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FCC
Modello USA, la che si occupa di regolamentare in generale le
telecomunicazioni: lo stato non interviene ulteriormente.
Modello Europeo, il servizio pubblico: lo stato interviene direttamente e diventa
operatore con il PSB (Public Service Broadcasting) Perché interviene lo stato?
Per sottrarre il broadcasting dalle mani di chi poteva usarla per la propaganda,
ma anche come strumento commerciale (per quanto riguarda l’Italia: nessun
privato poteva permettersi di possedere la TV Broadcasting.
Scarsità dell’offerta, pochi canali (In Italia solo uno fino al 1961) e una programmazione per programmi
discreti, fatta di pieni e di vuoti.
TV di Massa: mezzo di unificazione e modernizzazione dell’Italia, sfruttando la sua popolarità.
In generale si ha:
TV di servizio pubblico, controllo da parte dello stato.
TV di monopolio pubblico, senza concorrenti
La TV vista come un bene pubblico
Missione Reithiana di educare, informare, divertire
Servizio universale
Offerta di generi equilibrata con generi ben definiti
informazione equilibrata, equilibrio delle parti.
2. Età della disponibilità
Trasformazione radicale dei sitemi negli anni 70/80.
passaggio dal consumo al consumismo e se ne va la pubblicità soft alla
Carosello, con l’inizio dei primi spot.
nasce il cavo analogico, il satellite, che portano in alcuni stati alla multicanalità.
cambiamenti politici DEREGOLAMENTAZIONE, apertura agli attori commerciali
da parte dello stato (in Italia entrano per assenza di regolamentazione, e quando
si decide a riguardo se ne decreta la libertà).
La Televisione: aumento dell’offerta
aumentano i canali (si aggiungono canali locali e commerciali).
ampliamento dell’offerta in termini di tempo (verso il concetto di flusso)
crisi dei servizi pubblici che devono trovarsi una nuova missione.
inizio della concorrenza
Gli effetti del cambiamento sul sistema:
aumenta la produzione e i costi perché c’è grande richiesta di nuovi contenuti
da parte delle reti commerciali.
nasce un mercato di contenuti internazionali (format)
nuovi metodi ‘audiometrici’: l’Auditel per misurare il consumo, che viene
assunto al posto degli indici di gradiment o della RAI.
nuovi generi: spettacolarizzazione anche nel genere dell’informazione con
l’infotainment, la tabloidizzazione
trasformazione delle modalità di fruizione (sempre più individuale e meno fedele
con l’introduzione del telecomando e la possibilità di fare zapping).
3. Età dell’Abbondanza
Digitalizzazione, convergenza e complessiva trasformazione di tutti i poli del sistema. Un allontanamento
dalla produzione standardizzata, che mette in luce anche varie possibilità di interattività.
C’è la possibilità di personalizzazione del contenuto, sostituzione del palinsesto con il video on demand
(flessibilità degli orari). È autore del proporio palinsesto.
Testi di natura diversa ora possono essere distribuiti da un unico canale e integrati su un unico supporto.
Inoltre il panorama dell’era dell’abbondanza appare molto più frammentato.
La storia del medium TV in Italia
Età della Scarsità
Scarsità di canali, programmi, risorse. La TV come strumento per costruire una comunità immaginata, che
consuma gli stessi prodotti.
Dal 1954 al 1961 si ha solo il Primo Canale, Programma Nazionale.
Dal 1961 c’è l’introduzione del Secondo Canale.
Il servizio pubblico italiano, attualmente RAI, ha una continuità di monopolio dalla radio alla TV.
URI (radiotelevisiva) diventa EIAR, quindi nel 1944 RAI, anche se il cambiamento è solo nominale, perché
molti dirigenti dell’EIAR rimangono.
Caratteristiche del Servizio pubblico:
Una TV pedagogica:
dal modello Reithiano della BBC. Perché c’è bisogno di una
unificazione della lingua e c’è un alto tasso di analfabetismo. Si cerca di
combattere questa situazione attraverso due vie:
via diretta: telescuolam, ‘Non è mai troppo tardi’
via indiretta: teleromanzi/sceneggiati per acculturare la gente, I Promessi Sposi
e i telequiz che sono il genere più popolare. La lingua è quella di Mike
Bongiorno nel telequiz, una lingua invece più letteraria negli sceneggiati, per
cui si usa anche una rimediazione dal modello teatrale. Una forma teatrale
anche nella recitazione, con i cambiamenti nella scenografia.
Una TV umanistica:
la TV ha la logica dell’educare ma ci deve essere anche una
base umanistica. La RAI diventa luogo di incontro di autori che non vedono
negativamente il mezzo televisivo. Mario Soldati è un esempio di intellettuale
umanista. Scrittore e registra, fra gli ani ’50 e ’60 di due inchieste. Con gli
strumenti dell’inchiesta viaggia da sua a nord in Italia chiedendo alla gente
cosa legge ‘Chi Legge?’. Da uno sguardo antropologico sulla popolazione
italiana, la lettura si fa un po’ un pretesto per raccontare l’Italia con un tipo
di intervista calda, moderna, ma un tipo di macchinario ancora cinematografico
Nessuna Pubblicità:
è un sistema basato sul canone, quando emerge la
questione della pubblicità, la sua presenza è vista come qualcosa che
abbasserebbe la qualità del servizio pubblico, però dall’altra parte anche l’Italia
sta attraversando il periodo di boom economico. Così nasce Carosello, per
introdurre la pubblicità in Italia con moderazione, dal 1957 al 1977 dura
l’avventura di Carosello, l’unica pubblicità trasmessa sulla TV in quel periodo.
una pubblicità che dura molto in termini di tempo, con il marchio mostrato per
poco tempo, solo alla fine (a causa di un’imposizione secondo cui nei primi 2
minuti non ci doveva essere il marchio). Con Carosello si sviluppano anche le
case di produzione di cortometraggi animati Italiani, che subiscono una grave
crisi con la fine di Carosello, e l’inizio dell’importazione.
