Anteprima
Vedrai una selezione di 20 pagine su 103
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 1 Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 2
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 6
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 11
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 16
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 21
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 26
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 31
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 36
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 41
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 46
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 51
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 56
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 61
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 66
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 71
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 76
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 81
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 86
Anteprima di 20 pagg. su 103.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti delle lezioni di psicologia clinica Pag. 91
1 su 103
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MODELLO ABC

È negli episodi che si arriva al circolo vizioso e si arriva ai pensieri disfunzionali del paziente. Altro pensiero centrale è la collaboratività. Ciò significa che il terapeuta chiede al paziente di fare qualcosa. Senza questo sforzo l'efficacia della psicoterapia è diminuita. Si chiede al paziente di fare delle AUTOSSERVAZIONI, momenti in cui tra una seduta e l'altra il paziente viene dato dei compiti a casa tra una seduta e l'altra. Se il paziente non applica gli aspetti che vengono visti in seduta anche a casa, la terapia non è efficace. La scheda ABC è una scheda tipica che viene data dal paziente e il paziente deve appuntarsi episodi specifici in cui si manifesta maggiormente il suo problema che può essere un sintomo. Con la scheda ABC si lavora con tre elementi chiave: la colonna A corrisponde a ciò che avviene prima: cosa succede? Dove mi trovo? Con chi sono? Il paziente vede il contesto.

dove è avvenuta una certa problematica. Poi la colonna B riguarda cosa ho pensato? Che immagini ho avuto? Emergono i significati personali sull'episodio. Si appuntano pensieri (=rappresentazioni verbali), immagini (=rappresentazioni visive) e film mentali. È la parte più cognitiva della scheda. Infine il paziente annota (colonna C) cosa sentiva nel corpo, cosa ha provato, cosa ha fatto... Le emozioni si sentono sempre nel corpo. Il paziente può non identificare le emozioni, i pensieri... e si lavora in seduta. Fa fatica a riempire la colonna B e prova a costruirla in seduta. Oppure può far fatica a identificare i correlati corporei. Si deve ricostruire il nesso. La scheda ABC è il tipico strumento della scheda cognitiva. Quando il paziente inizia a interiorizzare mentalmente lo schema vuol dire che inizia a capire i suoi processi di significato... ci sono unità soggettive di disturbo ovvero si attribuisce un

numero da 0 a 100 sullapropria ansia.Appunti di psicologia clinica – prof. Epifani | scienze della formazione primaria V 43

TERAPIA COGNITIVA

Nella cura dei pazienti depressi c’è una persitenza di pensieri negativi, che Beck ha suddiviso:

  • pensieri negativi su se stessi
  • pensieri negativi sul futuro
  • pensieri negativi sul mondo

Questi pensieri sono dialoghi interni disfunzionali. Il pensiero può essere realistico (es. la storia d’amore finisce o perché finisce la storia o perché uno dei due muore), ma non è funzionale perché non fa stare bene al paziente. Quindi un pensiero può essere funzionale anche se poco aderente alla realtà o disfunzionale anche se è vero.

es. vengo lasciato molto spesso perché ho alcune caratteristiche che sono poco appetibili | pensiero funzionale: vengo lasciato perché non trovo quello giusto, perché sono sfortunato | pensiero disfunzionale: vengo

Lasciato perché non sono bello, perché ho dei modi di fare sbagliati… Noi viviamo di autoinganni, racconto ciò che mi succede in modo da mantenere la mia autostima sufficientemente integra. Troppo o poco autoinganno non va bene, in questo senso ci possono essere pensieri funzionali anche se poco aderenti alla realtà e pensieri disfunzionali che, invece, sono aderenti alla realtà.

IL RUOLO DELL'INCONSCIO

Ma nella terapia cognitiva l'inconscio ha un ruolo? Vengono date importanza a tutti i processi cognitivi consapevoli e meno consapevoli, ma è tenuto conto anche dell'inconscio, che, però, è differente all'inconscio Freudiano (che si basa sulle pulsioni).

Le evidenze dell'esistenza di un inconscio cognitivo:

  • Priming subliminale: è un'evidenza sperimentale. Stimoli che vengono presentati a un soggetto in un intervallo di tempo che va da 0 a 500 millisecondi non vengono percepiti dal soggetto.

Però vengono processati a livello inconsapevole e ciò si evince dal fatto che la loro presentazione subliminale è in grado di influenzare il compito del soggetto. Esempi:

  1. Priming semantico: il priming subliminale es. della parola mela porta a riconoscere più velocemente uno stimolo se es. il compito tratta di individuare se è un frutto o una verdura. Risponde più velocemente se è stato mostrato velocemente la parola mela.
  2. Priming percettivo: quando lo stimolo è dato dalle immagini. Non si basa su informazioni affettive: es. a livello subliminale viene presentata una mela, poi viene presentata una sedia e dire se è un frutto o no. E la risposta è più veloce se a livello subliminale è presentata un'immagine che fa vedere il frutto.
  3. Priming affettivo: il soggetto fissa un punto e vengono presentati un volto che esprime un'espressione (è rapida che il paziente non se ne accorge), poi si

Presenta uno stimolo chiamato maschera, poi un simbolo cinese che non sa cosa significa. Il soggetto deve dire se il simbolo gli stimola felicità o meno. Se c'è un volto felice riprende quella sensazione. C'è quindi un subconscio di informazioni affettive.

Il priming ci dice che c'è anche una prova inconscia.

