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ALLEANZE E ACCORDI TRA AZIENDE
Un’azienda può trovare conveniente in certi momenti intrecciare più strette relazioni
con alcune delle altre aziende che operano nel medesimo contesto catturando così
occasioni per ottenere vantaggi reciproci.
Conquistare o consolidare Ripartire rischi Sviluppare nuove
un vantaggio competitivo tecnologie
Condividere esperienze e Incrementare capacità Accedere a nuovi mercati
conoscenze nell’area produttiva e
nell’area commerciale
Ne ricordiamo alcune tra le più importanti:
1. ALLEANZE STRATEGICHE
Accordi di vario tipo con scadenza non breve informali oppure regolati sulla base di
contatti molto precisi.
2. ACCORDI DI LICENZA
Il titolare di un brevetto concede ad un terzo detto licenziatario il diritto a farne uso a
fronte di un pagamento detto royalty che di solito è una percentuale delle vendite
derivanti dall’utilizzo.
3. FRANCHISING
Accordo con cui un’impresa industriale detta franciser concede ad un’impresa
commerciale detta franchisee il diritto a vendere in una determinata area i propri beni
usandone il marchio. Il capitale è apportato dal franchisee ma il franchiser si impegna
assistenza di vario genere per tutta la durata dell’accordo.
4. JOINT VENTURES
Strutture organizzative comuni ben formalizzate e non a tempo indeterminato, dotate
anche di autonomia giuridica, costituite da due o più imprese, con controllo
congiunto e paritario, ciascuna delle quali conserva la propria indipendenza operativa
con lo scopo di integrare competenze distintive dei partner.
5. CONSORZI
Alleanze tra imprese ben formalizzate e regolate sul piano giuridico art.2602 ss con
cui due o più imprese creano un’organizzazione comune per svolgere alcune attività
che si predeterminano all’inizio, pur conservando ciascuna la propria autonomia. Si
distinguono poi consorzi con attività interna che svolgono alcune funzioni all’interno
nell’interesse dei consorziati come ad esempio attività di ricerca; e consorzi con
attività esterna che contemplano la costituzione di un ufficio comune e di un fondo
consortile finanziato dai contributi dei partecipanti.
6. RETI
Collaborazioni organizzate fra una pluralità di aziende con lo scopo di superare le
debolezze legate alla piccola dimensione. Caratteristica delle reti è l’interdipendenza
che si crea fra le aziende partecipanti pur rimanendo ciascuna autonoma. Si
distinguono reti a stella dove un’azienda centrale detta leader ha rapporti con tutte le
altre; reti a maglie dove ciascuna azienda interagisce con le altre; reti lineari in cui le
aziende sono poste in successione lungo una filiera produttiva (quest’ultime possono
essere ad albero se in corrispondenza di ogni livello agiscono più aziende).
7. DISTRETTI INDUSTRIALI
Una pluralità di aziende di piccola e media dimensione appartenenti ad un
determinato settore e tutte legate a un medesimo territorio danno vita ad una
comunità per condividere le loro conoscenze e cooperare sotto molti profili pur
restando indipendenti e concorrenti fra loro.
CRESCITA AZIENDALE
L’impresa che intende essere vincente nel lungo termine si pone costantemente
l’obiettivo di crescere sia nelle dimensioni sia sul piano qualitativo. La crescita può
essere di due tipi:
• interna quando si utilizzano mezzi e capacità di cui si dispone portando a
compimento adeguati programmi di investimento;
• esterna quando si acquisiscono altre imprese ottimizzando le risorse complessive.
Alcuni metodi di acquisizione di altre imprese sono:
acquisto : assunzione della proprietà corrispondendo il prezzo al suo titolare;
• fusione : assunzione della proprietà di un’impresa concordando l’ingresso nella
• compagine sociale del compratore corrispondendogli quote del capitale sociale
della società risultante e condividendo il possesso del più ampio complesso
aziendale;
partecipazione : assunzione della proprietà di un’impresa acquistando la
• maggioranza o la totalità del capitale sociale dell’impresa e lasciando le aziende
giuridicamente separate.
* Gruppo aziendale : partecipazione di controllo nel bilancio della società acquirente
capogruppo ( holding ) di una pluralità di aziende indipendenti giuridicamente ma
collegate fra loro dal fatto di essere direttamente o indirettamente sotto controllo di
un unico soggetto. La capogruppo può occuparsi esclusivamente del coordinamento
delle partecipazioni ( holding pura ) oppure esercitare anche una propria attività
operativa ( holding mista ). Nel caso di gruppi molti ampi si possono creare dei
sottoinsiemi di società posti sotto il controllo di sub-holding.
OPERAZIONI DI GESTIONE
La gestione è rappresentata dall’insieme di operazioni compiute dal fattore umano sul
capitale attraverso le quali la funzione di creazione di utilità propria di ogni azienda.
La gestione dell’azienda si può concepire come un processo ciclico articolato in tre
fasi fondamentali:
1. APPROVVIGIONAMENTO dei fattori produttivi
I principali fattori di produzione sono il capitale ( fattore produttivo generico ) che si
configura come una massa di investimenti in fattori produttivi specifici; e il lavoro
inteso come l’impiego delle forze del corpo e della mente in un’attività produttiva.
Per acquistare un fattore della produzione nel mercato di approvvigionamento viene
sostenuto un costo.
Una prima classificazione dei fattori produttivi viene posta tra:
• fattori materiali tangibili
• fattori immateriali intangibili con cui si vuole indicare tutti gli elementi che
contribuiscono utilmente al processo produttivo e la cui disponibilità non è legata a
scambi di mercato. Il fenomeno dell’obsolescenza può colpire anche le risorse
immateriali in primis la conoscenza causando un deterioramento delle capacità
competitive dell’azienda. Il modello del Capitale Intellettuale distingue tre
categorie principale di risorse intangibili:
capitale umano cioè le competenze individuali dei singoli che operano all’interno
• dell’organizzazione;
capitale organizzativo cioè la conoscenza codificata dell’azienda. La sua sorte è
• fortemente legata alla permanenza del personale al suo interno;
capitale relazionale formata dalle relazioni che l’azienda ha con controparti
• esterne;
Una seconda importante distinzione posta in funzione della durata di utilizzo dei
fattori produttivi viene posta tra:
• fattori a fecondità ripetuta (FFR) che cedono gradualmente nel tempo la loro
utilità. Questi fattori produttivi hanno un valore residuo che si determina
sottraendo al loro costo di acquisizione quello di utilizzo. La vita utile dei fattori
produttivi è resa più breve rispetto alla sua durata tecnica dal manifestarsi
dell’obsolescenza economica che può definirsi come il superamento economico
che rende inidoneo o scarsamente conveniente l’utilizzo di un dato fattore
produttivo;
• fattori a fecondità semplice (FFS) che cedono interamente la loro utilità nel
momento in cui sono utilizzati.
2. PRODUZIONE
Comprende le operazioni attraverso le quali vengono impiegati i fattori produttivi per
ottenere prodotti e servizi. In questo caso il termine produzione non si intende in
senso fisico ma in senso economico ossia come processo di creazione di utilità.
3. SCAMBIO
Comprende tutte le operazioni attraverso le quali l’impresa colloca sui mercati di
sbocco i risultati della sua attività .
Le operazioni di gestione si caratterizzano per il fatto di essere strettamente collegate
nel tempo e nello spazio:
• nel tempo in quanto la gestione ha un andamento ciclico;
• nello spazio in quanto nello stesso momento vengono attivate simultaneamente
diverse operazioni di gestione tra loro legate da interdipendenza.
I CIRCUITI DI OPERAZIONI
- modello di rappresentazione della gestione -
Per comprendere il funzionamento delle imprese e le modalità con cui le stesse
creano o distruggono ricchezza si può utilizzare il modello dei circuiti della gestione:
• CIRCUITO DEI FINANZIAMENTI ( ATTINTI );
• CIRCUITO DEGLI INVESTIMENTI ( CONCESSI / PRODUZIONE ).
Secondo questo modello si individuano i seguenti circuiti di operazione:
1. CIRCUITO DELLA PRODUZIONE
Le operazioni riguardanti il circuito della produzione sono quelle relative a
l’acquisizione dei beni e servizi, l’utilizzazione dei fattori produttivi per trasformare i
fattori medesimi in prodotti, la vendita sui mercati di sbocco.
2. CIRCUITO DEI FINANZIAMENTI ATTINTI
Operazioni che servono a dotare l’impresa dei mezzi monetari indispensabili per
l’avvio e lo svolgimento della sua attività produttiva.
• a titolo di capitale proprio (capitale di rischio) > INTERNO
Il capitale di proprietà viene conferito senza obblighi temporali di restituzione e di
solito si ritiene vincolato in modo permanente all’impresa.
Anche la remunerazione del capitale i proprietà conferito non è definita in quanto si
tratta di una remunerazione eventuale e variabile che si attua con la distribuzione ai
proprietari dei mezzi monetari corrispondenti all’eventuale risultato economico.
• a titolo di capitale di credito > ESTERNO
I mezzi monetari attinti da terzi finanziatori a prestito prevedono una data di rimborso
e una remunerazione fissata (interessi passivi) da condizioni contrattuali. Esistono
finanziamenti con scadenza medio/lunga e prestiti obbligazionari a breve termine.
CAPITALE DI RISCHIO CAPITALE DI CREDITO
VINCOLO Solo eventuale ( Utile ) Giuridicamente prevista
RESTITUZIONE
SCADENZA Non prefissata Prefissata
SOGGETTI Proprietari Esterni e talvolta
FINANZIATORI proprietari
RISCHIO / Rischio elevato / Rischio basso /
REMUNERAZIONE Remunerazione eventuale Remunerazione
predeterminata
3. CIRCUITO DEI FINANZIAMENTI CONCESSI
E’ possibile che l’azienda decida di effettuare investimenti accessori per rendere
fruttifere le proprie disponibilità monetarie (interessi attivi). Le principali forme di
attività finanziarie sono:
• azioni cioè quote di partecipazione nel capitale proprio di un’altra società;
• obbligazioni cioè titoli di credito fruttiferi di interessi emessi da una società e
rappresentano quote di un prestito;
• titoli di Stato ossia crediti fruttiferi verso soggetti che si impegnano a riconoscere
le remunerazione prestabilita e a rimborsare le somme prestate.
L’AZIENDA IN CRISI
L’azienda è in crisi quando il suo equilibrato divenire presenta de