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FINE PITTURA VARIETAS
1475/80-500
Attitudine al narrare viene superato a favore del ritorno ad una rappresentazione unitaria dell'immagine.
Recupero del primo 400, a Firenze del Brunelleschi, Donatello, Masaccio.
Contenuto: approfondimento ragioni profonde e sostanziali dell'uomo.
Il Perugino
Il Perugino, Consegna delle chiavi Vaticano, Cappella Sistina (slide 256)
Sguardo senza discontinuità nell'immagine, figurazione elementi già noti all'osservatore che non susciti curiosità
ma osservazione nella bellezza. Modo per dare pace di essere in confronto con una totalità.
Cappella Sistina
Ciò equivale al pensiero di Sisto IV e della Cappella Sistina (fatta da Bernardo Rossellino), la grande loggia
trabeata che si doveva aprire da un lato sulle Storie di Mosè (vecchio testamento, legge), l'altro sulle Storie di
Cristo (legge della grazia). Grandiosa loggia che si apriva sulla storia e sull'eternità, si vedevano fra le finestre la
storia della chiesa e dei temi cristiani attraverso l'immagine dei papi, da Pietro (dove ore è il Giudizio) a Eugenio
IV. Tutto ciò sotto il grande voltone dove era rappresentato, prima di Michelangelo, un cielo stellato.
Architettura dà il corrispettivo della Consegna delle chiavi: possibilità di distendersi nella storia e nel cosmo.
Aspetto tipico delle architetture papaline.
B. Rossellino, retro di Palazzo Piccolomini e di Santa Maria Assunta. Pienza (slide 258)
Pienza: Borgo di Corsignano voluto da Papa Pio Piccolomini (Pio II). Architetture: quadruplice loggia retro
Palazzo Piccolomini, grande finestratura con 6 finestroni della chiesa. Esaltazione corso del sole, percorso
davanti allo sguardo dalla loggia.
- B. Rossellino, Santa Maria Assunta, particolare. Pienza (slide 260)
Anni ‘80: Lorenzo il Magnifico pubblica un testo di Platonismo: De immortalitate animae [cit.]. Testo
sull'immortalità dell'anima, teologia platonica. Attività politica intesa come riflesso del bene trascendente, del
bene in sè: continuo riflettere di Lorenzo il M sulla propria anima, di trovare nella sua anima il bene in sè e non
quello transitorio. Lorenzo distinse in sè due anime: una mortale, amore verso il mondo e della sua bellezza,
strazio quando la bellezza si consuma e muore. L'altra anima era quella dell'immortalità, e di trovare oltre il
trascorrere, la pace.
Poesia ed arte (architettura). Interprete: architetto Giuliano da Sangallo.
"Commento ai miei sonetti": metafora della vita dedicata all'amore. Architettura, pittura: espressione dello
struggersi, ed al tempo stesso cercare pace.
A. Del Verrocchio
A. del Verrocchio, Monumento a Piero e Giovanni de' Medici. Firenze, San Lorenzo (slide 263)
Tomba di Lorenzo a Cosimo e Giovanni, sul muro divisorio tra Cappella Medici e la Sagrestia Vecchia del
Brunelleschi.
Epigrafe che si vede partendo dalla cappella medici che si distende a circolo attorno al basamento: guidati
dall'epigrafe si è costretti a compiere un movimento ovvero girare attorno al monumento, in un certo tempo, che
ci ha fatto percepire un mutamento e cambiamento di visione. Da controluce a piena luce, (da visione potenziale
ad una attuale –Aristotele, Fisica [cit.]-)
La luce attualizza nel tempo ciò che è in potenza, abbiamo un'immagine nell"inc et unc", nel qui ed ora, ci si
distacca dalle tenebre nel fondo: dinamica continua dell’immagine nell'attimo che scorre. Aristotelico (tutte le
cose passano nel tempo).
Attimo che ha implicito in se il trascorrere e corrompersi.
