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MISURATI A RICAVO IN FUNZIONE DELLO STATO DI AVANZAMENTO (PROFITTO MATURATO)
Ci sono anche altre modalità che possono essere utilizzate per stimare l’avanzamento dei lavori, che è un avanzamento di carattere
più amministrativo. Un esempio potrebbe essere la costruzione fisica (dovevo costruire 100 km di autostrada ma ne ho costruiti
solo 20). La condizione è che l’avanzamento fisico rappresenti anche un avanzamento economico. Se devo fare 100 km ma alcuni
li devo fare in galleria è diverso; in questi casi non funziona. È possibile utilizzare questa metodologia quando non distorce
l’applicazione del cost-to-cost.
Altra metodologia si ha per i servizi (progettazione pluriennale). Siccome il grosso è le persone che ci lavorano, potrei usare le ore
lavorate sulle ore totali. Non ci devono essere sfasazioni.
Si tratta di rimanenze quindi:
- Costi diretti.
- Costi indiretti.
- Costi generali.
- Oneri finanziari. Anche il passaggio nel tempo produce valore. Quando è stato stipulato il contratto, che doveva durare 5 anni,
nel margine negoziato ho inserito anche i costi finanziari, già inseriti nel contratto. Si misura a ricavo.
Ci possono essere dei costi che sono sostenuti subito ma che danno un beneficio futuro. In questo caso vanno esclusi dal margine,
dal ricavo.
Esempio
Devo fare un cantiere, quindi compro tutto quello che serve per costruire l’opera. È un costo che va a beneficio di tutta l’opera,
quindi non può essere preso in considerazione subito totalmente.
DIFFERENZA DA CAMBIO
Le differenze cambio vengono escluse. Chi fa il contratto in valuta estera si copre con i derivati per evitare il rischio di cambio.
VARIANTI E CLAIMS
Esempio
Dovevo fare una autostrada e avevo deciso tutto ma, in corso d’opera, si è dovuto modificare una variante. Queste varianti
vengono valorizzate.
Il maggior ricavo derivante dalla richiesta delle varianti va incluso?
Solo se si riesce a fare una stima attendibile e solo se si ritiene probabile.
Esempio
Stessa cosa per i claim. Sostengo più costi perché è successo un evento (dovevo costruire l’autostrada ma c’è stata la stagione
delle piogge e mi sono fermato) che, indipendente dalla mia volontà e dal fatto che il procedimento è stato corretto, mi ha
obbligato a fermare i lavori. Si verificano richieste di aggiungere maggiori costi dovuti a eventi non prevedibili che, se sono stimabili
e probabili, possono essere messi in bilancio.
Cosa succede se, a un certo punto, mi accorgo che nel costruire una certa opera, nel fare una stima dei costi da sostenere, m i
accorgo che il costo eccede i ricavi (sto lavorando in perdita)?
Se continuo così la perdita la rateizzo finchè non ho finito l’opera. Se ci si accorge di finire in perdita, la perdita totale la si prende
subito (è una specie di minore fra costo e realizzo). Ciò risponde alla definizione di attività. Se dal totale porto a casa meno di
quello che ho sostenuto o che sto sostenendo, non ho un’attività.
Il metodo è riferito a ciascuna voce, quindi anche se solo una commessa su 10 è in perdita, bisogna sistemarla.
Nell’esercizio in cui ci si accorge che si è in perdita (stimandola), in bilancio, in quell’esercizio, abbatto tutta la mia rimanenza e i
miei crediti.
In bilancio finiscono tra le attività al netto degli anticipi ricevuti (vengono negoziati anticipi periodici sul saldo finale al verificarsi
di certi eventi). Alcuni hanno usato questi come valutazione dell’avanzamento finale, ma questo non va bene perché non è una
negoziazione fisica ma una negoziazione finanziaria. A volte ci sono commesse che riescono a essere remunerative solo perché
riescono a negoziare dei termini di anticipo molto prima dei costi che vanno a sostenere. È un elemento finanziario soggetto a
negoziazione.
IFRS 15 sostituisce anche lo IAS 11. Si prende un ricavo quando è stata eseguita l’obbligazione di servizio.
Lo IAS 11 è sostituito dall’IFRS 15 a partire dai bilanci del 2018. Anche lo IAS 18 (che tratta dei ricavi) sarà sostituito dall’IFRS 15,
che tratta dei contratti con i clienti (contratti di qualsiasi tipo).
IAS 18 – RICAVI
Lo IAS 18 in realtà è un principio contabile ma, a differenza degli altri, non dà i concetti per cui bisogna utilizzare queste regole. Fa
un elenco di possibili operazioni e dice, in maniera apolitica, quando riconoscere un ricavo. Come aspetto di carattere generale
dice che il ricavo dovrebbe essere il fair value del corrispettivo da ricevere. Qualora l’incasso avvenga dilazionato nel tempo, senza
riconoscimento di interessi, devo attualizzarlo a oggi.
Per dire quando riconoscere un ricavo fa un’elencazione.
- Vendite: quando ho trasferito sostanzialmente i rischi e i benefici tipici della società.
- Servizi: in proporzione ai costi.
- Finanziamenti: al tasso effettivo di rendimento (costo ammortizzato). Tasso che eguaglia a oggi tutti i flussi futuri. Si prendono
tutti i costi futuri, più quelli di transazione, si scontano ad oggi e questo da il tasso effettivo di rendimento.
o TAEG: tasso annuo effettivo globale. Comprende le spese. Per il venditore è un tasso di rendimento, per il cliente di
pagamento.
