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Estratto del documento

M D O L

ATCHING TRA OMANDA E FFERTA DI AVORO

Il buon funzionamento del mercato del lavoro non si misura soltanto attraverso il

tasso di disoccupazione, ma dipende anche dalla sua capacità di assicurare

efcacemente un incontro (matching) tra domanda e oferta di lavoro.

Uno strumento molto utile per descrivere l’efcienza del mercato del lavoro rispetto a

questa funzione di matching è la relazione tra il tasso di disoccupazione, che misura le

domande di lavoro non soddisfatte, e il tasso di posti vacanti, che misura le oferte di

lavoro non soddisfatte. La curva risultante si presenta decrescente, in quanto

all’aumentare delle oferte di lavoro diminuisce il tasso di disoccupazione, e convessa,

poich, la probabilità di trovare un’occupazione non aumenta con l’incremento del

numero di oferte di lavoro. Più la curva si trova vicina all’origine e più rapido sarà il

matching. S ALARIO

La disoccupazione rappresenta il disequilibrio tra domanda e oferta di lavoro e ci si

aspetta che il salario sia una delle cause di questa situazione.

Innanzitutto, è necessario distinguere il salario nominale, espresso in termini

monetari, dal salario reale, che misura invece il potere d’acquisto del salario.

Il tasso di crescita del salario reale è pari al tasso di crescita del salario nominale

meno il tasso di inflazione.

Un eccesso di oferta di lavoro si riassorbe, almeno all’inizio, attraverso una

diminuzione del salario reale. Tuttavia, l’aggiustamento del salario è vincolato da:

l’esistenza di vincoli normativi sulla fssazione dei salari;

 le modalità di contrattazione salariale tra sindacati e imprese;

 l’asimmetria informativa tra datori di lavoro e dipendenti, che può condurre a

 fssare il salario a un livello che non corrisponde alla produttività del lavoro.

Il vincolo più pesante sull’aggiustamento dei salari è costituito, in quasi tutti i Paesi,

dall’esistenza di un salario minimo istituito per legge.

O D

RIGINE DELLA ISOCCUPAZIONE

Secondo la teoria neoclassica, l’oferta di lavoro da parte dell’individuo è il risultato di

una scelta ottima tra lavoro e tempo libero e risulta una funzione crescente del salario

reale; la domanda di lavoro di un’impresa, invece, deriva dalla massimizzazione del

proftto ed è funzione decrescente del salario reale.

La disoccupazione è la diferenza tra oferta e domanda di lavoro a un dato livello di

salario. Se il salario reale è superiore al salario di equilibrio, per esempio a causa

dell’esistenza di un salario minimo o di rigidità nel processo di aggiustamento dei

salari, l’oferta di lavoro da parte dei lavoratori sarà superiore alla domanda di lavoro

delle imprese, generando così disoccupazione.

In questa ottica, la rigidità del salario reale è la causa principale della disoccupazione.

Si defnisce “cuneo fiscale” la diferenza tra costo del lavoro, dato dalla somma tra

salario lordo e contributi sociali a carico dei datori di lavoro, e salario netto, dato dal

salario lordo meno le imposte e i contributi sociali a carico del lavoratore. Il cuneo

fscale rappresenta quindi la diferenza tra il costo del lavoro per l’impresa e il

benefcio del lavoro per il lavoratore.

I contributi a carico dei datori di lavoro abbassano la curva di domanda di lavoro,

mentre i contributi a carico dei lavoratori alzano la curva di oferta di lavoro.

La tassazione del lavoro è quindi all’origine di una distorsione fscale e ha come

conseguenza una minor occupazione.

D T D

IFFERENTI IPOLOGIE DI ISOCCUPAZIONE

Se la domanda di beni/servizi è superiore all’oferta, allora il livello generale dei prezzi

aumenta, riducendo la ricchezza reale delle famiglie e quindi la domanda aggregata.

L’aumento dei prezzi, però, incrementa anche l’oferta aggregata, dato che riduce il

salario reale, aumentando così la domanda di lavoro.

Le rigidità nominali impediscono quindi alle imprese di produrre di più e occupare più

forza lavoro; la disoccupazione associata a questo tipo di situazione è detta

“volontaria”.

Quando invece l’oferta è superiore alla domanda, i prezzi diminuiscono e le imprese

non possono occupare più forza lavoro per insufcienza di domanda di beni/servizi; la

disoccupazione associata a questo tipo di situazione è detta “involontaria”.

La teoria economica distingue tra piena occupazione, ovvero l’occupazione di tutta la

forza lavoro in età lavorativa, ed equilibrio del mercato del lavoro, ovvero una

situazione stabile in cui persiste un livello di disoccupazione di equilibrio.

Il tasso di disoccupazione di equilibrio è quel tasso che si realizzerebbe in assenza di

shock macroeconomici. La mancata corrispondenza tra domanda e oferta di lavoro è

uno dei possibili fattori di disoccupazione d’equilibrio.

NAIRU

Il mercato del lavoro è in equilibrio se la disoccupazione corrisponde a una situazione

stabile. È possibile calcolare il tasso di disoccupazione di equilibrio a partire dalla

curva di Phillips, che descrive il rapporto tra tasso di variazione del salario reale e

tasso di disoccupazione stesso.

