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NEOCOSTITUZIONALISMO
Fino ad ora si era fatto riferimento ad sorta di stato legislativo, mentre qui si introduce un elemento
nuovo, “La Costituzione”. Ciò implica dei cambiamenti radicali, siamo difronte ad un nuovo tipo di
diritto ed è necessario un nuovo meccanismo che lo spieghi. La presenza di una Costituzione rigida
comporta che le leggi devono essere subordinate ad essa. Si assume un modello di autorità
giuridicamente limitata. Nessuna autorità e sovrana perchè è limitata dalla costituzione. I limiti a
cui la società e sottoposta sono:
• Procedurali: non può esprimere la propria volontà in qualsiasi modo voglia, ma deve
rispettare delle determinate procedure.
• Sostanziali: Le autorità, nell'emanare leggi, devono attenersi ad alcuni criteri. Esse sono
sottoposte a doveri negativi (cose che non può fare), ma anche positivi (cose che dovrebbe
fare).
Da cosa dipende il carattere fondamentale dei diritti che implicano l' autorità?
C'è chi sostiene che questi diritti sono fondamentali,supremi proprio perchè sono previsti da una
costituzione rigida (Giuspositivismo). Diventano supremi e fondamentali come conseguenza della
costituzione rigida. C'è chi dice che esistono diritti fondamentali e immodificabili e sono protetti da
una Costituzione Rigida (Giusnaturalisti). Quindi la costituzione è un mezzo per proteggere i
diritti.
Come si interpretano e come si applicano le leggi costituzionali ?
Le norme costituzionali secondo una posizione molto diffusa, si identificano e si applicano secondo
modo specifico di ragionamento che si chiama “Bilanciamento e Ponderazione”. In realtà queste
norme costituzionali tendono ad entrare in conflitto quindi, per identificare cosa richiedono
precisamente bisogna fare questo tipo di Ponderazione fra diversi valori. Quando la Corte decide
un determinato valore rispetto ad un altro stabilisce una gerarchia di tipo assiologico (riflette la
scala di valori) non strutturale (Es. in questo caso prevale la libertà). Questa gerarchia è mobile
perchè si può alterare in qualunque momento, poiché varia in base alla decisione del giudice.
QUESTA POSIZIONE POTREBBE ESSERE ADOTTATA DA UN REALISTA GIURIDICO.
Un'altra posizione ,difesa da Luigi Ferraioli, sostiene il contrario; in realtà le norme costituzionali
non si applicano con la Ponderazione e il Bilanciamento, ma in realtà ciò che si Pondera e
Bilancia non sono le norme ma i fatti concreti (Es. se c'è un conflitto tra due principi costituzionali,
si valutano le circostanze del fatto).
Contrapposizione sulla priorità della costituzione e priorità della democrazia?
Molti autori sono contrari alla presenza di costituzione, poiché essa implica dei limiti alla
democrazia. Il potere di decidere se una legge democratica è valida appartiene ai Giudici
Costituzionali o al Parlamento? Una posizione favorevole al Parlamento vede la Costituzione come
il punto di partenza per il dibattito democratico. La democrazia è concepita come un modo di
discutere. E' il miglior modo per arrivare alla conoscenza di ciò che si deve fare. Tale posizione
vede la Corte Costituzionale come eletta in maniera non democraticamente valida, senza
maggioranza. C'è chi vede la costituzione come una legge suprema posta per limitare la
maggioranza democratica e tutelare la minoranza. Qui si identifica la necessità di una corte
costituzionale che vigili sulle decisioni del parlamento in modo tale da non essere in
contrapposizione alla costituzione.
La costituzione è una norma ?
Se diciamo che la costituzione prevede un insieme di norme in senso specifico, intendiamo dire che
non sono regole sono principi in senso lato (perchè sono norme generiche) e non dicono cosa si
deve fare. Nel momento in cui sono applicati possono essere soggette ad alcune limitazioni. Quindi
la costituzione è normativa in senso lato, ma secondo questa posizione la costituzione è
normativa in senso debole. Il legislatore stabilisce cosa si deve fare o non si deve fare. Un'altra
ipotesi dice che le norme costituzionali sono regole, ma non principi. Consentono di identificare
permesso o vietato o obbligatorio; hanno una conseguenza deontica, non sono totalmente aperte
e si possono essere applicate direttamente dal giudice.
Il neocostituzionalismo è una teoria giuridica indipendente da quelle prima citate ?
Sembrerebbe di no, perché riflette una posizione positivista (normativista o realista) o di tipo
giusnaturalista, anche se cerca di osservare gli effetti di una costituzione nel diritto.
C’è chi sostiene che il neocostituzionalismo sia una critica al positivismo, mentre altri sostengono
che il neocostituzionalismo odierno sia l’odierno positivismo che incorpora i diritti fondamentali
delle costituzioni.
Lezione 16/03/2016
Divisione attuale del positivismo:
Positivismo inclusivo: la non connessione fra diritto e morale è contingente. Dipende
• dal contenuto della regola di riconoscimento che può incorporare criteri morali di
validità (Hart Postscriptum).
