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Estratto del documento

USA!

Legge di Okun

Rapporto tra variazione percentuale del PIL (al di sopra del trend di lungo periodo) e variazione

percentuale del tasso di disoccupazione.

- Se teniamo costanti il tasso di attività FL/P e il reddito Y

- Sapendo che la popolazione P e il prodotto mdio per occupato pigreco crescono nel tempo

Il tasso di disoccupazione aumenta

Le autorità di politica economica dovrebbero far aumentare il reddito e il tasso di attività nella

stessa misura della popolazione e del prodotto medio per occupato.

Se c’è un aumento della domanda spesso nel breve periodo le aziende non rispondono

assumendo nuovi occupati, ma con il lavoro straordinario di quelli attuali, perché assumere nuovi

dipendenti costa e ci vuole tempo.

Negli USA studi hanno dimostrato che ci vuole un tasso di crescita del 3% annuo affinché la

disoccupazione rimanga costante. Questo perché nel lungo periodo l’aumento della produttività del

lavoro è circa del 2%, poi negli USA la popolazione è crescente essendo che sono un paese

giovane.

Si aumenta il tasso di occupazione se il tasso di crescita dell’economia è superiore al tasso di

aumento della produttività del lavoro più tasso di aumento della forza lavoro. Se in Italia aumento

della produttività del lavoro e della popolazione sono 0, un aumento di 1% del PIL può produrre 1%

di aumento dell’occupazione.

Harrod-Domar e la crescita esogena:

- Tasso di crescita naturale: tasso di crescita nella popolazione in assenza di progresso

tecnico

- Saggio di crescita garantito: tasso di incremento degli investimenti che mantiene l’equilibrio

sul mercato dei beni sottoposto alle aspettative degli investitori.

Teorie neoclassiche (Solow)

- Data la sostituibilità dei fattori e la flessibilità dei prezzi, la crescita è sempre al tasso

massimo possibile definito dalla disponibilità di risorse (lavoro e capitale).

Teorie della crescita endogena:

- Vari fattori conducono alla crescita

- I più importanti conducono al progresso tecnico

- Romer: apprendimento che comporta rendimenti crescenti di scala

- Altri fattori: ricerca e sviluppo, capitale umano

Trappola della povertà: i paesi poveri sono poveri perché non hanno le risorse necessarie per

investire, accumulare capitale umano finanziando l’educazione, importare tecnici…

16

Le politiche macroeconomiche in economia chiusa e in un sistema aperto.

Un modello economico è un insieme di relazioni (di causa ed effetto o di comportamento) esistenti

fra le variabili economiche

Può essere in forma:

- Quantitativa o qualitativa

- Formalizzato o descrittivo

Tipi di equazioni:

- Di definizione: Y=C+I+G

- Di comportamento: C=cY

- Tecniche: Y=f (K,L) la produzione dipende dal capitale e dal lavoro

- di equilibrio: I=S, M=L1+L2 La quota di reddito speso deve essere ugual al consumo. I

risparmiatori decidono di risparmiare quanto gli investitori decidono di investire, solo così ci

può essere equilibrio nel mercato ei beni reali. La domanda di moneta dev’essere uguale

all’offerta. L1: data dai prezzi relativi, liquidità per transazioni, L2 regolata dal tasso

d’interesse, domanda di moneta per speculare (comprare titoli) o per tutelarsi (fondi

pensione…). Le banche centrali devono offrire moneta pari alla somma delle due domande.

- Istituzionali: T=f(Y) entrate fiscali sono funzione del reddito (aliquota fissa uguale per tutti).

Non c’è sistema progressivo (massima semplificazione).

Lezione 10, martedì 11.10.2016

I parametri sono indicati con lettera minuscola perché generalmente rappresentano valori

percentuali (es di parametro: c propensione al consumo). I parametri sono coefficienti.

Se la velocità di circolazione della moneta aumenta, io con la stessa quantità di moneta ho più

potere di acquisto. Se la BC dimezza la quantità di moneta in circolo ma gli operatori di

un’economia reagiscono raddoppiando la velocità di circolazione alla fine non cambia nulla.

Il valore dei parametri cambia con il cambiamento del comportamento degli operatori economici

(consumatori e imprese).

I modelli

In forma strutturale: le variabili endogene sono espresse in funzione delle variabili esogene e delle

altre variabili endogene.

Il nostro obiettivo perché il problema sia risolvibile è trasformare il modello in forma ridotta: le

variabili endogene sono espresse soltanto in funzione delle variabili esogene e dei parametri. Le

incognite devono essere definite da quello che il rdm ha prodotto e dal comportamento degli agenti

economici.

Forma ridotta esprime variabili endogene in funzioni delle esogene.

- Variabili endogene (valore è determinato all’interno del nostro modello) irrilevanti (non

rilevante dal punto di vista della pol eco, il loro valore è conseguenza dell’azione della pol

eco): Y, C

- Variabili endogene obiettivo (fondamentali, sono obiettivo della pol eco): N (occupazione)

- Variabili esogene (valore non determinato dal modello) strumentali (utilizzabili come

strumenti di pol eco): G (spesa pubblica)

- Variabili esogene date (non determinate dal modello): I (investimenti)

Y (reddito) = pigreco (produttività) * N (occupati)

17

Per influire sul reddito servono dei complessi di modelli di politica economica, non basta un

modello singolo, il reddito è troppo complesso.

La produttività del lavoro dipende dalla quantità di capitale che ogni lavoratore ha a disposizione.

