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APPORTO DEI SENTIMENTI DELL'AS NELLA RELAZIONE CON IL CLIENTE

  • aspettazioni altruistiche da parte dell'AS: essere un genitore che reca aiuto: vi è il rischio che l'AS intervenga in modo estremamente attivo nella vita del cliente, senza riuscire a definire i limiti del proprio aiuto, l'AS deve restare sul piano professionale
  • spirito di tolleranza: bisogna distinguere tra quella tolleranza che si fonda sulla capacità di riconoscere i sentimenti del cliente e di sopportarli ed uno stato di vero e proprio timore rispetto al comportamento ostile ed ai sentimenti negativi del cliente
  • spirito di comprensione: l'AS si deve ricordare che la familiarità con le teorie riguardanti gli esseri umani non offre una chiave per comprendere. Tutti sono dotati di una propria personalità complessa ed unica.

I timori dell'AS:

  • sognare e scavare nel passato, il passato ha rilievo solo nella misura in cui resta attivo ed influenza il cliente nel presente.
  • fare del male, l'AS può temere di fare del male al cliente dicendo cose fuori posto.
  • l'occhio radiografico: di comprendiamo solo una minima parte di quello che accade e dipendiamo di ogni passo.

della collaborazione con il cliente.

APPORTO DEI SENTIMENTI DEL CLIENTE ALLA RELAZIONE CON L’AS.

  • Costellazioni diminutive
  • liberarsi dal dolore: è l’ideale a cui il cliente aspira grazie all’aiuto dell’AS
  • “Fossimo chi ci aiuti a portare il nostro fardello”: il cliente avra qualcuno che temporaneamente sopporti con lui le sue angosce e lo aiuti a trovare una soluzione.
  • essere amati: il cliente vuole essere amato con tutti i suoi difetti e deficiènze. Se l’AS si lascia idealizzare, non lo aiuta ad affrontare le sue frustrazioni e delusioni

I Timbri del cliente:

  • essere biasimati: i sentimenti di colpa possono indurre a tenere Celate informazioni importanti
  • essere punti: la sensazione di colpa conduce al Timbro della punizione
  • essere abbandonati: una volta instaurato il rapporto fiduciario il cliente teme di essere abbandonato dall’AS prima che i suoi guai siamo stati messi a fuoco pote

ità è intimamente correlata alla fantasia inconscia, il loro cambiamento produce un cambiamento della struttura più permanente dell'Io.

POSIZIONI NELLO SVILUPPO

Melania Klein parla di posizioni, non di stadi o fasi come Piaget o Freud, in quanto è uno stato mentale che può essere presente in qualsiasi momento della vita, caratterizzato da specifiche qualità del rapporto con il oggetto, delle angosce e delle difese.

La Klein parla di posizione schizo-paranoide e posizione depressiva; esse possono essere presenti contemporaneamente in tutto l'arco della vita, cambia però quanto di fatto possano essere presenti.

POSIZIONE SCHIZOPARANOIDE

È la prima a comparire (rimane anche quando si evolve in posizione depressiva). Nella posizione schizoparanoide ci sentiamo in pericolo; minacciati e la rappresentazione che abbiamo dell'oggetto è di qualcuno che è minacciato, e al contrario che ci difende. L'angoscia di fondo è quella della sopravvivenza per l'annientamento di fronte alla quale si metto ma in aula della difese.

La difesa specifica è quella della scissione che consente di iniziare a discriminare cosa è bene e cosa è male, ma anche di contrapporre un oggetto che fa fare bene da una percezione che minaccia.

Per un bambino piccolo è molto difficile contrapporre e distinguere la fantasia inconscia dalla realtà; la fantasia dell'oggetto ideale si fonde con le esperienze gratificanti che la confermano, la mamma a volte.

La posizione schizo-paranoide è caratterizzata dalla

scissione di oggetti buoni e oggetti cattivi. L’esperienza di

esperienze buone fa progredire lo sviluppo, ma il prevalere

di esperienze cattive lo impedisce (a causa di fattori

interni ed esterni). Quando l’angoscia e gli impulsi ostili

nevrotici sono intensi il soggetto viene distrutto e con

esso ogni esperienza di realtà interna ed esterna.

Questo porta quindi alla psicopatologia della posizione

schizo-paranoide, impedendo lo sviluppo.