Blindsight (fenomeno di visione cieca): tratta pazienti neurologici che hanno subito una lesione nell'area occipitale, mostrano uno scotoma, ovvero in quella parte, in quell'area non riescono a vedere. Ma non li vedono consciamente. Si è visto che in questa porzione di campo visivo dove il paziente non vede e si accende la luce, il paziente non la vede, ma è in grado di rispondere quante volte è stata accesa e spenta la luce. Quindi l'ha vista inconsciamente. Se gli si chiede di indirizzare lo sguardo verso lo stimolo si muovono verso quello stimolo anche se dichiarano di non muovere gli occhi.

Quindi c'è un processamento interiore, c'è un'elaborazione inconsapevole dello stimolo.

Appunti di psicologia clinica - prof. Epifani | scienze della formazione primaria V 44

Memoria procedurale si differenzia dalla memoria semantica ed è definita come implicita e tacita. È la memoria del "come" ed è la memoria derivante dalle prime esperienze affettive e relazionali con la madre che vengono interiorizzate sotto forma di schemi procedurali non verbali fatto di schemi motori, emozioni che fanno parte delle elaborazioni inconsce. Sono schemi che regolano l'età adulta. Quindi anche la terapia cognitiva c'è l'inconscio, ma è fatto di rappresentazioni, elaborazione delle informazioni che influenza il soggetto.

LEZIONE 10

Nella psicoterapia cognitiva l'inconscio ha un ruolo, ma è derivante da studi di psicologia e neuroscienze che hanno dimostrato che ci sia una parte di inconscio

che è differente da quello di Freud. E l'inconscio si è potuto vedere attraverso il priming, blindsight... Nella psicologia cognitiva questo tipo di inconscio ha un ruolo. TERAPIA COGNITIVA Centrale il concetto di schema. Il modello operativo interno è uno schema cognitivo caldo perché non c'è una fredda rappresentazione di informazioni, ma ci sono informazioni che hanno una valenza affettiva. In terapia cognitiva si parla di schemi caldi. Gli uomini si orientano nel mondo sulla base di schemi che permettono di selezionare le varie informazioni. Gli schemi servono per avere un orientamento nel mondo: ci sono una serie di stimoli che pervadono la mente, stimoli che provengono dall'interno e dall'esterno; occorrono strutture per dare ordine. Uno schema cognitivo permette di:
  • fare previsioni
  • selezionare dall'ambiente informazioni rilevanti
Lo schema permette di aspettare determinati eventi rispetto alla situazione, ma

se non compare nulla allora lo schema permette di entrare allerta e vedere cosa sta succedendo. Gli schemi aiutano a prestare attenzione agli aspetti dell'ambiente coerenti con lo schema. Gli schemi creano la personale struttura di significato del soggetto, ovvero L'IDENTITÀ, il modo di stare nel mondo. Ci sono schemi che mi aiutano a vedere me stesso e gli altri. Gli schemi personali possono arrivare a creare un disagio, diventare patogeni. Gli schemi si strutturano anche durante la relazione di attaccamento. Danno un significato alle relazioni e favoriscono l'adattamento al mondo, come muoversi nel mondo. Gli schemi creano le strutture di significato e aiutano a stare nel mondo, in parte costruiscono la personalità. Gli schemi fanno parte dell'inconscio cognitivo, quindi non sono sempre consapevoli; sono interiorizzati nella memoria procedurale. MOI e schemi sono inconsci perché appresi con modalità implicite, tacite, quindi sono

inconsapevoli ma possono essere inferiti: possono emergere attraverso il DIALOGO INTERNO del paziente (es. ABC) sono pensieri automatici. Quindi una volta che si vede che il paziente ha pensieri di quel tipo, si può inferire lo schema sottostante.

Gli schemi nascono da esperienze di vita e tendono a mantenersi nel tempo. Gli uomini tendono a mantenere una stabilità. I vari schemi che si iniziano a costruire con l'attaccamento e con le esperienze successive sono come ci aspettiamo che vadano le cose. Rappresentano il modo di stare nel mondo e si mantengono anche se sono fonte di dolore, patologie, disagio... ma è il modo che abbiamo imparato di stare nel mondo. Non sono immutabili, ma cambiano attraverso assimilazione e accomodamento: tendiamo molto di più ad assimilare informazione e meno ad accomodarli, a modificarli. Gli schemi si modificano quando viene inserita nello schema una nuova informazione e si cerca di accomodare lo schema quanto basta per

Permettere di inserire la nuova informazione. Col passare del tempo si acquisiscono nuove informazioni, ma non ci sarà accomodamento.

Appunti di psicologia clinica - prof. Epifani | scienze della formazione primaria V 45

Gli schemi guidano l'attenzione selettiva, ovvero non fa considerare informazioni che possono invalidare lo schema. Le informazioni possono essere assimilate, ma lo schema sottostante non si modifica. Ci possono essere anche esperienze di vita che cambiano in positivo lo schema - PSICOTERAPIA. Ma gli schemi possono cambiare, flessibilizzarsi a seguito di esperienze di vita positive. Anche i MOI possono cambiare, possono diventare più maturi... Ma possono anche cristallizzarsi.

Uno SCHEMA può essere DISFUNZIONALE perché:

  • distorce la realtà
  • provoca sofferenza, disagio emotivo, provoca problemi relazionali, bassa autostima, provoca sintomi di depressione ansia, problematiche alimentari, sessuali...

è ipervalente, ovvero lo si applica a tutte le situazioni o alla maggior parte.

Gli schemi tendono a creare regole implicite.

Dettagli
A.A. 2019-2020
103 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giorgia_Caponi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Epifani Andrea.