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Estratto del documento

USA GERMANIA GIAPPONE FRANCIA

Sistema politico decentralizzat Livello Livello centralizzato

o intermedio di intermedio di

centralizzazione centralizzazione

Società Eterogenea, Eterogenea, Omogenea, forti Eterogenea,

organizzazioni forti organizzazioni organizzazioni

deboli organizzazioni deboli

Policy network Society- Democratic, Democratic, State-

dominated corporatist corporatist dominated

In Francia abbiamo società molto debole e politica centralizzata, quindi OP secondo

modello elitista sono le élite che riescono a condizionare il dibattito nelle masse. Di

conseguenza limitano la possibilità di un loro impatto in politica estera. L’OP quindi gioca un

ruolo marginale nel processo di foreign-policy making.

Usa sistema decentralizzato e società eterogenea. Questo tipo di struttura permette una

maggiore facilità rispetto al fatto che degli input dal basso possano influenzare specifiche

decisioni politiche sistema bottom-up. Quindi esiste una grossa possibilità che attori

politici siano influenzati da fattori diversi. Quindi politica estera in molti casi anche

prevedibile. E pressione OP può essere così forte da mettere in difficoltà le istituzioni

politiche.

Germania → stato corporativo, sistema politico in cui interessi privati e

meccanismo costituzionale così connessi che si fatica a distinguerli, i sindacati

sono quasi istituzioni statali, così come le organizzazioni industriali. L’OP

influenza le politiche estere attraverso il sistema partitico

Giappone stessa cosa della Germania ma con maggiore capacità di governo. In

Germania invece abbiamo un rapporto complesso tra corporazioni e governo.

Un’altra differenza starebbe nel fatto che la società giapponese è più eterogenea

di quella tedesca e quindi l’Op è meno divisa sulle questioni di sicurezza e di

politica estera.

Le reazioni dell’Opinione pubblica alla politica estera sovietica 1980-90

Quindi vediamo ora che cosa succede a livello decisionale rispetto a decisioni di Gorbaciov.

Negli anni ‘80 la Russia allenta il controllo Urss sui paesi della cosiddetta Europa comunista,

quindi permette loro di cambiare istituzioi e quindi entrare in contatto con i paesi altra metà

dell’Europa.

Corsa agli armamenti, Regan e il predecessore di G erano in competizione dispiegamento

armi, non solo corsa alla innovazione della tecnologia militare. 

Gorbaciov propone accordi di disarmo e di distruzione dell’arsenale nucleare accordi per

il disarmo, rendendo non operativi missili già presenti sul campo – perestrojka.

Questa tabella a pagina 495 misura la percezione che le opinioni pubbliche di questi 4 paesi

hanno rispetto minacciosità dell’Urss. Lo misura nel corso del tempo.

Tra

Usa fine anni ‘70 e inizio anni ‘80, con la presidenza Regan raggiungiamo picchi

assoluti di percezione della minaccia sovietica, a causa anche dell’invasione in Afganistan

delle truppe sovietiche. Poi abbiamo caduta livello drammatizzazione fino alla caduta del

muro di Berlino. 86 è l’anno dell’inizio della ‘peace offensive’ di Gorbachev, questa però non

sembra influire sull’OP giapponese.

In Giappone alla fine degli anni ‘80 continua a essere paese con forte percezione negativa

dell’Urss.

Germania ovest, andamento oscillante, segue Usa nella fine anni ‘80 quando accade la

riunificazione, si pongono premesse per questo tipo di procedimento.

In Francia abbiamo un miglioramento non così netto come in Germania e Usa ma

comunque chiaro miglioramento della percezione dell’Urss.

Quindi Op rispondono alle mosse di Gorbaciov in maniera positiva, le opinioni pubbliche

sono disponibili a prendere sul serio Gorbaciov, come si vede nella tabella a pagina 499.

Viene chiesto come dobbiamo fare nelle proposte di Gorbaciov? Il gruppo dei falchi dice che

non dobbiamo insistere, solo subdolo mezzo dei russi per fregarci, poi c’è la posizione

intermedia, prudenza, posizione attuale ma dialogante e altri che dicono occasione

storica…. Sono tre gruppi, in tutti i paesi la parte di quelli che si oppongono è decisamente

minoritaria.

Quindi abbiamo una chiara dimostrazione di supporto a un’apertura nei confronti di

Gorbaciov.

Ora dobbiamo vedere se questa posizione OP influenza le decisioni dei governi.

Come lo possiamo vedere in maniera affidabile? Per fare questo dobbiamo vedere le spese

militari, se livello spesa militare decresce allora possiamo supporre che l’atteggiamento

dell’OP si stia facendo sentire.

Però manca una parte importante: differenziazione delle risposte a seconda delle strutture

interne. Dobbiamo aggiungere al quadro l’organizzazione interna. Fino ad ora abbiamo

parlato di filtri. Laddove filtro più leggero, atteggiamento più vicino OP, filtro più selettivo

politica più indipendente. Secondo questa aspettativa se quello che stiamo studiando è il

diverso filtro che i sistemi istituzionali interni applica su OP, se filtro più ampio, se filtro più

stretto OP conta di meno e governo più indipendente.

