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TALI BISOGNI FONDAMENTALI.

Per soddisfare i bisogni sociali le istituzioni devono utilizzare le risorse di cui la società dispone, gli

economisti per le istituzioni economiche, ne hanno classificate quattro:

1. la terra = risorse naturali;

2. il lavoro = risorse umane;

3. il capitale = ricchezza investita per i mezzi di produzione;

4. l’organizzazione = mezzi per combinare e coordinare le prime tre.

Proprio per l’uso delle risorse le istituzioni si possono ritenere congedi per canalizzare le risorse

sociali in modelli di interazione stabili, proposti a soddisfare uno o più bisogni sociali. Ma se con

questa definizione le istituzioni sembrano troppo statiche immutabili, bisogna sottolineare i loro

aspetti di variabilità e cambiamento cui esse sono soggette—> dati bisogni sociali possono essere

soddisfatti da istituzioni diverse in diversi luoghi o in epoche differenti della storia. Un altro fattore

di cambiamento per le istituzioni è dato dai mutamenti che intervengono nelle condizioni che

influenzano le istituzioni stesse.

La società

Per dare una definizione di società gli scienziati sociali hanno trovato difficoltoso specificare le sue

caratteristiche fondamentali; il termine ha infatti una serie di significati differenti.

Marsh ha tentato di specificare le condizioni necessarie per far si che un gruppo possa essere

definito come società:

un territorio delimitato da confini;

• il reclutamento di nuovi membri attraverso meccanismi come la riproduzione o l’immigrazione;

• una cultura coesa e inclusiva per soddisfare i bisogni sociali;

• l’indipendenza politica.

Come anche Marsh stesso ha notato questa definizione presenta dei problemi tra cui quello in cui

traspare la sovrapposizione del termine società con quello di cultura e stato-nazione; ma: il

concetto di cultura non implica necessariamente confini territoriali o dipendenza politica, e il

concetto di stato-nazione implica un apparato di governo formale e una specifica identità

nazionale.

Lenski e Lenski hanno proposto una classificazione dei tipi di società basata sui mezzi di

sussistenza che queste impiegano:

Società di caccia e raccolta: i membri si sostengono attraverso la caccia e la raccolta di bacche

• e radici; dispongono soltanto di utensili primitivi: il sistema dominante è quello della parentela,

che è principio organizzativo della vita sociale; la struttura politica è inesistente, ma vi è

solitamente un capo tribù. Es: aborigeni dell’Australia centrale;

Società orticole: i membri si sostengono attraverso la coltivazione di orti e giardini; la proprietà

• è limitata, siccome si portano con sé tutto quello che gli è necessario; è una società di

sussistenza (come quella di caccia e raccolta); le strutture politiche sono articolate in due o più

livelli di autorità; è fondamentale il sistema di parentela, spesso articolato in clan, con regole

molto complesse. Es: società dell’Africa sub-sahariana;

Società agricole: sono società orticole in cui la disponibilità di strumenti più avanzati a supporto

• dell’agricoltura, generano un surplus agricolo; grazie a ciò si sviluppano l’artigianato e il

commercio; grazie alla nascita dello stato, della scrittura e della moneta si formò una struttura di

potere complessa che intaccò il sistema familiare; la famiglia, tuttavia, rimase l’unità produttiva

fondamentale. Es: società dell’antico Egitto.

Società industriali: società caratterizzate da una forte differenziazione delle attività; la

• tecnologia è il perno centrale di queste società; l’uso di fonti energetiche inanimate si è andato a

sostituire alla forma umana o animale; il surplus economico è enorme; è presente il fenomeno

dell’urbanizzazione proprio grazie a questo surplus; vi sono sistemi di governo altamente

sviluppati con burocrazie e apparati militari complessi; la famiglia è largamente eclissata. Es:

società inglesi nel ‘700.

Tonnies propose un’analisi tra le società tradizionali e le società moderne facendo ricorso ai termini

GEMEINSHAFT = comunità e GESELLSCHAFT = società. Schematicamente possiamo pensare

al primo come ad una comunità rurale agricola, e al secondo come a una società urbana

industrializzata.

Lo studioso individua particolari differenze tra G e G:

1. le motivazioni individuali: la comunità richiede che gli individui rispondano ad obblighi collettivi;

la società si basa sul perseguimento razionale degli interessi individuali;

2. il controllo sociale: la comunità mette l’accento su usi e lealtà tradizionali; la società mette

l’accento su leggi codificate formalmente;

3. la divisione del lavoro: la comunità implica una specializzazione limitata; la società prevede

specializzazione e autonomia dei ruoli professionali;

4. la cultura: la comunità si basa su valori religiosi; la società si basa su valori secolari;

5. le istituzioni dominanti: nella comunità è centrale la famiglia, il vicinato e le comunità locali;

nelle società si impongono organizzazioni formali.

Tale classificazione è stata molto criticata, poiché innanzitutto eccessivamente semplificata;

secondariamente essa non si presta all’analisi univoca delle società industriali moderne,

caratterizzate da una miscela di elementi riconducibili sia alla G che alla G.

