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LE CARATTERISTICHE CHIMICHE, FISICHE E FISIOLOGICHE DEL LATTE.
Il latte è l’alimento che sta alla base della nutrizione di tutti i giovani mammiferi, fondamentale per la loro
crescita e il loro sviluppo. Esso si distingue dal colostro, che è la prima secrezione della ghiandola
mammaria in ogni lattazione. Quando genericamente si parla di latte si intende il latte bovino/vaccino che
deriva dalla mungitura delle bovine da latte.
Dal punto di vista chimico il latte contiene diverse molecole; prima di tutte l’acqua, che è presente circa
all’87%. Il rimanente 13% costituisce il residuo totale secco; questo dato è influenzato dalla presenza dei
grassi e del lattosio, perciò per determinare eventuali annacquamenti è necessario calcolare il residuo
secco magro. Il residuo secco totale contiene glucidi (5%), lipidi (3,6-3,8%), protidi (3,2-3,4%), vitamine e
Sali minerali (0,9%), ecco perché il latte è un alimento completo carente solo di vitamina C e ferro.
Lo zucchero presente in maggiore quantità è il lattosio, il quale è un disaccaride composto da due
monosaccaridi, il glucosio e il galattosio legati dal legame glicosidico tra il C1 e il C4, e polare/solubile in
acqua ed è quindi presente in soluzione acquosa. La maggior parte del lattosio è sintetizzato nella
mammella a partire dal suo precursore glucosio proveniente dal sangue. Esistono tracce di carboidrati
complessi come il fattore Bifidus.
I grassi sono principalmente trigliceridi, formati da tre molecole di acidi grassi legati per esterificazione a
una molecola di glicerolo (a tre atomi di carbonio) con liberazione di una molecola d’acqua; i trigliceridi
sono insolubili in acqua e sono perciò raccolti in globuli lipidici protetti da una membrana fosfolipidica. Gli
acidi grassi presenti sono per i 2/3 saturi, in natura lineari e solidi, e per il restante 1/3 insaturi, ramificati e
liquidi; si calcola l’esistenza di oltre 50 tipi di acidi grassi da C4 a C24, di cui i più importanti sono l’acido
palmitico, oleico e stearico.
Le proteine maggiormente presenti nel latte sono le caseine (75%) che si raccolgono in micelle caseiniche;
vi sono poi le beta-lattoalbumine e le beta-lattoglobuline (20%), e azoto non proteico in soluzione (5%) di
cui la metà è urea. In particolare esistono diversi tipi di caseine presenti in diverse quantità: G, AS1, B, AS2,
K; le k caseine sono importanti in quanto possiedono una polarità accentuata e nelle micelle si posizionano
all’esterno in modo da garantire stabilità. Hanno un ruolo fondamentale nella caseificazione.
Dal punto di vista fisico il latte può essere visto contemporaneamente come: una soluzione acquosa in cui
tutti i componenti sono sciolti per polarità e rimangono in soluzione (il lattosio, i sali minerali e l’azoto non
proteico); un’emulsione in quanto i lipidi apolari sono raccolti in globuli lipidici a causa della loro densità
inferiore rispetto all’acqua; infine una sospensione colloidale in quanto le caseine sono proteine complesse
raccolte in micelle. Tendenzialmente il latte appena munto si separa in due fasi: l’emulsione, ovvero la
parte lipidica, tende a risalire in superficie e a formare la crema; rimangono nella fase acquosa la soluzione
e la sospensione colloidale che formano il siero. Nel latte alimentare è obbligatoria l'omogeneizzazione,
ovvero il trattamento meccanico che diminuisce le dimensioni dei globuli lipidici. Questo processo aumenta
l'ossidazione del latte, la quale può essere positiva per conferire l'aroma a particolari tipi di formaggio come
il gorgonzola.
Una caratteristica fisica del latte è il suo colore bianco; questa gradazione è data dalla presenza delle
caseine: durante il processo di caseificazione si forma la cagliata che è bianca e composta da caseine. Il
colore giallo del burro è invece dato dalla presenza di carotenoidi all'interno dei lipidi.
La densità del latte a 15°C è tra i valori di 1,029 e 1,034 g/ml e in media quindi 1,030 g/ml. Questa proprietà
può essere misurata con il densimetro di Quevenne.
Un'altra caratteristica fisica del latte è la sua tensione superficiale: quando si riscalda il latte oltre la sua
temperatura di ebollizione (>90°C) in superficie si forma una pellicola costituita da sieroproteine; da qui
deriva la produzione della ricotta, la quale non è un formaggio ma un latticino che deriva da un ulteriore
riscaldamento del residuo del siero. Il termine ricotta deriva dal latino e significa appunto "cotto due volte".
Dal punto di vista fisiologico il latte è il prodotto naturale dei mammiferi, i quali lo utilizzano come alimento
per i propri figli ed è indispensabile per la loro crescita e il loro sviluppo; deve perciò contenere tutti i
principi nutritivi necessari allo sviluppo del figlio. La mammella è un organo costituito da un gruppo di
ghiandole, nel caso delle bovine sono 4, e la sua funzione è quella di secernere il latte. Il latte è un prodotto
di secrezione, ovvero di sintesi, in quanto il 90-92% del residuo secco è prodotto negli alveoli delle
ghiandole mammarie (lattosio, acidi grassi a corta e media catena, glicerolo, caseine e albumine e
globuline); il restante 8-10% è un prodotto di escrezione in quanto viene filtrato direttamente dal sangue
(acidi grassi a lunga catena, Sali minerali, vitamine). Anche l’acqua proviene dal flusso sanguigno.
