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STEVENS
quattro livelli di misura proposti da (che corrispondono a una crescente
complessità delle misure) sono:
LE SCALE NOMINALI
Una scala nominale permette di classificare eventi e oggetti in categorie. A queste
categorie può essere assegnato un valore numerico. Le scale nominali permettono
UNICAMENTE una classificazione di tipo QUALITATIVO. All’interno di una scala
nominale possono essere presenti diversi tipi di classi nelle quali chiaramente gli
individui che hanno la stessa caratteristica saranno raggruppati nella stessa classe,
diversamente individui che presentano caratteristiche diverse verranno raggruppati in
classi DIFFERENTI. Cioè che conta per le classificazioni di questa scala sono il nome,
l’etichetta che attribuiamo alle diverse classi. Queste classi possono essere etichettare
i gruppi con le lettere dell’alfabeto o con dei numeri, nel senso che le lettere e i numeri
vengono utilizzati come nomi ed hanno l’unica funzione di consentirci di identificare le
15 Metodi di ricerca in psicologia sociale
classi e di indicare che queste classi differiscono tra loro. La scala nominale
rappresenta il livello di misurazione più semplice e semplice è la regola che si applica
nell’assegnazione di valori numeri alle classi: gli oggetti o gli eventi di uno stesso tipo
ottengono lo stesso valore numerico, quelli di un altro tipo un valore numerico
differente. In una scala nominale non vi è una scala peggiore o migliore di un’altra, dal
momento in cui le classi non possono essere ordinate gerarchicamente. Cioè che
distingue questo tipo di scala è il fatto che si possa assegnare in modo arbitrario i
numeri. Di quali proprietà formali gode una scala nominale? Della proprietà
dell’equivalenza tra tutti gli elementi che confluiscono nella stessa categoria e della
non equivalenza tra i membri di categorie diverse. L’equivalenza è SIMMETRICA e
TRANSITIVA. La NON equivalenza è SIMMETRICA ma non TRANSITIVA.
misura categoriale
È detta anche , il sistema di categorie utilizzato deve soddisfare
due requisiti:
Reciproca esclusività:
1. ovvero che ciascun elemento (ad es. soggetto
partecipante alla ricerca) possa essere classificato in uno e in una sola categoria
Esaustività:
2. ovvero che siano previste tutte le categorie che sono necessarie
per classificare tutti i casi.
Questi requisiti valgono anche per le categorie della scala ordinale
LE SCALE ORDINALI
Una scala ordinale è quella che dispone gli oggetti o gli eventi in base alla loro
GRANDEZZA. Essa serve, per l’appunto, ad ORDINARE gli oggetti (es. scala di Mohs).
Esiste un ordinamento, cioè di costruisce una graduatoria e questo ha delle precise
ricadute sulle modalità di trattamento delle variabili misurate su questo tipo di scala.
In tutte le forme di competizione la bravura in un determinato ambito viene SEMPRE
MISURATA su una scala ordinale (es. ordine d’arrivo degli atleti). Tutte le gerarchie da
quelle ecclesiastiche, accademiche o militari si organizzano interno al principio che
colui il quale si colloca più in alto ha più potere di chi si posiziona più in basso. La
distanza che separa una classe dall’altra non hanno un valore omogeneo. Rispetto alle
scale nominali, le scale ordinali aggiungono un’informazione: i nomi, le etichette o i
numeri assegnati alle varie classi possono ad esempio essere ordinati in base alla loro
grandezza. Di quali proprietà formali gode una scala ordinale? In primo luogo
dell’equivalenza tra tutti gli elementi che confluiscono in una specifica classe, e della
relazione d’ordine asimmetrica e transitiva.
LE SCALE A INTERVALLI
Ci consente di indicare la distanza che separa un elemento dall’altro. È soltanto a
QUANTITATIVA
livello di una scala a intervalli che incontriamo la prima scala vera e
propria. Mentre a livello nominale ci limitiamo a classificare delle osservazioni in
categorie mutualmente escludentesi, e a livello ordinale disponiamo le osservazioni in
ordine di grandezza, a livello della scala a intervallo differenze nei valori numerici
corrispondono a differenza di grandezza nelle osservazioni. Due sono le caratteristiche
REGOLARITA’ NEGLI INTERVALLI
distintive di questo tipo di scala: la e la presenza
DI UN VALORE PARI AD UNO ZERO CONVENZIONALMENTE DEFINITO (ES.
calendario è definito secondo una scala a intervalli, la temperatura del corpo.) la
GLI INTERVALLI TRA LE CLASSI SONO
peculiarità sta dunque nel fatto che
REGOLARI. In psicologia un buon esempio di scala a intervalli è rappresentato dal
QUOZIENTE DI INTELLIGENZA. Lo zero per alcune scale è un valore arbitrario e non
assoluto. Quali sono le proprietà formali di una scala a intervalli? Si aggiunga alle
16 Metodi di ricerca in psicologia sociale
proprietà riconosciute alle scale di misurazione precedentemente presentate, la
COSTANZA NEL RAPPORTO TRA GLI INTERVALLI .
