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Donatello a Padova: il monumento equestre al Gattamelata

Nel 1443 Donatello arrivò a Padova e vi rimase per 10 anni. La città, al cui governo c'erano i Carraresi, usava i modelli romano-imperiali in opposizione a quelli bizantini di Venezia, sua nemica. In questa prospettiva ebbero molta importanza i contatti con l'ambiente fiorentino.

Donatello: monumento equestre al Gattamelata, 1447-1453, Padova Piazza del Santo

Quest'opera venne realizzata durante il soggiorno a Padova, soggiorno fondamentale perché l'arte toscana giunge nel Norditalia. La statua è collocata su uno zoccolo in marmo, che a sua volta è stato collocato su un piedistallo in pietra calcarea. Essa rappresenta uno degli esempi più significativi della rielaborazione del modello antico del monumento equestre. Essa fu finanziata dalle casse di Venezia ed ha funzione di celebrare un condottiero che aveva servito Venezia e aveva garantito molte vittorie. Per la prima volta si decide di riservare ad un mercenario un onore che in passato era stato riservato solo ai condottieri di origine nobiliare.

epoche antiche era riservato solo a grandi imperatori o signori, creando così un'innovazione nel rapporto con modello antico. Chiaramente come esempio antico ha seguito quello della statua equestre di Marco Aurelio, realizzata nel II secolo e che si trovava inizialmente al Laterano e poi nel 1534 nella piazza del Campidoglio.

Il piedistallo della statua del Gattamelata è altissimo ed evoca, nella parte inferiore, la presenza di una camera funeraria. Idealmente c'è la possibilità di entrare attraverso una porta disegnata nel basamento, tuttavia questa è una finzione, in quanto non è un monumento funerario ma solo monumento commemorativo. Sotto allo zoccolo di marmo è ritratto un sarcofago.

Donatello è uno dei maggiori protagonisti del rapporto con l'antico. Le sperimentazioni che fa sono all'insegna di un rinnovamento. Prende il linguaggio della cultura antica e lo riadatta al contesto in cui vive ed opera. Si trova

quindi quasi a ricoprire un ruolo mentale, in quanto deve cercare idee e soggetti che gli consentono di creare una nuova arte. Non compie quindi una semplice citazione ma propone una rielaborazione che gli consente di fondare la lingua del rinascimento toscano. Riesce a rendere il movimento del condottiero a cavallo. È presente anche una forte attenzione per la ritrattistica, in quanto non idealizza una fisionomia ma la restituisce.

monumento al Gattamelata

Il rappresenta perfettamente l'espressione del culto umanistico dell'individuo.

L'altare del Santo, nella sua conformazione attuale, rappresenta una ricomposizione di Camillo Boito del 1895, in quanto la conformazione originale venne smontata nel 1591. Inizialmente doveva apparire come una sacra conversazione tridimensionale situata in fondo al coro e non all'inizio del presbiterio come è ora. Le statue della vergine e dei santi erano collocate sotto ad un baldacchino poggiato su un basamento decorato con

Dei rilievi. La vergine è colta nell'atto di alzarsi dal trono per mostrare il bambino ai fedeli ed è il fulcro attorno a cui ruota la rete di sguardi e atti dei santi. Nei rilievi del basamento vengono illustrati i miracoli del santo. Le scene sono ambientate su fondali imponenti in cui si raggruppa una folla. Nonostante questo dettaglio Donatello riesce sempre a ricondurre l'attenzione dello spettatore al miracolo.

Lastra che decora l'altare del santo. La lastra rappresenta la deposizione di Cristo. Ciò che colpisce è il fortissimo pathos della scena. Molti studiosi sottolineano come si tratti di una rielaborazione dell'iconografia di Meleagro, quindi sostanzialmente una rielaborazione classica prestata ai mezzicristiani. In primo piano c'è un'arca decorata con tasselli policromi per stimolare il dinamismo. Il corpo di Cristo è sostenuto dal sudario e da figure maschili che sembrano essere molto composte nei movimenti.

Alle spalle si trova un corteo di figure femminili che si agitano, e che fungono da veicolo per la dimensione del pathos. La vergine è rappresentata con le braccia spalancate. La figura nell'angolo a sinistra si tira i capelli per esprimere dolore. Sullo sfondo possiamo vedere dei capelli che volteggiano e un volto rappresentato di profilo che esprime dolore. Le figure femminili fanno capo a dei motivi rintracciati nell'antichità corrispondenti alle menadi dionisiache, le quali sono travolte dall'agitazione tipica. L'antico è perfettamente simboleggiato dall'erma bifronte. Chastel ricorda che lo stile di Donatello non fu sempre apprezzato a Firenze per via della sua oscillazione tra linguaggio apollineo, ordinato e armonioso, che si combina con un linguaggio del pathos dionisiaco. L'erma bifronte, infatti, ritrae Apollo e Dioniso.

