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Estratto del documento

La maggior parte delle organizzazioni ha obiettivi multipli e spesso contrastanti tra loro. Inoltre, non

tutte le tipologie di risorse sono manipolabili e disponibili in egual misura.

Vulnerabilità, complessità, patologia—> I sociologi hanno spesso osservato come un rilevante

fattore di debolezza delle organizzazioni burocratiche sia la loro vulnerabilità alle influenze ed

esigenze dell’ambiente. Le burocrazie dipendono dal “di fuori” per il reperimento di risorse

materiali, immateriali, simboliche, e questo limita la loro libertà di azione.

Spesso, il funzionamento delle organizzazioni diventa progressivamente più difficile al crescere

della complessità interna. Questa è a sua volta funzione di: dimensioni, grado di sostituzione del

lavoro umano con tecnologia, ambiente, quota di professionisti all’interno.

Una volta creata, una qualsiasi burocrazia resiste a qualsiasi tentativo di cambiamento e

soprattutto di estinzione. Ciò limita l’adattabilità e la sostituibilità della struttura. Si parla in questo

senso di patologia delle burocrazie.

Obbedienza cieca—> La burocrazia, attraverso il proprio apparato di regole e procedure, è in

grado di esercitare sui soggetti una pressione notevole. Come dimostrato dagli esperimenti di

Milgram, uno dei fattori chiave per la cieca disponibilità al comando è la spersonalizzazione. Dal

momento che le attività vengono scomposte in porzioni parcellari molto piccole, gli attori che

agiscono in ciascuna di tali porzioni non si sentono più responsabili per quel che accade. Un altro

fattore individuato da Milgram è il ruolo di divise e uniformi. Quando vestono divise e uniformi, gli

individui sono il proprio ruolo, non se stessi; quando d’altra parte svestono l’uniforme, essi si

spogliano delle azioni compiute. In questo senso, le divise creano una distanza psicologica dal

compito.

Conflitto—> Il funzionamento di qualsiasi tipo di burocrazia produce naturalmente conflitto. Tale

conflitto può però essere di natura diversa:

Conflitto irrazionale: è il conflitto derivante da problemi e ostilità personali dei membri, come

• accade, ad esempio, nel caso di attori organizzativi animati da una personalità autoritaria;

Conflitto razionale: è il conflitto collegato in modo più diretto al funzionamento della macchina

• burocratica. Entro ogni burocrazia si realizzano conflitti sia tra coloro che lavorano insieme entro

un dato reparto e competono per risorse finite, sia tra membri di reparti differenti che competono

tra loro indirettamente, sia ancora tra livelli differenti della scala gerarchica.

Talvolta il conflitto può essere gestito attraverso un irrigidimento del controllo. Più spesso la

strategia vincente passa per l’allargamento del processo decisionale alla parte insoddisfatta. Tale

processo prende il nome di cooptazione. Altro mezzo efficace può rivelarsi la ristrutturazione

organizzativa.

Disuguaglianze tra i membri—> Struttura e dinamiche di funzionamento delle organizzazioni

riflettono i caratteri della società che le circondano: differenze di accesso al potere, al denaro e alle

altre ricompense sociali.

Il fatto che elementi come genere ed etnia possano portare a differenze di trattamento rilevanti tra i

vari membri è spesso motivo di fortissima insoddisfazione e ostilità all’interno della struttura

burocratica.

Capitolo 9

Disuguaglianza, stratificazione e classi sociali sono da sempre al centro dell’interesse dei

sociologi:

La disuguaglianza è la condizione in cui si trovano individui che, rispetto ad altri, non godono delle

stesse possibilità di accesso a ricompense sociali come denaro, potere e prestigio;

La stratificazione è il risultato della trasmissione delle disuguaglianze di generazione in

generazione, con la conseguente formazione di veri e propri strati sociali;

La classe sociale è un gruppo il cui accesso a ricchezza, potere e prestigio è diverso da quello di

altri gruppi; a volte, in base alla comune posizione sociale, le classi si trasformano in gruppi politici.

Ma la disuguaglianza è inevitabile? La disuguaglianza esiste in tutte le società, anche nelle più

primitive e comunitarie. Gli antropologi hanno trovato tracce di disuguaglianza in tutte le società

pre-letterate, che assegnano status differenziati in base alle caratteristiche reputate prioritarie da

ciascuna: bellezza, coraggio, conoscenza della religione. Le differenze di status sono

rappresentate in vari modi: le società primitive tendono a usare segni sul corpo, quelle più

complesse decorazioni o uniformi. Alle persone che possiedono caratteristiche considerate

altamente desiderabili Vine quasi sempre accordato maggiore rispetto.

