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In risposta a questo dilemma, nel caso il comportamento non si sia rivelato adeguato, l'individuo
può reagire attraverso il disimpegno morale. Esso è un meccanismo che autogiustifica il proprio
comportamento, Bandura identifica otto differenti modalità:
1. Giustificazione morale: è giusto battersti quando è in gioco l'onore del gruppo
2. Etichettamento eufemistico: non l'ho picchiato gli ho solo dato uno spintone
3. confronto vantaggioso: gli ho solo dato uno spintone, mica un pugno
4. dislocamento della responsabilità: ho soltanto eseguito gli ordini del mio capo
5. diffusione della responsabilità: non è colpa mia, l'abbiamo fatto tutti assieme
6. distorsione delle conseguenze: non si è fatto niente
7. deumanizzazione: è un albanese; è un mostro se lo meritava
8. attribuzione di colpa alla vittima: è stato lui ad iniziare ad offendermi
Un ulteriore concetto importante ai fini della moralità è quello dell'empatia. Essa rende pro-sociale
il ragionamento, in quanto fornisce la motivazione a correggere le violazioni di giustizia di cui sono
vittima le persone. L'assistere ad una situazione in cui una vittima non viene trattata come
dovorrebbe trasforma la sofferenza empatica in un sentimento empatico di ingiustizia esso attiva i
principi morali pertinenti e li carica di affetto empatico.
Programmi di intervento
Il principale programma di intervento riguarda l'alfabetizzazione morale. Il programma di
intervento consiste nella presentazione alla classe dell'attività da parte di un conduttore.
Successivamente viene somministrato agli alunni un dilemma morale e delle domande inerenti ad
esso alle quali risponderanno singolarmente in forma scritta. Infine il gruppo discuterà in classe
l'argomento trattato in modo da favorire l'evoluzione dello sviluppo morale prendendo in
considerazione punti di vista differenti. La presentazione di questi dilemmi genera l'empatia che a
sua volta attiva i principi morali influenzando il giudizio e il ragionamento morale
Bullismo
Il bullismo è un fenomeno che negli ultimi anni ha ricevuto molto interesse da parte dei media.
Spesso viene frainteso in quanto a volte viene considerato come un gioco, una fase o un
comportamento tipico dell'infanzia, attribuibile generalmente a maschi, che verrà superato con la
crescita. Difatti si è diffusa la falsa convinzione che l'intervento degli insegnanti porti ad aggravare
il problema.
Un altro problema del fenomeno è che esso spesso viene frainteso con il vandalismo o con le
semplici lotte e litigi tra compagni.
Il bullismo nello specifico è un comportamento di prepotenza, principalmente tra compagni di
scuola in cui
L'azione è intenzionale
Vi è un'asimmetria nella relazione tra bullo e vittima, in quanto la vittima è più debole, più
piccola o più insicura rispetto al bullo
Il fenomeno si ripete e persiste nel tempo
Lo scopo principale da parte del bullo è di ottenere gratifiche sociali o in alcuni casi materiali.
Il bullismo inoltre se insorge precocemente ha maggiore probabilità di permanere nello sviluppo
influenzando negativamente il comportamento nell'età adulta.
Allo scopo di comprendere il fenomeno del bullismo è utile approfondire le tipologie di
comportamento aggressivo, ciò che contraddistingue maggiormente il bullismo è l'intenzionalità e
la strumentalità nell'atto aggressivo.
Le modalità con cui si manifesta il bullismo variano in base alla fascia di età, tra i 6 e gli 8 anni
questa è prevalentemente
fisica, comprende l'aggressione fisica o le minacce con oggetti
psicologica, che a sua volta può essere: verbale, comprendendo insulti di natura etnica o
sessuale e minacce, oppure sociale, ad esempio escludere dal gruppo o parlare alle spalle.
Tra i 9 e i 12 anni a queste modalità si sommano altre tipologie ancora più dannose come il
cyberbullismo, le molestie sessuali o l'aggressività nel rapporto di coppia.
I principali attori del bullismo sono i bulli, le vittime passive, le vittime aggressive e i bulli vittima e
ciò che li accomuna sono scarse competenze sociali come ad esempio quelle comunicative, o quelle
relative alla risoluzione costruttiva dei conflitti.
Ciò che caratterizza i bulli sono livelli elevati di aggressività e di forza fisica, scarsa empatia,
atteggiamento positivo verso la violenza e bisogno di dominare. Inoltre alcuni autori hanno notato
come il loro comportamento prepotente sia guidato come mezzo per accrescere e difendere
l'autostima. Nel dettaglio si possono dividere in 2 categorie:
Bambini aggressivi reattivi: la loro difficoltà nella gestione delle interazioni li porta a non
comprendere perfettamente situazioni sociali ambigue, attribuendo erroneamente intenzioni
ostili ad altri. Di conseguenza la loro reazione è caratterizzata da scoppi d'ira e da
aggressioni fisiche. Solitamente sono individui isolati socialmente.
Bambini aggressivi proattivi: le aspettative e le emozioni percepite in seguito alle azioni
aggressive sono positive, ciò che guida il loro agire è la strumentalità e meno l'atto fisico.
Essi non riconoscono l'immoralità delle loro azioni. A livello sociale sono visti come dei
leader e tendono a circondarsi di soggetti simili a loro dai quali ricevono rinforzi per i
comportamenti aggressivi.
