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CRITERI, TEMI, STRATEGIE
→ Una STRATEGIA è da intendersi come un piano di azioni concepite e disegnate per raggiungere un
particolare obiettivo. È una tecnica in grado di coordinare la progettazione, la preparazione e il
coordinamento dei diversi mezzi necessari per raggiungere un obiettivo predeterminato e di lungo
periodo.
Si parla di strategie perché gli obiettivi che andiamo a perseguire non sono sempre obiettivi spaziali
ma sono anche trasversali, legati al mondo del lavoro, alla tutela dei minori, delle minoranze
culturali, etniche ecc.. , e quindi ovviamente in un quadro o in cui gli urbanisti devono fronteggiare
una serie di problematiche che sono anche diverse; più che un piano spesso e volentieri lavorano
sulle strategie, cioè su modalità differenti per rendere la citta più flessibile alla risposta a
sollecitazioni che al momento non si possono prevedere. ESEMPIO: Io parlo di strategia proprio
perché non posso andare a prevedere con chiarezza come andrà a svilupparsi la città, in termini
abitativi e non, le sue trasformazioni, dunque, grazie ad essa io cerco di trovare il giusto
compromesso nella realizzazione affinché ci sia il rispetto del territorio e delle sue esigenze.
ECCO che esce fuori il tema della pianificazione strategica, che affronta un altro aspetto
fondamentale della città, cioè la città che non smette di crescere.
Un piano strategico è un documento che definisce gli obiettivi a medio-lungo termine di un’impresa
e le azioni che metterà in atto per raggiungerli. Serve a dare una direzione chiara e condivisa
all’impresa e a prepararla ai cambiamenti futuri.
Un piano strategico è come una bussola che indica la direzione da seguire per raggiungere la
destinazione desiderata. Mostra dove si trova l’impresa rispetto al suo ambiente esterno e interno,
quali sono le sue opportunità e minacce, quali sono i suoi punti di forza e debolezza.
Oggi la pianificazione strategica mira a identificare corsi di azione possibili, piuttosto che uno stato
futuro desiderabile attraverso un approccio che tende a identificare i punti forti e deboli di un
territorio, definendo le principali strategie per lo sviluppo locale.
Tra le tante definizioni date in riferimento al piano strategico è utile ricordare quella secondo la
quale “il piano strategico è un documento operativo di programmazione a breve e medio termine,
utile a definire gli interventi in ambito culturale in una logica di rispetto dei diritti culturali e di
sviluppo integrato con le altre vocazioni del territorio” (Amari M., 2017).
Il piano strategico, dunque, ha la possibilità di trovare possibili alternative, varie opzioni prima di
individuare quella più adatta all’obiettivo che si vuole perseguire.
→Anche LE VALUTAZIONI così come le strategie hanno l’obbiettivo, la possibilità di rendere il più
trasparenti possibile i processi che riguardano le scelte del territorio, affinché questi processi siano
gestibili anche in forma trasversale.
Il termine VALUTAZIONE può assumere diversi significati:
• nell'ambito della Pedagogia e dell’insegnamento, la valutazione, intesa come verifica delle
conoscenze,
• nell’Estimo, si intende la stima del valore dei beni
• nella Finanza, la valutazione di un investimento in termini di rendimento in un mercato finanziario;
• nell’Urbanistica (Progetti e Piani), per valutazione si intende l'insieme di quelle tecniche e
metodologie utilizzate per valutare pertinenza, rilevanza, efficacia, efficienza, effetti e impatti.
Il concetto di Valutazione, ci dà la possibilità di fare un processo parallelo fra la pianificazione e la
valutazione, che in un qualche modo, faccia sempre tener conto delle ricadute di tipo ambientali,
tipo sociale, di tipo economico, che vanno a ridefinire i processi rispetto a come li sto pensando io.
Ho 2 modalità di valutazione:
VALUTAZIONE EX ANTE
realizzata parallelamente all’ implementazione di un piano o progetto e comunque prima della sua
conclusione; in questo caso la valutazione aiuta i decisori a scegliere fra scenari alternativi, o ancora
aiuta a stimare i diversi effetti, positivi e negativi, del processo in via di implementazione, al fine di
elaborare eventuali misure correttive e/o di sostegno.
VALUTAZIONE EX POST
Valutazione di un intervento dopo che è stato completato. L’obiettivo della valutazione ex-post è
quello di studiare se e come il progetto abbia raggiunto gli obiettivi prefissati (purpose) nonché
immaginare soluzioni adeguate per interventi simili in futuro.
→ SVILUPPO SOSTENIBILE, Come definito dal Rapporto Brundtland delle Nazioni Unite (1987) lo
SVILUPPO SOSTENIBILE è quel modello di sviluppo che soddisfa i bisogni delle generazioni presenti
senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Lo
sviluppo sostenibile non è solo difesa dell'ambiente, ma un obiettivo di intervento complessa che
nasce dall’integrazione fra scienza (particolarmente l'ecologia), tecnologia e organizzazione sociale e
istituzionale verso nuove forme di governabilità, con la consapevole partecipazione degli individui.