Lenski ha tentato di confrontare le società in base alle forme di disuguaglianza:

Nelle società di caccia e raccolta la disuguaglianza è limitata—> la divisione del lavoro è operata

• semplicemente sulla base dell’età del genere;

Nelle società orticole la disuguaglianza cresce—> l’eventuale surplus agricolo viene ripartito tra

• tuti i membri a partire da decisioni di un singolo individuo con modalità non sempre egualitarie;

inoltre se il surplus è costante alcuni individui si specializzano in compiti diversi dell’agricoltura

ed emergono ruoli differenziati di leader politico, commerciante, sacerdote;

Nelle società agricole si riscontra il più elevato livello ddi disuguaglianza—> la disponibilità di

• tecniche di coltivazione raffinate consente di coltivare aree più ampie; si sviluppano così forme di

concentrazione della terra nelle mani di individui o famiglie; i ruoli specializzati godono di poteri

più crescenti;

Nelle società industriali democratiche la disuguaglianza è minore—> il potere tende ad essere

• meno concentrato e quindi la disuguaglianza è minore rispetto alle società agricole; allo stesso

tempo essa permane nel tempo in modo invariato.

La natura della diseguaglianza

La teoria funzionalista, Durkheim: Durkheim propone una prima spiegazione funzionalista della

disuguaglianza a partire da due aspetti:

1. Ogni società stabilisce gradi di importanza differenti per le diverse funzioni sociali; esse

possono dunque essere ordinate gerarchicamente;

2. Gli individui hanno capacità individuali diverse e ogni società tende, per il proprio benessere, a

premiare e privilegiare gli individui che possiedono capacità superiori.

La disuguaglianza si spiega con il fatto che, indipendentemente dalle loro diverse configurazioni,

tutte le società tendono ad affidare ricompense superiori a coloro che controllano alcune funzioni

strategiche, coem, ad esempio, quelle del governo, die servizio della religione, di presidio della

tecnologia necessaria alla collettività per sopravvivere e prosperare.

La teoria conflittualista: i conflittualisti non concordano con la tesi secondo cui la disuguaglianza è

il modo naturale in cui la società assicura la propria sopravvivenza; essa è dovuta al fatto che chi

controlla le risorse sociali più importanti è generalmente in grado di conservare i propri privilegi.

Secondo Marx la storia umana può essere divisa in fasi caratterizzate da diversi modi di

produzioni; a seconda del rispettivo modo id produzione, in ogni società una classe dominante

controlla i modi di produzione e, con essi, le condizioni di vita di una classe subordinata esclusa

dalla proprietà di tali mezzi. Secondo Marx, inoltre, il rapporto tra classe dominante e classe

subordinata in ogni fase della storia umana è fondato sullo sfruttamento, la cui forma è determinata

dal modo di produzione.Il sistema capitalista è cosi chiamato perché i suoi mezzi di produzione

caratteristici assumono la forma di capitale (fabbriche, macchine, risorse finanziarie). I detentori del

capitale acquistano dagli operai forza-lavoro che, applicata alle materie prime, consente la

trasformazione di queste in merci. Attraverso il loro lavoro, gli operai creano un plusvalore, che

viene appropriato dai capitalisti attraverso la vendita delle merci a un prezzo superiore a quello di

produzione. Secondo Marx, a un certo momento nell’evoluzione storica, gli operai si rendono conto

di essere sfruttati. Il peggiorare progressivo delle loro condizioni di vita porta a una rivoluzione

globale e alla sostituzione del sistema capitalistico con un regime socialista. A oggi, le previsioni

marxiane non si sono realizzate e anzi il “proletariato” tradizionale appare frammentato.

MIchels fa propria l’idea marxiana del conflitto tra classi, ma rigetta l’idea che la base di tale

conflitto sia da ricercarsi nelle relazioni economiche. Michels sostiene che quando

un’organizzazione supera una certa dimensione si sviluppa al suo interno un’oligarchia; questo

principio definito appunto legge ferrea dell’oligarchia. Tale tendenza alla concentrazione del potere

è in gran lunga determinata dalla struttura dell’organizzazione.

Secondo Dahrendorf la legge ferrea dell’oligarchia vale vale per tutti i tipi di organizzazione, e non

solo per quelle economiche; esso sostiene che il conflitto di classe non deriva dalle relazioni

economiche, ma dalla distribuzione diseguale dell’autorità.

La teoria di Weber: secondo Weber la stratificazione sociale è spiegabile a partire da tre

dimensioni, tra loro distinte ma interrelate:

1. La posizione di mercato—> che non coincide con il controllo dei mezzi di produzione; gli

individui si distinguono, e formano classi, a partire dalle capacità e credenziali professionali che

possono spendere sul mercato del lavoro;

2. Lo status—> gli individui si differenziano a seconda del grado di stima, onore e prestigio dei

quali godono a livello sociale; le persone portatrici di uno status simile tenderanno ad esibire

stili di vita simili e formeranno raggruppamenti sociali, detti ceti sociali;

3. Il potere—> Weber definisce potere la capacità di un individuo di far valere la propria volontà a

fronte dell’opposizione dei suoi interlocutori.

La teoria di Warner: questa teoria è unica nel suo genere, in quanto è basata sulla posizione

sociale attribuita da altri; la teoria di Warner è basata sul modello reputazionale, che determina

l’appartenenza di una persona a una particolare classe in base alla posizione assegnatale da altri

membri della comunità. Warner identificò sei diverse classi sociali:

upper-upper

Upper class lower-upper

upper-middle

Middle class lower-middle

upper-lower

Lower class lower-lower

Tutte le teorie esaminate uno ad ora prendono la disuguaglianza co

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Publisher
A.A. 2016-2017
18 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher matib.97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Stagi Luisa.