I principali fattori di rischio a livello individuale possono essere: atteggiamenti positivi verso la
violenza e l'uso di droghe, difficoltà nella gestione dell'empatia e scarse prestazioni scolastiche.
A livello familiare solitamente i genitori non hanno cura per i loro figli e sono aggressivi verso il
partner o direttamente verso il figlio.
Altri fattori di rischio possono essere delle cattive compagnie oppure vivere in comunità dove vi è
una cultura della violenza e un facile accesso alle armi da fuoco.
I fattori di rischio possono risiedere anche nel contesto scolastico e sociale, come ad esempio a
causa dell'enfasi sulla competizione rispetto alla cooperazione, modelli culturali diversi a causa
dell'immigrazione, l'influenza dei media.
Anche le vittime possono essere divise in 2 categorie:
Vittime passive: reagiscono in maniera ansiosa, piangendo e senza cercare di difendersi.
Hanno bassa autostima e sono isolate socialmente a volte i pochi amici sono vittime a loro
volta.
Vittime aggressive: reagiscono aggressivamente provocando ed irritando gli altri a causa
della loro difficoltà nel controllare le emozioni, questo le porta ad essere ancora più isolate
delle vittime passive. Hanno similarità col quadro di ADHD. Possono essere a loro volta
bulli-vittime.
I fattori di rischio che le contraddistinguono sono principalmente a livello familiare, essi sono l'iper-
protezione nelle vittime passive oppure uno stile educativo punitivo ed incoerente accompagnato da
episodi di abuso, violenza e rifiuto nelle vittime aggressive.
Le ripercussioni sulla vita delle vittime sfociano in situazioni negative e durature che riguardano le
difficoltà scolastiche ed interpersonali. Inoltre l'essere vittima di bullismo può portare a depressione,
ansia, bassa autostima ed a sintomi psicosomatici, nel peggiore dei casi anche alla morte.
La maggior parte degli episodi di bullismo avviene in presenza di altre persone, le quali raramente
intervengono. Questa omertà fa da rinforzo all'atto aggressivo andando a rafforzare la persistenza
del fenomeno. I motivi per cui i pari solitamente non intervengono sono la mancanza di strategie
adeguate, la paura della propria incolumità o una tendenza a mantenere le cose inalterate.
Alla luce di queste considerazioni, per comprendere al meglio il fenomeno del bullismo, è utile
approfondire il ruolo dei pari.
Salmivalli ha stilato una microgenesi del fenomeno individuando:
il bullo, il sostenitore e l'assistente,
I quali per la maggior parte del tempo agiscono rinforzando il comportamento aggressivo.
L'esterno, il difensore e la vittima
I quali solo per una parte di tempo nettamente inferiore si dedicano ai tentativi di difesa.
Ciò che distingue i vari ruoli sono i fattori di personalità, ad esempio quelli dotati di migliori
capacità sociali ed elevata autostima sono i difensori.
Tra i fattori di protezione principali, troviamo il chiedere aiuto ad un adulto, l'instaurazione di
amicizie qualitativamente buone e al non farsi problemi ad esternare il problema.
Questo perché solitamente nel momento in cui i pari intervengono i atti di prepotenza tendono ad
interrompersi in fretta.
Il bullismo negli ultimi anni è diventato anche cyber-bullismo. Esso è un'aggressione da parte di un
gruppo o un individuo attraverso mezzi elettronici ai danni di una vittima. Questa tipologia si
caratterizza sostanzialmente:
nell'asimmetria di potere che non è più fisico ma è legato alla competenza nell'uso delle
nuove tecnologie,
Nell'anonimato, aumentando l'inibizione ed il potere del bullo
nell'aumento del distacco tra gesto e il suo vero significato, nascondendone i veri effetti
nell'esplosione mediatica che ne consegue, questo fa si che il materiale possa essere diffuso
in tutto il mondo
Buona empatia cognitiva ma scarsa empatia affettiva
Nella reiterazione, in quanto un singolo episodio di cyber-bullismo può provocare un danno
notevole alla vittima senza che esso venga ripetuto nel tempo, ad esempio un video su
youtube, esso rimane disponibile nel tempo per un tempo indefinito raggiungendo sempre
più persone.
I fattori di rischio e le conseguenze sul piano emotivo e comportamentale sono simili a quelli del
bullismo tradizionale con un enfasi sull'isolamento e la perdita di socialità.
I principali strumenti utilizzati nel cyber-bullismo, sono gli smartphone, la posta elettronica, i
social-network e i programmi di editing fotografico.
Il cyber-bullismo può presentarsi attraverso diverse forme, può essere:
Testuale-verbale: comprendendo chiamate, sms, mail, post nei social network
Visuale: diffusione e condivisione di immagini o video compromettenti attraverso gli
smartphone o i social-network
Esclusione: rifiuti o esclusioni dai gruppi on-line ad esempio quelli di whatsapp.
Impersonificazione: Furto di dati personali, profili e password allo scopo di diffamazione o
furto di identità.
Le tipologie con cui si manifesta invece sono:
Molestie: Insulti on-line ripetuti nel tempo, invio di spyware per spiare l'attività on-line della
vittima oppure telefonate mute.
Cyberstalking: molestie insistenti dirette verso coetanei con cui si ha