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Gaertner e collaboratori hanno fornito risultati sperimentali che confermano le tesi : hanno

trovato che i partecipanti bianchi accettavano l'aiuto con molta più probabilità da un

complice nero dello sperimentatore che da uno bianco (perchè rifiutare l'aiuto da un

partner nero sarebbe stato letto come una forma di pregiudizio); ma quando ai partecipanti

non veniva offerto aiuto ma dovevano cercarlo attivamente, essi si mostrvano più disposti

verso un complice bianco piuttosto che da uno nero. È stato così confermato che gli

atteggiamenti discriminatori avvengono principalmente quando tali comportamenti

appaiono legittimi e quando possono essere attribuiti ad altre ragioni diverse dal

pregiudizio.

Una seconda linea di ricerca ha usato misure di comportamenti che possono essere sotto

il controllo intenzionale ma a cui solo raramente si presta attenzione nella vita reale. La

misura più semplice e utilizzata è la distanza. Altri indici sono il contatto visivo, la

frequenza dell'ammiccamento, il tono di voce, la postura e inclinazione del corpo,...

ognuno di questi comportamenti non verbali è controllabile, ma le persone non sono

generalmente consapevoli della loro postura, del contatto visivo,.. a meno che la loro

attenzione non sia diretta a questi aspetti del comportamento.

Tutte queste misure ricadono tutte nella gamma centrale del continuum, nonché dove il

controllo intenzionale è possibile ma raramente avviene.

Nella maggioranza degli studi i partecipanti quando interagivano coi membri dei gruppi di

minoranza, mostravano un comportamento verbale amichevole che era associato a indici

non verbali ostili o distanti che includevano il ridotto contatto visivo, maggiore distanza nel

prendere posto,... si rilevava quindi un alta contraddizione tra risposte verbali e non.

Comportamento verbale e discorso

Un altro insieme di misure analizza il comportamento verbale degli individui che

interagiscono coi membri di gruppi di minoranza o di maggioranza. Tali tecniche includono

diverse misure, come la frequenza delle interruzioni e degli errori nel discorso, la sua

eccessiva semplificazione e il bias linguistico intergruppi, che considera l'astrazione

relativa del linguaggio scritto o parlato come indice di bias intergruppi. Analizzando le loro

preferenze linguistiche per le espressioni concrete (verbi di azione) versus quelle

astratte( verbi di stato, aggettivi), i partecipanti sono classificati come prevenuti quando

preferiscono decrizioni astratte x comportamenti desiderabili dell'ingroup e indesiderabili

dell'outgroup e descrizioni relativamente concrete x comportamenti indesiderabili

dell'ingroup e deisderabili dell'outgroup. L'assunzione sottostante a tale tecnica è che le

persone poco probabilmente riflettono in modo consapevole sulle astrazioni nel linguaggio

e siano inconsapevoli delle sottili variazioni nelle stretegie linguistiche. Da un punto di vista

pratico le misure di pregiudizio basate sul discorso hanno il vantaggio di potere essere

applicate facilmente in ogni contesto naturalistico e ad ogni popolazione, senza richiedere

strumentazioni tecniche(computer) o spazi di laboratorio.

Misure cognitive

Spostandoci nella parte destra del continuum, troviamo quelle misure che si assume

rilevino risposte automatiche del nostro sistema cognitivo, quando ci troviamo di fronte ad

un membro dell'outgroup o di un gruppo di minoranza; tali risposte automatiche rilevano

spesso pregiudizio e sono fortemente legate alle differenze di genere o di razza. Di

particolare interesse è la relazione tra attivazione della categoria e pregiudizio: alcuni studi

dimostrano che livelli differenti di pregiudizio sono legati all'enfasi posta sulle informazioni

relative alla categoria. Per esempio, nell paradigma chi ha detto cosa, i partecipanti con

maggiore livello di pregiudizio etnico fanno più errori “ntro la razza” piuttosto che “tra le

razze”, rispetto ai meno prevenuti. Ne risulta che quando i target sono ambigui i

partecipanti prevenuti impiegano più tempo a categorizzarli. In sostanza, più è accessibile

una categoria più probabilmente lo stereotipo ad essa associato verrà attivato e utilizzato x

il giudizio.

Altri ricercatori hanno analizzato l'accessibilità degli stereotipi in seguito al priming della

categoria. Si assume che gli stereotipi siano costituiti da un particolare tipo di associazioni

semantiche, così che ogni volta che la categoria è utilizzata come stimolo prime, anche gli

attributi stereotipici ad essa collegati verranno attivati. Le persone prevenute fanno uso di

conoscenze stereotipiche, nei propri comportamenti e percezioni nei confronti dei membri

dell'outgroup in modo più frequente; come risultato gli attributi stereotipici sono facilmente

accessibili ogni volta che la cateogria è usata come prime. Questo processo avviene in

modo implicito, così il controllo sulle risposte diviene impossibile. È interessante hce il

priming della cateogria non attivi solamente attributi stereotipici specifici, ma anche

valutazioni generali. La presentazione di un oggetto rilevante attiva automaticamente la

valutazione ad esso associata. Nel paradigma volto ad analizzare la relazione esistente tra

categoria e valutazione generale, il prime è costituto dall'etichetta della categoria ed è

immediatamente seguito da un aggettivo; il compito è indicare se l'aggettivo abbia valenza

positiva o negativa. Perdue e Gurtman hanno trovato che i partecipanti a cui era

presentata come stimolo prime, l'etichetta della categoria “vecchio”, rispondevano più

velocemente ai tratti negativi che a quelli positivi; avveniva l'opposto quando la categoria

presentata era “giovane”. A livello esplicito i partcipanti (studenti universitari) negavano di

avere rappresentazioni negative degli anziani, ma la misura implicita indicava il contrario.