LE SCALE A RAPPORTO
Le scale a rapporto (o scale proporzionali) sono caratterizzate da intervalli regolari e
ASSOLUTO E NON ARBITRARIO
da un punto zero . Solo con una scala di questo tipo
possiamo affermare che A è il doppio di B. in fisica le classiche scale a rapporti sono la
TEMPI DI REAZIONE
lunghezza, la massa e il tempo. In psicologia i sono una
variabile che si misura su scala a rapporti. Tali tipi di scale sono molto rare in ambito
psicologico perché ad esempio non si è in grado di determinare un’intelligenza
’zero’’
assoluta di un individuo in base all’intelligenza ‘ . Quali sono le proprietà formali
di una scala a rapporto? Oltre a possedere TUTTE le proprietà degli altri tipi di scale,
COSTANZA DEL RAPPORTO TRA I VALORI
questa misura è caratterizzata dalla .
Quindi da una scala di questo tipo si può passare eventualmente ad una ordinale o
nominale, tenendo però conto che vengono perse delle informazioni.
COME VALUTARE LA QUALITA’ DELLE
TECNICHE DI RACCOLTA DEI DATI
Uno strumento di misura per essere considerato ‘’buono’’ deve possedere due
ATTENDIBILITA’ VALIDITA’.
caratteristiche: (affidabilità, fedeltà) e la
Fedeltà delle misure
- Riprendi da psicometria
Validità delle misure
Webb et al distinguono fonti di invalidità:
Legate all’attore del comportamento studiato
1. :
consapevolezza dell’attore di essere osservato. L’attore può reagire a tale
consapevolezza cercando di dare una buona impressione, di compiacere il
ricercator o al contrario di dare le risposte che ritiene possano andare in
effetto reattivo della misura
direzione contraria all’ipotesi del ricercatore .
Sebbene la consapevolezza di essere studiati sia stimolata al massimo da
misure quali l’intervista, i questionari, test, misure fisiologiche ecc, anche le
‘’misure intrusive’’ possono essere invalidate da fenomeni di reattività. Ogni
individuo può essere più o meno soggetto a tale effetto. Il rischio di tale effetto
non è mai completamente eliminabile.
Un’altra possibile fonte di invalidità legata all’attore è costituita dalla possibilità
che la stessa operazione di misura provochi una modificazione di ciò che viene
misurato.
Infine, l’ultima possibile fonte di invalidità legata all’attore è costituita dalla
tendenza a rispondere con uno stile sistematico, ad esempio scegliendo, le
alternative più estreme o quelle più neutre.
17 Metodi di ricerca in psicologia sociale
Fonti di invalidità legate al ruolo del ricercatore:
2. sono essenzialmente due: 1. La variabilità nelle risposte dovuta a caratteristiche
dell’intervistatore quali sesso, età, tipo di rapporto instaurato con i soggetti ecc.
/ 2. I cambiamenti che si verificano nel ricercatore quale strumento di misura
(stanchezza, affinamento della sensibilità etc).
E fonti di invalidità legate al campionamento
3. : sono
tre: 1. Limitazione della popolazione raggiungibile da un determinato strumento
o da una determinata procedura di campionamento; 2. Instabilità della
popolazione raggiungibile in momenti successivi; 3. Instabilità della popolazione
in aree diverse. Ad es. l’uso dei questionari limita la popolazione a soggetti in
grado di leggere e capire domande anche relativamente complesse e l’uso
comune di studenti quali soggetti restringe in modo ancor più evidente la
popolazione.
Vengono distinti quattro tipi di validità delle misure, che corrispondono, in realtà, a
quattro modalità diverse di accertare la validità di una misura: (da fare da psicometria)
Validità di contenuto o rappresentativa
1. : test di profitto – campionamento
casuale o randomizzato degli stimoli (si parla di popolazione di stimoli).
Validità concettuale (construct validity)
2. Validità convergente (concurrent validity)
3. Validità predittiva
4.
Un bilancio di vantaggi e limiti delle diverse procedure di
raccolta dei dati
18 Metodi di ricerca in psicologia sociale
LE TECNICHE DI MISURA DEGLI
ATTEGGIAMENTI
Per una definizione di atteggiamento…
Molto schematicamente, si può dire che esistono da un lato numerosi sostenitori di
concezione ‘’tripartita
una ’’ (Rosenberg, Hovland), secondo la quale
‘’un sistema duraturo di valutazioni positive o negative,
l’atteggiamento sarebbe
sentimenti e tendenze ad agire pro e contro nei confronti di oggetti sociali ’’, dall’altro
Allport affettivo-
autori che seguendo , limitano il concetto alla sola componente
valutativa .
La maggior parte delle tecniche di misura degli atteggiamenti focalizza l’attenzione
VALENZA INTENSITA’
sulla misura della (positiva-negativa) e della sua .
Per la misura degli atteggiamenti vengono utilizzate:
MISURE DIRETTE:
quali le scale Likert, il differenziale semantico, le cosiddette
stime di grandezza o intensità (magniude estimation)
MISURE INDIRETTE:
medianti le quali si cerca di misurare l’atteggiamento con
sistemi che aggirano la consapevolezza del soggetto.
Le scale di atteggiamento
Una scala di atteggiamento è composta da una serie di affermazioni riguardanti
l’oggetto dell’atteggiamento stesso, rispetto alle quali il soggetto deve esprimere il
proprio accordo-disaccordo: le risposte che il soggetto fornisce vengono utilizzate
come indicatori dell’atteggiamento, che come altri concetti psicologici non è
direttamente osservabile.
Obiettivo: Cv= A
assegn