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Il contributo di Cornelius Gurlitt e l'analisi di Françoise Choay
Uno dei maggiori protagonisti di questo nuovo interesse è Cornelius Gurlitt, professore della Technische Hochschule di Dresda, il quale diede anche un importante contributo alla definizione di cosa sia l'arte urbana, una tecnica a cavallo tra piano regolatore generale e progetto architettonico. Esemplare è invece l'analisi che Françoise Choay, storico dell'Urbanistica del Novecento, ha dato a quello che egli stesso definisce "modello culturalista dell'opera di Sitte". Con questo termine indica l'approccio di valutazione del contesto e la pratica artistica, sottolineando come questo modello culturalista, tra i cui fondatori indica proprio Sitte, si contrapponga al modello progressista in voga in Europa nella seconda metà dell'Ottocento, inaugurato secondo l'autore dal marxismo. L'opera di Sitte ebbe grande influenza non solo in Germania, ma anche in Gran Bretagna, ad esempio Word fu influenzata dal principio.
ideologico del modello sittiano, in particolare pose la sua attenzione sulle considerazioni del concetto di lunga durata, per la quale la città è un organismo di lunga durata in cui la totalità, ovvero l'agglomerato urbano, ha il sopravvento sulle parti, ovvero sugli individui. L'opera di Sitte influenzerà anche altri autori inglesi, come Thomas Hayton Mawson, che lega le teorie di Sitte a quella dell'arte dei giardini nell'opera Civic Art del 1911, e Hanry Vaygham Lanchester, che si ispira alle riflessioni sittiane nell'opera The Art of Town Planning del 1925. Occorre ricordare come anche grandi autori come Gustavo Giovannoni e Eugène Viollet-le-Duc siano stati influenzati dal pensiero di Camillo Sitte. Infine, un ultimo autore che può essere ricollegato alla corrente storicista inaugurata da Sitte è Aldo Rossi. L'architetto nel corso delle sue feconde speculazioni teoriche si rifece pienamente all'idea.di tutela del patrimonio urbano. Nell'opera L'architettura della città riprende l'idea percui la costruzione della città non debba essere considerata come una semplice questionetecnica, ma anche come un problema d'arte, intendendo l'arte secondo l'accezione sittiana.
Rossi rifiuta l'idea di città come "macchina del costruire", ma interpreta invece i fatti urbanicome un'opera d'arte. Rossi disconosce la teoria meccanicista, legata al concetto di cittàindustriale, per la quale la città è una continua riproposizione di sé stessa, al pari di quantoavviene in una catena di montaggio. La città di Rossi è invece un continuo storico, unaprosecuzione della visione storicista di Sitte, nella quale il tema estetico deve porsi in paralleloa quelli tecnici.
9.3 - Josef Stubben
Stubben è stato un architetto e pianificatore tedesco, tre principali esponenti del
dibattito tedesco della seconda metà dell'Ottocento. Egli partecipò ai più importanti congressi internazionali, scrisse per numerose riviste e realizzò diversi piani regolatori. Nel 1890 pubblica l'opera "Der Stadtbau. Handbuch der Architectur", un trattato di costruzione delle città in funzione della progettazione e attuazione del piano regolatore. L'opera ha un'impostazione manualistica del tutto simile a quella del manuale di Baumeister, dall'approccio enciclopedico, si propone di fornire un supporto sistematico in ogni campo dell'ingegneria e dell'architettura. Contrariamente a Sitte, Stubben poteva vantare una vastissima attività operativa che lo rendevano un architetto e pianificatore di grande esperienza. Il pensiero di Stubben si legò strettamente a quello di Sitte, andando ad influenzare l'urbanistica europea del tempo, specie nel contesto tedesco e austriaco. Nella sua opera Stubben affronta in particolare ilIl tema delle tipologie edilizie, accettando