In questi studi sono stati usati anche i tempi di risposta per misurare le differenze

individuali nel pregiudizio implicito. Una nuova misura di pregiudizio, basata sulla forza

dell'associazione tra categorie sociali e attributi valutativi, è stata proposta da Greenwald,

McGhee e Schwartz; l'idea è che l'assegnazione della medesima chiave di risposta a

concetti poco associati rallenterà le risposte rispetto alla condizione in cui la stessa chiave

di risposta è condivisa da concetti molto associati. Il vantaggio di questa tecnica, chiamata

Test di associazione implicita, è la grandezza dell'effetto di interazione, estremamente

elevato, tale da consentire la rilevazione delle differenze individuali. La misura delle

differenze individuali a livello implicito ha condotto anche a sviluppi teorici rilevanti;

secondo l'influente modello sul pregiudizio di Devine, non i dovrebbero trovare , a livello

implicito, differenze individuali: tuti gli individui possono essere considerati come

ugualmente prevenuti , quando il controllo intenzionale viene loro precluso. Tuttavia le

ricerche dimostrano come gli individui differiscano anche a livello implicito e che misurare

tali differenze può essere utile per rivedere altri aspetti della vita sociale.

La notevole rilevanza delle tecniche di misura implicite consiste nel fatto che il controllo

intenzionale è quasi impossibile; lo svantaggio è che tali tecniche sono laboriose e

richiedono che i partecipanti siano condotti in un laboratorio attrezzato; nessuna può

essere applicata in un contesto naturalistico.

Boca e Arcuri hanno sviluppato una nuova tecnica, chiamata “compito della persona

famosa” che risulta applicabile in qualsiasi setting: è basata sull'assunto che gli

atteggiamenti possano essere inferiti facendo domande apparentemente irrilevanti , che

non richiedono nessuna valutazione esplicita di un outgroup; se le persone favoriscono la

propria categoria di appartenenza , allora dovrebbero ricordare con più facilità esemplari

positivi dell'ingroup e negativi dell'outgroup, piuttosto che il contrario. Questa tecnica

assume che le categorie di appartenenza siano costruite attorno a prototipi positivi e che

pensare all'ingroup faciliti l'accesso ad esemplari rispettabili e ammirabili, mentre il

contrario avvenga x l'outgroup. Successivamente, per verificare se i risultati ottenuti con

questo metodo coincidessero con quelli ottenuti con procedure più sofisticate basate sulla

rilevazione dei tempi di reazione, Boca e Arcuri hanno analizzato questa tecnica anche

rispetto ad una convalidata misura implicita di rappresentazione categoriale e cioè il

compito di verifica della categoria: ai partecipanti era presentata una lista di persone

famose del Nord e del Sud, che variavano nel livello di desiderabilità sociale; si chiedeva

di decidere il pià velocemente possibile se ognuna di queste persone famose fosse

settentrionale o meridionale. I risultati sono abbastanza coerenti con quelli ottenuti nel

compito della persona famosa; i partecipanti identificavano più velocemente esemplari

positivi dell'ingroup e negativi dell'outgroup, rispetto agli altri casi. Era poi più probabile

che sbagliassero l'identificazione degli esemplari negativi dell'ingroup assegnandoli

all'outgroup o degli esemplari positivi dell'outgroup assegnandoli all'ingroup. Questo

conferma come il compito della persona famosa possa essere utile a rilevare il favoritismo

per l'ingroup, rispetto ad altre tecniche più laboriose.

Misure fisiologiche

esse costituiscono l'ultima frontiera nella rilevazione del pregiudizio. Le reazioni affettive

hanno chiari correlati fisiologici, che vengono originati involontariamente. Gli indici più

comunemente utilizzati sono la risposta falvanica della pelle, l'ampiezza e la durata del

battito cardiaco, attività muscolare facciale e la dilatazione della pupilla. La validità di

queste misure sembra confermata in maniera affidabile: nello studio di Vanman si è trovato

che l'attività dei muscoli facciali denota una maggiore negatività quando i partecipanti

bianchi devono immaginare un interazione con un target nero, piuttosto che con uno

bianco.

Quando sono utili le misure implicite?

L'utilità delle misure implicite dipende da che cosa si sta analizzando. Ci sono 4 criteri che

possono essere di aiuto a guidare il ricercatore nella selezione della misura più

appropriata:

1. livello di pregiudizio atteso nella popolazione considerata : per esempio, se siamo

interessati agli atteggiamenti razziali di gruppi neonazisti, potrebbe essere superfluo

indagare le loro credenze implicite sui neri attraverso sofisticate misure basate sui

tempi di reazione. Occorre quindi accertarsi che una misura sia sensibile ad una

particolare popolazione e che si possa ottenere un livel

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Publisher
A.A. 2017-2018
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher letiziadr91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'atteggiamento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Vezzali Loris.