Posizione depressiva

Se le condizioni di sviluppo sono favorevoli, il

bambino sarà più in grado di identificarsi con

il suo oggetto ideale e meno impulsivi dei propri

impulsi ostili e quindi meno portato a proiettarsi

all’esterno (riesce ad accettare che sia se stesso, cioè

gli altri a volte sono un po’ buoni e un po’ cattivi).

Quando la proiezione diminuisce, l’ambiente risulta più

benevolo. L’Io diventa più forte e le angosce paranoidi

diminuiscono (aumenta la tolleranza verso le proprie

ostilità), la scissione quindi diminuisce.

Il bambino inizia a visualizzare l’oggetto come integrato.

Lo stesso oggetto è a volte buono e a volte cattivo.

Anche l’Io è più integrato e l’integrazione dell’Io

e dell’oggetto procede simultaneamente, in quanto

l’integrazione di un oggetto senso può integrare nuovamente

l’integrazione dell’Io. Questi cambiamenti psicologici

si sono favoriti anche dalla maturazione fisiologica.

(La maturazione del SNC consente una migliore organiz-

zazione delle percezioni, anche lo sviluppo e l’organizza-

zione della memoria). Il bambino quindi deve

fronteggiare i conflitti relativi all’ambivalenza, (un

acquistando così maggiore fiducia e sicurezza). La posizione depressiva porterà a arricchimento e creatività.

Qualora questo non accadesse può subentrare la psicopatologia della posizione depressiva (depressione).

Si cade in depressione quando non si riesce a emergere e dalla colpa, dal non senso di essere cattivi; questo si trasforma in colpa persecutoria, regredendo alla posizione schizo-paranoide. Si finisce per impaurirsi e questo indebolisce il rapporto con la realtà (es. la persona potrebbe avere esperienze deliranti).

DIFESE NELLA POSIZIONE DEPRESSIVA

  • DIFESE MANIACALI: ricorrono fino a quando non si acquisisce abbastanza fiducia nella riposizione.

Le difese maniacali proteggono dalla disperazione dell’inseguito e consistono nel disprezzo (“non è vero che sono cattivo”) e da difese della posizione depressiva non più organizzate rispetto a quelle della posizione (ma strutturate su te stesse).

Le difese maniacali sono troppo forti, si mettono in atto circoli viziosi che bloccano lo sviluppo futuro. Sono dirette verso qualunque sentimento di dipendenza (si nega di essere dipendenti dall’altro) perché si ha paura della perdita; l’individuo ad esempio potrebbe usare la risicela per difendersi dal senso di colpa. A volte non si riconoscono più le cose a cui si tiene (per paura della perdita), oltre a volte a credere che siano gli altri ad aver bisogno di noi e non il contrario.

Il rapporto maniacale è caratterizzato da una triade di sentimenti: dominio trionfo e disprezzo, essi costituiscono una difesa contro i sentimenti depressivi.

elementi anche meno precoci, sia tutti gli stati emotivi

infantili che persistere per tutta la vita.

NP Transfer: è quindi tutto ciò che abbiamo costruito

nel nostro mondo interno e che trasferiamo su una

situazione nuova. Avviene sia da parte del cliente

(Transfer da/AS), sia da parte dell’AS (Transfer

su cliente).

NP Controtransfer: è la reazione dell’AS al transfer

e non dipende tanto da lui, ma dal cliente. Il

controtransfer è il modo in cui l’AS affronta le

situazioni portate dal cliente. È difficile quindi distin-

guere tra il transfer al presente e il controtransfer (essere)

solo del paziente); è necessaria una auto-osservazione

critica e supervisione. Possono essere d’aiuto le riunioni

d’equipe per vedere i punti di vista di chi non è

coinvolto come noi.

> ESEMPIO. PAG. 17

Una madre inizia a lavorare e il bambino comincia

ad avere episodi di enuresi. Tenta di spiegare

al AS che è un lavoro a tempo parziale e che si

fanno sempre le cose quando il bambino torna da scuola

o nelle vicinanze. Il AS non lo ascolta, dando la colpa

degli episodi a questo lavoro della madre, senza ricor-

dare la causa più profonda dell’incomunicante.

P Non si deve avere fretta nel trovare una soluzione; è

meglio accertare di non capire, prima attribuire alle

persone ciò che non è vero.

Dettagli
A.A. 2018-2019
61 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher barbaratraverso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Rosso Anna Maria.