Dove vediamo ruolo maggiore OP? Negli Usa (bottom-up model) vediamo un atteggiamento

opposto alla Francia. Abbiamo qui il sostegno alla spesa militare degli Usa e anche della

Germania. Con Reagan abbiamo la più straordinaria riduzione di armamenti mai raggiunto. I

trattati di R e G rendono l’Europa senza armi nucleari operative. Oltretutto un’analisi dei

cambiamenti dell’opinione pubblica e di policy tra il ’35 e il ’79 hanno rivelato una

congruenza tra i cambiamenti dell’opinione pubblica e le modifiche delle politiche soprattutto

nei casi in cui abbiamo cambiamenti drastici nelle attitudini pubbliche.

In Francia abbiamo atteggiamento altalenante, il governo è più cauto e non riduce allo

stesso modo. Mentre l’Opinione pubblica francese è quella che meno adotta un

atteggiamento da ‘falco’ nei confronti dell’Urss, Mitterrand adottò comunque un approccio

più ostile verso l’Unione sovietica. Il governo francese si mostra più incline a essere in linea

con le élite piuttosto che con l’opinione pubblica.

Anche in Germania abbiamo una cosa importante, siccome il sistema non è né

perfettamente aperto né chiuso, quello che conta è QUANDO si convincono i partiti e i

sindacati. Siccome nelle strutture corporative sono le organizzazioni che sono l’ago della

bilancia, quando si formerà un consenso diffuso tra tutti i partiti. Nel sistema di partito si crea

un consenso diffuso nell'idea di un avvicinamento tra est e ovest e quello costituisce un

pilastro. Tuttavia, siccome quello che conta è il consenso generale nel sistema di partico,

quando CDU diventa più aperta, si forma questo atteggiamento positivo dell’opinione

pubblica.

In generale in Germania si è visto come l’impatto dell’opinione pubblica sia cresciuto nel

tempo e il processo di decision-making è diventato via via più democratico.

Il ruolo dell’opinione pubblica nella politica di sicurezza è cambiato nel corso del tempo ed è

passato verso un modello bottom-up durante gli anni ’80. Il pubblico generale e quello di

settore hanno decisamente influenzato il processo di coalition-building all’interno del sistema

partitico che a sua volta ha ridotto il range delle opzioni a disposizione dei policy-makers.

A differenza della Francia la struttura interna della Repubblica federale era abbastanza

aperta da consentire questi cambiamenti. E a differenza degli Usa, la forza del sistema

partitico nel policy network ha permesso l’istituzionalizzazione del consenso sociale.

Giappone. Data la struttura interna giapponese e la stabilità dell’opinione pubblica, il caso

del Giappone è previsto essere simile a quello della Germania. Infatti, l’Op giapponese è

abbastanza in linea con la politica estera. Infatti, quasi tutte le analisi della politica di difesa

giapponese hanno dimostrato che l’Op ha la capacità di diminuire i margini di manovra dei

policy-makers. L’analisi della politica giapponese negli anni ’80 sembra confermare tutto

questo, la policy giapponese nei confronti dell’Urss rimase in linea con un alto livello di

percezione della minaccia.

Conclusioni

Lo studio è giunto a tre importanti conclusioni:

1) L’opinione pubblica di massa ha un peso in ognuno dei quattro paesi seppur con

gradi differenti. Tuttavia ci sono dei casi limite all’impatto del pubblico generale sulle

policies di sicurezza. Raramente l’opinione pubblica generale influenza le decisione

politiche o l’implementazione di specifiche policies. Insomma i modelli bottom-up e

top-down sono troppo semplicistici per descrivere la realtà dei quattro paesi.

2) Sono più importanti gli effetti indiretti dell’opinione pubblica. Il ruolo principale del

pubblico nelle democrazie liberali è quello di influenzare il processo coalition-building

tra le èlite. Il supporto dell’opinione pubblica di massa sembra essere essenziale per

il pubblico specifico e tutti quegli attori sociali che influenzano le decisioni di policy.

Sia per le èlite politiche che per gli attori sociali, il pubblico di massa dimostra di

essere una risorsa per il rafforzamento della loro posizione nel processo di coalition-

building.

3) Le strutture interne si sono dimostrate essere la variabile intermedia tra l’opinione

pubblica e la politica estera. Sotto determinate condizioni e nonostante la loro

similitudine in attitudini politiche le variazioni di interazione tra il pubblico generale e

le élite nel processo di foreign-policy making possono essere spiegate da differenze

di struttura interna.

LEZIONE 9

Fattori interni della determinazione della politica estera delle democrazie, in

seguito passeremo a vedere i fattori esterni.

Osservazione sul significato partecipazione OP in un sistema sociale altamente

mediatizzato, in cui OP non si esprime telepaticamente ma il passaggio è

mediato. Stando in mezzo influiscono sul passaggio di determinati messaggi da

una parte all’altro, il passaggio stesso è un atto sociale. Mezzi di comunicazione

no strumenti neutri di passaggio ma diventano oggetto di studio a sé stante nella

comprensione dei meccanismi che determinano la politica estera. [capitolo

media e politica estera]

Lunedì prossimo → caso di studio che riguarda qualcosa di affine al concetto di

policy network. Osserveremo come nascono determinati rapporti marziali

all'interno delle democrazie. Quindi si formano gruppi, associazioni, linee

ideologiche che attraverso una organizzazione nella forma di piccolo grande

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A.A. 2017-2018
93 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martamaff95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politiche estere comparate e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Procacci Stefano.