con favore le nuove teorie estetiche sugli spazi urbani. In particolare l'architetto riprende il discorso estetico applicandola l'arte dei giardini e formulando il concetto di dotazione standard di verde che deve essere prevista per rimodulare lo spazio urbano. La città in questa fase storica vive ancora un periodo di profonde trasformazioni e le speculazioni teoriche circa la natura che essa deve assumere sono molto vive, in questo frangente si comprende che le nuove forme urbane non possono prescindere da una dotazione standard destinata a migliorare la qualità dello spazio urbano stesso. Un accenno particolare deve essere rivolto al capitolo dell'opera di Stubben dedicato alle "tecniche edilizie in Urbanistica", articolati in cinque fasi che costituiranno i punti fondamentali del processo di pianificazione generale. Il primo capitolo è dedicato ai principi fondamentali dell'urbanistica (abitazioni, traffico, ecc.).edifici pubblici, ecc.), il secondo alla progettazione del piano (organizzazione, definizione dei tipi di destinazione d'uso, morfologia, dimensionamento di strade, piazze, infrastrutture, ecc.), il terzo all'attuazione pratica del piano, il quarto all'adozione tecnica e all'arredo urbano e l'ultimo alla progettazione del sistema dei parchi e dei giardini pubblici. Un intero articolo viene pertanto dedicato a questo nuovo tema della progettazione urbanistica che inizia ad affermarsi proprio in questa fase storica. Si inizia a comprendere che il benessere urbano è raggiungibile solo attraverso la commistione di tutte queste dotazioni di servizi, la sensibilità dei cittadini si è fatta infatti più esigente e richiede interventi sia qualitativamente elevati che quantitativamente numerosi. Stuben prosegue il discorso ripercorrendo i vari tipi urbani che si sono susseguiti nei secoli e individua tre modelli di piano da applicare per il disegno delle città.nuove espansioni: quellascacchiera, quello a raggiera naturale e quello a triangolo. questi erano già stati realizzati inaltri piani ottocenteschi come a Barcellona, a Berlino e in alcune realizzazioni parigine del pianodi Haussmann. Ancora una volta l'intervento del pianificatore non si colloca sul tessuto storicodella città, ma all'esterno di esso con semplici operazioni di addizione. Queste edizioni peròdevono costituire una sintesi tra i tre modelli proposti.
9.4 – City Beautiful Movement
Le teorie elaborate da Sitte e Stubben ebbero un impatto molto esteso sull'urbanistica europeama l'idea di arte civica ebbe grande successo anche negli Stati Uniti dove si impose il CityBeautiful Movement, che produsse una serie di progetti, nuove spazialità e modelli rinnovatirispetto agli originali. Nel continente americano già nel corso dell'Ottocento erano statiacquisiti alcuni modelli urbanistici europei e dai primi decenni del
Novecento il dibattito teorico europeo sulle riforme da effettuare nelle città esercitò una fortissima influenza anche negli Stati Uniti. Per comprendere quale impatto ebbero le novità urbanistiche in questo contesto, occorre precisare che nella prima metà dell'Ottocento gli Stati Uniti erano il territorio caratterizzato prevalentemente da centri urbani con un numero molto limitato di abitanti, le poche gusti presenti superavano appena le dimensioni di un impresa artigiana ponte successivamente alla guerra civile del si registra invece un fortissimo momento della produttività agricola, al quale seguirà una rivoluzione nel campo industriale appunto verso la fine del secolo Gli Stati Uniti diventano il primo paese al mondo per produzione industriale, nel corso del primo decennio del Novecento, anche grazie all'organizzazione delle imprese in forma di società anonima, un tipo società un tipo di organizzazione societaria particolarmente vantaggiosa.