Positivismo esclusivo: la non – connessione è necessaria (fa parte della definizione
• di “diritto”. Se il diritto si identifica sulla base di ragionamenti morali, allora non ha
autorità) (Joseph Raz). Secondo Raz, il diritto era un fenomeno di autorità: quando
quest’ultima imponeva qualcosa, il ragionamento altrui era escluso e si seguivano
solamente le direttive dell’autorità. Se si ammette che nel diritto, per identificare le
norme, occorre un ragionamento, perde il suo essere un fenomeno d’autorità. La
concezione del termine lo rende incompatibile con la morale; se ciò accadesse il
diritto non potrebbe esistere. Questa tesi è simile al positivismo ideologico.
Positivismo etico: la non – connessione è un’esigenza normativa. Il diritto non si
• deve identificare sulla base di criteri morali (Thomas Campbell).
Seconda unità: Linguaggio e diritto
Cos’è il linguaggio ?
Un sistema di simboli:
• 1. Simboli convenzionali
2. Segni naturali
Parole:
• 1. Nomi propri
2. Parole di classe
Enunciati: all’interno di questi enunciati, le parole potrebbero avere un diverso significato a
• seconda del tipo di enunciato.
Connotazione: insieme delle caratteristiche che forniamo per identificare un oggetto in base alle
espressioni linguistiche che stiamo usando (es. insieme di fogli scritti cuciti insieme e racchiusi da
una copertina = libro).
Denotazione: insieme degli oggetti reali a cui si riferiscono le caratteristiche “connotative” per
identificarli (dati empirici).
Secondo un realista giuridico, non esistono le denotazioni dei doveri: non esiste nulla al mondo
denotabile al dovere. Il linguaggio giuridico non ha perciò riferimenti empirici. Sono però
connotativi, perché conosciamo i criteri per stabilire cosa è o non è una norma.
Le parole hanno senso o significato all’interno di un enunciato (significato contestuale):”es.
Giovanni ha il dovere di pagare le tasse”. La parola “dovere” ha senso nell’enunciato compiuto.
L’enunciato assume quindi il valore di unità minima di significato.
Esistono diversi tipi di enunciati, che porteranno a diversi tipi di significati.
Criteri di distinzione fra proposizioni (significati descrittivi) e norme (significati prescrittivi). Di
seguito sono riportati i criteri per capire se siamo davanti ad una proposizione o ad una norma:
Il criterio sintattico: dipende dalla forma grammaticale. È poco chiaro, sicché se una
• persona utilizza un linguaggio deontico, non sempre sta esprimendo norme.
Il criterio pragmatico: dipende dall’intenzione del parlante, oppure dal fine o effetto
• primario (es. “Che freddo che fa”, non si usa solo per esprimere la condizione climatica, ma
magari si può usare per esortare (ordinare) qualcuno a chiudere la finestra).
Il criterio semantico: dipende dalla possibilità di predicare verità o falsità (apofanticità).
• Ogni proposizione può essere vera o falsa; se un enunciato è suscettibile di valutazione
“giusto” o “ingiusto”, saremo davanti a delle norme.
Il criterio della direzione di adeguamento: si dice che ogni enunciato può avere due tipi di
• direzioni di adeguamento:
Una direzione di adeguamento mente / parola --- mondo (proposizioni:
• descrittive).
Una direzione di adeguamento mondo --- mente / parola (norme).
•
La distinzione è presente in quest’esempio: una donna viene seguita da un detective; essa andrà al
supermercato facendo un elenco di ciò che dovrà comprare; dietro di lei c’è il detective che osserva
ogni suo movimento, vedendola prendere tutti gli oggetti della spesa segnandoseli. Gli elenchi delle
due persone sono uguali, ma ognuno dei due elenchi ha una diversa direzione di adeguamento:
quello della signoria avrà la direzione mondo --- parola, perché se lei vede che nel suo carrello
manca un determinato oggetto, cerca di cambiare il “mondo”, ossia adegua la realtà al suo elenco.
Se non c’è corrispondenza tra il carrello e l’elenco del detective, egli dovrà cancellare l’oggetto
mancate dal suo foglio: la direzione sarà parola -- mente, perché cerca di riflettere nel suo elenco
la realtà.
Lezione 18/03/16
Linguaggio di primo linguaggio: fa riferimento ad uno oggetto.
Metalinguaggio (di primo livello): fa riferimento ad un oggetto che è il linguaggio stesso.
È importante capire quando il linguaggio fa riferimento al linguaggio stesso. Se non distinguo i vari
livelli di linguaggio si crea un paradosso; per poter predicare la verità o falsità, bisogna collocarli in
livelli diversi. La scienza giuridica descrive il linguaggio critico.
La grande divisione fra proposizioni e norme si presenta come una dicotomia (distinzione che fa
riferimento fra le varie categorie escludenti tra loro):
Alternativamente mutuamente esclusive: propone una distinzione fra oggetti che ricadono
• solo in una categoria, venendo esclusa da un’altra. Le categorie sono incompatibili fra loro
(es. una cosa bianca, non è nera).
Congiuntamente esaustive: propone delle categorie che occupano tutto lo spazio logico
• possibile, senza lasciare alternative (es. diritti reali / distinzione verità – falsità).
Quindi faccio una distinzione DICOTONICA quando le categorie proposte sono tra loro
esclusive ed esaustive.
Secondo Barberis questa divisione non può sussistere, perché vi sono esempi d