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STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO
Patrimonio netto 100.000
Utile 3.500
Marchi 10.000 Passività 210.000
Investimenti immobiliari 36.000 Fondo imposte differite 4.800
Immobili, impianti e macchinari 144.000
Attività per imposte anticipate 3.300
Rimanenze 35.000
Altre attività 90.000
TOTALE 318.300 TOTALE 318.300
CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO
Eccedenza negativa da Business Combination 3.500
Risultato netto 3.500
Lezione 12 (Cisi)
C’è una o più reporting entity? Più di una. Quella più evidente è quella rappresentata all’interno
del cerchio arancione. La Holding, in questa reporting entity, sarebbe F. Si dà per buono che tutte le
percentuali rappresentate siano di controllo.
Un’altra reporting entity in termini di quantità è quella rappresentata nel disegno blu.
Un’ultima reporting entity è quella rappresentata dal cerchio giallo.
Queste sono classificate in ordine di grandezza.
La prima, F-Z-V-T-R-M-U non evidenzia l’utilizzo del metodo del patrimonio netto perché ha
partecipazioni di collegamento o di joint venture (dove c’è un’influenza notevole o un controllo
congiunto): in questo caso ci sono solo partecipazioni di controllo.
Nella reporting entity G-D-K S non verrà valutata, essa non fa parte del mondo del
consolidamento: eventualmente sarà Q ad essere valutata con il metodo equity considerandola come
una joint venture. S, infatti, non sarà proprio presente: essa non è una controllata esclusa, essa è
proprio fuori da qualunque rapporto partecipativo.
Nella reporting entity H-A, A sicuramente è controllata, G può essere valutata ad equity (perché si
candida ad essere una joint venture), W sarà valutata al costo (al massimo fair value se fosse
quotata), L sarà valutata anch’essa all’equity, N è al 46% partecipata dalla reporting entity (H
detiene direttamente il 23%, H detiene indirettamente tramite A il 23%) e anch’essa sarà valutata al
metodo dell’equity. Anche F sarà valutata nel bilancio della reporting entity H-A e anch’essa
attraverso il metodo dell’equity.
L’unica società che non rientra in nessuno dei tre bilanci consolidati è S.
Nel bilancio separato di H le partecipazioni in N, A, G,W,L si tolgono? H fa un bilancio separato
perché fa un bilancio consolidato. Nel bilancio separato H userà o il fair value o il costo o il metodo
equity per valutare le partecipazioni che nel consolidato sono valutate con il metodo equity. A, che è
integrata integralmente, potrà anch’essa essere valutata nel bilancio separato con uno dei tre metodi
previsti. W, partecipazione minoritaria (investimento finanziario), può essere valutata o al costo o al
fair value.
Riassumendo: ci sono tre reporting entity; l’unica società esclusa è S.
Informazioni aggiuntive:
1. N è una società quotata in Borsa: questo significa che comunque in ogni caso essa diventerà una
reporting entity per conto suo.
È vero che qualcuno l’avrebbe controllata, ma in quanto quotata nel mondo IAS/IFRS deve
comunque fare un suo bilancio consolidato seguendo gli IAS/IFRS. Essa non controlla nessuno: N
ha solo il 13% di Z; quest’ultima sarà valutata con il metodo equity, se definisce un’influenza
notevole. Nel caso in cui, invece, N definisse solamente Z come un investimento finanziario allora
tale partecipazione sarebbe da valutare o al costo o al fair value.
N farà un bilancio come reporting entity e non un bilancio separato.
Sintesi: N è una reporting entity, che non farà un bilancio consolidato perché è una stand alone.
Rispetto ad H-A il fatto che N sia quotata non comporta differenze, però sarebbe una situazione da
analizzare più analiticamente. In questo caso si avrebbe il 46% di una società quotata, ma
bisognerebbe verificare se vi sono accordi tra altri soci che garantiscano il controllo di fatto (ad
esempio, H ha diritto di voto), oppure ci potrebbe essere una situazione in cui H o A detengano delle
opzioni (call option) su N, ovvero dei diritti potenziali ma giuridicamente esercitabili.
Se esistessero delle situazioni in cui è presente il controllo rispetto ad N allora la reporting entity
cambierebbe diventando H-A-N: N farebbe comunque un bilancio a se perché è una società quotata,
lo stesso prevedrebbe una valutazione di Z.
2. W è lo strumento che viene utilizzato per cartolarizzare delle proprietà, cioè degli immobili: H o
A hanno ceduto degli immobili a W, W ha emesso dei titoli di debito (obbligazioni/bond) che
sono stati venduti sul mercato incassando e ciò che è stato incassato è stato dato ad H o A.
Formalmente questa è la cessione degli immobili dietro il pagamento di una somma, ma
sostanzialmente si tratta di un finanziamento. H ed A hanno avuto fondi grazie alla garanzia
sugli immobili.
Rispetto ad H ed A si troverà cassa, non debiti.
W è utilizzata dal gruppo per cartolarizzare ed ottenere dei finanziamenti: è una società che opera
solo per conto dello sponsor, A o H; essa deve essere considerata come una controllata.