A. del Verrocchio, Nudo, particolare. Berlin (slide 267)
Immagini di fiorente bellezza stanno per corrompersi: anche le plastiche figurate (Giovane disteso)-->
complessità natura, inserendola nel volto contro i riccioli che creano massa oscura potenziale da cui si attualizza
il volto.. Malinconia: tutto si dissolve.
Giorgione
Giorgione, La vecchia. Venezia, Gallerie dell’Accademia (slide 268)
Vecchia contro l'oscuro (dimensione di atemporalità): Verrocchio--> col tempo si invecchia e si entra in
corruzione.
Il Perugino
Il Perugino, Apollo e Dafni. Parigi, Louvre
Perugino: rappresenta Lorenzo che si era descritto come Danfi, un pastore musico che morì per amore di una
ninfa. Vediamo Dafni seduto, immerso nella dolcezza della natura con Apollo che lo ascolta.
Serenità inclinata dal volo verso sinistra degli uccelli: auguri--> evento nefasto.
Bellezza pericolosamente transitoria.
Perugino manca nella costruzione delle figure del disegno sottocutaneo che sostiene la figura, si limita alla
percezione sensibile della bellezza superficiale: adatto ad esprimere la trasitorietà e bellezza della sua anima.
Giuliano da Sangallo
Dibattito tra le due anime: grandiosa rappresentazione di esse in un dialogo tra architetture diverse. Due
architetture che fece fare da Giuliano da Sangallo sotto la sua diretta guida: Villa Ambra di Poggio a Caiano, e
Santa Maria delle Carceri a Prato.
Due architetture che rappresentano due situazioni diametralmente opposte, perni nel paesaggio.
La prima si apre sul paesaggio, l'altra è rivolta al sua interno. Due visioni: estroflessa e introflessa.
G. da Sangallo, Villa medicea “Ambra”. Poggio a Caiano
La villa di Poggio a Caiano ha come elemento costruttivo esterno un criptoportico (loggiato) che la circonda.
Loggiato percorribile all'interno e al di sopra. Ci si arriva dalle scale e che si percorre anche in basso.
Dal suo interno ci propone di girare intorno e avere una visione a tutto tondo del paesaggio. Salendo al piano
superiore c'è una loggia d'ingresso dalla quale volgendosi al paesaggio si comincia a vedere l'ampiezza dello
spazio (terrazza) che ci induce a continuare il percorso e girare attorno percependo la rotondità del paesaggio.
Contemplazione estesa della bellezza, che ci introduce a seguire il corso del sole.
Dalla loggetta vediamo l'ultima caduta del sole che scende a sud ovest.
Bellezza indissolubilmente legata all'idea della morte. Contemplazione sensibile che termina sotto la volta che la
copre. Anima legata alla bellezza terrena e transitoria, ingabbiata dal suo termine.
La volta a botte è il culmine di Poggio a Caiano, ma si apre in Santa Maria delle Carceri.
G. da Sangallo, Santa Maria delle Carceri. Prato (slide 287)
Vecchie carceri di Prato: avvenne un miracolo, Lorenzo andò a Prato quindi.
Interno chiesa: improvvisa rivelazione voltoni che a Poggio si chiudevano, qui si aprono lasciando entrare luce
sfolgorante della grande cupola.
Lorenzo diede l’immagine del miracolo delle carceri, perchè ha fato costruire piano inferiore e superiore: quello
superiore rappresenta transito umano, umanità nel suo carcere. le volte rappresentano un unico accesso alla
luce.
Trabeazione: basso e alto (luce). Decorazione freccette, discesa dall'alto della luce. Luce eterna nel carcere
umano, la luce di dio.