- Royalties: pro quota maturato. Danno il diritto d’uso in cambio di pagamenti periodici (royalties) pro quota, quindi man mano
che maturano.
- Dividendi: quando scatta il diritto legale a recepire il dividendo.
Nell’IFRS 15 c’è tutto un discorso che disciplina condizioni presenti nello IAS 18.
- Consegna differita: ho prodotto ma non consegno al cliente finchè non me lo dice lui. Per vedere quando riconosco il ricavo
devo vedere i termini contrattuali. Chi sopporta i rischi di deperimento nel caso in cui la merce sparisce?
- Collaudo: c’è la vendita di un prodotto che necessita di un collaudo. Dipende se il collaudo è una mera formalità (sono
tranquillo che tutto va bene) posso già prendere il ricavo; se il collaudo è una parte importante e può avere degli esiti devo
aspettare a prendere il ricavo.
- Vendite rateali: solo quando sostanzialmente è stata incassata la maggior parte delle rate.
- Con opzioni di riacquisto: se ho venduto a qualcuno e mi sono mantenuto l’opzione di riacquistarla, dipende da me e sono io
che decido. Se l’opzione ce l’ha in mano il cliente prendo il ricavo solo quando il cliente non ha esercitato l’opzione. È trattato
anche nell’IFRS 5.
- A intermediari per rivendita: dipende dal tipo di contratto. Se l’intermediario si assume i rischi e benefici della merce, allora
ho venduto la merce. Altrimenti se devo dare all’intermediario la merce, il quale deve trovare un altro a cui fatturo, allora
continua a essere magazzino, anche se la merce continua a essere dislocata presso l’intermediario.
- Bene ceduto in cambio di un altro bene: il bene ricevuto in cambio a un altro bene, allora va al fair value del bene ricevuto in
cambio.
LEZIONE 4
IAS 12 – IMPOSTE SUL REDDITO
Non ci sono novità o molte differenze rispetto a ciò che è contenuto nei principi contabili nazionali. Questo standard tratta delle
imposte sul reddito intese come quelle correnti e quelle invece differite.
IMPOSTE CORRENTI
Devono essere accantonate in bilancio come debito in base all’utile d’esercizio corretto (+ o -) di quelle che sono le rettifiche ai
fini fiscali dei costi e dei ricavi (alcuni costi sono riconosciuti o non riconosciuti, ci sono delle regole fiscali). È un calcolo che si fa
sulla base di quello che si andrà a pagare subito dopo la chiusura dell’esercizio. Si parte dall’utile ante imposte, si fanno queste
rettifiche ai soli fini della dichiarazione dei redditi, viene fuori il debito e il debito si accantona in bilancio al netto degli anticipi già
erogati.
IMPOSTE DIFFERITE
Si originano dal fatto proprio che, in base alle regole fiscali, certi costi sono deducibili negli esercizi successivi (rispetto a quelli di
competenza contabile) o certi ricavi non sono riconosciuti se non in periodi diversi. C’è uno sfasamento temporale tra l’imposizione
fiscale e costi e ricavi di competenza, così come sono registrati nel bilancio d’esercizio. Questo sfasamento temporale crea la
necessità, ai fini di rispettare la competenza economica, di registrarsi un credito o un debito per imposte differite (proprio perché
è vero che certi costi non sono riconosciuti in questo esercizio ma verranno riconosciuti in un esercizio futuro). Quindi se io ho
questo costo di competenza ma mi viene riconosciuto dopo avrò un credito, nel senso che avrò meno imposte da pagare negli
esercizi successivi. Naturalmente queste differenze sono differenze c.d. “temporanee”, nel senso che ci sarà un momento in cui
queste differenze si annulleranno.
Nel linguaggio IAS/IFRS non si parla di costi e ricavi di competenza di esercizi successivi, ma si parla di valori di bilancio che hanno
un valore diverso ai fini fiscali rispetto al valore con cui sono rappresentati nel bilancio. Questo perché il Board (non solo il Board)
ha deciso di passare da quello che è il c.d. “income approach”, cioè un sistema che guarda al reddito i costi e i ricavi, al “balance
sheet approach”, cioè un sistema patrimoniale.
Nel framework si dice che i costi e i ricavi, altro non sono che la differenza fra un incremento e un decremento di attività e passività.
Qui è lo stesso concetto, si vanno a esaminare le voci in bilancio e si va a vedere se la voce che è in bilancio per un certo importo,
dal punto di vista fiscale, è zero.
Esempio
Se io ho fatto un accantonamento a un fondo che ho in bilancio ma questo accantonamento non mi viene riconosciuto, se non (ai
fini fiscali) quando effettivamente ho un esborso in denaro, vuol dire che quel fondo ha un valore in bilancio di competenza (per
me che ho fatto il bilancio) ma per il fisco vale zero. C’è quindi una differenza tra questi due valori di bilancio. Il tutto si riconduce
al fatto che però, prima o poi, i due valori tenderanno a coincidere. Quando ho l’esborso mi verrà riconosciuto il valore del fondo,
i due valori saranno uguali e quindi, a questo punto, posso recuperare quel maggior credito che dovevo registrare in bilancio, per
effetto del fatto che ho un costo (cioè un fondo) che mi è riconosciuto nell’esercizio successivo.
Tutte queste sono differenze temporanee e sono destinate a rigirare/annullarsi nel tempo (che può essere 1-2 anni ma anche un
tempo molto lungo, dipende dalle situazioni e dai casi). Naturalmente devono essere escluse tutte quelle differenze c.d.
“permanenti”, ossia quelle che non mi verranno mai riconosciute. Nel contesto italiano non sono molte, un esempio &e