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RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

- abbassamento dei costi del cotone ( si va verso la democratizzazione della moda);

- invenzione della macchina a vapore ( i telai diventano delle vere e proprie macchine; al 16° secolo risale

infatti l’invenzione del telaio per maglieria di William Lee);

- nascono le prime ferrovie ( si va verso l’unificazione dei mercati poiché i Grandi Magazzini iniziano la

vendita per corrispondenza grazie all’utilizzo delle ferrovie);

SECONDO COMERS sono i paesi che nella seconda metà dell’800 cercano di imitare il modello di

industrializzazione dell’Inghilterra.

L’affermazione della borghesia : vi è il superamento della società di corte poiché con la rivoluzione

industriale è ricco chi lavora e l’uomo borghese è l’uomo che vuole lavorare. È con l’uomo borghese che si

notano i primi cambiamenti nell’abbigliamento maschile.

Vi è crescita economica:

- scoperta di giacimenti di oro in California e Australia;

- aumento della circolazione della moneta;

- prime Esposizioni Universali ( la prima a Londra nel 1851);

Anno di grande importanza è il 1870, in cui abbiamo:

- nascita dell’industria petrolifera;

- scoperta dell’energia elettrica;

- aumento delle trasmissioni con Marconi;

Il clima è quello di un sostanziale entusiasmo per il processo di progresso economico dovuto alla scoperta

di nuove fonti energetiche. Non si è ancora arrivati al consumismo tipico dell’800 ma vi è già un facile

consumo di beni e abiti.

Tra il 400 e il 500 l’Italia si ricava un posto di supremazia per quanto riguarda la moda ma anche dal punto

di vista economico, politico e culturale con l’invenzione di lettere di scambio, la Borsa, le banche e il

Rinascimento. Dal 600 è la Francia protagonista nel mondo della moda con Luigi XIV. Anche Napoleone

percepisce l’importanza del settore moda in Francia e fa produrre con la lana di pecore selvatiche il

cashmere. È dalla Francia che arriva la biancheria.

HYPPOLYTE LEROY fu il parrucchiere di Marie Antoinette che realizzò l’abito con i colori della bandiera

francese. Con lui la moda ha un valore quasi istituzionale.

MODA VERTICALE vestiti aderenti, maniche a palloncino e cintura sotto il seno. Il cosiddetto STILE IMPERO

fu lanciato con l’incoronazione di Giuseppina Bonaparte. Questo perché nello stesso periodo ci furono gli

scavi a Pompei e quindi la scoperta del classicismo, infatti la linea verticale è suggerita dalle colonne.

META’ 800 periodo della restaurazione : linee tradizionali, la vita si abbassa. È l’epoca dei vestiti da

amazzone.

Lo stile di fine 800 invece riflette le novità sociali ed economiche del periodo. Come ad esempio le

suffragette ( donne impegnate nel sociale, viaggiano, fanno sport perciò i loro vestiti sono modificati,

diventano più semplici per favorire il loro stile di vita). In questo periodo appaiono i primi tailleur da donna

e gli abiti vengono realizzati in tweed.

Per quanto riguarda l’abbigliamento maschile di questo periodo lo stile si rifà a quello militare con

pantalone lungo, gilet e giacche con falde.

TEORIA DELLA CLASSE AGIATA DI VEBLEN la donna è espressione di ricchezza dell’uomo che le è affianco, è

la figura rappresentativa delle sue finanze.

1850-70 riaffermazione del potere francese sulla moda con L’EPOQUE WORTH; nasce la figura del sarto, la

figura della modella, le etichette e la HAUTE COUTURE.

3° LEZIONE

La rivoluzione industriale è importante perché con essa inizia la standardizzazione dell’abito. Il modello

inglese è il primo ad industrializzarsi.

Negli anni 1850-70:

- secondo comers o last comers;

- costruzione di ferrovie;

- utilizzo del carbon coc;

fino al 1861 l’Italia è un paese diviso in tanti piccoli stati perciò vi sarà un ritardo nell’industrializzazione. La

borghesia è la classe emergente che cambierà la moda. Dal 1870 inizia una fase di sviluppo con l’avvento di

nuove fonti energetiche. Negli ultimi decenni idell’800 nascono le industrie chimiche importanti per le fibre

tessili sintetiche. Napoleone si interessò all’industria tessile e così Saint Quentin divenne famoso per la

mussola e il lino.

In questo periodo Inghilterra e Francia sono le due potenze in campo politico ed economico, la loro rivalità

si riflette anche nel campo della moda: l’Inghilterra diviene famosa per la moda maschile mentre la Francia

per quella femminile.

Napoleone favorì lo sfarzo a corte oltre che a interessarsi dell’industria tessile. Vi fu l’invenzione della

biancheria. In questo periodo si afferma la linea verticale.

Con il Congresso di Vienna del 1815 invece la moda aveva fatto un passo indietro con il ritorno alle forme

ampie e alla crinolina.

4° LEZIONE

Dal ‘700 e negli ultimi decenni del ‘700 la moda maschile vede prevalere la moda britannica poiché Carlo II

Stuart nel 1666 getta le basi di quello che sarà il . Non tollera il dominio della moda

modello borghese

francese . Predilige stoffe sobrie e colori austeri come il nero, a differenza della moda francese che invece

predilige il colore. Inoltre Carlo II fissa quella che è la struttura dell’abito 3 pezzi.

