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PIANTE IBRIDE

I mais utilizzati in agricoltura sono generalmente ibridi per ottenere un mais diverso e molto più produttivo rispetto a quello iniziale: questi sono classificati secondo la precocità, cioè sui giorni impiegati per giungere a maturazione, seguendo generalmente la classificazione definita dalla FAO.

Hanno preso delle piante genitori, P1 e P2, e le hanno incrociate prendendo il polline dell'infiorescenza maschile di P1 e forzando la fecondazione con l'infiorescenza femminile di P2 tagliandone il pennacchio; successivamente viene raccolto il seme e viene riseminato, la prima coltivazione figlia F1, per il principio di eterosi, sarà molto sviluppata ovvero molto alta e con una grande produzione di granella; la produzione di anno in anno mischia la variabilità e si ritornerà ad avere una pianta molto simile ai parenti.

Silomais (pianta intera), granella secca, granella umida (pastone). Per il principio di eterosi le

prime generazioni di piante ibride di mais crescono con maggior vigore vegetativo e riproduttivo (molto sviluppata) rispetto ai parentali -> pianta alta con granella; ma di generazione in generazione (di anno in anno) la produttività scende. Da qui è nata la commercializzazione degli ibridi che si trova nelle coltivazioni più abbondanti e redditizie del pianeta, ed è il motivo per cui gli allevatori usano i mezzi tecnici (come questo che è legato alla genetica) per avere la resa migliore.

Discorso OGM

Gli OGM sono collegati a questo concetto, anche il mais è stato uno dei primi ad essere commercializzato come OGM. Esistono tipi di mais geneticamente modificati, il cui utilizzo è vietato in Italia: un esempio è il mais OGM, ovvero mais BT, in cui è stato inserito un gene che codifica per la tossina Bacillus Turigensis che riesce a far morire la piralide, un bruco che distrugge il mais; a vista il mais BT è identico a

< p >Gli OGM sono vietati in Italia ed è vietata anche la loro coltivazione; in realtà oggi il mais viene importato dall'estero quindi non abbiamo la totale certezza che non ci siano OGM.

Oggi in Italia ci sono più di 2.500 tipi di mais acquistabili, queste varietà sono studiate per avere un numero giorni di maturazione differente e quindi diversa crescita della pianta, ovviamente piante che crescono velocemente produrranno meno mentre piante che crescono più lentamente avranno una produzione maggiore, in Italia si seminano le classi 600 e 700 che tra aprile ed agosto (140 d) essendo mediamente tardive arrivano a maturazione.

Oltre a essere utilizzato come foraggio, il mais è destinato anche alla produzione di granella/pastone a uso zootecnico o alla trasformazione dell'amido in zucchero nell'industria.

Quando viene insilato si chiama Silomais e può essere considerato un foraggio anomalo in quanto contiene

un'elevata quantità di energia, simile a un concentrato, ed è molto produttivo (20-25 tonnellate); inoltre, si adatta perfettamente all'ambiente della Pianura Padana, ha un'elevata digeribilità grazie all'amido, un basso costo di produzione e una buona versatilità nella destinazione. Mais insilato Al momento dell'insilamento il mais è una massa verdastra, alla fine invece dell'insilamento il silomais diventa più marroncino dovuto alla perdita della clorofilla e all'acidificazione,--> l'obbiettivo è quello di mantenere il colore più vicino possibile al verde oliva e l'odore deve essere leggermente più acido, questo per la produzione di acido lattico (deve essere sopra il 6% sulla SS) mentre la produzione degli altri acidi come l'acetico, il propionico e il butirrico deve essere molto bassa; SS pari al 33%, pH uguale a 3,6-4; il mais deve essere coperto molto bene per evitare.che entrano in contatto con l'aria soprattutto il cosiddetto cappello che è la cima del silos. Il mais è la foraggera principale ma ha dei difetti, uno dei quali è il modo nel quale viene insilato, soprattutto se questo processo viene effettuato in maniera errata, in particolare se la parte superficiale rimane più a contatto con l'ossigeno e quindi non favorisce la crescita dei batteri lattici ma dei clostridi butirrici e proteolitici; i clostridi butirrici soprattutto hanno la particolarità che dopo fermentazione si trovano in una condizione non ideale e producono spore per sopravvivere; esse sono costituite da una parete analoga a quella vegetale molto resistente che protegge il batterio, tanto che il pH anche se basso non provoca nulla, nemmeno alle alte temperature. Queste spore non sono tossiche né per l'animale né per l'uomo ma se l'animale ingerisce l'insilato e se le feci prodotte dall'animale stesso.

sporcano le mammelle e il capezzolo potrebbero finire all'interno del latte che viene utilizzato per i formaggi. Le spore sopravvivono e dopo i 3 mesi di stagionatura gli amminoacidi (contenuti nel formaggio) permettono la germinazione dei clostridi e portano al problema del gonfiore tardivo.

Il gonfiore tardivo consiste nella formazione di buchi indesiderati all'interno della pasta del formaggio dovuti alla fermentazione di questi clostridi, portano quindi alla perdita della forma di formaggio.

I produttori di grana e parmigiano reggiano hanno cercato degli insilati con meno spore possibili --> insilati più schiacciati possibili --> sia carpello che sottocarpello.

I clostridi possono finire nel latte anche a causa dei foraggi che sono a contatto con il terreno quindi anche se la mammella viene pulita il latte potrà contenere spore di clostridi.

La via delle spore --> insilato (alimenti) -- bovina -- feci -- mammella -- latte -- formaggio.