Capitolo 8

Per comunità intendiamo le relazioni stabili che si sviluppano tra esseri viventi, come gli animali,

per perseguire scopi comuni come la sussistenza, la difesa del territorio e la riproduzione. Le

comunità umane sono simili a quelle animali, ma più complesse. Una grande differenza che

contraddistingue le comunità animali da quelle umane è il termine capitale sociale—> ossia

l’insieme delle relazioni sociali di cui un soggetto individuale o un soggetto collettivo dispone in un

determinato momento. È importante sottolineare che il capitale sociale ha le caratteristiche di un

bene collettivo.

Una comunità è allora una popolazione che ha radici in uno stesso territorio, che conduce una vita

quotidiana interdipendente e che svolge numerose attività rispondenti ai bisogni economici e

sociali comuni—> questa definizione di Schnore consente di distinguere la comunità da altre forme

associate come le burocrazie e i gruppi volontari, e di ricomprendere sia i gruppi urbani che quelli

rurali.

L’urbanizzazione

Tra gli eventi di maggiore portata nella storia delle comunità umane troviamo la comparsa delle

città; le prime nacquero tra il IV e il III millennio nella valle tra il Tigri e l’Eufrate, in Mesopotamia—>

erano città-stato indipendenti governate da un re che era anche sommo sacerdote. Altre città si

svilupparono in Egitto lungo la sponde del Nilo, nella valle dell’Indo (attuale Pakistan), e nella valle

del fiume Giallo, in Cina. Come si può facilmente osservare la presenza di corsi d’acqua favorì lo

sviluppo dell’agricoltura, del commercio e degli scambi culturali.

Città romane e medievali—> nell’impero romano si accelerò il processo di urbanizzazione, centri

abitati da migliaia di abitanti crebbero dall’Inghilterra fino ad Oriente; le città romeni erano centri

culturali e commerciali; dopo la caduta dell’impero, però, il numero e la popolazione delle città

europee cominciarono a declinare anche causa di continue guerre e epidemie (peste bubbonica

del 1300;

Città giapponesi—> anche le città giapponesi crebbero nel periodo post-medievale, e furono

anch'esse devastate da numerosi incendi e terremoti;

Città coloniali—> si svilupparono nei secoli XVI e XVII comprendevano Cape Town, Lima,

Bombay, Rio de Janeiro e New York; erano tutti grandi porti destinati allo smistamento di merci

da e per l’Europa;

Città industriali—> il fattore che ha determinato l’urbanizzazione nell’epoca moderna è lo

sviluppo industriale; nei paesi industrializzati la popolazione cresceva poiché le fabbriche

avevano bisogno di grande masse di lavoratori; Manchester fu un esempio classico di città

industriale;

Città postindustriali—> negli ultimi anni nei paesi occidentali si è sviluppata una

deindustrializzazione in concomitanza con lo sviluppo dell’economia dei servizi; si sostituiscono

progressivamente i beni materiali con quelli immateriali: vi una crescente globalizzazione, in cui

tutto tende ad abbattere le barriere nazionali, intrecciandosi con una rete che abbraccia l’intero

pianeta.

I processi di urbanizzazione possono essere studiati attraverso il ricorso di tre indicatori:

1. Tasso di urbanizzazione ossia la percentuale di cittadini in relazione alla popolazione totale;

2. Ammontare della popolazione urbana ossia il numero assoluto delle persone che in una

determinata area geografica vivono in città;

3. Tasso di crescita urbana ossia l’aumento della popolazione urbana nel corso di un anno.

È possibile classificare i tipi di comunità secondo alcune differenze presenti tra esse:

la dimensione della comunità, dai piccoli villaggi alle grandi città;

• il grado di dipendenza reciproca, dalle tribù di cacciatori isolate ai sobborghi di città moderne

• collegati tra loro;

la densità ossia il grado di concentrazione della popolazione in un’area specifica, dalle comunità

• nomadi del deserto asiatico alla sovraffollata Hong Kong.

Comunità tradizionali e comunità urbane

Le prime sono caratterizzate da una ridotta mobilità sociale e tendenza al conformismo,

preminenza delle attività agricole per autoconsumo e un forte controllo sociale tra i membri.

Le seconde sono caratterizzate dalla presenza di grandi quantità di individui, che non si conoscono

tra loro, se non entro piccole cerchie, dalla presenza di una grande quantità di mestieri e

professioni distinte, dalla separazione tra spazio di vita privata e spazio di lavoro con susseguenti

fenomeni di pendolarismo, dalla maggiore mobilità e più ridotto controllo sociale.

Questa distinzione tra le due comunità tuttavia non va assolutizzata —> dentro le metropoli

esistono infatti comunità etniche e di altro tipo, che presentano caratteristiche più tradizionali che

moderne.

L’approccio ecologico

Questo tipo di approccio principale alla vita urbana venne studiato dalla Scuola di Chicago negli

anni ’20 prendendo a modello studi di ca

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A.A. 2016-2017
21 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher matib.97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Stagi Luisa.