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La psicologia dell'arte
"La prima formula, e la più diffusa, che lo psicologo incontra quando affronta il problema dell'arte, è quella che definisce l'arte come conoscenza.." - Lev S. Vygotskij
L'altra formula che lo psicologo incontra è quella che riguarda il "piacere estetico" o "esperienza estetica".
Esperienza estetica: caratteristiche, condizioni e conseguenze. Tipo di studio tipologia dei vissuti che l'arte può suscitare sia a livello di produzione o creazione, sia a livello di fruizione o ricezione. Freud sosteneva che quest'esperienza può essere considerata "ineffabile". Stokes mise in risalto le difficoltà che si pongono quando si voglia definire tale esperienza. L'esperienza estetica si può sperimentare specialmente con l'arte, che è in grado di attivarla e che questa sia in effetti una peculiarità dell'arte stessa.
Sul piano psicologico, l'estetica ha a che fare con l'infusione di sentimenti (Wundt): essa può caratterizzarsi per la presenza di un piacere estetico determinato e può attivare anche altre emozioni. Non è necessariamente il bello a caratterizzare l'arte: il piacere legato al godimento del bello non è l'unica reazione che caratterizza l'esperienza estetica (es. i "cretti" di Burri). "Estetica": fa riferimento ad un concetto più ampio, la cui etimologia ci riporta alla dottrina della conoscenza "sensibile" in filosofia. La conoscenza sensibile non ha a che fare necessariamente con il bello o l'arte, ma li può comprendere. L'esperienza estetica quindi si presenta in prevalenza con il carattere di un plesso di emozioni globalmente positive o comunque collegare a un piacere specifico. L'immagine artistica che suscita queste complesse emozioni e polarizzaL'attenzione e la percezione in un canale esclusivo e peculiare, produce un altro interessante effetto: il vissuto di sospensione del tempo (descritto da Dante nel IV canto del Purgatorio). "È un vissuto molto significativo e intenso, atto a richiamare il legame forte che si stabilisce con l'opera d'arte e che ne caratterizza il valore sul piano emotivo e cognitivo (Bartoli; Moles)". Il legame affettivo che si stabilisce con l'opera determina anche alcuni comportamenti, come il desiderio di poter fruire ancora dell'opera stessa, oppure quello di possedere l'opera per poter stabilire con essa un legame esclusivo. Altro aspetto importante dell'esperienza estetica è dato dall'andamento dell'esperienza stessa. Essa ha diverse fasi:
- fase di attivazione: ha luogo con la percezione dell'opera
- fase di contemplazione: assoluto coinvolgimento, raggiunge il suo acme, per poi...
- sovvertimento delle proporzioni
- stravolgimento delle figure
- abbattimento del significato
- rifiuto del perimetro della tela
- rifiuto dei materiali di base
- si afferma il principio della libertà dai vincoli, si perde interesse all'effetto, ci si accosta alla provocazione.
Parallelamente abbiamo assistito anche a un ritorno d'interesse per gli aspetti legati al calcolo delle proporzioni che facilitano l'apprezzamento estetico (chirurgia plastica e cosmetologia).
Birkhoff e Koffka: psicologi di orientamento gestalista, hanno ritenuto che il bello si ottiene quando nelle configurazioni artistiche prevalgono l'ordine, simmetria, pregnanza, omogeneità. B. elaborò una formula che poteva descrivere il piacere estetico:
Formula di Birkhoff: E= O / C
dove E=Estetica, O=Ordine, C=Complessità. L'esperienza estetica sarebbe direttamente proporzionale all'ordine ed inversamente proporzionale alla complessità.
inversamente proporz. alla complessità. Al crescere delle condizioni d'ordine, crescerebbe anche la probabilità di provare il piacere estetico di fronte a ciò che è bello. Formula di Berlyne: E= C / O
La complessità attrae, spinge l'individuo a mantenere l'attenzione e a esplorare quelle configurazioni che comprendono tanti segni e significati. Formula di Fechner: E= O x C
Spesso le opere d'arte si caratterizzano per essere semplici e unitarie in certe parti, ed eterogenee e complesse in altre. Il risultato estetico è quindi dato da un bilanciamento ottimale tra unitarietà e molteplicità, semplicità e complessità, omogeneità ed eterogeneità.