Il parmigiano reggiano vieta

l'UTILIZZARE COME RIFERIMENTO) L'utilizzo degli insilati è consigliato per evitare il problema delle spore. Tuttavia, è importante notare che gli insilati possono essere utilizzati solo con erba fresca e fieni. Il mais, ad esempio, può essere utilizzato solo sotto forma di granella secca e non come insilato. La produzione del Grana non vieta l'utilizzo degli insilati e cerca di risolvere il problema controllando la produzione e l'igiene durante la mungitura. Questo spiega anche la differenza di prezzo tra i due tipi di Grana. Durante l'analisi del cappello del silos, abbiamo rilevato una quantità di spore nel centro pari a 5000 per grammo. Negli angoli, dove è più difficile coprire e schiacciare il mais, la quantità di spore era pari a 24000 per grammo. In queste zone, il PH variava da 6 a 7/8, il che indica che la fermentazione lattica non è avvenuta e i clostridi hanno preso il sopravvento grazie alla presenza di ossigeno. Nella parte centrale, invece, abbiamo rilevato solo 100 spore per grammo con un PH di 4. Le zone laterali o sotto il cappello presentavano una quantità di spore compresa tra 600 e 1400 per grammo, con un PH di 4/4,6. (DATI SPERIMENTALI NON DA UTILIZZARE COME RIFERIMENTO)Il mais viene desilato utilizzando una macchina chiamata raspatrice, che rimuove una fetta regolare senza far entrare il resto del mais a contatto con l'ossigeno. Al contrario, chi coltiva la loiessa utilizza dei semplici ragni per movimentare e raccogliere la massa, mettendola in continuo contatto con l'ossigeno. La loiessa è un foraggio molto coltivato come erbaio e viene seminata a settembre-ottobre. Viene raccolta quando la spiga inizia a vedersi, generalmente all'inizio di maggio. Questo momento è ideale per una successione nel campo di loiessa e mais, in quanto la loiessa ha una quantità ottimale di proteine, parete vegetale ed energia. Non ha senso raccoglierla dopo, poiché avrà sempre più fibra e meno proteine. La loiessa è una graminacea di buona qualità, in quanto è ricca di parete vegetale e di energia in UFL. È ottima per l'insilamento, in quanto ha una buona quantità di sostanza secca (18%) e zuccheri solubili al momento della raccolta. Come il mais,viene raccolta a inizio spigatura ma prima di essere posta nei silos deve essere sottoposta a un pre- appassimento in modo da ottenere una sostanza secca apri a circa il 25-35%. Il principale problema della loiessa è il fatto che il pre-appassimento in campo provoca un inquinamento a contatto con il terreno da parte dei clostridi con la massa foraggiera--> insilati ricchi di spore. La raccolta avviene nel momento della maturazione lattea della granella --> ci può essere minor contaminazione --> portiamo a casa un prodotto con poco terreno--> non viene fatto il pre appassimento. Mono successione di mais --> sistema foraggero che prevede la rotazione di solo mais--> crea problemi. Si è sostituita la doppia successione mais-loiessa -soia, oppure con la rotazione --> nello stesso terreno non si coltivano sempre le stesse colture ma colture diverse in anni diversi. La scelta migliore dipende dalla condizione pedoclimatica dei terreni e delle loro.

zoneApprofondire graminacee

Erba medica --> leguminosa quindi ha un apparato radicale fittonante--> coltivata per le piante e semi ricchi di proteina ( 20% sulla SS e povera diNDF) . Alto contenuto di lignina ma non limita la digeribilità.È resistente alla siccità e al freddo ma predilige climi caldi e terreni calcarei con pH >6,5.Hanno una predisposizione genetica ad accumulare proteine--> devono avere i principi nutritivi per costruirle--> gli amminoacidi --> maggior quantità dinitriti e nitrati--> hanno sviluppato la simbiosi con i rizomi che sono in grado di catturare molto azoto gasso N2 , metabolizzandole per produrre nitriti enitrati.È una pianta che arricchisce il terreno --> tendono a crescere in profondità ed è longiva--> 5/6 tagli l'anno ( solo se fi fa la raccolta nel momento ottimale)In realtà non è ottimale per le bovine perché ha troppo calcio--> non può essere

L'unico foraggio

Concentrati energetici

domenica 12 gennaio 2020 22:20

Lezione 7

Lezione 7/01/2020

I concentrati sono alimenti per il bestiame e sono chiamati così perché, al contrario dei foraggi, hanno un elevato contenuto di energia (carboidrati/grassi) e/o di proteine e povere di parete vegetale (quindi non sono alimenti grossolani cosa che sono invece i foraggi)

Fonti principali:

  • Granelle intere (cereali, leguminose...)
  • Sfarinate (in genere autoprodotti)
  • Spesso i concentrati sono dei sottoprodotti delle lavorazioni dei vegetali - la soia nel mondo è coltivata per più del 70% per fare olio. Nei semi di soia non c'è solo olio e quindi il sottoprodotto della lavorazione è uno scarto ma allo stesso tempo un concentrato proteico.
  • Radici-tuberi (patate, manioca...)
  • Sottoprodotti della lavorazione dei prodotti di origine animale (alcuni vietati nei ruminanti)
  • Altri alimenti (integratori minerali-vitamine...)
additivi…..) è una divisione sistematica non di utilizzo vero eI concentrati sono suddivisi in due gruppi: concentrati ENERGETICI [1] e concentrati PROTEICI[2] proprio perché anche dai concentrati proteici possiamo ottenere "energia". Tra i concentrati energetici, il cereale più coltivato è il mais, seguito dalla segale e dall'orzo. I concentrati proteici, invece, sono principalmente costituiti da sottoprodotti dell'industria alimentare come la farina di soia, la farina di pesce e la farina di carne.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
85 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/13 Biologia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sansi99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Produzioni animali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Tamburini Alberto.