Esiste quindi un solo tasso di disoccupazione per il quale il salario reale rimane stabile

e un solo tasso di disoccupazione per il quale l’inflazione rimane costante: questo

tasso è detto Non Accelerating Infation Rate of Unemployment (NAIRU), ossia il

tasso di disoccupazione tale per cui l’inflazione non accelera.

Il NAIRU dipende negativamente dagli incrementi di produttività, poich, questi non

creano disoccupazione aumentando il potere d’acquisto senza creare inflazione.

Un rallentamento della produttività può determinare un aumento del NAIRU.

M WS-PS

ODELLO

Il modello WS-PS analizza in maggior dettaglio le determinanti del tasso di

disoccupazione di equilibrio e le collega alla struttura del mercato del lavoro.

Il termine WS-PS si riferisce all’intersezione di 2 curve: la prima descrive la

contrattazione salariale tra impresa e lavoratori, che implica un salario reale

inversamente proporzionale rispetto alla disoccupazione, dovuto al minor potere

contrattuale dei lavoratori (Wage Setting); la seconda descrive il rapporto tra prezzi e

salari (P/W) come funzione decrescente del tasso di disoccupazione, che equivale a

dire che il salario reale (W/P) è funzione crescente del tasso di disoccupazione (Price

Setting).

Rappresentando le due curve come relazioni che determinano il salario reale in

funzione del livello di disoccupazione, è possibile trovare il tasso di disoccupazione di

equilibrio di lungo periodo corrispondente al punto di intersezione.

Il modello permette di collegare l’equilibrio di lungo periodo del mercato del lavoro

con il modello oferta aggregata/domanda aggregata. Ne consegue che:

la disoccupazione di breve periodo può essere diversa dal suo livello di

 equilibrio di lungo periodo;

nel breve periodo uno shock della domanda modifca l’inflazione e la

 disoccupazione in senso opposto;

uno shock di oferta, di breve o di lungo periodo, sposta inflazione e

 disoccupazione nella stessa direzione.

Il modello WS-PS permette quindi di tenere conto sia delle determinanti

microeconomiche che macroeconomiche della disoccupazione. Inoltre, permette di

identifcare i fattori strutturali all’origine della disoccupazione d’equilibrio. Infne, il

modello non assume che il mercato sia di concorrenza perfetta.

La contrattazione salariale può essere modellizzata in 2 modi:

considerando la negoziazione sulla coppia salario-occupazione, con il sindacato

 che cerca di massimizzare salario e occupazione, mentre l’impresa cerca di

massimizzare il proftto minimizzando il salario; l’insieme dei punti di tangenza

tra le curve di indiferenza del sindacato e le curve di iso-proftto dell’impresa

formano la curva dei contratti;

assumendo una contrattazione sul salario lasciando all’impresa la scelta del

 livello di occupazione.

La prima modalità di contrattazione è efciente perch, conduce sempre alla Pareto-

ottimalità, in quanto non è possibile aumentare la soddisfazione di una delle due parti

senza ridurre quella dell’altra.

La seconda modalità, invece, non conduce sempre alla Pareto-ottimalità, perch, se il

sindacato accettasse una riduzione del salario in cambio di un livello di occupazione

più alto, aumenterebbe sia l’utilità che il proftto dell’impresa.

Se l’impresa può fssare un prezzo più alto del costo marginale, allora potrà negoziare

una ripartizione del surplus con il sindacato: il risultato sarà un aumento del salario e

una diminuzione dell’occupazione. Ciò sta a signifcare che una liberalizzazione del

mercato dei beni/servizi unita a una lotta contro la formazione dei monopoli potrebbe

ridurre il tasso di occupazione.

P D

ERSISTENZA DELLA ISOCCUPAZIONE

Per spiegare la persistenza della disoccupazione è possibile modifcare il modello

WS-PS introducendo una dipendenza di prezzi e salari dal livello di disoccupazione e

dalle variazioni di quest’ultimo.

Questo approccio si giustifca con l’idea che, passato un certo periodo di tempo, è

come se i disoccupati uscissero dal mercato del lavoro: la loro probabilità di ritrovare

un’occupazione diminuisce al punto di non influenzare più la formazione dei salari.

Ciò implica che la disoccupazione, se lasciata aumentare, non può ritornare

immediatamente al suo valore di equilibrio di lungo periodo senza un aumento

dell’inflazione.

Questa ipotesi ha inoltre implicazioni importanti di politica economica poich,, se

confermata, aumenterebbe notevolmente le responsabilità delle politiche

macroeconomiche di lotta alla disoccupazione.

La teoria del salario d’efcienza considera che non è nell’interesse delle imprese

abbassare i salari in quanto, non potendo osservare l’impegno dei lavoratori, non

possono remunerarlo direttamente; ciò le porta a pagare un salario più elevato per

indurre un maggior impegno da parte dei lavoratori, poich, aumenta il costo-

opportunità della perdita di lavoro in caso di bassa produttività.

P ’O

OLITICA DELL CCUPAZIONE

La politica dell’occupazione costituisce l’insieme delle politiche volte a migliorare il

livello e la qualità del lavoro.

Si tratta sia di politiche di regolamentazione, sia di politiche di spesa che di politiche

macroeconomiche di gestione della domanda aggregata. Questa ampia varietà di

strumenti disponibili avvicina le politiche dell’occupazio

Dettagli
A.A. 2017-2018
79 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicogiordano1995 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi della Tuscia o del prof Oldani Chiara.