Bonaiuto sottolinea la rilevanza dei processi di saturazione sostiene quindi di poter provare l'esperienza estetica in presenza di prevalente ordine, se si è saturi di complessità, o di prevalente complessità se si è saturi di ordine.
è saturi d’ordine.L’ autenticità è stata posta come qualità irrinunciabile nel determinare l’apprezzamento estetico. Ilproblema dell’autenticità si pone anche alla base del valore di mercato di un’opera. Qui entra in meritolo studio sull’ espressività emotiva (capacità delle strutture, delle forme e dei colori di veicolarisignificati). “non tutto ciò che è espressivo è estetico”(Arnheim), però l’espressività può essere tra ifattori favorenti l’esperienza estetica, in particolare la corrispondenza tra le qualità del “contenente” equelle del “contenuto”.Arnheim distingue diverse qualità:
- qualità strutturali: forma, grandezza, posizione, composizione, velocità rappresentano la base perla lettura dei significati.
- qualità costitutive: colore, tessitura,
consistenza, temperatura elaborano i significati- qualità espressive: emotive, intenzionali, funzionali, relazioni causali si pongono come fondamento per la possibilità di attivazione del piacere estetico.- qualità ponte (valenze): relazione tra il sé e gli oggetti- significati convenzionali: dimensioni creative e originali a carico del significato e del significante. Locher ed il tema del "Balancing" : dimensioni di bilanciamento tra i vari aspetti dei fattori formali. Sono inoltre rilevanti gli equilibri tra forme, colore ed uso degli spazi. Tali equilibri possono assumere un'importanza speciale nell'attivazione dell'esperienza estetica.Vi sono casi però totalmente opposti: es. sono molto diverse le opere di Botero e quelle di Modigliani, le prime rappresentano donne in carne, le seconde rappresentano donne snelle, entrambe opere che non rispecchiavano i canoni classici di rappresentazione.Nell'arte
contemporanea e moderna gli effetti sono guidati da tale complessità, talvolta da veri e propri sovvertimenti delle regole e degli schemi sono proprio le contraddizioni, le peculiarità le basi di peculiari processi comunicativi. La percezione della forma è l'unità primaria dal punto di vista percettivo. Wertheimer, Koffka e Köhler studiarono i "fattori formali": fattori che consentono la segregazione di una figura dallo sfondo. L'organizzazione percettiva prevedo l'intervento di fattori quali:
- vicinanza
- somiglianza
- continuità di direzione
- chiusura
- pregnanza
Secondo i gestalisti, i fattori formali guidano la percezione a partire dall'organizzazione figurale e consentono alle forme di stagliarsi dallo sfondo ed essere percepite nei loro significati. Gaetano Kanizsa: tali fattori agiscono nelle opere d'arte e guidano la lettura dell'opera stessa. La cosiddetta "tendenza alla Gestalt",
Inizialmente tradotta come "buona forma", guida l'atto percettivo e privilegia le forme regolari. Alcuni processi percettivi interessanti:
- Il completamento: processo che si basa sulla presenza di una configurazione con una parte mancante ma intuibile ricostruzione della figura intera. Oppure ci sono anche i contorni o superfici illusorie: non rappresentate graficamente, eppure perfettamente visibili (Triangolo di Kanizsa). Questo processo è la conferma degli schemi mentali: occorre avere conoscenza della figura nella sua interezza per poter intuire il non rappresentato.
- L'ambiguità: equilibrio tra i fattori formali presenti, tale da non consentire l'emergere di una sola figura, bensì da creare un bilanciamento che possa dar luogo almeno a due soluzioni percettive.
- Le tassellazioni: fanno coesistere significati diversi ma presenti nello stesso momento.