nascono enormi gruppi di investimento capitalistici. Questi fondi erano posseduti da grandi famiglie, che ricoprivano pertanto un ruolo elitario di immenso potere. Lo sviluppo economico fu accompagnato, e allo stesso tempo fu reso possibile, da un grande incremento demografico determinato in primo luogo da intensi fenomeni immigratori che raggiunsero tassi elevatissimi, superando anche il milione di arrivi annui alle soglie della Prima guerra mondiale. Allo scoppio della grande guerra la popolazione americana contava 100 milioni abitanti. Un gran numero di cittadini europei quindi abbandona il vecchio continente per spostarsi nei vastissimi territori ma i colonizzati del continente americano. Vengono fondati nuovi centri urbani, i centri più antichi della costa occidentale iniziano ad accrescere le proprie dimensioni e virgola nella seconda metà dell'Ottocento, prosperano anche i più rari sistemi urbani del Midwest, come Chicago. Nonostante le diverse proposte tentativi,Il governo centraleamericano, anche in ragione dello scarso potere che esercitava sui governi federali, non riuscì a controllare questo fenomeno di espansione urbana. Per esempio, le proposte di costruire strade e canali e in generale un articolato sistema infrastrutturale che collegasse tutti gli stati federati non ebbero mai esito. Un'efficacia limitata ebbe invece l'azione dei singoli stati, come nel caso della costruzione nello stato di New York di un canale capace di collegare il porto e il Midwest dando così origine al nuovo sistema insediativo di tipo regionale. Le difficoltà incontrate dal governo centrale e dai singoli stati, attribuirono alle città un ruolo fondamentale nella promozione dello sviluppo territoriale. Si assiste a un continuo lavorio, sovente ispirato ai modelli europei. Come era avvenuto in Europa con qualche decennio di anticipo, anche negli Stati Uniti lo sviluppo industriale iniziò a generare una serie di problemi.
urbani.La realtà americana era inoltre ambivalente, da un lato era caratterizzata da un'economia molto ricca, con potenzialità di sviluppo enormi, inoltre l'emancipazione sociale era molto più forte rispetto a quanto non fosse possibile in Europa ma al contempo erano maggiori anche i pericoli insiti nella società mercantile di questo momento. Molti esponenti del Rinascimento letterario americano, come Ralph Waldo Emerson e Henry Thoreau, evidenziano la nascita di un disagio esistenziale, del problema dell'individualismo e del rifiuto della città. Questi sentimenti espressi dal mondo letterario diventano un supporto anche alla teorizzazione di nuovi modelli urbanistici. Nasce così una nuova corrente di pianificazione fonda il suo lavoro sulla considerazione della complessità della vita urbana, affermando l'importanza di prevedere all'interno di qualsiasi piano regolatore delle zone deputate al tempo libero. Questae spazi verdi, integrando l'aspetto funerario con quello paesaggistico. Questa tendenza si è poi consolidata nel corso degli anni, portando alla creazione di veri e propri parchi commemorativi, dove le tombe sono inserite in un contesto naturale e armonioso. Questi nuovi cimiteri si differenziano dai tradizionali cimiteri urbani per la loro disposizione e per l'attenzione dedicata alla cura del verde. Le tombe sono spesso collocate in aree verdi, circondate da alberi, fiori e prati curati. Questo crea un'atmosfera più tranquilla e serena, che favorisce la riflessione e la contemplazione. Inoltre, i parchi commemorativi offrono spazi dedicati alla memoria collettiva, come monumenti e lapidi commemorative, che ricordano eventi storici o persone di rilievo. Questi spazi diventano luoghi di incontro e di riflessione per la comunità, oltre che di omaggio ai defunti. La tendenza dei parchi commemorativi si è diffusa in tutto il mondo, con esempi notevoli in diversi paesi. Questi luoghi sono diventati sempre più popolari tra coloro che cercano un'alternativa ai tradizionali cimiteri urbani, desiderosi di un ambiente più naturale e rilassante per commemorare i propri cari. In conclusione, i parchi commemorativi rappresentano una nuova tendenza nel campo dei cimiteri, che unisce l'aspetto funerario a quello paesaggistico. Questi luoghi offrono un ambiente naturale e sereno, dove le tombe sono inserite armoniosamente nel verde. Sono luoghi di memoria collettiva e di riflessione, che stanno diventando sempre più popolari in tutto il mondo.