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Il metodo SQ4R (Survey, Question, Read, Reread, Recite, Review) è particolarmente
• utile per le aspettative, che motivano all'apprendimento
Il metodo Murder (umore, comprensione, riassunto, verifica, fissare contenuti, ripasso)
•
Seppur utili, hanno il difetto di non essere adatti a tutti i tipi di prove, materiale e studenti.
Le motivazioni
Il legame tra strategia e motivazioni è spiegato nel modello di Borkowski in cui l'enfasi è
posta sulla conoscenza e sull'utilizzo appropriato di strategie, in secondo piano sugli aspetti
motivazionali. Secondo la teoria, anche se il numero di strategie è limitato, imparare la
strategia più idonea a un tipo di compito che porta anche ad autoregolarsi è il punto di
partenza per un apprendimento pianificato.
Autoefficacia
Strategia Piacere di apprendere
Autoregolazione
Motivazione
Approccio allo studio e personalità
Biggs distinse tre approcci diversi allo studio, ricollegati da Zhang a tipologie di personalità:
L'approccio superficiale è di chi usa strategie poco impegnative (lettura e ripetizione),
• Ha motivazioni estrinseche ed emozioni negative quali ansia e paura del fallimento.
◦ Relazioni positive con il Nevroticismo e negative con l'Apertura mentale.
◦ Correlazione con la teoria entitaria e gli obiettivi alla prestazione
◦
L'approccio profondo è invece di coloro che utilizzano strategie più elaborate,
• integrano il materiale con le precedenti conoscenze e individuano esempi concreti,
con un atteggiamento critico verso lo studio, creando nuovi collegamenti.
Le motivazioni prevalenti sono la curiosità e l'interesse, dunque lo studio è
◦ intrinsicamente motivato.
Efficace nei livelli alti di istruzione, dove si richiede comprensione e astrazioni e
◦ deduzioni.
Presenta correlazioni con la Coscienziosità, l'Apertura mentale e più recentemente
◦ si è visto anche con l'Estroversione.
Obiettivi alla padronanza.
◦
L'approccio strategico è di coloro che trovano le strategie più funzionali alla prova.
• Se anche le motivazioni sono estrinseche, essi ambiscono all'eccellenza.
◦ Funzionale nei compiti dove è richiesta molta memoria e dettagli.
◦ Presenta correlazioni con la Coscienziosità.
◦
Tratti e motivazioni possono quindi essere dei buoni predittori dell'uso efficace di strategie, e
dunque del successo scolastico.
Componenti motivazionali
Gli studenti più efficaci hanno motivazioni intrinseche, strategie e obiettivi di padronanza,
al contrario i meno efficaci proteggono la propria autostima, vogliono dimostrare il loro
valore e mascherano la frustrazione. Da questa distinzione possiamo però dividere in tre
tipologie gli stati motivazionali:
Motivato: presenta buone motivazioni
• De-motivato: vi è tanta motivazione, che frena l'apprendimento
• Prevalenza di obiettivi alla prestazione
◦ Tende a non agire o a fare il minimo, solo se spinta da pressioni come scadenze
◦ Carico di tensioni
◦ Può portare all'ossessione per lo studio, che include disorganizzazione e
◦ procrastinazione, poca strategia e risultati poco eccellenti
Non motivato: ha poca motivazione in generale
• Tende a non agire o a fare il minimo, solo se spinta da pressioni come scadenze
◦ Apatico
◦
Un altro fenomeno dannoso allo studio è il perfezionismo, ovvero la tendenza a stabilire
obiettivi elevati, ma di cui si distinguono due forme:
Orientato a sè: alti livelli sono in relazione con un elevato senso di autoefficacia e con
• motivazioni intrinseche (ad esempio l'interesse per le materie studiate), ma vi sono
anche motivazioni di tipo estrinseco, come la competizione e la dimostrazione di
bravura (associata con l'ansia); strategie funzionali all'apprendimento.
Stabilito socialmente: si associa a motivazioni e strategie poco funzionali allo studio e
• motivazioni prettamente estrinseche; alti livelli di ansia e poca propensione a chiedere
aiuto e anzi atteggiamento passivo di fronte alle richieste altrui, con conseguente
abbassamento dell'autostima ed emozioni legate a questo (vergogna, paura). Poche
forme di pensiero costruttivo.
Entrambe le tipologie, comunque, presentano un bisogno di ordine e organizzazione, senza
percepire un controllo esterno e senza manifestare delusione eccessiva in caso di fallimento,
pur tuttavia presentando eccessiva preoccupazione per gli errori, che porta alla possibilità di
sviluppare instabilità emotiva.
Anche se sembra che solo la tipologia stabilita socialmente sia disadattiva, in realtà anche
coloro che sono orientati a sè vogliono veder riconosciuto il proprio lavoro, hanno una
spiccata sensibilità ai giudizi altrui e alla competizione.
In conclusione, la perfezione in generale è poco funzionale alla soddisfazione e al benessere
psicologico, in quanto la motivazione è prevalentemente estrinseca.
