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Estratto del documento

RG.

7. RN (Reddito Netto): si ottiene togliendo le imposte sul reddito dell'esercizio al RPI.

8. Utile o Perdita prima dell'esercizio.

Il Conto Economico Riclassificato evidenzia: il Margine di Interesse, il Margine di Gestione Denaro e Servizi, il

Margine di Intermediazione e il Risultato di Gestione. Con essi vengono creati gli indici di bilancio che, di per sè,

non hanno potere informativo.

Se gli indici della stessa banca, nel tempo, vengono comparati, essi hanno potere informativo. Lo stesso accade

quando vengono comparati gli stessi indici di bilancio derivanti da banche appartenenti allo stesso mercato. 61

Gli indici sono un indicatore puntuale e veloce da calcolare; bisogna però conoscere il mercato, il suo andamento

e la gestione della banca.

La gestione complessiva della banca può essere suddivisa in 4 gestioni:

 Gestione ordinaria: entrano strumenti finanziari. La redditività di questa area deriva da due componenti:

o Redditività delle rettifiche delle poste di bilancio

o Gestione operativa: è un indicatore più significativo, formato dalla gestione delle attività bancarie e dalla

gestione dei costi. Un buon risultato deriva da una buona gestione dell'attività ordinaria e da un buon

concentramento dei costi. Con attività bancaria si intende:

 Intermediazione finanziaria

 Servizi

 Operazioni finanziarie.

o Gli indicatori permettono di vedere dove viene creata la ricchezza di una banca.

 Gestione finanziaria: include i depositi verso la banca centrale

 Gestione straordinaria:

 Gestione tributaria:

Il primo indicatore è il ROE. Esso è formato dal contributo delle diverse gestioni alla formazione del reddito

d'impresa. Il ROE è l'indicatore della redditività della gestione complessiva e si trova dal rapporto fra reddito netto

e patrimonio netto.

Esso può essere scomposto in altri 4 indicatori:

 ROA: rendimento della gestione ordinaria

 Leva finanziaria: indica quanto l'attivo è finanziato dal PN. Tutti gli investimenti a leva funzionano nello stesso

modo.

RN/PN = RG/TA x TA/PN x RPI/RG x RN/RPI

Gest. ordinaria - gestione finanziaria - gestione straordinaria - gestione tributaria

RPI: reddito prima delle imposte

Il rendimento complessivo si genera attraverso la gestione di queste 4 aree. 62

Il reddito della gestione sul totale dell'attivo misura la redditività della gestione core, quindi del core business della

banca ed è quella da cui deriva la maggior parte del reddito della banca. Esso può essere scomposto in rendimento

della gestione operativa e redditività delle rettifiche sul rischio di perdita.

Il rendimento della gestione operativa ha due componenti: il MINT e il risultato loro della gestione.

Rendimento dell'attività bancaria

MINTM/TA = MINT/AF x AF/TA x MINTS/MINT x MINTM/MINTS

AF: attivo fruttifero

TA: totale attivo

MINT/AF: rendimento intermediazione finanziaria

AF/TA: ponderazione del peso delle attività finanziarie

La prima parte della prima componente si scompone in rendimento delle attività fruttifere e il rapporto tra le

passività onerose e la differenza tra le attività fruttifere e il costo delle passività onerose.

MINTS/MINT: è il peso della banca ai servizi o all'intermediazione. Dice quanta parte della redditività della banca

è dovuta ai servizi.

MINTM/MINTS: è il risultato netto delle operazioni finanziarie e indice di disintermediazione. Quanta parte della

redditività complessiva è dovuta alle operazioni finanziarie che la banca intrattiene.

RG/PN = MINTS/PN x MINTM/MINTS x RG/MINTM

I: Gestione denaro e servizi

II: Indice di disintermediazione

III: Efficienza operativa

Le gestioni

Le gestioni sono tutte riconducibili all'interno dell'Asset Liability Management e hanno un impatto sul bilancio

bancario. La banca può decidere di investire la raccolta in diversi strumenti come i titoli, andando così a creare il

portafoglio titoli della banca. È diverso invece il portafoglio titoli dei clienti. La gestione del portafoglio titoli della

banca porta dei risultati che vanno a affluire nella voce profitti o perdite da operazioni finanziarie e da

negoziazione di titoli o cambi; e influisce sul margine di intermediazione.

Se si lavora sui dossier titoli delle famiglie, il risultato va a finire nel margine di intermediazione ma in una voce

diversa, perchè non confluiscono in maniera diretta. Quindi rientrano nelle commissioni attive che si riferiscono

alle operazioni di risparmio gestito o amministrato. È quindi la raccolta diretta gestita o non gestita da parte della

banca. 63

La gestione dei titoli della banca riguarda la gestione della banca su assets tipici della banca. Le altre non vengono

effettuate su assets della banca, ma sono effettuate dalla banca su assets della clientela.

Come si attua la gestione di un portafoglio titoli?

IMP/DEP -> TIT/DEP basso -> residuale

IMP/DEP -> TIT/DEP più alto -> flessibile

Una banca ottiene della raccolta, che viene impiegata nella sua modalità più tradizionale in prestiti. Quindi il

rapporto tra impieghi e depositi, dove gli impieghi riguardano i prestiti, dice che percentuale della raccolta diretta

effettuata da una banca viene indirizzata alla concessione di prestiti. Nel momento in cui questo rapporto è molto

alto, quindi una percentuale elevata della raccolta della banca è indirizzata alla raccolta di prestiti, lo spazio

esistente per investire la raccolta in forme alternative ai prestiti diventa contenuto. Quindi il portafoglio titoli della

banca tende a essere piuttosto sottile.