Nell’800 la moda inglese si conferma con l’ascesa della classe borghese. Luigi XIV è l’emblema

dell’abbigliamento francese maschile aristocratico. Nel primo ‘800 prevale il dandismo che è esibizione

estrema dell’eleganza maschile. ‹‹Il dandy vive per vestirsi››

In Italia un rappresentante del dandismo è stato Umberto I di Savoia. Altri rappresentanti del dandismo

sono Lord Byron, Brummel che esaltò l’eleganza della biancheria. Il dandy con i suoi modi di fare trova

posto nei salotti frequentati dalla gente abbiente. L’eleganza del dandy sta nella cura del dettaglio. Il

dandismo si diffuse a Londra nel West End dove Savile Row troviamo il centro delle sartorie e a Bond Street

della maglieria.

Il colore nero caratterizzò ancor di più l’abito a e pezzi dell’abbigliamento maschile. Metteva in risalto

solamente la testa che serviva al successo. Con Filippo il Buono il nero si afferma come colore principale del

vestiario maschile.

Nel periodo Umbertino ( 1878 – 1890) si afferma la sobrietà nelle linee e nei colori, si preferiscono linee

formali e tonalità scure.

veniva concesso solo ad alcuni, erano in numero limitato, conferiva al negozio un grande

Brevetto Reale

riconoscimento.

Nel XX secolo Londra sta alla moda maschile come la Francia sta alla moda femminile.

In Italia la diffusione del colore nero avviene solo dopo la Restaurazione.

L’uomo più elegante insieme a Umberto I era Marco Crespi.

5° LEZIONE

L’ABBIGLIAMENTO PRONTO

La nascita della moda pronta corrisponde con la comparsa delle prime macchine per cucire di Thimmonier

che mette a punto un esemplare di macchina per cucire nel 1830. Ma fa lo sbaglio di non brevettarla così

non ottiene successo e così ha successo Singer che riprende il progetto e lo brevetta ovviamente

perfezionandolo nel 1851. Senza Singer non avremo avuto l’abito pronto: permette di confezionare un

abito relativamente in poco tempo ma con ciò non coincide la produzione seriale/industriale.

Nel 1627 a Roma abbiamo i primi esempi di vestiti, fogge in un negozio, vi era anche un mercato di usato e

di noleggio. Vi erano anche i Giubbonari che confezionavano giacche pronte da indossare.

Negli anni ’40 e ’50 la moda Boutique è il primo esempio di pret a porter ed Emilio Pucci ne è il primo

rappresentante.

La Rivoluzione Industriale e le macchine da cucire favoriscono la nascita dell’abbigliamento pronto e così

nel 1830 Pierre Parissot è il primo a vendere capi confezionati esclusivamente da uomo a La Belle

Jardiniere. Si serviva di laboratori familiari ( sweating system ) che consistevano in lavoro a cottimo, assetto

tipico delle imprese confezioniste.

Negli anni ’40 dell’800 l’abito pronto cominciò a rivolgersi alla piccola borghesia.

Nel 1847 800 confezionisti che avevano alle loro dipendenze più di 7000 lavoranti.

Magasins de Noveautes in Francia appaiono i primi magazzini grazie a Aristide Boucicaut che nel 1852 apre

il Bon Marchè.

Negli anni ’30 dell’800 in Inghilterra appaiono i primi abiti pronti ma erano per lo più abiti per militari. I

primi sarti per abbigliamento pronto erano sarti militari perché avevano dimestichezza con le misure senza

la figura vera e propria dell’uomo.

Hyam Hyam è invece il primo imprenditore che si occupa di vendere abiti pronti. Dava lavoro a 8000

dipendenti.

Leeds aveva il primato internazionale dell’industria della confezione. Il suo vantaggio era la vicinanza ad un

approvvigionamento di aree tessili laniere. John Barran introdusse la taglierina che permetteva di tagliare

più strati di tessuto sovrapposti.

Morrison Cohen è il primo imprenditore ad occuparsi di abbigliamento pronto femminile con giacche e

coprispalla in generale. Inizialmente lavorava per commissione solo successivamente apre un negozio

dell’East End.

Il primo ad essere prodotto in fabbrica fu l’impermeabile con il tessuto inventato da Macintosh perché il

tessuto era un prodotto dell’industria chimica.

A Milano nel 1823 abbiamo il primo esempio di abbigliamento confezionato grazie ai Fratelli Bocconi che

aprono un negozio in via Tommaso Corsi chiamandolo Aux Villes di Italie. In realtà il primo grande

magazzino in Italia è il Palazzo della Moda che vende sia capi femminili che maschili.

NB Il Grande Magazzino è il primo esempio di democratizzazione della moda.

6° LEZIONE

LA MODA NEI PRIMI ANNI ’20 DEL ‘900

Chanel

Worth

Poiret ( il primo a creare una linea di cosmetici)

Vionnet

Fortuny ( sperimentazione plastica; per creare ha bisogno di avere materiale che corrisponde alle

sue esigenze per creare, è infatti lui a creare le stampe per i suoi tessuti )

Maria Monaci Gallenga è una sperimentatrice italiana

L’Italia è una delle prime a produrre fibre artificiali. Le calze erano fatte di rayon o viscosa.

Negli anni ‘ 20 la Vionnet firma un contratto con Eva Boex e vari department store come Hick son Inc. e

Wanamaker. Mentre Poiret firma con Le Printemps nel 1933.

La produzione seriale è diversa dalla produzione di Alta Moda. Ha costi contenuti, linee semplici ed è

compatibile con il sistema produttivo oltre a garantire una vasta portabilità del vestito.

All’inizio del ‘900 a Roma troviamo artigiani capaci di offrire prodotti di alta qualità manifatt

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
12 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bonnie_park di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'industria della moda e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Capalbo Cinzia.