Emozioni e successo accademico
L'ansia ha due componenti:una cognitiva e una emotiva. La prima riguarda tutti quei pensieri
intrusivi che possono avere un effetto negativo nella prestazione, poichè sovraccaricano le
funzioni elaborative distogliendole dalle attentive e impediscono alla mente di lavorare al
meglio. Un'altra distinzione dell'ansia è quella tra ansia di stato e ansia di tratto: la prima è
quella 'normale', quella di tratto è invece quella che si manifesta a livelli più elevati del
normale e in una molteplicità di situazioni, e si fa risentire anche durante lo studio. Se poi
anche i sintomi vengono caricati di importanza dal soggetto, l'esito è quello di realizzare le
paure temute. Eysenck dimostrò che l'ansia aveva a che fare con la difficoltà del compito,
esattamente quando la persona doveva impiegare al massimo le sue risorse.
Quello che succede, oltre a non applicare al meglio le strategie, è che non si pensa a risolvere
il problema dell'ansia, ma a capirlo a fondo.
Altre ricerche si sono focalizzate invece sulle emozioni, classificandole:
Esse sono state classificate in positive e negative, e si è visto come le positive siano in grado
di prevedere la prestazione, che sarà ottimale se raggiunto un equilibrio con quelle negative.
Inoltre, le positive sono correlate con la programmazione e la valutazione del compito,
dunque facilitano l'apprendimento; le negative sono correlate a stress e a difficoltà
nell'affrontare le situazioni. Se vengono poi aggiunte altre variabili come gli effetti
motivazionali (attivanti o meno) è generata una matrice di 4 tipologie di emozioni: (positive
attivanti; positive deattivanti; negative attivanti -importante è il senso di colpa- ; negative
deattivanti). Questa classificazione ispirò l'AEQ e il QAES, test da cui emergono assunti come
il provare emozioni positive è associato a una buona valutazione di sè come studente.
L'atteggiamento verso l'apprendimento
Gli studenti più efficaci hanno un atteggiamento verso la scuola atto a stabilire e mantenere
relazioni sociali, senso di identità e di appartenenza; quest'ultimo ha un ruolo centrale, nasce
da variabili interne del soggetto come l'autoefficacia, l'orientamento alla padronanza, e il
rapporto positivo con i compagni. Per misurarlo vi sono il SAAS e il QAT (italiano) *
Distiguiamo 4 tipi di studente: l'ottimista, il difensivo-pessimista, l'impulsivo e l'autosabotante.
Orientamento spaziale
Capacità di rappresentare, trasformare, generare e recuperare informazioni simboliche di tipo non linguistico
Personalità ed emozioni influenzano il comportamento spaziale
Lo spazio è una categoria primaria, che ci permette quindi di avere una consapevolezza delle
nostre azioni rispetto all'ambiente esterno. E' in relazione, dunque, con il senso del Sè e con
la sicurezza personale, tant'è vero che la sensazione di sentirsi persi cambia da persona a
persona. Quando si parla di cognizione spaziale, se ne esaminano gli aspetti psicologici.
Per quanto riguarda la personalità e le teorie dei tratti, il primo comportamento preso
• in oggetto riguarda il tratto dell'Estroversione, che influenza il comportamento
esploratorio e la tendenza a uscire di casa: più è alto questo livello, più c'è tendenza a
spostarsi lontano per svolgere attività di tipo sociale.
Ci si è chiesto, inoltre, se il provare emozioni negative o positive influenzi la
• prestazone in compiti spaziali: si è visto che l'umore ha un maggior impatto sui
compiti di memoria spaziale che sui compiti di memoria verbale.
In particolare, chi possiede ansia di tratto è anche soggetto a maggior dipendenza
◦ da stimoli visivi e minore percezione vestibolare (posizione del corpo nello spazio)
come studiato in un esperimento in cui con una realtà virtuale confondevano i
soggetti circa la loro posizione e il giro da loro compiuto. Con l'ansia di tratto si ha
difficoltà a pervenire a una rappresentazione di tipo globale. A prova di questo, vi
sono i soggetti che soffrono di agorafobia, con attacchi di panico.
Kallai studiò il comportamento di tigmotassi, ovvero il comportamento esploratorio di
• percorrere lungo le pareti, i confini uno spazio nuovo. Questo comportamento è in
relazione con la memoria visuospaziale e l'abilità di ricostruzione di stimoli spaziali,
nonchè la predisposizione a provare paura di tipo spaziale, infatti dopo una certa
familiarità con l'ambiente non si provava più.
Abilità spaziali di base
Per misurare le abilità di base è stato ideato il test di Corsi, che prevede che l'esaminato
riproduca la stessa sequenza di cubi toccati dallo sperimentatore. E' un test molto utile e
versatile, perchè non necessita di altre conoscenze e può essere somministrato a chiunque.
McGree individò almeno due abilità spaziali:
Spatial visualization: capacità di visualizzare qualcosa in movimento e manipolarla
• mentalmente, immaginando la rotazione, i cambiamenti di posizione ecc.
Spatial orientation: permette di individuare e memorizzare le relazioni spaziali tra
• elementi statici, combinando prospettive diverse.
In tutto questo, comunque, mancava una vera e propria suddivisione delle abilità spaziali
secondo processi cognitivi messi in atto: si arrivò a formarne una che suddividesse
Percezione spaziale intesa come capacità di determinare delle relazioni spaziali
• rispetto alla propria posizione, in presenza di informazioni distraenti (come sapere
qual è la posizione orizzontale e quella verticale) o percepire una figura fuor