Se il rapporto è il 92% su 100 di raccolta, una parte va messa a Riserva Obbligatoria su cui si calcola l'aliquota

dell'1%; però il 92% finisce in prestiti. Lo spazio esistente per alimentare il portafoglio titoli con operazioni di

investimenti è limitato ed è sotto l'8%.

Quindi una prima tipologia di gestione del portafoglio titoli è quella indicata come gestione residuale del

portafoglio titoli. Residuale perchè la banca investe in titoli quando residua/resta dall'attività di investimento in

prestiti effettuata dalla banca.

Se una banca adotta una modalità di gestione residuale del portafoglio titoli, bisogna domandarsi come è fatto il

portafoglio titoli e che caratteristiche avrà. Tipicamente, se la priorità logica della banca è concedere prestiti, il

portafoglio titoli avrà una principale caratteristica, sarà un cuscinetto di liquidità, quindi avrà una elevata liquidità.

Questo perchè la priorità è la concessione di prestiti, quindi devo avere titoli facilmente vendibili, che hanno un

mercato secondario che funziona, cosicché posso vendere i titoli ottenendo le disponibilità che andranno a

aumentare la possibilità di concessione creditizia. Quindi saranno titoli liquidi o riconducibili facilmente a liquidità.

Spesso hanno una scadenza di breve periodo, perchè solitamente questi sono più liquidi. Un titolo ha liquidità

naturale quando sta per scadere. Il flusso in entrata ci sarà. Per questo i titoli che compongono il portafoglio di

una banca che si ispira a criteri di gestione residuale di titoli sono prevalentemente di breve periodo.

Questa gestione, fino a pochi anni fa, era la tipologia di gestione più diffusa all'interno del sistema bancario perchè

normalmente l'investimento in prestiti rende di più di quello in titoli perchè è più rischioso, in condizioni normali.

Quindi le banche, attente alla massimizzazione della loro redditività, le banche cercavano di massimizzare la

redditività utilizzando una gestione più orientata ai prestiti, invece che ai titoli. Nel frattempo, la qualità del

portafoglio prestiti di una banca è stato oggetto di un marcato e progressivo deterioramento, infatti le sofferenze

bancarie sono esplose.

Il motivo per cui la gestione residuale ha perso appeal è da ricondurre alla crescita significativa delle sofferenze.

Vi è poi un altro motivo che riguarda il fatto che i tassi di interesse oscillano, quindi non sono fissi. Questo fa si

che i tassi di interesse crescano e ciò ha effetti sulla gestione del portafoglio titoli di proprietà. 64

Esempio: Al tempo t0 posso investire in prestiti al tasso del 5% e ho un rendimento del 3,5%. Ho una parte dei

depositi investiti in titoli e una parte in prestiti. Il titolo è un BTP comprato a 100, che rendeva il 3,5%. Al tempo

T0 si guadagnava 1,5% investendo in prestiti (5%-3,5%).

Al tempo T1, i tassi di interesse sul mercato tendono a crescere. Se salgono i tassi di interesse, il prezzo del BTP

sul mercato non è più 100, ma è più basso perchè i nuovi titoli saranno emessi a tassi più bassi, quindi quelli vecchi

per essere nuovamente appetibili devono avere un prezzo inferiore. Il nuovo prezzo è 92.

Prestiti Rendimento Titoli

T0 5% 3,5% 1,5%

T1 -> i aumenta

BTP 100 3,5% 1,6%

92 1,9%

Se dovessi vendere i titoli li venderei a 92, quindi avrei una perdita in conto capitale. Sostenendo questa perdita,

il rendimento dei BTP non è più il 3,5%, ma l'1,9%. In questo caso vendendo il BTP, perdo 1,6%. Se sostengo una

perdita dell'1,6% non ottengo uno spread dell'1,5%. Nel momento in cui salgono i tassi aumentano anche i

rendimenti dei titoli, a seconda dei prestiti e dei titoli presenti in portafoglio. I titoli a breve risentono meno di una

crescita dei tassi di interesse. La perdita in conto capitale è più contenuta nel caso dei titoli a breve, rispetto a

quelli a lunga.

In determinate condizioni di mercato e quando i tassi di interesse crescono, può non convenire vendere titoli dal

portafoglio di proprietà per investire in prestiti, perchè si perde troppo nell'operazione di smobilizzo dei titoli. Se

non conviene, la soluzione consiste nel non vendere e viene definita "effetto lock in", ossia effetto blocco. Significa

che si trattengono i titoli all'interno del portafoglio perchè sarebbe poco conveniente venderli. Se li si blocca, non

si può effettuare una gestione residuale perchè viene meno il presupposto di questa gestione, ossia la vendita dei

titoli. Si ha quando per effetto di un aumento dei tassi di interessi non conviene procedere alla vendita dei titoli,

che è penalizzante, per investire in prestiti. L'aumento dei tassi di interesse è un deterrente nell'effettuazione di

operazioni che rientrano nella gestione del portafoglio titoli residuale.

Il rapporto impieghi, in prestiti, e depositi è più basso/contenuto rispetto a prima. Le banche tradizionali non

dovrebbero avere un rapporto depositi pari al 15%, è possibile

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Publisher
A.A. 2014-2015
85 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sarab01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle aziende di credito e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Oriani Marco.