Un lavoratore che ha un trattore (elevata intensità di capitale) è molto più produttivo di un

lavoratore che ha una vanga (elevata intensità di lavoro).

Modello in forma strutturale

1) Y = C+I+G

2) C=cY

3) Y=pigreco*N

In forma ridotta

1) N= (1/(1-c)pigreco)*(I+G)

Questo modello ha una e una sola soluzione: date le decisioni prese dalle imprese (I), le decisioni

prese dal governo (G), il livello di sviluppo tecnico di un’economia (pigreco) e il comportamento dei

consumatori (c) otteniamo un valore per N. Qui siamo ancora in economia politica.

La propensione al consumo difficilmente si può cambiare. È difficile che i consumatori cambino le

loro abitudini. Per cambiare pigreco bisogna fare degli investimenti, ma solo nel lungo periodo

varia la capacità produttiva. I dipende dalle decisioni delle imprese.

La cosa più semplice se vogliamo ridurre la spesa pubblica è ridurre gli stipendi e le pensioni.

In condizioni normali G tende ad essere molto stabile nel tempo. L’unica componente della spesa

pubblica facilmente influenzabile, che può variare molto anche nel breve termine, è gli investimenti

pubblici.

Gli obiettivi

Politica economica pura: strettamente legati al benessere economico. Il benessere economico

deriva da un reddito decente e dalla mancanza di insicurezza. Quanta più occupazione possibile e

prezzi quanto più stabili possibili.

Benessere sociale: consumano risorse. Noi ci concentriamo su ciò che può migliorare il reddito,

cioè l’occupazione. Con una maggiore occupazione avremo un maggiore gettito con il quale si

potrà finanziare il sistema sociale per un miglior benessere sociale.

Quasi-obiettivo: variabili intermedie. Ad esempio finanze pubbliche, debito e deficit pubblico. Se noi

non controlliamo le finanze pubbliche perderemo credibilità nel RDM. Una gestione oculata delle

finanze pubbliche è una precondizione necessaria affinché i finanziatori continuino a finanziarci. La

gestione oculata delle finanze pubbliche non incide direttamente sul ns benessere, ma è un passo

necessario per il corretto funzionamento dell’economia.

Gli obiettivi:

- Fissi (n. occupati)

- Priorità (priorità per l’occupazione rispetto a stabilità dei prezzi ad esempio)

- Flessibili

Gli obiettivi:

- Indipendenti

- Complementari (coerenti) (es crescita reddito nazionale e occupazione)

- Sostituti (incompatibili) (es. occupazione e stabilità prezzi, curva di Phillips)

Lezione 11, lunedì 17.10.2016

Gli strumenti:

- Sono utilizzabili dai policy maker

18 - Non sono fini desiderabili in sé

- Hanno la funzione di portare alla realizzazione degli obiettivi. Quindi devono essere efficaci.

- Quattro tipi:

Finanziari. Politica fiscale.

o Monetari. Politica monetaria.

o Tasso di cambio. Politiche valutarie o della BP

o Controllo diretto. Politiche amministrative.

o

Gli strumenti sono scelti dalle autorità di politica economica, mentre gli obiettivi dalla politica.

Gli strumenti sono sostanzialmente le politiche economiche.

La BCE ha immesso circa 1500 mld di euro con il QE, ma non è stato efficace, non è riuscito a

smuovere i prezzi, però Draghi sostiene che almeno abbia evitato danni peggiori.

Bisogna anche sincerarsi che gli strumenti di politica economica possano essere utilizzati, che il

loro uso rientri nel mandato delle autorità di politica economica. I tedeschi ad esempio ritengono

che la BCE non possa acquistare titoli di stato sul mercato aperto, non potendolo fare neanche la

Bundesbank. Affinché gli strumenti siano efficaci essi devono rientrare nelle chiare competenze di

qualcuno.

Ma il governo è effettivamente in grado di manovrare quello strumento? Dobbiamo chiederci

quando analizziamo le politiche economiche. Specie quando trattiamo la politica fiscale,

complessa e che richiede tempo. Si è spesso visto che politiche fiscali attuate per combattere la

crisi spesso hanno finito per acuirle vista la loro lentezza nell'azione, che si esplica quando ormai

si è nuovamente in una fase espansiva provocando inflazione.

Dobbiamo poi considerare la scelta opportuna degli strumenti in funzione degli obiettivi. Bisogna

scegliere lo strumento più efficace per una certa situazione.

Dall’economia alla politica economica

L’occupazione è definita dalla produttività del lavoro (in maniera inversa), dal moltiplicatore e dalla

spesa autonoma. Le autorità politiche si domanderanno: il valore di N (occupazione) va bene?

La soluzione di politica economica: non lasciare che sia il mercato a determinare l’occupazione,

ma prendersi il compito di stabilire il valore di N che vogliamo (determinarlo esogenamente): N con

barretta sopra.

Risolvere equazione in forma ridotta per il livello dello strumento che può essere gestito dalle

autorità di politica economica: G, la spesa pubblica.

Dobbiamo scartare i parametri perché quelli non si possono variare, sono comportamenti, non si

possono ordinare. Così come il progresso tecnico, dipende da scienza, investimenti imprese.

L’unico strumento utilizzabile in questo modello è la spesa pubblica, controllata dal go

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Publisher
A.A. 2016-2017
45 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher g.fm di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica economica internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Dallago Bruno.