Rapporto con la Politica:
la politica cambia la TV e la TV cambia il modo di
fare politica.Il potere politico è interessato alla visibilità televisiva. I dirigenti RAI
sono scelti dalla DC, il partito più importante in Italia. Solo nel 1975 viene
spostato il controllo della RAI nelle mani del Parlamento, e anche gli altri partiti
iniziano ad avere il controllo. Inizia il processo di LOTTIZZAZIONE, e con la
introduzione della terza rete e il loro perfezionamento si arriva ad avere: rai 1
(DC), rai 2 (PSI), rai 3 (comunista)
Età della Disponibilità
1976 – Sentenza Riforma RAI, giudica che il monopolio non è più giustificato, localmente possono nascere
TV/radio libere. Finisce il monopolio pubblico e si approda a quello commercialconcorreziale.
Dopo il 1976 non si legifera più e all’interno delle TV commerciali locali entrano diversi attori che provano
tramite diversi stratagemmi (come la differita di pochi minuti) a sviluppare una rete di TV locali che
trasmettono in tutta Italia gli stessi programmi. Colui che ne esce vincitore è Berlusconi, con le sue 3 reti
fininvest, con le quali crea un network commerciale nazionale unito anche in termini di raccolta pubblicitaria,
con Pubblitalia 80, diretto concorrente della concessionaria Rai, SIPR. Sfrutta il fatto che la società è diventata
molto più consumistica e che si sono sviluppate molte aziende vogliose di farsi pbblicità, ma non in grado di
farlo perché la pubblicità in Rai era troppo poca e troppo costosa.
Il Format
Il medium televisivo è agente di globalizzazione villaggio globale per despazializzazione
(abolimento dei vincoli di spazio e tempo). Per la possibilità di vedere gli stessi eventi (media
events) indipendentemente dalla compresenza. La Globalizzazione un’interconnessione dei mercati
e dei trasporti di merci e persone. I media sono insieme frutto e artefici della globalizzazione. Ma
anche omologazione della cultura, Mcdonalizzazione
E insieme uno specchio delle culture nazionali o un vero e proprio agente di unificazione.
unificazione linguistica prima di tutto: in Italia si unifica la lingua, sulla lingua di Mike Bongiorno.
Inoltre si costituisce una platea sociale che non ha in comune solo il territorio ma è una emotional
community
La TV come medium generalista di flusso, sincronizza e detta i tempi di una nazione.
Per Bechelloni Funzione della TV:
1. Costituire una visibilità per gli italiani
2. Sincronizzare i rirmi
3. Pedagogismo
Questo aspetto esiste anche con la frammentazione degli anni 1970/80, ossia con la fine della
paleoTV pubblica e l’inizio della neoTV dei network, in cui si emancipa la provincia, e il progetto
pedagogico nazionale è sostituito dal progetto di omologazione nazionale
La Globalizzazione della TV
Prima ondata: 1957/75 – crescita dell’esportazione di ready made statunitensi e alcuni scambi
‘regionali’ perlopiù fra nazioni con la stessa lingua
Contrazione (a causa trasformazioni legislative)
La seconda ondata, a causa della deregulation, delle trasformazioni tecnologiche, facilitazione della
circolazione a causa delle nuove forme
Le forme della Global TV
Coproduzione: due o più partner assumono controllo creativo e finanziario di miniserie, TV movies
Cofinancing: la divisione del controllo è solo dal punto di vista finanziario
Format: vedita di una licenza per ricreare un contenuto di successo entro un altro mercato nazionale.
Repurposing: riadattamento dei prodotti ready made per nuovi usi, su nuove piattaforme.
Il Format
Il format ha una dimensione progettuale, dall’idea fino alla realizzazione rimane un progetto.
Diversa definizione del progetto rispetto all’ambito:
Format come prodotto commerciale: non è un idea o uno schema, ma è concepito come
scambio di abilità e saperi (si compra l’idea e il knowhow per realizzarla). Il format è una ricetta
già testata, attraverso una messa in onda, quindi una auspicabile garanzia di successo. È flessibile,
cioè adattato ai diversi contesti nazionali.
Il format package contiene la guida del format (concept, storia e idea, trasformazioni, estetica),
video dimostrativi, storia TV del programma con dati di ascolto, musiche, filmati, statistiche del
programma, production bible (regolamento, note di conduzione, note di regia, note per il casting.
Scaletta e copioni…)
I mercati sono costituiti da conventions (NAPTE, MIPCOM) in cui questi format vengono
presentati da attori, i broadcaster o case di produzione multinazionali (Endemol),