Una critica recente però sottolinea che il concetto di sostenibilità presenta due aspetti su cui
riflettere:
• che la natura e l’ambiente siano intese come elemento funzionale allo svolgimento delle attività
umane
• che lo sviluppo sia inteso soprattutto come crescita economica
Oggi si intende uno SVILUPPO CONSAPEVOLE. EQUO, CONDIVISO, COLLABORATIVO, INCLUSIVO,
ETICO, RINNOVABILE…IN UNA PAROLA «COMUNE»
→SERVIZI ECOSISTEMICI, possiamo definire sistemi ecosistemici tutti
quei servizi forniti dall’ecosistema a noi, che vanno dall’aria pulita che
ci offrono le piante all’acqua per la vita.
Vengono classificati 4 categorie di servizi ecosistemici:
1. supporto alla vita (come ciclo dei nutrienti, formazione del suolo e
produzione primaria, creazione di habitat);
2. regolazione, servizi che mantengono la vita (come regolazione del
clima e delle maree, depurazione dell’acqua, impollinazione e
controllo delle infestazioni);
3. approvvigionamento (come la produzione di cibo, acqua potabile,
materiali o combustibile);
4. valori culturali (fra cui quelli estetici, spirituali, educativi e ricreativi).
→RECUPERO RIQUALIFICAZIONE RIGENERAZIONE:
Recupero→ «riutilizzo a fini residenziali di edifici e tessuti urbanistici deteriorati» se si parla di
recupero si parla di riacquisizione di ciò che è stato abbandonato, sull’edificato esistente, un
esempio sono i centri storici ma non solo il problema principale come sono le zone periferiche, le
zone popolari, con materiali poveri. Si passo dai piani di espansione ai piani di recupero ( sia dei
centri storici che non, ma anche degli insediamenti abusivi). Nel recupero si fanno i conti con gli
abitanti che si trovano in quelle aree e dunque dovrò ascoltare anche le loro di richieste ovviamente
senza ad arrivare a favoreggiamenti.
Riqualificazione→ a che fare anche con le funzioni e non solo con lo spazio, cioè riqualificare spazi
pubblici, ambiti industriali, servizi dismessi, che hanno bisogno di essere reinventati, in particolare
nelle periferie più degradate.
Rigenerazione→ Si parla di rinascita. Riguarda principale le funzioni e non tanto lo spazio, le funzioni
sarebbero rigenerare un’area a livello principalmente sociale, ecologico, economico. Dunque, tende
a migliorare la qualità della vita nella sfera sociale, economica e ambientale.
Vede l’urbanistica come quella parte che si occupa degli spazi fisici.
Centri storici, aree dismesse, quartieri residenziali e periferie sono il cuore della rigenerazione
urbana che, tra gli anni ’70 e gli anni ’80, ha preso piede anche in Italia consolidando iniziative volte
a rilanciare il paesaggio urbano sia dal punto di vista culturale che economico e sociale. Un
intervento che coinvolge gli enti locali, gli utenti e gli operatori che vivono, lavorano o
semplicemente popolano aree dal potenziale infinito ma il più delle volte inutilizzato a causa di una
progettazione avvenuta senza un vero processo pre-creativo.
→Reti ecologiche Infrastrutture verdi e blu
Nella nuova attenzione alle tematiche dell’ambiente e dell’ecologia, negli ultimi anni la componente
ambientale diviene un tema centrale del Piano, al punto da condizionare e definire le regole per
qualunque trasformazione nella città.
La rete ecologica non ha a che vedere con il verde pubblico, permette il movimento della flora e
della fauna nei nostri territori con continuità. Si configura come un sistema interconnesso di habitat,
di cui salvaguardare la biodiversità, ponendo quindi attenzione alle specie animali e vegetali
potenzialmente minacciate.
Lavorare sulla rete ecologica significa creare e/o rafforzare un sistema di interscambio tra aree ed
elementi naturali isolati, contrastando la frammentazione e la perdita di biodiversità.
Il piano regolatore oltre alla zonizzazione come strumento prescrittivo, cioè che conforma il
territorio che da indicazione, ha degli elaborati della rete ecologica. Questi sono elaborati che
individuano questi sistemi di continuità e li tutelano. Della rete ecologica fanno parte: tutti i parchi
pubblici, le aree agricole, i sistemi delle alberature urbane, le aiuole, i sistemi di grandi spazi privati (
per esempio “la città giardino” , in cui la presenza di verde privato rigenera e diventa una
componente fondamentale del paesaggio). La ricostruzione della rete ecologica permette il
mantenimento dei servizi ecosistemici. Le infrastrutture verdi e blu, sono strutture continue che
devono rimanere all’interno delle nostre città libere e fruibili, e che sono quelle verdi create dalle
aree verdi e quelle blu create dall’acqua. Esse devono continuare a muoversi liberamente come in
origine prima che l’uomo cementificasse tutto. Una rete progettata e gestita in maniera da fornire
un ampio spettro di servizi ecosistemici in un contesto rurale e urbano.
→ Sussidiarietà →
Differenza fra processi top-down e processi bottom-up
1)Sono processi legati alla politica
2)Sono processi che partono dagli abitanti, in cui gli abitanti non sono ricettori di un processo
decisionale ma sono gli innescatori.
Per mediare a tutto questo sistema nel 2001 la Costituzione italiana fece una riforma che ha portato
a individuare e introdurre il tema della sussidiarietà, che deriva dal latino e significa Aiuto.
La sussidiarietà si basa su un’articolazione diversa del sistema amministrativo, non più verticale ma
orizzontale, e che fa si che le decisioni vengano prese nel livello di amministrazione p