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PRECEDENTEMENTE RESPINTA.
- Una terza forma di nuova esperienza implica il diventare coscienti di un aspetto delle proprie azioni del
quale non si aveva consapevolezza. Es. paziente che si comporta in maniera difensiva si rende conto del 15
Teoria e pratica dell’alleanza terapeutica
proprio di agire mentre ciò avviene.
- Una 4° forma di nuova esperienza consiste nel diventare coscienti dei propri PROCESSI DIFENSIVI mentre
questi vengono messi in atto. Es. paziente dall’atteggiamento intellettualistico si rende conto del proprio
evitamento intellettualizzato dell’esperienza emozionale nel momento in cui ciò si verifica.
-Un’ultima forma di nuova esperienza implica la coscienza effettiva di alcuni aspetti della propria
COSTRUZIONE DELLA REALTA’ mentre tale costruzione a luogo. Es. paziente si rende conto del fatto che
sta denigrando se stesso nel momento stesso in cui ciò si verifica.
Legata a tale distinzione fra comprensione ed esperienza è quella che intercorre tra INSIGHT e
CONSAPEVOLEZZA. La consapevolezza può essere distinta dall’insight per il fatto che implica la diretta e
immediata coscienza dell’esperienza o delle azioni piuttosto che una riflessione retrospettiva su di esse. La
riflessione retrospettiva è importante nel processo di cambiamento ma NON è sufficiente. È soltanto
attraverso la coscienza immediata dell’esperienza che emergono nuove possibilità. Uno dei problemi che si
ritrovano in numerose discussioni circa il ruolo dell’insight nel processo di cambiamento è l’assenza di
chiarezza circa il significato della parola. Il riconoscimento che la mente umana è legata a un corpo fornisce
un importante punto di partenza per esplorare questo tema in termini più attuali. Come suggerisce la teoria
delle emozioni, c’è un’intrinseca connessione tra la conoscenza e l’azione. La mente umana ha evoluto i
suoi caratteri peculiari per il significato che essi rivestono per l’azione adattiva nella realtà; e pensare,
sentire, agire sono aspetti interdipendenti dello stesso processo. Il pensiero deve essere considerato come
un processo legato al corpo. Noi conosciamo non soltanto attraverso la nostra testa, ma anche attraverso le
nostre azioni o le nostre esperienze corporee. Noi elaboriamo costantemente il significato della situazione
corrente a livello di percezione corporea. Questa conoscenza percepita in modo corporeo viene integrata
con una conoscenza di livello superiore attraverso una complessa combinazione di attività di elaborazione
di informazioni, e il prodotto di tale integrazione è l’esperienza soggettiva dell’emozione. Questo tipo di
integrazione è molto importante, dal momento che il processo di conoscenza ha luogo a vari livelli, è
possibile che un individuo abbia la conoscenza di qualcosa a un determinato livello senza conoscerla a un
livello diverso. Es. si può avere una conoscenza a livello corporeo senza averla a livello concettuale.
Nell’ambito clinico la discrepanza tra livelli può condurre a una sorta di alienazione del sé. Quando si inizia
una terapia, una comprensione concettuale del modo in cui si costruisce la propria realtà attraverso il
pensiero e l’azione non può di per sé portare a un reale cambiamento. Un paziente può avere una
comprensione concettuale del modo in cui si protegge dall’abbandono, e tuttavia non vedere come stia
attuando effettivamente al momento con il terapeuta questa strategia. Infine, si deve esperire ciò che si sta
facendo a livello di conoscenza corporea. Quando un individuo ha una nuova sensazione, dà a se stesso
un’irrefutabile informazionale su quanto l’intera configurazione relazionale significhi realmente per lui
come organismo intero, e tale significato ha risvolti impliciti per l’azione. Quando un individuo ha ciò che
viene generalmente chiamo ‘’insight emozionale’’, le cose vengono viste in una maniera nuova, che si
connette all’esperienza vissuta. L’insight emozionale, o consapevolezza, comporta così la rivalutazione di un
evento o di un’esperienza in un modo che conduce al ‘’che cosa vuol dire per me ora’’. Quando un
individuo ha una consapevolezza emozionalmente immediata nel presente, significa che vede le cose in una
nuova prospettiva come organismo completamente integrato. Ciò riflette il fatto che l’individuo conosce
qualcosa in maniera differente, come un organismo concreto, in interazione con l’ambiente circostante. 16
Teoria e pratica dell’alleanza terapeutica
OSSERVAZIONE PARTECIPANTE E PARTECIPAZIONE OSSERVANTE
Sullivan aveva in origine preso in prestito il termine di osservatore partecipante dalla sociologia e
dall’antropologia per riferirsi alla posizione dell’osservatore che il terapeuta doveva assumere per poter
acquistare delle conoscenze circa il campo interpersonale che veniva co-costruito dalla diade paziente-
terapeuta. La necessità di questo genere di posizione nell’osservatore trova la sua premessa naturale
nell’assioma che l’osservatore inevitabilmente influenza l’osservato. Egli riteneva che fosse possibile al
terapeuta tener conto del proprio contributo all’interazione e per certi aspetti rimanere fuori e agire come
un esperto di relazioni umane.