TIPI DI LATTE NELLE DIVERSE SPECIE ANIMALI.
Ponendo a confronto i vari tipi di latte delle diverse specie animali si possono notare delle differenze in
base alle razze degli animali, alle loro necessità, al tipo di alimentazione e all’utilizzo del latte come fonte
energetica; la percentuale di grasso aumenta nel latte di animali che vivono in condizioni estreme, come le
renne, le balene, gli orsi polari, in quanto, essendo il grasso la principale fonte di energia, necessitano di
muoversi e di sopravvivere; la percentuale di proteine invece è maggiore negli animali che hanno bisogno di
crescere velocemente e di raddoppiare il proprio peso, in modo da poter rendersi autonomi. Per esempio i
conigli e i topi raddoppiano il proprio peso in soli 6 giorni: questo è dovuto ad un processo evolutivo, di
selezione genetica che ha portato gli animali maggiormente vittime di predatori a sviluppare questa
caratteristica. Inoltre, più diminuiscono i giorni necessari al raddoppiamento del proprio peso dalla nascita,
maggiori sono le percentuali di grasso e proteine, ma anche di Sali minerali per lo sviluppo dell’apparato
scheletrico. L’uomo invece raddoppia il proprio peso in 150 giorni ed è una delle specie più lente; tuttavia
ciò che ha permesso la sua evoluzione è la presenza di grandi percentuali di lattosio, l’unico zucchero
contenente galattosio, fondamentale per la formazione di galattolipidi che servono per lo sviluppo delle
membrane cellulari specie nelle cellule nervose. L’uomo è l’unico ad utilizzare come alimento il latte bovino
e riesce a digerirlo grazie alla lattasi. L’unico latte in cui il lattosio è assente è quello dei leoni marini.
IGIENE E SANITà DEL LATTE, ZOOTECNIA E GENETICA ANIMALE.
Nel latte possono trovarsi in condizioni normali diversi tipi di microorganismi come batteri, lieviti, muffe,
virus. I batteri derivano principalmente dall’ambiente esterno, dall’aria; il latte appena munto ha una CBS
(carica batterica standard) da 10 000 a 100 000 microorganismi al ml; l’utilizzo della mungitura meccanica
riduce il numero di batteri, ma prima della vendita il latte deve essere sottoposto a trattamenti per
abbassare la carica batterica entro 48h. In particolare se sottoposto a pastorizzazione il latte viene
riscaldato a più di 70°C pe 15 secondi, avrà un CBS di circa 4 000 microorganismi/mL e dovrà essere
consumato entro pochi giorni e conservato a una temperatura di 0-4°C; se invece il latte viene sterilizzato
(UHT) vengono eliminati tutti (o quasi) i microrganismi presenti grazie al riscaldamento a temperature
molto elevate (<100°C), questo permette di poter conservare il latte per 3 mesi o più a temperatura
ambiente. Il latte potrà subire ulteriori processi industriali quali la scrematura (latte parzialmente scremato
e scremato nei quali viene ridotta la componente lipidica) e l’omogeneizzazione (il trattamento meccanico
di riduzione dei globuli lipidici), in modo da ottenere un prodotto più digeribile. Il latte crudo invece non
subisce alcun trattamento termico, commercializzato appena munto. La CBS indica l’igiene del latte. Molte
persone purtroppo sono intolleranti al lattosio, ovvero non producono l’enzima lattasi che scinde lo
zucchero in glucosio e galattosio; fortunatamente esistono prodotti come il latte ad alta digeribilità
ottenuto grazie all’idrolisi del lattosio che questi soggetti possono consumare.
Inoltre nel latte sono presenti anche cellule tipiche dell’animale (somatiche) che quindi ne indicano la
sanità; la quantità di cellule presenti dipende dai processi infiammatori della ghiandola mammaria.
Quasi mai sono presenti sostanze inibenti come antibiotici e farmaci, i quali sono utilizzati in campo
veterinario per combattere eventuali patologie della vacca; tuttavia questi hanno un costo molto elevato e
per esempio le cure con gli antibiotici si effettuano solo con due cicli all’anno, riducendo la possibilità di
trovarne nel latte. Potrebbero comparire anche detergenti e disinfettanti utilizzati nella pulizia dall’azienda
zootecnica e agrofarmaci come insetticidi; infine vi è una probabilità quasi nulla di trovare micotossine e
metalli pesanti.
Dal punto di vista zootecnico il latte è il prodotto della ghiandola mammaria delle bovine da latte e secondo
la definizione del Regio Decreto del 1929 esso è il derivato della mungitura regolare e ininterrotta di animali
in buono stato di salute, di alimentazione e in corretta lattazione. Esso si distingue dal colostro, il quale è la
prima secrezione della lattazione. Il latte viene prodotto dopo il parto e prosegue nelle bovine per circa 10-
12 mesi seguendo un andamento caratteristico: la curva di lattazione. Negli animali non selezionati per
produrre latte, questa curva segue un andamento a campana mentre nelle vacche diminuisce meno
rapidamente grazie alla mungitura costante che viene indotta per via ormonale; nelle bovine l’emissione
del latte dalla mammella è regolata dall’ormone ossitocina, la quale è secreta nell’ipofisi e passa attraverso
il sangue fino a raggiungere gli alveoli rimanendo attiva per pochi minuti. Più è veloce la mungitura più latte
è prodotto. In genere si effettuano due mungiture al giorno ogni 12 ore o tre ogni 8 ore. In ogni caso la
produzione del latte dipende dalla genetica, dall’alim