Leon Battista Alberti 1404 nasce a Genova, figlio illegittimo di un nobile fiorentino. Formazione universitaria a

Padova e Bologna<1432> segretario apostolico<1434> soggiorno a Firenze x corte papale dove conosce Brunelleschi e Donatello Autore di tre trattati -De pictura <1435>: definizione prospettiva. Il dipinto viene visto come una finestra da cui si apre l'istoria. -De re aedificatoria <1452>: ispirato a Vitruvio, descrive tipologie architettoniche e le loro funzioni, sottolinea l'importanza fase progettuale, l'architetto non è più un capomastro. -De statua dopo il 1464: è il primo trattato in età moderna un cui si analizzano le proporzioni della figura umana. <1450-1470> lavora a rimini (Tempio Malatestiano), Firenze (Santa Maria Novella, Palazzo Rucellai), Mantova (San Sebastiano e Sant'Andrea) <1472> muore a Roma Tempio malatestiano / chiesa di san francesco, circa 1450, Rimini Sia Rimini che Urbino ebbero una breve ed effimera stagione rinascimentale, le quali dipesero interamente dal volere dei Signori, tra cui Sigismondo Pandolfo Malatesta. Gliinterventi malatestiani ebbero però un carattere autocelebrativo molto più accentuato, motivo per cui alla sua morte i lavori vennero interrotti. Si tratta di un'opera incompiuta, commissionata da Sigismondo Pandolfo Malatesta. L'obiettivo di Alberti è quello di trasformare un luogo di culto in un mausoleo all'antica. La morte improvvisa di Sigismondo Malatesta pone fine ai lavori, lasciando quindi il cantiere incompiuto. Non sono stati realizzati: la parte superiore della facciata, il fianco sinistro, la tribuna, e la decorazione interna. L'architetto sceglie il motivo dell'arco a tutto sesto, il quale compare nelle campate della facciata e nelle campate laterali, luogo in cui Alberti prende spunto dall'acquedotto romano. Sigismondo Pandolfo Malatesta decise di restaurare la chiesa di San Francesco, mausoleo di famiglia. Nel 1447 affidò l'incarico a Matteo de Pasti, il quale aveva il compito di creare un monumento funebre per.celebrare la famiglia. L'architetto decise di lasciare intatta l'aula unica e aggiungere delle cappelle sui lati. Utilizzò temi classici sia per elementi strutturali che per quelli decorativi, che vennero impiegati in maniera slegata dalle regole di proporzione. L'esterno fu affidato ad Alberti, il quale creò un involucro marmoreo che inglobasse l'edificio preesistente. L'opera è incompiuta e sono state realizzate solo la parte bassa della facciata, divisa da 3 archi inquadrati da un ordine di semicolonne su cui se ne imposta uno di paraste; e le fiancate, descritte da una serie continua di arcate su pilastri molto profondi in cui dovevano trovare posto i sarcofagi dei dignitari di corte. L'insieme è unito da uno zoccolo. Alberti utilizza temi antichi: i fianchi si ispirano all'acquedotto romano, mentre la facciata riprende l'arco di Augusto a Rimini. Dato che la costruzione è incompiuta riusciamo ad immaginarel'aspetto originale solo da una medagliacelebrativa realizzata da Matteo de Pasti, dove si vede sia la soluzione della facciata che una grandecupola emisferica ispirata a quella del Pantheon. Come nel caso di Rimini e di Urbino, anche la fioritura di Mantova dipende interamente dalla dinastiadei Gonzaga, famiglia molto attiva anche dal punto di vista culturale. Dall'educazione umanistica, gliesponenti di questa famiglia decisero di usare i legami con il mondo classico come forma più efficaciedi legittimazione del potere. Alberti lavorò per i Gonzaga nella chiesa di San Sebastiano dal 1460 e in quella di Sant'Andrea delSan Sebastiano1472. La chiesa di era la chiesa privata dei Gonzaga. Essa si presenta come austera esolenne, anche se incompleta rispetto al progetto. È una chiesa a pianta centrale divisa su due livelli,di cui quello più basso seminterrato. La pianta si articola su 3 bracci absidati ed un corpo centralecubico coperto da unavolta a crociera. Il quarto braccio non absidato è preceduto da un portico. Per questo progetto Alberti rielabora la tipologia del tempio classico elevato su di un podio. Chiesa di Sant'Andrea, ideata nel 1470, Mantova Qui viene reintrodotto il tema dell'arco come modo per rapportarsi con l'antico. La chiesa è ispirata a modelli etruschi e presenta una navata unica voltata a botte cassettonata. Sant'Andrea Anche la chiesa di non è compiutamente fedele al progetto originale. Essa è stata concepita per contenere la reliquia del sangue di Cristo. Alberti rielabora il Templum Etruscum descritto da Vitruvio. La pianta è a croce latina con un'unica navata affiancata da cappelle laterali quadrate e transetto, il tutto voltato a botte a lacunari. Nella facciata viene riproposto il tipo dell'arco trionfale, ispirato all'arco di Traiano di Ancona, ad un solo fornice affiancato da setti murari. A Ferrara viene utilizzatal'addizione erculea, la quale consente alla città di duplicare le proprie dimensioni sotto il governo di Ercole I d'Este. Biagio Rossetti viene nominato come architetto per eseguire tale opera. Viene aggiunta alla città esistente una porzione doppia di superficie, strutturata secondo assi ortogonali, che ricalcano la tipologia delle città romane (cardo e decumano). Si vede così una contrapposizione netta tra il complesso urbano ordinato ed armonico e le vie della città medievale. Bernardo Rossellino: rinnovamento della città di Pienza, anticamente Corsignano, 1460-1462 Il committente è papa Pio II Piccolomini. Bernardo Rossellino è un architetto di formazione albertiana, come è possibile notare dall'utilizzo degli archi e dalla struttura dei palazzi. Egli inserisce una piazza rinascimentale in borgo medievale. La piazza risulta avere una forma trapezoidale che dà l'impressione di ampiezza anche perché si

trova inserita in contesto viario

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
86 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucapolito di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Sapienza Valentina.