Un’informazione aggiuntiva afferma che il 95% dei bond emessi da W si collocano sul mercato, ma
il restante 5% è acquisito dalla stessa società: W si sta prendendo in carico parte del rischio.
W sicuramente deve essere considerata una controllata, secondo il punto di vista sostanziale, perché
da un lato opera per via solo dello sponsor e perché, dall’altro lato, si prende carico di parte del
rischio.
Questo comporta che la nuova reporting entity sarà costituita da H-A-W (con N non quotata): W è
valutata perciò con il metodo integrale.
3. Attraverso un accordo H (patto di sindacato, esempio) ha la possibilità di esprimere il 51% dei
voti in assemblea di G: questo significa che H può nominare il Consiglio di Amministrazione di
G. Quindi a questo punto H controlla G, A, W e F. In questo caso, quindi, si ha una grande ed
un’unica reporting entity con tutte le società, tranne la società S. Inoltre, anche le società L, Q
ed N che sono valutate al metodo equity. Tutto questo si ha perché tramite un accordo H
controlla G, perciò può definire il Consiglio di Amministrazione di G.
In quest’ultima reporting entity ci sono delle sub-holding:
- A è controllata da H, ma non controllaNO SI
- G è una controllata e a sua volta controlla D
NO
- W non controlla nessuno
- F è controllata e controlla SI
- D è controllata e controlla SI; essa in realtà è una sub-subholdig
- V è controllata e controlla SI, sub-subholding
- M è controllata e controlla SI, sub-sub-subholding
G farà il suo bilancio consolidato? Se è quotata si; di base, visto che è una sub-holding, non
dovrebbe redigere il suo bilancio consolidato se H redige il suo bilancio consolidato con principi
contabili coerenti (non vale nel caso in cui H sia ad esempio italiana, ma G sia americana; altro caso
in cui H sia svizzera o lussemburghese, quindi non redige il bilancio consolidato o adotta principi
contabili non omogenei).
Bisogna capire in quale situazione si trova G, riuscire a capire chi è che redige il bilancio
consolidato e quali principi utilizza.
Ipotizziamo che H faccia il bilancio IAS/IFRS: G sarebbe obbligata a redigere il proprio bilancio
consolidato nel caso in cui le minoranze dovessero richiederlo. In Italia è specificata la percentuale
pari al 5%. G non fa il bilancio consolidato a meno che non venga richiesto dai Non Controlling
Interest.
D non farà mai il suo bilancio consolidato perché non ci sono minoranze, non può essere quotata e,
di conseguenza, non ci saranno dei Non Controlling Interest.
4. H ha fatto un patto di sindacato con Y (che sta al di fuori) e che detiene il 35% di L.
Bisogna capire quale tipo di accordo è stato fatto: un accordo per detenere il controllo? Un accordo
per detenere un controllo congiunto con H e Y su L (mettendo in un angolo i restanti soggetti: joint
control)? Potrebbe esserci anche una situazione in cui H ceda il suo controllo.
Leggendo le ipotesi: H ha ceduto il controllo perché ha dato la possibilità a Y di nominare 3 membri
su 4 del Consiglio di Amministrazione e un soggetto del Collegio Sindacale.
Si è capito quindi che L non è una controllata, ma è una collegata dove H ha un’influenza notevole
ma non dominante. Essa verrà valutata, perciò, con il metodo equity.
Anche se fosse una joint venture, comunque, sarebbe stata valutata con il metodo equity.
5. Q era considerata una collegata precedentemente. D detiene delle obbligazioni convertibili in Q:
nel momento in cui avvenisse la conversione D deterrebbe il 2% di Q. Non si conosce quale sia
il momento in cui può avvenire la conversione: se la conversione può avvenire a partire dal
1/1/18 allora ci si troverebbe di fronte ad un potential voting right. Questo comporta che Q
diventa una controllata ed entra a far parte del gruppo.
Di conseguenza la società S si candida ad essere valutata con il metodo del l’equity.
6. La società T è in fallimento: se la procedura concorsuale è quella del fallimento allora significa
che è subentrata una situazione di grave limitazione del controllo.
T viene considerata una esclusa perché è una controllata, ma non è inclusa perché c’è un elemento
di non possibilità di controllo. Essa sarà valutata al fair value o al metodo dell’equity: sarà iscritta
tra le società controllate valutate al costo o con il metodo del fair value.
I costi/ricavi e le attività/passività di T non si vedranno in nessuna parte: è una società esclusa.
7. K è controllata, ma verrà venduta: essa è destinata ad essere alienata.
Questa era una possibile causa di esclusione per le regole italiane: per gli IFRS K non sarà
sicuramente esclusa.
Mortgaged è il mutuo che si troverà tra le passività che verranno in seguito poi alienate.
Le attività e le passività della società K si troveranno nel bilancio consolidato della reporting entity
in una parte separata e messe in evidenza rispetto a quelle del gruppo. Tali valori verranno iscritti al
valore minore tra il fair value ed il valore contabile, come disciplinato dall’IFRS 8.
8. R è controllata al 90%, ma (come K) verrà alienata. Per K si pensa si possano identificare con
certezza già un compratore, per R, invece, c’è stato solo l’incarico per la vendita: