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CIRCUITO DEI FINANZIAMENTI
capitale di proprietà, questo capitale è vincolato nell’azienda, non ha un ritorno economico al
finanziatore, chi concede capitale di proprietà ha diritto ai dividendi nel caso l’impresa
produca un utile in quanto diventa un socio, il capitale di proprietà vengono utilizzati spesso
per acquisti di fattori produttivi con utilizzo pluriennale in quanto questo tipo di capitale non
viene restituito e di conseguenza non ho bisogno di trovare immediatamente liquidita per
pagare il debiti, in questo caso di tratta di fabbisogno finanziario durevole.
Il socio può apportare anche capitale in natura oltre che in denaro, l’apporto può prevedere
un singolo bene (disgiunto) e più beni (congiunto)
CIRCUITO DI FINANZIAMENTI ATTINTI AL TITOLO DI CAPITALE DI PRESTITO
Il capitale di prestito viene attivato quando il capitale di proprietà non è sufficiente per
mantenere l’equilibrio finanziario.
In questo caso ho obbligo di restituzione sul prestito con un ulteriore interesse passivo
(onere finanziario)
Onere finanziario = tasso d’interesse x valore nominale assunto in prestito
Il capitale di prestito viene restituito alla scadenza prestabilita con il finanziatore, con tutela
contrattuale.
In funzione della durata del finanziamento varia il rischio che l’ente finanziario corre nel
concedere il prestito: meno tempo —> meno rischio e viceversa.
Di conseguenza l’ente aumenterà il tasso d’interesse all’aumentare della durata del prestito.
Il circuito inizia con un entrata (ricevuto il finanziamento) allo stesso tempo creo un debito,
per concludersi con un uscita e l’azzeramento del debito, infine ho un onere finanziario di
pagare all’ente finanziatore
VARIAZIONI ECONOMICHE E FINANZIARIE
La regola fondamentale è che ogni operazione determina contemporaneamente almeno due
operazioni.
Queste variazioni saranno dello stesso segno se si riferiscono ad aspetti diversi della
gestione (es. una fin+ —> eco+) mentre sono di segno opposto se si riferiscono allo stesso
aspetto della produzione (es. fin+ —> fin-).
Con l’inizio del circuito del capitale di proprietà troviamo:
1.sottoscrizione
VF+ +crediti v/soci
VE+ + cap. Di proprietà
2.versamento
VF+. +denaro
VF- - crediti v/soci
Nel caso venga apportato cap. In natura:
1.sottoscrizione
VF+ +crediti v/soci
VF+ +capitale di proprietà
2.versamento
VF- -crediti v/soci
VF- +fattore a fecondità ripetuta
Chiusura del capitale di proprietà
1.restituzione
VF- +debiti v/soci
VE- -capitale di proprietà
2.versamento
VF- -denaro
VF+ -debiti v/soci
Con l’inizio del circuito del capitale di debito rileviamo:
1.accensione
VF+ +denaro
VF- -debiti finanziamento
2.restituzione
VF- -denaro
VF+ -debiti finanziamento
VE- +oneri per interessi passivi
Con l’avvio del circuito della produzione:
1.ricezione ft.
VF- +debiti v/fornitori
VE- +costi
2.pagamento della ft.
VF- -denaro
VF+ -debiti v/fornitori
Vendita con sconto entro 30gg:
1.ricezione ft
VF- +debiti v/fornitore
VE- +costi
2.pagamento ft
VF- -denaro
VF+ -debiti v/fornitori
VE+ -costi (sconto effettuato)
Pagamento dello stipendio:
1.liquidazione
VF- +debiti funzionamento
VE- +costi per salari e stipendi
2.regolamento
VF- -banca
VF+ -debiti di funzionamento
Chiusura del circuito di produzione:
1.emissione ft
VF+ crediti v/cliente
VE+ +ricavi
2. Regolamento ft
VF+ +banca c/c
VF- -crediti v/clienti
Con l’inizio del circuito dei finanziamenti concessi rileviamo:
1.concessione
VF- -denaro
VF+ +crediti di finanziamento
2.restituzione
VF+ +denaro
VF- -crediti finanaziamento
VE+ +proventi per interessi attivi
Come giudicare gli andamenti aziendali in un definito arco temporale.
Per analizzare gli effetti dei valori economi e finanziari sono necessarie delle misure di
sintesi:
-reddito del periodo, per calcolare se viene aumentato il valore dell’impresa in un
determinato periodo di tempo o per calcolare il giusto andamento.
Reddito del periodo viene calcolato per differenza tra ricavi e costi.
Il reddito non coincide sempre con le disponibilità dell’impresa in quanto esistono crediti, ed
altre operazioni che modificano il valore delle disponibilità;
-Capitale netto di funzionamento, per calcolare il valore del cap. Netto di funz. Bisogna
sottrarre il nuovo reddito al capitale già esistenti in azienda o trovare la differenza tra attività
e passività
-Prospetto del reddito
-Prospetto del capitale
L’attivo riguarda circuiti ancora non conclusi e la cui prospettiva sarà quella di un entrata, es.
investimenti accessori, possono essere intese anche come entrate future.
L’attivo viene formato da valori finanziari positivi e valori economici negativi e viceversa per
le passività.
Le passività sono processi in corso di svolgimento che si concluderanno con un uscita.
Nel caso qualcuno dei processi di un determinato circuito scavalca l’anno ed non è ancora
concluso, imputo il reddito del processo nell’anno due in quanto non ancora concluso, in
Italia; mentre a livello internazionale si preferisce imputare il reddito del processo all’anno 1.
Tutto ciò si ricollega al principio della competenza economia, cioè le condizioni che vengono
considerate importanti per imputare costi e ricavi appartenenti ad un determinato periodo.
Ciò avviene tramite due modelli:
Modello dei cicli conclusi, aspetto di imputare il reddito solo nel momento in cui vengono
rilevati eventuali costi o ricavi, cioè a fine circuito di produzione;
Modello dei cicli avviati, calcola il reddito di un processo nel periodo nel quale il processo e
stato avviato anche se non ancora concluso.
Il circuito della produzione può ritenersi concluso quando io ho svolto la mia prestazione cioè
fornire al cliente il prodotto anche se il pagamento avviene in un secondo momento.
Ciò avviene tramite contratto per beni immobili, per i beni mobili avviene con la consegna del
bene, per i beni immobili avviene quando il cliente utilizza il servizio.
Tutto ciò che realizza un ciclo non concluso viene definito “in corso” e ciò mi porta a
sospendere e rinviare costi e ricavi.
Il principio di competenza economica di divide in due sotto principi:
-principio della realizzazione del ricavo, si considerano i ricavi di competenza economica
dell’esercizio solo se lo scambio è avvenuto;
-principio d’inerenza del costo, saranno di competenza tutti i costi che si riferiscono ad un
ricavo realizzato.
Una parte dei costi e dei ricavi saranno rimandati al calcolo del reddito dell’esercizio
successivo, idem per i fattori a fecondità semplice o ripetuta.
Ciò avviene tramite RETTIFICHE dei costi o dei ricavi stessi (prima categoria di interventi)
oppure tramite INTEGRAZIONI (seconda categoria).
Rettifica:
-Rimanenze, rappresentano le materie prime o i prodotti che a fine del periodo non vengono
utilizzati, il costo che va rinviato viene inserito nel prospetto del capitale;
-Risconti, si ha quando si acquisisce o si eroga un servizio, il pagamento e l’incasso sono
anticipati, questi sono valori di natura economica che non si esauriscono in un unico periodo
ma almeno a cavallo tra due o più esercizi:
1.Risconti attivi, sono una rettifica di costo che viene utilizzata per rinviare
i costi che non sono di competenza all’esercizio successivo (attività);
2.Risconti passivi, sono una rettifica di ricavo che viene utilizzata per
rinviare i ricavi che non sono di competenza dell’anno N (passività).
Integrazione:
-Ratei, si ha nella stessa situazione dei risconti tranne per il fatto che il pagamento o
l’incasso avvengono posticipatamene:
1.Ratei passivi, di natura finanziaria,sono quote di uscite future, relative a
costi già maturati ma che avranno la loro manifestazione finanziari nell’
esercizio futuro;
2.Ratei attivi, di natura finanziaria, sono quote di entrate future, relative a
ricavi già maturati ma che avranno la loro manifestazione finanziaria nell’
esercizio successivo;
-Accantonamenti, di distinguono in:
1.Accantonamento per spesa futura, sono oneri che sicuramente sui
presenteranno in futuro, di cui però non si sa data ed entità;
2.Accantonamento per rischi futuri, questi sono incerti nell’esistenza, nella
data e nell’entità;
Consideriamo una categoria a se:
-Ammortamento, consiste nel spalmare i costi di competenza per ogni
anno di vita utile del bene FFR, quella quota è proprio detto amm/to.
Es. compro un trattato con 5 anni di vita utili al costo di 50000$.
Di conseguenza devo suddividere il costo per 10000$ per ogni anno di
attività del bene.
Nel caso delle rimanenze delle mat.prime ci ritroviamo le rimanenze iniziali, ad esempio 50,
alla fine del periodo mi ritrovo 25 per rimanenze finali, facendo la differenza troviamo il
consumo del FFS, a questo punto posso inserire nel mio prospetto sia la variazione che i
due valori che andranno poi a creare una variazione.
Caso diverso per il FFR, anche se il procedimento è lo stesso, quest ultimo prende il nome
del’ amm/to.
Principio della prudenza
Si collega al principio della competenza economica.
Se parto dal presupposto di una continuità di gestione e dal fatto che io non venda
mat.prime ma prodotti finite, i valori delle operazioni in corso sono determinate tenendo
presente come potranno svolgersi le future vicende produttive.
-le attività, il valore delle attività viene stabilito tramite:
1) valore del presumibile realizzo diretto, è calcolato in base al prezzo di vendita del prodotto
al netto dei costi impiegati per la vendita del prodotto [ esempio. 100 prezzo vendita, 80 costi
di produzione (acquisto 60,trasporti..) 60 : 80 = X : 100; in questo caso la X determina il
valore che andrò ad inserire nel prospetto].
2) valore del presumibile realizzo indiretto, utilizzato per il calcolo delle mat.prime, avviene
con la stessa proporzione del valore del presumibile realizzo diretto.
Il valori tra costo d’acquisto e il valore di presumibile realizzo, il principio della prudenza mi
impone di utilizzare il valore ragionevole più basso possibile cioè il costo d’acquisto come
visto nel primo esempio (dove VPR>Costo d’acq.)
Nel caso io abbiamo un VPR<Costo d’acquisto utilizzo il valore del VPR.
In ambito internazionale si utilizza il principio del valore equo (fair value) al posto del
principio della prudenza e dice che tra il valore di costo e il VPR utilizzo