei programmi di riabilitazione o trattamento per la persona; la struttura della VALIAB, cioè i 7 fattori o ambiti; le due forme di valutazione (normativa e criteriale).

Utilizzo della VALIAB in ambito abilitativo-riabilitativo:

Può essere utilizzata per:

  • Referto personalizzato, relativo alle abilità funzionali in cartella clinica
  • Programmare interventi
finalizzati ad incrementare le abilità funzionali - Analisi del bilancio delle risorse e punti di forza - Definizione degli obiettivi abilitativi e riabilitativi (per descrivere gli effettivi miglioramenti). Nei programmi di intervento, gli obiettivi di abilitazione-riabilitazione si riferiscono a: - Possono descrivere abilità non presenti nel repertorio della persona - Possono descrivere abilità presenti in modo parziale - Pur presenti, sono attuate raramente. Questi obiettivi si riferiscono al risultato che mi attendo, quindi anticipano le aspettative degli operatori. OBIETTIVI E DEFINIZIONE OPERAZIONALE: Gli obiettivi devono: - Precisare la prestazione, cioè cosa sarà insegnato a dire o a fare - Precisare le condizioni all'interno delle quali si dovranno manifestare le abilità - Precisare il criterio di padronanza, cioè la qualità o quantità di prestazione auspicata per poter considerare l'intervento come efficace.

QUASLIASI PIANO DI INTERVENTO DARE UNA DEFINZIONE OPERAZIONALE DEI NOSTRI OBIETTIVICI PERMETTE DI PORRE DELLE REVISIONI O MODIFCAIZONI NEL NOSTRO INTERVENTO, AL FINE DIRENDERLO UTILE ED EFFICACE.

DISABILITÀ (appunti della tipa boh)

Il concetto di disabilità è in evoluzione: Con la convenzione Onu si sposta l’attenzione sul diritto dellapersona inserito nel proprio contesto. Convenzione importante per capire i documenti cheverranno poi.

Riflessione sulla qualità della vita della persona che non dipende tanto dalla malattia quanto da altrevariabili quali ambiente (es. presenza di ostacoli)→ i diritti della persona sono problema anche delcontesto socio-ambientale non connaturate alla malattia. Attenzione si sposta dalla malattia allapersona e dalle caratteristiche individuali a quelle socio ambientali. Il concetto di qualità della vitanon dipende più dalla presenza o assenza di una malattia ma dal benessere globale→

Caratteristiche individuali e socio-ambientali. Con la convenzione Onu si cerca di accogliere e dare voce a richieste avanzate negli anni precedenti. A partire dal 1975 sono state formulate varie classificazioni di disabilità. Nel passato il modello di riferimento era un modello medico-sanitario, con manuali diagnostici che classificavano la disabilità in base alle malattie. Esiste una malattia che da una serie di manifestazioni che implicano la presenza o l'assenza di una disabilità.

ICD - OMS CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE MALATTIE (1975) International Classification of Diseases e sono documenti OMS che in quegli anni, con un modello molto medico, decide di classificare le malattie. Già in quegli anni si notava che molti utenti dei servizi socio-sanitari non erano tanto interessati ad avere una diagnosi o una cura quanto al supporto per gestire le difficoltà e i malfunzionamenti connessi ai loro stati di salute, assistenza e supporto.

ICIDH OMS

1980 CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE MENOMAZIONI, DELLE DISABILITA' E DEGLI HANDICAP (International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps) Comincia a esserci attenzione alla conseguenza che una malattia ha sullo stati di salute generale della persone. Obiettivo è valutare le conseguenze delle malattie e predisporre, pianificare e fornire indicazioni per le politiche socio-sanitarie e in generale migliorare la qualità della vita del paziente e dell'utente. Il sistema di classificazione che ne nasce è l'ICIDH, un manuale di classificazione associato alle conseguenze delle malattie. Ci consente un'analisi della qualità della vita del paziente e introduce una distinzione tra menomazione, disabilità e handicap. Non mette più in un insieme indefinito le malattie parlando di 3 "entità". ICD e ICIDH hanno impostazioni diverse e la classificazione ICD viene superata (non si guarda più).l’eziologia e manifestazione della patologia in modo rigido dalla causa alla patologia allamanifestazione rigida).
ICIDH presuppone la presenza di un infortunio, malattia o manifestazione e ciò possa poi causareuna menomazione che può dare adito a disabilità e di conseguenza handicap. Si distingue:
- Menomazione (impairment): perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzionepsicologica, fisiologica o anatomica
ICIDH - Menomazione
La menomazione è caratterizzata da perdite materiali o anormalità chepossono essere transitorie o permanenti e comprende l’esistenza o l’evenienza di anomalie,difetti o perdite a carico di arti, tessuti o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzionimentali. La menomazione rappresenta l’esteriorizzazione di uno stato patologico e in linea diprincipio essa riflette i disturbi manifestati a livello d’organo. (esteriorizzazione statopatologico). Quello che noivediamo dall'esterno, temporaneo o no.- Disabilità (disability): qualsiasi limitazione o perdita, (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un'attività nel modo considerato normale per un essere umanoICIDH – Disabilità: qualsiasi limitazione o perdita, (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un'attività nel modo considerato normale per un essere umano, (oggettivazione negli ambienti di vita, come si estrinseca la perdita). Quello che io riesco o non riesco a fare.- Handicap: condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l'adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all'età, al sesso e ai fattori socioculturali.ICIDH - Handicap l'handicap è la condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce

L'adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all'età, al genere e ai fattori socio-culturali (caratterizzazione sociale e culturale). Se do strumenti per compensare la menomazione allora viene meno la condizione di svantaggio → è il contesto e l'ambiente in generale che può fornire ostacoli. Se presente la menomazione e la conseguente disabilità ma mi si pone nella posizione di superare quella disabilità allora non sono nella condizione di svantaggio e quindi di handicap. Handicap non è oggettivazione della disabilità ma una condizione di svantaggio che può essere vissuta dal soggetto ma che viene determinata dal contesto sociale e culturale. Condizioni poste dall'ambiente determinano l'handicap. La differenza fra disabilità e handicap sta proprio nel fatto che la presenza o assenza di menomazione ma nell'aver spostato l'attenzione sui fattori socio-culturali che

possono limitare la vita della persona. Es. se un individuo con menomazione visiva viene posto in un contesto come un concerto, potrebbe avere difficoltà a godersi appieno l'esperienza a causa della mancanza di percezione visiva.
Dettagli
A.A. 2020-2021
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SammyWrestling di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia delle disabilità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Ferrari Marcella.