Trionfo grandioso oltre la temporalità; Lorenzo fece di questo pensiero tutta la città di Firenze. Costruì un raggio
che unisce la SS. Annunziata visivamente alle colline fiesolane. Addizione laurenziana (via laura). Raggio
architettonico serve a creare collegamento tra trasitorietà del tempo colli Fiesole fuori mura, collegati al cuore
della città e alla cupola attraverso immagine di crescendo architettonico: cupola bassa di SS. Annunziata e lo
splendore della cupola.
Benedetto da Majano
B. da Majano, Portale. Firenze, Palazzo della Signoria, sala dei gigli (slide 296)
Lux vera, interpretazione anche con Benedetto da Majano, il quale iniziando dalla Porta del tribunale di Firenze,
mostra la figura del Battista quando con il volto si dirige verso la direzione di qualcuno che si avvicina.
Egli usa due colori: il candido del marmo e lo splendido dell'oro. Usati perchè ha fatto riferimento a un testo,
ottica comparazione del sole a Dio, Ficino [cit.]. Colori scala dell'anima e dell'immaginazione.
-B. da Majano, Le stimmate di San Francesco, particolare. Firenze, Santa Croce (slide 298)
Ultimi anni del secolo ‘400: esaltazione forte continuità visiva delle immagini, ricerca unità, che anzichè stupire,
vuole indurre all'abbandono contemplativo dell'occhio dell'anima alla bellezza e alla sua continuità.
Firenze che vede un grande personaggio come Lorenzo De Medici, che all'interno delle ricerche sull'anima degli
ultimi anni del 400, considera le due anime che lo compongono: una rivolta alla contemplazione sensibile della
bellezza del mondo, ed una contemplazione intellettiva di esso per scoprire ciò che conduce all'eterno.
Bellezza che inevitabilmente sfiorisce. Sotto la committenza di Lorenzo, il Verrocchio coglie una forma
espressiva.
Lezione 6 2/10
Ultimi anni del secolo ‘400: esaltazione forte continuità visiva delle immagini, ricerca unità, che anzichè stupire,
vuole indurre all'abbandono contemplativo dell'occhio dell'anima alla bellezza e alla sua continuità.
Firenze che vede un grande personaggio come Lorenzo De Medici, all'interno delle ricerche sull'anima degli
ultimi anni del 400, considera le due anime che lo compongono: una rivolta alla contemplazione sensibile della
bellezza del mondo, ed una contemplazione intellettiva di esso per scoprire ciò che conduce all'eterno.
Bellezza terrena che inevitabilmente sfiorisce.
Sotto la committenza di Lorenzo, il Verrocchio coglie una forma espressiva: presentare l'immagine di bellezza,
fiorente bellezza (grappoli, frutti che escono dalle cornucopie) nella luce, con un fondo oscuro. Struttura che
dimostra come il fondo oscuro, è l'immagine della potenza: ciò che in luce è in atto, nel momento. Fondo scuro
potenziale. Implicito passaggio che corrisponde alla parte malinconica dell'anima di Lorenzo.
Villa Ambra a Poggio a Caiano: loggia metafora architettonica del sentire di Lorenzo, loggiato che sostiene una
terrazza, posta attorno alla lingua, che permette allo sguardo di estroflettersi nell'immensa bellezza circolare
tutt'intorno, per cogliere il sole che percorre il loggiato.
Il punto da cui parte il tutto, ingresso villa come ingresso tempio antico, ci fa ritornare al punto in cui l'occhio
contempla la morte del sole. Estesa contemplazione del circolo solare, termina nell'ultimo orizzonte che è quello
della morte.
Elicriso, fiore del sole che tende al sole ma si secca sotto di esso. ViIla con porticato e terrazzo paragone con
l'Elicriso, tende al sole, ma si esaurisce sotto di esso.
Grande salone voltato che copre due piani, di Giuliano da Sangallo. Voltone che dopo l'immenso giro del
mondo circostante si chiude in un se stesso che non ha più sbocco: "anima legata in corporal catene" (Lorenzo).
Anima chiusa in se stessa che non si apre all'ulteriorità.
Lorenzo