Successivamente altri teorici della psicologia interpersonale, iniziarono a interessarsi più esplicitamente del
qui e ora della relazione terapeutica.
Introducendo, il termine di ‘’PARTECIPANTE OSSERVANTE’’, FROMM ha delineato quella prospettiva per
cui la partecipazione involontaria del terapueta alla messa in scena è tanto inevitabile quando desiderabile.
Tale prospettiva ritiene che il controtransfert sia nell’ordine naturale delle cose, piuttosto che
un’aberrazione periodica, e che la comprensione da parte del terapeuta della natura della sua
partecipazione spesso si ha dopo che tale partecipazione si è verificata ed è, nel migliore dei casi, soltanto
parziale.
INTERSOGGETTIVITA’
La tendenza verso una psicologia a due persone e la crescente attenzione riservata all’esperienza e alla
partecipazione del terapeuta sono state anche segnate dalla proliferazione di prospettive spesso descritte
come intersoggettive o ‘’relazioni soggettive’’. Esse si staccano da quella che considera la relazione
terapeutica nei termini di una misurate messa in scena che comporta transfert e controtransfert (laddove la
direzione dell’influenza è in ampia misura diretta dal paziente al terapeuta, mentre l’implicazione che ne
deriva è che ciò che viene sperimentato dal paziente è distorto e irrazionale) per avvinarsi invece a una
prospettiva che considera la relazione come un continuo scambio tra soggettività separate. Questo genere
di scambio che fa parte del processo terapeutico in atto, è particolarmente importante durante la
negoziazione della impasse nell’alleanza. Il significato di intersoggettività è veriato a seconda delle varie
tradizioni.
Stern: lo descrisse come un processo di sviluppo nel quale i bambini acquisiscono la capacità di riconoscere
un altro come centro separato di soggettività con cui poter condividere uno stato soggettivo.
Storlow e colleghi: letteratura relativa alla psicoterapia; hanno usato l’idea di intersoggettività nel loro
ampliamento della teoria della psicologia del sé. La considerano un termine generale per descrivere il
campo psicologico tra il paziente e il terapeuta, vale a dire ‘’lo scambio, tra mondi soggettivi
differentemente organizzati; l’influenza reciproca delle soggettività consce e inconsce’’ delle due persone
nella relazione.
Siamo fondamentalmente dipendenti dagli altri per l’esperienza del sé. Così l’altro costituisce un pericolo
per me, giacché mette a rischio la mia autosufficienza.
La Benjamin sostiene che la situazione terapeutica debba invariabilmente coinvolgere una tensione
dialettica tra il relazionarsi agli altri come oggetti e il relazionarsi agli altri come soggetti. Tale processo
implica continuamento sia il riconoscimento sia la negazione dell’altro come centro separato di
soggettività. L’abilità nell’usare l’altro come oggetto di un’aggressione gioca in definitiva un ruolo
importante nell’aiutare ad avere esperienza dell’altro come soggetto indipendente.
Questo contribuisce ad avere maggiore capacità di accettazione sia dei limiti dell’altro sia del sé. 17
Teoria e pratica dell’alleanza terapeutica
CONSAPEVOLEZZA: LA POSIZIONE DI OSSERVAZIONE DEL
TERAPEUTA E IL LAVORO INTERNO
Visto il ruolo pilota che la posizione di osservatore assunta dal terapeuta ha nel lavoro terapeutico è
singolare quanto poca ne sia stato scritto. Freud definisce che il terapeuta dovrebbe ascoltare i propri
1
pazienti con ‘’una attenzione liberamente fluttuante’’ . Nonostante la validità della prescrizione, essa però
presenta alcuni limiti dal punto di vista della pratica clinica attuale. Il primo limite consiste nel fatto che non
fornisce un’adeguata definizione del processo interno attraverso il quale sia possibile ottenere uno stato di
attenzione liberamente fluttuante. Il secondo è che, mantenendo la posizione freudiana della psicologia a
una persona, il punto focale dell’osservazione è il paziente e non la diade paziente-terapeuta.
Reik: ignorato dalla letteratura psicoanalitica; come Freud, riteneva che fosse importante non permettere
all’attenzione di legarsi ad alcun aspetto del campo di osservazione, dal momento che ciò limita la capacità
del terapeuta di percepire altri dati potenzialmente importanti che non sono al centro dell’attenzione.
Inoltre, enfatizzava l’importanza per il terapeuta di rivolgere la propria attenzione verso l’interno per far
emergere dalla sua stessa esperienza informazioni importanti. Riteneva inoltre che molte delle più sottoli
sfumature di comunicazione interpersonale fossero tanto espresse quanto percepire a livelli inconsci, e che
soltanto l’attenzione verso l’interno e l’ascolto tramite il ‘’terzo occhio’’ potessero portare il terapeuta a
comprendere realmente i propri pazienti.
L’essenza della posizione di BION è che ci si deve avvicinare a ciascuna seduta con il paziente come se fosse
la prima, dal momento che assimilare la propria comprensione del paziente a ciò che è già ‘’noto’’ di lui,
oppure alle proprie teorie, impedirebbe al terapeuta di essere aperto a nuove possibilità nel momento in
cui queste dovessero emergere. Egli riteneva inoltre che il terapeuta dovesse abbandonare il desiderio d